OCCASIONI PERSE

Diario delle occasioni perse e delle occasioni sprecate

Creato da Avvelenataforte il 16/11/2010

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Tra l'essere imprenditore e fare l'imprenditore

Post n°94 pubblicato il 11 Aprile 2012 da Avvelenataforte
 
Tag: Vite..

@BelievenYs > ... Sei un Sognatore.

@limprenditore > se no non farei questo mestiere

@believenYs > ... Naa per quello sei un Pazzo... 

Al twitter bar appena rientrata ho letto questo scambio tra due persone che stimo pur non conoscendo. L'uno che parlava del Mestiere di Imprenditore e l'altra che gli dava del Sognatore e del Pazzo. So che scherzano ma in fondo in fondo un filo di verità c'è e dopo la mia serata anche uno spunto di riflessione.

Io non ho mai pensato che fare l'imprenditore fosse e sia un mestiere: sono più propensa all'idea di vocazione, all'idea di sfida, di non accontentarsi, di rischiare. E non per una mera questione economica. Tra il fare l'imprenditore ed essere imprenditore pero' c'è un incolmabile spread. Insanabile e inguaribile.

Ne ho visto uno stasera su un letto con lenzuola bianche di quelli che volevano fare gli imprenditori: uno di quelli furbi che per anni le fatture erano cose da maghe e streghe e che non ha saputo dimostrare a chi forse poteva dare credito una specie di patrimonio. Uno di quelli intelligenti che le tasse non si pagano ( perché lui ce l'aveva duro e a Roma son tutti ladroni) e che se mi vengono a fare un controllo 'Ghe pense mi col coloneo'. Uno di quelli che 'basta sentire el centro de lavoro che funsiona' che tanto fare magazzino fa sempre bene e così se arrivano ordini consegnamo velocemente e ci pagano prima. Uno di quelli che la sicurezza dei dipendenti corrisponde alla sicurezza di avere un posto auto nel parcheggio e che se poi si taglia un dito sotto una sega a nastro ha gli altri nove. Uno di quelli che 'il mercato lo detto io: anche se la gente vuole pane io produco grissini e si abituano a mangiare quelli'. Uno di quelli che mica sarà importante avere una persona in ufficio che produce carte meglio un rumeno in più in produzione. Uno di quelli che i tre soldi messi via per sbaglio o per fortuna, li ha spesi in pietre e mattoni perché tanto de case ghe n'è sempre bisogno. Uno di quelli che in fondo di fare il terzista si era rotto le balle perché il mio prodotto la gente lo conosce con un altro nome ma lo go fatto mi e nessuno lo sa e allora via a fare el so brand. Con nessuno che lo vende.

E alla fine? Alla fine manco la sua morte ha saputo organizzare sepolto dai debiti, dai rimorsi e dai rimpianti. Ma buttati sotto un treno se devi farla finita. Non farti tre tatuaggi per lungo sui polsi per passare tra le tante vittime della Crisi ed essere inserito nel triste libro dei Suicidi di Stato.  Non si cavalca l'onda della disperazione per smuovere a pietà le persone e provare a risolvere la questione. E non m'interessa che sia venuto a trovarti il direttore di banca stamattina a portarti l'umana falsa e ipocrita solidarietà di tutto il gruppo e ti abbia rassicurato dicendoti che quando uscirai ti darà una mano: col casso. Tutti bravi a far i curati di campagna. Dormi in pace che i tuoi errori te li paghi da te, non c'e nessuno che li sconta al posto tuo.

E hai cannato completamente a chiamare me. Io gli infami non li aiuto e chi gioca con la vita come a una slot machine per me e' solo un infame. Ti meriti di fallire, di chiudere baracca e burattini perché fino a due anni fa la tua ditta era solo una vacca da mungere che ti dava latte buono e fresco tutti i giorni ma se non hai saputo darle da mangiare la vacca dimagrisce diventa magra e muore.

Su essere imprenditore continuo domani. Son troppo velenosa. 

 
 
 
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