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l'affascinante viaggio nei simboli - il serpente

Post n°11 pubblicato il 25 Gennaio 2009 da miladylady
Foto di miladylady

Da sempre, l'uomo si è sentito circondato da elementi sovrasensibili dai quali ha spesso percepito sprigionarsi delle forze incontrollabili; tutto l'universo è un simbolo, un segno di cose invisibili.

La vita odierna ha perso ogni scintilla di ritualità, però i simboli, gli archetipi, sono silenti dentro di noi….e qualcosa emerge quando, senza sapere perché, siamo attratti da un oggetto e per quanto non abbia alcun valore diviene per noi preziosissimo.

Quante donne indossano anelli o altri ornamenti a forma di serpente? È la loro natura più profonda ed ancestrale ad esserne attratta, anche se spesso non ne sono consapevoli…ma nulla è casuale, e se una donna indossa un anello a forma di serpente o lo sogna è perché la sua pulsione trasformativa preme in lei.

I simboli sono chiavi di accesso.

La forza metamorfica degli archetipi ricompongono in noi una cornice più grande dove inserire il quadro della nostra vita, della nostra storia, in armonia con le altre storie con cui veniamo a contatto.

Il serpente con movenze sinuose emerge dalle profondità terrestri, sorgendo dagli oscuri anfratti nascosti e protetti.

Animale ctonico e misterioso, depositario di un immenso potere primordiale, custode di energia pulsante, evoca la spirale, la linea e il cerchio e per questo rappresenta il ciclo di vita-morte-rinascita, il perpetuo ritorno, la rigenerazione.

E’ simbolo del visibile (quando striscia) e dell’invisibile (quando si mimetizza in mezzo alla natura)… il Serpente ama celarsi nel tepore del profondo ventre della Grande Madre, luogo primigenio in cui tutti i segreti sono conservati con cura, e le antiche energie terrestri scorrono e si concentrano.
Di queste energie il Serpente è figlio e simbolo antichissimo, legato ai movimenti del sottosuolo, ai moti nascosti che danno origine al Mutamento interno, al potere della trasformazione lenta o repentina; profonda e cullante come lo scorrere di un fiume o tremenda e irrompente come un terremoto.

Il suo letargo stagionale e, soprattutto, la sua muta, rappresentano il perenne Ciclo della Grande Madre, che mostra a coloro che la vogliono ascoltare come la Vita si trasformi lentamente in Morte, e la Morte in nuova Vita; ma il Serpente simbolizza particolarmente il passaggio che unisce la Morte alla Rigenerazione, il sonno al risveglio, ovvero il cambio di pelle.

Per questo nel Serpente vi è il potere della Guarigione profonda, intesa sia come annullamento e liberazione da ogni stato oscuro e da ogni malattia spirituale, sia, su un piano più prettamente materiale, come eliminazione dei mali fisici. Il suo veleno, infatti, anticamente era unito a particolari erbe medicinali e usato, in piccolissime dosi sapientemente preparate, per curare.

La Luna, Signora dei cicli, dei ritmi, delle maree e dell’utero femminile, così misteriosamente sensibile alla sua musica di silenzi e armonie, è anche Signora dell’eterno susseguirsi di Nascita e Morte, e come il Serpente cambia il suo aspetto, la sua “pelle”, seguendo l’eternità del Tempo, che nel suo essere immutabile cambia continuamente e dà luce al divenire.

Il Serpente, nascosto nell’oscurità, rappresenta particolarmente l’aspetto della Luna nera e il suo potere di trasformazione, il mutamento che avviene nel passaggio dalla fine di un ciclo all’inizio di quello successivo, illuminato da una nuova luce.

Se lo si guarda mentre si morde la coda, come nell’immagine dell’ Ouroboros mitologico, si scorgerà proprio il simbolo dell’eterno ciclo senza inizio né fine.

Il serpente che si morde la coda è la dialettica materiale della vita e della morte, la morte che esce dalla vita e la vita che esce dalla morte, non come i contrari della logica platonica, ma come una inversione senza fine della materia di morte o della materia di vita.

Come custode del potere terrestre, il Serpente percepisce ogni movimento del suolo e del sottosuolo, prima ancora che i suoi effetti si verifichino e si mostrino sulla superficie della Terra e agli occhi degli uomini.

