Post n°19 pubblicato il 24 Agosto 2007 da chow_mo_wan
Fari nella notte music: I remember - Damien Rice Se fosse stato tutto vero, le cose sarebbero andate diversamente… lo sapeva, eppure non riusciva ancora a crederci. |
Post n°18 pubblicato il 01 Agosto 2007 da chow_mo_wan
Se ti piace Da qui a Natale.... scritto da Donna_Ombra . |
"Avevi promesso di non tornare più. Volevo vederti. Perchè? Me ne vado, non c'è futuro qui, torno a Hong Kong. Magari lì andrà meglio. Quando parti? Ho la nave dopodomani. Vuoi che ti faccia gli auguri? Voglio che partiamo insieme. Non sai nulla di me. Allora non ti chiederò mai niente." USO' QUESTO TRUCCO PER RESPINGERMI. |
Post n°16 pubblicato il 20 Luglio 2007 da chow_mo_wan
Spero arrivi Quel pomeriggio di fine giugno era davvero caldo. Dalla campagna arrivava odore di grano e nell'aria si sentiva profumo di frutti di stagione. Quella domenica pomeriggio aveva tutto il sapore di qualcosa di magico. Terry era seduta tra i suoi cuscini nel suo portico, sfogliava poesie di altro tempo, quelle che nessuno legge più.Accanto a sè fogli con appunti distratti. La sua armonia era in simbiosi con i suoi lunghi capelli ricci che le coprivano le spalle, gli occhi di orizzonti lontani e avvolta da seta di fiori tenui. Era a piedi nudi su quelle assi di desidieri.Il silenzio interrotto da Pam, avevano deciso di andare al fiume quel pomeriggio. Terry sistemò le sue poesie nel suo piccolo zaino di canapa, si infilò degli infradito e la raggiunse a gran velocità giù lungo il viale. Le diede un bacio sulla guancia, inconfondibile odore di vaniglia. Furono presto prese da incroci di alberi che le coprivano dal sole caldo e in breve tempo raggiunsero la riva del fiume che divideva a metà i due paesi. Una lunga distesa di acqua cristallina che rigenerava sempre quei giorni così soffocanti per l'anima. pam restò a piedi nudi da subito, si avvicinò alla riva e si sedette lì con i piedi in quel corso così amico. terry la raggiunse poco dopo. Furono vicine, entrambe risucchiate fino alle ginocchia, una sensazione che prendeva da dentro. un lungo silenzio e iniziò il gioco. Infinite gocce presero alla sprovvista tarry si ritrovò subito bagnata, i suoi vestiti ormai tutt'uno con quella sua pelle candida. Si guardarono e furono entrambe nel mezzo del fiume con i vestiti inzuppati, sorrisero a lungo, ridevano che sembravano note di un aromonioso piano, si persero così a lungo. Risalirono il fiume, si spogliarono dei loro vestiti e si stesero addormentandosi. terry si svegliò per prima, le faceva ombra, le accarezzava il viso , sembrava un petalo. Disegnò il suo profilo lungo il naso, le sue labbra,il suo piccolo seno, pam riabbriviì e aprì gli occhi quasi all improvviso. Le sorrise e terry aggiunse che era bellissima. Lei la tirò a sè, era sul suo petto, non avevano paura di amarsi così. scritto da my_moleskine |
Post n°15 pubblicato il 17 Luglio 2007 da chow_mo_wan
ChiusaFraLeFessure ERA UN POMERIGGIO AFOSO COME QUESTO, IL SOLE FILTRAVA DALLE FESSURE, ADAGIANDOSI SUL CHIAROSCURO DEI NOSTRI CORPI. MI SCOPASTI PER ORE PELLE ED ANIMO FRA RESPIRI BAGNATI E PELLE INGORDA DI PENOMBRA. FU L'ULTIMA VOLTA CHE TI VIDI, TE NE ANDASTI COME UN ETOILE SULLE NOTE D'UN PIANO. PIANSI LACRIME DI TENEREZZA. |
Post n°14 pubblicato il 13 Luglio 2007 da chow_mo_wan
nella 203 di quel vecchio hotel mi baciavi senza peli con le gambe tenere senza ridere di me delle mie poesie bruciate mentre mi strappavo gli occhi pur di non vederti andar via tra i neon e le luci di Via Tuscolana
. |
Post n°12 pubblicato il 05 Luglio 2007 da chow_mo_wan
