Creato da luigifuda il 30/01/2007
Caulonia: l'amministrazione, l'opposizione, la società civile
 

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CAULONIA

Post n°158 pubblicato il 11 Aprile 2009 da luigifuda

 

BRUCIA L'AUTO DELL'ASSESSORE

Molotov sull'Audi di Riccio. Inquirenti: l'attività amministrativa non c'entra

Gli ultimi resti della sua auto, ridotta a uno scheletro di cenere, i vigili del fuoco li hanno portati via alla mattina, poco prima dell’una, con gli inquirenti che oramai avevano effettuato tutti gli accertamenti di rito e i pochi vicini avevano già fatto rientro nelle proprie abitazioni.

L’assessore alla cultura del Comune di Caulonia, il medico Ninni Riccio, era nel suo

studio. Coi figli e i genitori anziani. «Sono scosso, non ho chiuso occhio tutta la notte. E’ la prima volta che succede una cosa del genere a Caulonia superiore. Ho sentito il botto, ma quando mi sono affacciato era già troppo tardi: ho visto le fiamme alzarsi in cielo e inghiottire la mia Audi. Non riesco a dare una spiegazione a quanto è accaduto stanotte».

Secondo una prima ricostruzione partorita a caldo dagli investigatori, i balordi- forse due, uno a fare da palo e l’altro pronto a rendere esecutivo il disegno criminale - sono entrati in azione all’una di notte, quando erano certi di potersi muovere indisturbati.

A quell’ora, buio pesto, per le vie di Caulonia non si vede anima viva. Così, una volta giunti sul posto, in via Cortiglio, nel cuore di Caulonia alta, con una bottiglia molotov abbuffata di benzina hanno dato alle fiamme

l’auto di Ninni Riccio. Sono stati i vigili del fuoco a sedare l’incendio e ad evitare che il fuoco si propagasse facendo altri danni. Una volta che i carabinieri hanno lanciato l’allarme, si sono precipitati subito a Caulonia con l’autobotte.

Nel primo pomeriggio di ieri, in via straordinaria, il sindaco Ilario Ammendolia ha chiamato a raccolta i suoi per manifestare «solidarietà e vicinanza » all’assessore, nell’ultima tornata elettorale giunto primo degli eletti. «Vorrei che dietro questo vile gesto ci fosse la mente contorta di un folle. Ma sono certo che così non è. Poteva consumarsi una strage. Ninni Riccio è una persona a modo, un amministratore serio. Il vile gesto da lui subito è strettamente legato alla sua attività politica e a quella di questa maggioranza, che è una amministrazione che ha segnato una svolta», dice in serata il capo dell’esecutivo.

Gli inquirenti, dopo aver sentito in mattinata il titolare di cultura e spettacoli, si sono messi subito al lavoro per cercare di individuare prima possibile il bombarolo.

In serata, stando al racconto di fonti autorevoli, avevano già una certezza:«Gli elementi in nostro possesso ci portano a escludere categoricamente l’esistenza di un possibile collegamento tra l’auto incendiata e l’attività amministrativa dell’assessore e della giunta di cui fa parte».

Non è la prima volta che i Riccio, tra le famiglie più in vista di Caulonia, subiscono atti intimidatori. Più di un anno fa ignoti appiccarono fuoco nel negozio d’abbigliamento che avevano fatto sorgere a Roccella.«Lo doveva gestire mia moglie, ma abbiamo chiuso e siamo venuti via. Ripeto: è molto strano quanto accaduto in nottata, non si sono mai verificati episodi del genere a Caulonia superiore. Ma quello che più mi preoccupa è il non sapere da dove arriva l’avvertimento, il fatto di non essere in grado di poter identificare l’autore del gesto» raccontava ieri l’assessore nella sua abitazione.

 

Ilario Filippone

 

Tratto da Calabria Ora del 10.4.09

 

 
 
 

CAULONIA ALLE VONGOLE

Post n°157 pubblicato il 04 Aprile 2009 da luigifuda

AFFRESCO, I LAVORI VANNO RIFATTI

Caulonia, l'ordine è arrivato dalla Soprintendenza archeologica

Sembra essere finalmente arrivata adun punto di svolta la diatriba burocratico artistica che da mesi ormai ha monopolizzato l’attenzione di buona parte dei cittadini di Caulonia.

Da una decina di giorni ormai sembra che tra l’amministrazione Ammendolia e la Soprintendenza dei beni artistici della Calabria si sia finalmente giunti ad un compromesso in grado di salvare una testimonianza antichissima che dopo avere resistito nei secoli ai terremoti, al degrado ambientale e all’incuria delle molte amministrazioni che negli anni hanno governato il piccolo centro dell’alto Jonio reggino rischiava di cadere nei gangli di una burocrazia pretenziosa.

La riunione di lunedì scorso negli uffici cosentini della Soprintendenza infatti ha scritto definitivamente la parola fine ad una questione che si trascinava da troppi mesi e che è costata una montagna di soldi all’intera comunità cittadina oltre che una buona fetta di credibilità per i progetti di turismo culturale e sostenibile in una città che del proprio patrimonio storico culturale ha, purtroppo, sempre avuto scarso rispetto.