È quindi considerato l’animale della Profezia ed era proprio la Profezia ciò di cui si occupavano le antiche Sacerdotesse che venivano chiamate Pythie (serpi), o drakaine, e che erano particolarmente affini all’aspetto della primitiva Dea Serpente, raffigurata nei reperti archeologici con testa di serpente, arti serpentini o simboli di spire (emanatici di forza rigenerativa), spirali e linee ondulate, a imitare il movimento del rettile e i segni che questo lascia sulla sabbia al suo passaggio.

L’ultima immagine che ci appare del Serpente è quella della Tentazione.
Lo vediamo mentre tenta la “prima” donna Eva, con una succosa e rossissima mela, anch’essa simbolo della Grande Madre archetipica e della sua immensa fecondità.
La tentazione del Serpente alla Donna è la volontà di lei di riafferrare la Conoscenza che da sempre le era stata accessibile.

La mano di Eva, che tocca la mela rossa e, con un breve e netto gesto, la stacca dall’Albero della Conoscenza, è l'atto della volontà della Donna di mordere la Saggezza e di nutrirsi nuovamente di essa, di riunirsi ai flussi della Natura e alla sua arcaica Consapevolezza.
E non appena il Serpente viene da lei ascoltato ecco che dal grembo femminile riprendono a sgorgare i flussi del sangue sacro, che le era stato tolto. Il sangue sacro che è il Mistero della Donna, il suo potere, il suo sapere, la sua eredità lasciatale dalle sue lontane Antenate, e prima ancora di esse dalla Madre primigenia.

Perché proprio l’elemento femminile sceglie di conoscere trasgredendo? Perchè è proprio la donna a misurarsi con il serpente? Perchè in Eva (in aramaico = serpente) il serpente trova risonanza ed eco, in quanto essa è l’unico interlocutore in grado di cogliere la provocazione, la donna ha in sé il bagaglio di conoscenza occultata di cui il serpente è portatore e simbolo, Eva – la madre di tutti i viventi- voleva essere e non solo vivere.

La Dea della Trasformazione - La Dea dei Serpenti    

La Dea come Trasformazione, potere di Morte e Rinascita, di Rigenerazione e Rinnovamento, uno dei più antichi volti della Grande Dea paleolitica, che nel Neolitico assume un'iconografia propria associata con il simbolo del serpente.

La principale funzione della Dea nel suo nuovo aspetto di Serpente era quella di garantire la continuità dell'energia vitale e offrire rigenerazione ad ogni esistenza esaurita.
La Dea Serpente fu la prima divinità, a presentarsi incoronata, così, dal VII millennio a.C., le sue
immagini apparvero frequentemente con una corona, simbolo di potere e saggezza, o con una pettinatura molto sofisticata, caratterizzata da ricci serpentiformi. Il rapporto fra il serpente e il potere generatore della Dea continua nel tempo, si manifesta al suo apice nella cultura cretese, ed è ancora evidente in Atena, Hera e Hathor.

L'Archetipo del serpente

Il serpente è un simbolo polivalente, universalmente presente in tutte le culture.
Egli è l'antenato mitico, il vivificatore, simbolo stesso della guarigione e della cura, è l'animale
originario alle sorgenti della vita e della libido.

E' la forza vitale, simbolo seminale, epitome del culto della vita su questa terra. Non
il corpo del serpente era sacro, ma l'energia emanata da questo animale che
striscia o si raggomitola, energia che trascende i suoi limiti e influenza il mondo
circostante. Questa stessa energia si trova nelle spirali, nelle viti, negli
alberi in crescita, nei falli e nelle stalagmiti, ma si concentra in modo
particolare nel serpente, in cui è, quindi, più potente. Il serpente era qualcosa
di primordiale e misterioso, emerso dagli abissi delle acque dove la vita comincia. Il suo rinnovarsi stagionalmente, col mutare pelle e cadere in letargo, ne ha fatto il
simbolo della continuità della vita.

Il serpente è un animale totemico, indica sempre la possibilità di trasformazione, ma indica anche una trasformazione che deve passare attraverso una sorta di “trasgressione”, in molti miti il serpente viene visto come un tentatore, che, a livello psicologico rappresenta bene le forze propulsive della psiche che tentano quelle regressive spingendole a “trasgredire” il limite per avventurarsi oltre quello che c’è in quel momento.

