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LES VACANCES DE MONSIEUR HULOT

Post n°394 pubblicato il 04 Luglio 2009 da Margherita2411
 

Grazie a Luisa e a Umberto per avermi regalato

Les vacances de Monsieur Hulot

Un grande film di Jacques Tati del 1953
Un classico della comicità

Confusione è la parola della nostra epoca. Si va troppo in fretta. Ci dicono tutto quello che dobbiamo fare. Organizzano le nostre vacanze. La gente è triste. Nessuno fischietta più per strada (...) sarà sciocco, ma mi piacciono le persone che fischiettano per strada ed io stesso lo faccio. Credo che il giorno in cui non potrò più fischiettare per strada sarà una cosa gravissima.

Jacques Tati

 

Rumore, rumore, silenzio, e ancora rumore. Le vacanze sono il momento in cui si alternano quiete e frenesia, pace e scompiglio, ma quelle di Jacques Tati in veste di monsieur Hulot lo sono in modo particolare, nel bel mezzo di un'estate allo stesso tempo torrida e ventosa, testimone di un incontro buffamente romantico e suoni esagerati, spesso irreali e grotteschi.
All'Hôtel de la plage, affacciato sull'oceano Atlantico, si avvicinano, via via più imperanti, quelli che inizialmente sembrano degli spari. Invece no, si tratta dell'auto del buffo monsieur Hulot, un uomo che non parla quasi mai e si muove con gesti lenti e impacciati, riuscendo sempre a creare subbuglio tra gli ospiti dell'albergo. Il contrasto tra la sua eccentricità e la compostezza degli altri clienti mette in risalto l'aspetto comico del protagonista e delle sue gag. La scena dell'entrata nell'albergo di Hulot, nella quale egli apre la porta lasciando passare un vento fortissimo nella sala gremita, è il preludio della confusione che riuscirà a creare nel corso della vacanza.
La sua mimica, i versi, il suo sguardo ingenuo e stravagante, fanno di lui un personaggio da saga intramontabile. Jacques Tati è più che un maestro, è un'icona del cinema internazionale e, naturalmente, del cinema francese. Il suo personaggio Hulot ritornerà nei suoi lavori in altre circostanze, con le sue solite disattenzioni e goffaggini. Emerge nella folla come nell'albergo sulla spiaggia dove la gente continua, nonostante il clima vacanziero, a comportarsi come di consueto, con una serietà sconcertante, ma spassosa.

Già dall'incipit si nota l'alternanza tra lo stress e il relax tipici delle vacanze estive. Il film si apre con l'immagine del mare e il rumore delle onde mosse dal vento che rompe il silenzio e dopo poco irrompe la scena di un'affollata stazione dei treni con il classico vocio assordante, l'urlo incomprensibile dell'altoparlante rauco e invadente. Le voci non hanno la solita funzione di dare vita a dialoghi tra i personaggi, ma sono strumenti, suoni, rumore da amalgamare alla musica.

I personaggi stessi sono icone bizzarre, degni rappresentanti dei limiti e della goffaggine delle persone, specie se immortalate nella routine vacanziera, come se il ripetersi di azioni sempre uguali non fosse sufficiente durante il resto dell'anno.

(da WUZ)

La mimica di Tati, basata sulla tecnica recitativa del Gramelot, trae la sua origine dai grandi del passato Buster Keaton e Charlie Chaplin ed è fonte d'ispirazione dei futuri Peter Sellers e Mr. Bean (per quest'ultimo anche nell'idioma buffo).

(da WIKIPEDIA)

               

               

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Bologna, 27 luglio 2008

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