Il rinnovamento dei ricordi L'ultima salita, la curva a destra e... fortunatamente era il 15 agosto, traffico nullo. Inchiodai lì in mezzo alla strada non credendo ai miei occhi. A sinistra c'era la mia via, la via dove avevo vissuto 7 anni. Esattamente come la ricordavo, ma irriconoscibile. Non era una strada, era un budello stretto, a mala pena poteva passarci un'auto. Mi forzai a svoltare e poco più avanti, all'imbocco della scuola elementare, la mia scuola, parcheggiai e tornai indietro per cercare di capire. La strada era esattamente come la ricordavo, con i portici, il mio palazzo, di fronte ancora lo stesso bar. Ma la strada non era quella, ricordavo una strada larga, molto più larga e non era certo possibile che si fosse ristretta. Ero certo che la strada era larga esattamente quanto la ricordavo, ci avrei scommesso qualunque cosa, non poteva essere altrimenti. Dentro di me sentivo che il ricordo era giusto, eppure era sbagliato, qualcosa non quadrava. music: a prospect that is simple - Markus Reuter . |
Post n°11 pubblicato il 03 Luglio 2007 da chow_mo_wan
Il prezzo del sale . |
Post n°10 pubblicato il 02 Luglio 2007 da chow_mo_wan
Tre di quattro
nonna paterna sapore di rossana, le ho conosciute con te e le amo ancora. le nostre estati per i sentieri di solighetto in bicicletta, io seduta dietro. sento ancora il fresco sul viso e il tuo odore. sono profumi e colori che mi legano ancora a te. il rossetto rosa acceso che mi facevi provare per gioco, i tuoi fili di perle, l'anello che a distanza di 25 anni dalla tua scomparsa ladri ignari del mio dolore mi hanno portato via. l'odore dell'ospedale. l'ultima volta che ti vidi avevo con me il borsellino dei miei piccoli risparmi e feci storie e pianti per lasciarti qualche soldino. quando sei morta avevo la febbre. papà sparì per qualche giorno e al ritorno, in cucina, fra pianti e abbracci mi disse che non c'eri più e che ora finalmente avevi smesso di soffrire.
nonno materno il mese d'agosto lo trascorrevo con i nonni materni in un paesino di campagna nell'entroterra della oramai ex jugoslavija. giocavo a fare la piccola contadina, rincorrendo le galline e dando pannocchie ai maiali. una volta mi accompagnasti anche a mungere una mucca. quando la sera rientravi a casa ubriaco di slivovica l'odore della grappa e dei tuoi piedi riempiva la stanza e, fra le grida della nonna, noi cugine ridevamo e ti prendevamo in giro. mi hai fatto vedere come si ammazzano i maiali, grandi e piccoli che fossero, poi tiravi fuori le interiora e m'insegnavi a riconoscere polmoni, fegato, cuore, reni e quant'altro. mi abbandonavo a te con fiducia cieca. ti incontravo per il paese, sempre in bicicletta e col cane che ti avrebbe seguito fino all'inferno. quel cane era lì con te anche la notte in cui una mercedes di ragazzi minorenni e ubriachi fino al midollo, ti trascinarono per qualche centinaio di metri. tornavi da un funerale. di te l'ultimo ricordo un broncio, avevi scoperto la mia fuga d'amore notturna e rispedita l'indomani in italia. ti salutai con un dolore immenso e ti vidi scomparire dietro l'angolo della strada.
nonno paterno milano. mi vedo piccola attraversare la strada, tu mi aspetti all'altro capo urlando che non devo mettermi le dita nel naso. quel mio vizietto dicevi che ti faceva vomitare. eri sempre arrabbiato, litigavi con la nonna, avevo l'impressione di non andarti a genio. l'unico momento in cui noi due si stava bene era quando m'insegnavi a fare i solitari. in campeggio al mare, tutte le sere facevamo solitari. dopo la morte della nonna non ti ho visto per anni, forse venti. eri la mascotte di linate, dove andavi tutti i giorni. gli impiegati dell'aeroporto di certo ti conoscevano meglio di me. ti ricordo anziano intento a mangiare solo latte e mele cotte, per anni non ti sei nutrito d'altro, la centrale del latte di milano ti ha donato una medaglia.
