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RICOSTRUIRE L'ECONOMIA E LA COMUNITA'

Post n°15 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da Terra_Nostra
 

tratto dal report di www.centrofondi.it 

Disclaimer & Copyright: Questo report non costituisce in alcun modo sollecitazione a pubblico risparmio e dovrà essere utilizzato come riportato nelle condizioni di utilizzo di cui all’indirizzo http://www.centrofondi.it/copyright.htm

Nell’arco di nemmeno due anni il prezzo del grano quotato a Chicago è più che triplicato.Salvo poi crollare in sei mesi di oltre il 60%.!! Per le imprese della filiera del grano sono stati due anni di inferno nei quali moltissime aziende piccole e medie del settore della pasta sono crollate non sostenendo più i costi della materia prima e non potendo reggere il confronto con i giganti del settore che ne hanno prontamente approfittato.
I produttori agricoli che fino al 2007 avevano visto il prezzo del grano alla metà degli anni ’80 mentre le spese del gasolio e dei concimi erano cresciuti esponenzialmente, hanno salutato questi aumenti con gioia, gioia che però è durata quanto una calda giornata di sole in inverno perché già oggi i prezzi pagati ai produttori sono tornati velocemente al livello del 2006 mentre i prezzi di gasolio e concimi sono rimasti quasi ai massimi.
Che cosa ha generato questi aumenti? Un cambiamento del settore? I consumi?
Niente ditutto questo! è stato solo il passaggio delle cavallette bibliche della finanza in cerca di profitti esasperati. Se ancora ce ne fosse bisogno con questo vediamo l’impossibilità dell’economia finanziaria di convivere con l’economia reale. Specialmente quando si concentrano in così poco tempo escursioni di prezzo così importanti, su settori che non possono adattarsi per conformazione strutturale a questa velocità esasperata.

In Sardegna intanto  http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=22188 continua la messa all’asta di aziende agricole incappate nella morsa truffaldina delle banche http://it.youtube.com/watch?v=UyGAjF50ZJE che si stanno impadronendo di uno dei territori più belli al mondo, mandando in rovina migliaia di famiglie. Per non essere travolti dalla allucinazione del mondo finanziario al suo epilogo è necessario svincolarsi dalla speculazione, recidere ogni legame che ci rende dipendenti dai mercati finanziari e dalla speculazione. Questo si può fare solo ed esclusivamente se ritorniamo al mercato locale e chiudiamo il cerchio delle filiere. Ma la strada non è quella dei Farmers Market dove il produttore oltre a lavorare nei campi deve snaturare la sua attività levando risorse, umane e finanziarie, per l’attività di vendita, che per essere redditizia deve essere continuativa e non sporadica. Oggi infatti tutti parlano di riduzione delle filiere, ma come al solito bisogna scindere il grano dalla pula, vedere ciò che è buono e ciò che è fatto apposta per non cambiare niente.
La risposta è un poco più articolata e viene da un patto indissolubile tra i produttori, non solo agricoli e la propria comunità che passa attraverso la ricostruzione dell’economia locale e anche della struttura sociale. Se ci sono aziende in crisi, ci sono anche famiglie in crisi e per questo è necessaria un’opera di ricostruzione del tessuto sociale e insieme di quelloeconomico. Non si può prescindere da questo. Lo si può fare solo attraverso l’uso di uno strumento come i buoni della Solidarietà ChE Cammina che sono distribuiti gratuitamente alle famiglie che quindi aumentano il loro potere di acquisto, che viene indirizzato alle merci locali prodotte nella zona o nel circuito nazionale di ArcipelagoSCEC. Insieme agli SCEC però è necessario che le aziende produttrici si associno e diano vita a strutture che arrivino alla trasformazione e alla vendita del prodotto, senza per questo snaturare la loro vocazione naturale: il produttore agricolo deve continuare a fare il suo lavoro e basta, altrimenti corre il serio pericolo di fare male tutte le cose.
Se riusciamo a produrre, trasformare e vendere coinvolgendo anche tutte le imprese medio-piccole del settore e soddisfare così la domanda del territorio, ci svincoliamo dalle assurde logiche della speculazione e risaniamo le nostre economie locali. Oltre a questo concentrando i passaggi possiamo tranquillamente ridurre i prezzi normalmente praticati dalla Grande Distribuzione Organizzata, di un 30% che può anche diventare un 50% con l’uso degli SCEC, aumentando gli introiti per le aziende coinvolte.

Il progetto è “Il Sapore del Cuore”

http://www.centrofondi.it/articoli/sapore_cuore_progetto.htm e fa parte dei progetti aziendali di ArcipelagoSCEC insieme al progetto per le imprese locali di altri settori e per la razionalizzazione dei trasporti entro un raggio di 50-100 km. Il progetto di ArcipelagoSCEC www.arcipelagoscec.org non è solo un progetto economico per l’adozione di uno strumento di scambio libero dal debito, ma lavora profondamente alla ricostruzione del tessuto sociale, della comunità e dell’economia. Non è un caso che SCEC sia l’acronimo di Solidarietà ChE Cammina. In Calabria a Crotone, stiamo portando avanti questo progetto con due scuole, un Istituto Agrario e un Istituto Turistico Alberghiero dove le due scuole porteranno avanti a livello sia teorico che pratico un supermercato locale e un punto di ristoro. Nel progetto sono state coinvolte le associazioni di categoria, Coldiretti, CIA, Confagricoltura, la Provincia, la Curia, la Confcommercio, gli Enti Locali.
In Calabria per fortuna le forze buone si stanno coalizzando per far rinascere quei territori bellissimi e ricchissimi. In Calabria si riparte dalla cultura, dalla formazione dei futuri imprenditori che nascono con la cultura della Solidarietà fra tutti i componenti della comunità e non della cultura oggi predominante dell’homo omini lupus e la speranza è che da questo esempio ne nascano molti altri in tutta Italia. E’ necessario tornare al concetto che l’economia deve essere strumentale all’uomo e come dice un nativo americano, Manitonquat, L'economia dovrebbe esistere solo per garantire a tutte le persone ciò di cui hanno bisogno e non l’uomo al servizio dell’economia come invece sta accadendo oggi.
Per attuare questo è necessario lavorare su più fronti, quello economico e quello sociale con lo strumento indispensabile degli SCEC i buoni della Solidarietà ChE Cammina.

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