« ILLUSIONE DI POTERE di P... | THE ROAD di John Hillcoat » |
Il cielo segreto" è un film sudafricano, distribuito in Italia sull'onda dell'interesse del mondo verso la nazione ospitante i mondiali di calcio. L'idea della pellicola pare quella di porre all'attenzione del mondo esterno, verso i disagi sociali della nazione patria di Nelson Mandela. La storia narra di due piccoli bambini della campagna, Thembi e Khwezi, i quali rimangono orfani quando la loro madre muore in seguito ad una malattia. I loro parenti più stretti, nella figura della sorella della madre, li spogliano delle loro poche cose e li abbandonano al loro destino. Ma la piccola Thembi ha nascosto dalla razzia una stuoia artistica, e parte alla volta della città per venderla al prete bianco con il quale commerciava sua madre.
Da qui cominciano le avventure di questi giovani bambini, che passano dalla ruralità alla frenesia della città, che nasconde tanti piccoli inganni e tante grandi insidie.
Il film procede da qui in poi affrontando le varie tematiche del disagio della vita ai margini della società, dai bambini che sniffano la colla, alla prostituzione minorile (e quindi alla pedofilia) alla vita fatta di stenti, furti e piccoli espedienti, ma non convince. Tutto è affrontato all'acqua di rosa, tanto che potrebbe benissimo essere un film targato “Buena Vista” (il ramo distributivo della Disney per i film) e forse non si vede una vera sofferenza, di quelle che prendono il fegato, in tutto lo svolgersi della storia. Verso la fine, poi, la linea temporale viene persa di vista, il buonismo dilaga e fa spazio al finale stucchevole in pieno stile Topolinia.
Dal punto di vista tecnico, sembrano molti i mezzi messi in campo, con un vasto uso di carrelli, una buona fotografia (ma mai emozionante) e una certa cura nelle riprese, senza però che questo conferisca un'anima allo stile di regia. L'impressione generale è quella di un film didattico, un po' di maniera, e mi avventurerei a dire “fatto su misura per l'uomo bianco industrializzato”.
Il che non sarebbe neppure un male assoluto, soprattutto se fosse visto dall'utente calcistico medio che probabilmente ignora la maggior parte dei problemi presentati (e che non gli fa più effetto di un film tratto da un racconto di Dickens) se non fosse che le persone che tendono ad osannare questo film sono le stesse che hanno magari deprecato "Slumdog Millionaire" di Boyle per aver privilegiato la storia rispetto alle condizioni sociali dell'India.
Il film, in definitiva, può anche risultare gradevole o educativo, soprattutto se lo si riferisce al target dei giovanissimi, a cui personalmente penso che sia indirizzato, senza trasformarlo in una pellicola di denuncia sociale o uno specchio esaustivo delle condizioni del Sud Africa.
T.
P.s. Il film è in SudAfricano con sottotitoli.
Hank
AREA PERSONALE
STO LEGGENDO...
MENU
HAGAKURE
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.
Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
I MIEI BLOG AMICI
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: cassetta2
il 26/04/2022 alle 15:33
Inviato da: esternoluce
il 29/12/2015 alle 12:19
Inviato da: puzzle bubble
il 03/05/2012 alle 17:04
Inviato da: Banjo
il 07/04/2011 alle 18:35
Inviato da: toughenough
il 01/09/2010 alle 19:25
I LINKI
LA MORTE E IL BUSHIDO
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.