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il Blog di RANDAGIO CLANDESTINO

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LETTERA A UN ADOLESCENTE OMOFOBO

Post n°202 pubblicato il 25 Novembre 2012 da bonicaM
Foto di bonicaM

 

Mio caro ragazzo molto maschio e ancor più omofobo, degno figlio di questo trentennio di mercificazione dei corpi e delle coscienze, di desertificazione dei sentimenti e delle idee, di rinunce e di assuefazioni oscene alla sottocultura del facile possesso e del divertimento coatto… oggi, che la catena di violenza maschilista e omofoba continua a incatenare la tua e la nostra esistenza, costringendoci a prendere atto dei nostri fallimenti come “maschi” e come rivoluzionari di un domani radioso, io provo a parlarti senza ipocrisie e reticenze, con la durezza e la rabbia amorosa dovuta da un adulto a un adolescente.

Tu sei l’incarnazione di una sconfitta storica, il figlio primogenito di un sistema di valori che ha massacrato i sogni e le utopie di più generazioni… Perciò non esprimerò compassione né userò parole a tua discolpa. Ma non sarò nemmeno il tuo accusatore. Né ti costringerò a scrivere su un quaderno quadrettato come le sbarre della prigione che certo non curerà la tua anima malata – non ti chiederò di fare atto di contrizione scrivendo per cento volte l’autoaccusa “sono un emerito imbecille”.  Perché sì, è vero, la violenza è la più diretta manifestazione della stupidità umana; ma è anche vero che nel caso tuo, mio caro adolescente omofobo e sessista, è la spia di una incolmabile incapacità d’amare e di farti amare, è il prodotto esplosivo di quel groviglio di paure tremende che ti corrode l’anima, la tua tacita dichiarazione d’impotenza a vivere. La tua violenza, il tuo teppismo irridente, mentre giochi a pallone con una gattina di pochi mesi, o mentre organizzi il pestaggio di coloro che tu ritieni deboli e indifesi mettono a nudo quella verità a cui tenti inutilmente di sottrarti (per nulla sostenuto indubbiamente da un mondo adulto che ha rinunciato ad ogni utopia): il fatto che tu sei un debole e un vigliacco, e i tuoi muscoli balestrati, la tua mascolinità non potranno liberarti dalla schiavitù della tua debolezza, del tuo essere (per dirla col tuo linguaggio) un handicappato esistenziale. Se non sei del tutto idiotizzato da quella società di merda in cui ti abbiamo allevato, padri e madri doppiamente colpevoli di aver goduto (pur contestandolo ideologicamente) di quel disfacimento sociale e umano del cosiddetto benessere materiale che ha generato i mostri di cui tu sei inconfondibile figlio adottivo – se hai una qualche capacità d’uso della tua intelligenza, il coraggio di guardarti finalmente dentro, scoprirai finalmente che il tuo bisogno di aggredire, picchiare, persino uccidere chi ti appare diverso (ovvero, inferiore) è la reazione estrema a quella tua fottuta paura di non essere abbastanza maschio, abbastanza spregiudicato, abbastanza conforme al modello vincente di vita.  Se mai verrà quel giorno in cui riuscirai a vedere chi sei realmente, e soprattutto chi ha fatto di te quella creatura deforme, quel teppista senza speranza che sarai stato per tutta una vita… quel giorno scoprirai con orrore di essere stato la vittima e il carnefice di te stesso, ovvero di quel te stesso che i tuoi padri ti hanno costretto ad essere. E a te, che ora te ne stai gelidamente orgoglioso del tuo gesto dietro le sbarre, dopo avere sgozzato la ragazza “tua”, perché “tua” non voleva più essere… a te ripeterò cento volte al giorno che l’amore non è possesso, che l’amore è “voler bene”, proprio nel suo significato letterale: volere sempre e prima di tutto il bene di colei o colui che si ama, anche quando questo bene non coincide con noi stessi, anche quando il bene dell’altro è la sua separazione dalla nostra vita… Ma l’uomo “maschio”, quello che tu ritieni di essere, è incapace di amare e di farsi amare… Perciò vedi, mio caro ragazzo infelice e violento, è anche per colpa tua se tu e noi oggi ci ritroviamo ad essere dei miserabili maschietti frustrati dell’amore.

 

 

Randagio Clandestino

 
 
 
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