L’ordine categorico di fermare i lavori iniziati abusivamente, emanato dall’ufficio Bat e la successiva concreta minaccia di portare via l’affresco per custodirlo come si conviene all’interno di un museo, ha sortito i suoi frutti; archiviato quindi definitivamente il progetto originale, che prevedeva il rifacimento della piazza antistante il manufatto attraverso la pavimentazione con mattonelle di cotto e colonne doriche di contorno, i tecnici del comune sono tornati sui loro passi “accettando” gli ordini degli architetti conservatori per un progetto – attualmente in fase di studio – che deve essere filologicamente consono ad un’opera costruita nove secoli addietro e che costituisce una straordinaria testimonianza del periodo di dominazione bizantina in Calabria.

Ora, i lavori che nei mesi erano andati avanti nonostante le infuocate proteste della Soprintendenza – proteste che se non fossero state confortate da un sopralluogo degli esperti di Cosenza richiesto da un gruppo di cittadini preoccupati sarebbero finite nell’indifferenza generale che da sempre circonda il patrimonio storico del paese – dovranno essere rimossi. Con tutte le cautele del caso. Questo per consentire una nuova ristrutturazione della piazza (sulla base stavolta del lavoro dell’architetto Elena Difede che sull’affresco di Caulonia ha realizzato la propria tesi di laurea) capace di accogliere la nuova copertura a moduli spostabili in acciaio

e vetri ultravioletti. Di certo, per ora, rimangono i saldi, già versati, a pagamento dei lavori realizzati senza alcuna autorizzazione che ammontano a circa 104 mila euro divisi in tre diverse trance ai quali si dovranno aggiungere i soldi necessari alla rimozione di quanto finora illegalmente realizzato. Una storia già vista in passato per uno spreco di finanziamenti pubblici che lascia perplessi.

 

Vincenzo Imperitura

 

Tratto da Calabria Ora del 3.4.09

 
 
 

CAULONIA

Post n°156 pubblicato il 24 Marzo 2009 da luigifuda

AFFRESCO BIZANTINO, ALTOLA' DELLA SOPRINTENDENZA

Caulonia Il dott. De Chirico ha intimato al Comune di fermare i lavori di recupero

 

CAULONIA – I lavori di recupero all’affresco bizantino di Caulonia, monumento nazionale, vera rarità  del 1200, epoca in cui l’arte sotto gli imperatori macedoni, raggiunse il massimo dello splendore, sono da rifare! È questa la decisone maturata dalla Soprintendenza per i Beni storici della Calabria che accogliendo una segnalazione di cittadini per la mal conservazione dell’opera durante i lavori stessi, ha preso anche atto della «inidoneità» e di più irregolarità del modo di procedere, compresa una perizia tecnica trasmessa senza firma da parte del responsabile. Al sindaco di Caulonia, poi, il Soprintendente dott. Fabio De Chirico, ha ordinato «l’immediato ripristino dello stato dei luoghi antecedente agli interventi», preoccupandosi «di utilizzare nel corso delle demolizioni i mezzi più idonei onde evitare ogni tipo di danneggiamento all’abside, adottando tutte le misure e cautelari».

Un fermo che ha dato spunto a tre consiglieri di opposizione, Cosimo Vallelonga, Enzo Rullo e Domenico Panetta, di sferrare un attacco al sindaco Ilario Ammendolia e al suo esecutivo.

Una critica, la loro, “doverosa” perché al pari dei cittadini, che si erano rivolti a chi ora è intervenuto, avevano chiesto lumi al primo cittadino sullo stato dei lavori e sull’incuria in cui si trovava, e tutt’ora, si trova il prezioso dipinto.

«I lavori – denunciano – sono stati appaltati senza un adeguato progetto e senza le autorizzazioni della Soprintendenza!» che, constatato lo stato di abbandono, ne ha ordinato «l’immediata messa in sicurezza ed ha espresso forti perplessità sulla pavimentazione antistante» lo spiazzo, perché non consona con l’opera architettonica stessa.

Quindi aggiungono, Vallelonga, Rullo e Panetta, che tempo addietro il sindaco, rispondendo a una loro interrogazione, «ha dichiarato di non avere preso decisioni drastiche sull’appalto perché avrebbero potuto penalizzare alcuni professionisti». Ovvero meglio mettere a repentaglio un «patrimonio di tutti, che turbare il sonno degli amici!». Segnali, questi, che «in materia di appalti, non vanno nella direzione della qualità e dell'efficienza, e che gettano dubbi legittimi sulla gestione degli altri lavori» in corso d’esecuzione.

Altro che ‘Bonifica sociale’, a parte il danaro pubblico sperperato, a parte «i metri cubi di cemento abusivo che ora dovranno essere rimossi» si sta correndo il rischio di perdere un pregevole manufatto che segna una pagina di storia locale palesando i limiti di un’amministrazione «sull’orlo del fallimento politico e che sta gettando le basi per un prossimo dissesto economico del Comune».