È «l'animale-metamorfosi» per eccellenza, per la sua facoltà di rigenerazione; è il doppione animale della luna, perché scompare e riappare con lo stesso ritmo dell'astro e conterebbe tante spire quanti giorni conta la lunazione.

Questo animale, anticamente, essendo accostato alla simbologia delle acque, aveva una valenza simbolica lunare; il serpente era attributo delle dee antiche dei pantheon, quali Ecate, Ishtar e Artemide, rappresentato come immagine stessa del ciclo lunare che si annoda e si scioglie senza fine, così come è proprio fare del serpente.

Legato, in età classica, al culto di Esculapio, dio della medicina, ancora oggi esistono in Occidente tracce che conducono il serpente a questo culto...lo ritroviamo infatti nel “bastone di Esculapio” simbolo dei medici e nel “caduceo”, simbolo delle scienze farmaceutiche .

Sognare un serpente arrotolato su se stessi simboleggia il circolo della vita o il ciclo vitale. Sognare un serpente che si sveglia rappresenta un desiderio represso troppo a lungo e che ora torna in superficie.

Il messaggio del serpente è un messaggio di rinascita, di cambiamento, di trasformazione, segnala che qualcosa preme, non può più aspettare… quando gli archetipi che si presentano prepotentemente e più volte, vengono ignorati, le tensioni interne aumenteranno sempre di più fino a raggiungere varie forme di disturbi psicosomatici.

Al di là delle lingue, delle etnie, delle culture, il linguaggio dei simboli è un linguaggio trasversale le cui tracce si ritrovano da un luogo all’altro, da un periodo storico all’altro. Il simbolo per definizione è ciò che unisce...sicché quello dello studio dei simboli è un viaggio attraverso i secoli e i continenti ma, soprattutto, quello dentro di sé.

“Il Simbolo è esso stesso una ierofania, perché rivela una realtà sacra o cosmologica che nessun’altra manifestazione è capace di rivelare.” Mircea Eliade

 

 
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creatività

 Gran parte dell’arte primordiale sembra essere stata creata dalle donne in un contesto rituale. La metodologia di ricercatori, antropologi, archeologi si basa sulla teoria accettata, ma erronea, che le civiltà arcaiche non potevano, per definizione, avere un concetto centrale astratto di divinità, quindi le statuette femminili non sono state considerate dee bensì semplici rappresentazioni di donne. La complessa opera di Marija Gimbutas e il concetto da lei coniato di archeomitologia ( che indica un metodo multidisciplinare che unisce l’archeologia descrittiva alla mitologia comparata, alla linguistica, al folclore e all’etnologia storica) dovrebbe invalidare per sempre questa teoria così fallace. Tutto richiama alla ciclicità e dunque al femminile, le stagioni,il giorno che oblia nella notte e poi rinasce con l’alba, i modi di dire ( i corsi e ricorsi storici), persino ad una convenzione come il tempo è stata attribuita un’impostazione ciclica (le ore). Invero per creare arte sciamanica la donna deve innanzitutto liberarsi della credenza diffusa, ribadita e stereotipata di non avere “doti artistiche”. Siate creative, vi appartiene!!!
 

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 niña pequeña, chiquita, hermosa, preciosa
Linda niñita quedada así, sentada en la orilla del mar
 y las manos llenas de perlas
 el sol en tu frente y en la sonrisa
 blanca orquidea, alma y paloma
 y la alegría, tú cantas consuelo,
tú cantas esperanza, tú cantas remedios,
espera que un día yo pueda decirte:


"te quiero pequeña, chiquita, preciosa, hermosa.....
 

lo adoro

“Perchè non disegno scarpe da uomo? Perchè non posso usare le paillettes, i tacchi a spillo alti dodici centimetri, i colori fluo” - Stuart Weitzman


 

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qualsiasi cosa è vera solo in parte,
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e il giusto e l'ingiusto si mischiano
e coloro che rispetti possono deluderti,
coloro che disprezzi possono commuoverti
 

il principe ignoto

Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
 guardi le stelle
 che tremano d'amore e di speranza...
 

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