 

Armando Scuteri

 

Tratto da Gazzetta del Sud del 24.03.09

 

 
 
 

COSE DELL'ALTRO MONDO

Post n°155 pubblicato il 21 Marzo 2009 da luigifuda

 

CAULONIA, L'AFFRESCO TRASLOCA?

La Soprintendenza minaccia di trasferire l’opera in un museo

Sembra non esserci proprio pace per lo straordinario patrimonio storico artistico del comune di Caulonia, che dopo essere stato orrendamente mutilato dalla leggerezza incosciente delle varie amministrazioni che si sono susseguite negli anni, rischia ora di vedersi addirittura sottrarre, dalla Soprintendenza regionale ai beni artistici, l’unica testimonianza dell’arte bizantina presente nell’antico borgo.

Dall’ufficio cosentino sono categorici: «O il comune scende a più miti consigli sui lavori di restauro e protezione di questa testimonianza preziosissima, e si attiene alle nostre disposizioni, oppure saremo costretti a staccare l’affresco del “Cristo trionfatore” dall’abside della vecchia chiesa di San Zaccaria per trasferirlo all’interno di un museo e conservarlo come si conviene ad una meraviglia del genere».

Una storia complicata, fatta di lettere perentorie da parte della soprintendenza e di risposte evasive dall’ufficio tecnico comunale; di progetti pittoreschi con colonne doriche e pavimenti in simil cotto «del tutto carenti e privi degli studi necessari per un opera che nel mondo – esclusa Istanbul – esiste solo a Caulonia» e di ben due direttori di lavori che nel tempo si sono dimessi, per un affare che rischia di finire nel peggiore dei modi per la cittadinanza oltre che naturalmente per i progetti di turismo culturale che dal palazzo municipale si afferma di volere perseguire.

Tutto inizia quando dal comune appaltano i lavori, per un totale di quasi 400 mila euro, per la “messa in sicurezza” dell’opera che gli esperti datano tra il X e l’XI secolo, e proprio in questa ottica evidentemente, si decide di abbattere la vecchia tettoia costruita negli anni ottanta per proteggere l’affresco dagli agenti atmosferici – in seguito al terremoto del 1783 infatti della chiesa di San Zaccaria è rimato in piedi solo l’abside che contiene al proprio interno l’opera – in attesa della costruzione della nuova protezione, pensata dai progettisti per difendere nei secoli, dagli agenti atmosferici e dagli atti di vandalismo, la figura del Cristo circondato da S.Giovanni e dalla Madonna.

Questo almeno nelle intenzioni. Perché in effetti, a leggere la fitta corrispondenza tra il comune e gli uffici cosentini – che a causa dei continui tagli ai fondi non riescono a controllare per intero l’eccezionale patrimonio artistico calabrese – c’è da rimanere di sasso. Incuranti degli ordini pervenuti dalla soprintendenza infatti, l’amministrazione comunale e l’ufficio tecnico di Caulonia, continuano i lavori che prevedono oltre alla “protezione” dell’abside anche la realizzazione della piazza antistante; lavori iniziati, si legge in una missiva datata 5 febbraio «senza la preliminare autorizzazione di inizio e senza che siano state rilasciate tutte le dovute autorizzazioni» e che «i lavori di smantellamento della tettoia sono stati avviati in carenza d’autorizzazione».

Proprio per questi motivi, si legge in un’altra missiva della Soprintendenza «si dispone l’immediato ripristino dello stato dei luoghi antecedenti agli interventi già realizzati senza autorizzazione e si raccomanda nel corso delle demolizioni i mezzi più idonei onde evitare ogni tipo di danneggiamento all’abside» che fortunatamente, nonostante sia rimasto per diversi mesi soggetto alle intemperie metereologi che di questo strano inverno, non presenta, al momento, danni.

Per lunedì prossimo è previsto un nuovo incontro a Cosenza, dove i tecnici della Soprintendenza e quelli del comune tenteranno di trovare un’intesa che possa evitare alla antica Kaulon di vedersi scippare, a causa di un irritante e irresponsabile prova di forza tentata dal comune, un pezzo importantissimo della storia di Caulonia.

 

Vincenzo Imperitura

 

Tratto da Calabria Ora del 20.03.09

 

 

 
 
 

CAULONIA VELTRONIANA

Post n°154 pubblicato il 10 Marzo 2009 da luigifuda

 

ATTRIBUITO IL DIRITTO DI VOTO AI MIGRANTI, MA ANCHE NON ATTRIBUITO...

 

“Nel consiglio comunale del 6 marzo non è stato attribuito il diritto di voto ai migranti”.

 Giovanni Maiolo

 (Tratto da La Riviera dell’8.3.09)

  

“Il consiglio comunale di Caulonia, all’unanimità, ha deciso di attribuire il diritto di voto attivo e passivo ai migranti residenti nel nostro paese”.

Giovanni Maiolo & Ilario Ammendolia

(Tratto dal comunicato di Giovanni Maiolo e del Sindaco di Caulonia Ilario Ammendolia dell’8.3.09)

 

 

 
 
 
 
 

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