scritto da TheMarryingMaiden |
Un tempo,quando uno aveva un segreto HO AMATO UNA DONNA MA LEI MI HA LASCIATO. SPERAVO FOSSE NEL 2046 E QUINDI SONO ANDATO A CERCARLA LI', MA NON C'ERA. DA ALLORA NON RIESCO A SMETTERE DI CHIEDERMI SE MI ABBIA MAI AMATO. LA RISPOSTA E' UN SEGRETO I ricordi sono sempre bagnati di lacrime |
Post n°8 pubblicato il 30 Giugno 2007 da chow_mo_wan
Rosebud music: Cadere - Riccardo Sinigallia Elisa carezzava il mio avambraccio facendo passare la mano sotto la manica della felpa. Mi guardava dritto negli occhi poi, senza abbassare lo sguardo, si infilava dolcemente sotto i miei vestiti. alcune tracce rimangono invisibili agli occhi di chi giudica I grandi smisero di prendersi gioco del mio mutismo non appena si manifestarono le carezze di Elisa. Cominciarono a prendersi gioco di tutti e due ma oramai passavo il mio tempo in sua compagnia, osservando l'erba, all'ombra di una quercia. Quell'estate finì velocemente, portandosi via il mio silenzio, lasciandomi però la possibilità di conservare un ricordo..in un buco..nel tronco di un albero.
scritto da watanabe68
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Post n°7 pubblicato il 27 Giugno 2007 da chow_mo_wan
Inferno Via Pisana music: The Police - Message in a bottle Era il 1998. scritto da shockportatile . "Diese Kinder suchen ihre Eltern" di boltanski |
Post n°6 pubblicato il 26 Giugno 2007 da chow_mo_wan
16.12 . . scritto da lilith258 |
Lasciare il 2046 non è un'impresa facile. Per uno che ci riesce, altri mille ci provano all'infinito. "Per quel che ne so in molti sono partiti per il 2046, ma lei è il primo che vedo tornare indietro. Mi scusi, sarebbe così gentile da spiegarmi perchè lo fa?" Quando mi chiedono perchè ho lasciato il 2046 resto nel vago, non do mai la stessa risposta. |
Post n°4 pubblicato il 19 Giugno 2007 da chow_mo_wan
PICCOLI PESCI E' che ci pensavo questa notte, mentre ero nella vasca da bagno. Già ...io dormo poco...molto poco e passo le notti dentro la vasca o girando per casa aspettando l'alba. Non c'era nessuno in casa...e così ne ho approfittato...mi sono coricata nell'acqua bollente e ho fissato il soffitto. No, non c'era nessuno. Non c'era nessun rumore...e la cosa era alquanto strana..nessun ticchettìo, scricchiolìo...nulla. Non mi tornava qualcosa...e sentivo che mancava un rumore a me familiare. Mi resi conto in quel fragente di averLO perso. L'ora era tarda....ma ho deciso di chiamarlo...LUI... H.C. "Ciao XY...Sono Alessandra...ah, mi avevi riconosciuto? Ehehehhe sì, sono io, scusa per l'ora...stavi dormendo? Hai ragione è tanto tempo che non ci sentiamo. Come dici? No, non ti preoccupare...non è successo nulla di grave...ti ho chiamato perchè mi è venuta in mente una cosa...eh, lo so sono le 4 del mattino...solo che non riuscivo a dormire. Mi sa che ho lasciato...ho perso qualcosa lì da te... Eh non mi ricordo quando, dove e perchè...e poi come *quando*? Dai su non fare il tonto... Ma sì sono sicura di averlo perso lì...lo sento... Ma no XY grazie...non è urgente, ma che spedire? Solo mi sono accorta che mancava quella cosa...eh sì dopo tanto tempo... Ah hai fatto pulizie? Eh bè ci credo...è tanto poi che me ne sono andata. No, no ma che ridare, ma figurati...non ti preoccupare...anzi se lo trovi buttalo.. Ok grazie...sì sì ...stammi bene...ciao buonanotte..." .... "Ah XY...mi sono dimenticata di dirti CHE QUELLO CHE HO PERSO E' IL MIO CUORE... Pronto...pronto...".....ha riattaccato. Buonanotte XY...sogni d'oro... scritto da Hard_Candy |
Post n°3 pubblicato il 18 Giugno 2007 da chow_mo_wan
PER LUI music: Summertime - Ella Titzgerald & louis Armstrong Eravamo li, uno di fronte all'altra in quella giornata forse primaverile forse estiva...è un ricordo lontano, fatto di sguardi che bucano l'anima e parole scritte sul corpo. |
Post n°2 pubblicato il 17 Giugno 2007 da chow_mo_wan
Cena
Quando aprì la porta la vide. Scarpe scamosciate nere con tacco alto. Pantaloni neri di raso aderenti in una taglia quarantadue, con due zip che si aprivano in basso lasciando intravvedere l’attacco delle caviglie ossute. Uno top nero scollato aderente con sopra una maglia nera traforata ricamata di fiori. Neri. Spiragli di pelle giusti al punto giusto. Sulle braccia e sul decolletè dal quale spuntavano le fossette delle scapole. Era truccata poco, come era solita fare. Aveva i capelli stranamente armonici. Qualche ciocca scendeva da un fermaglio appuntato ad arte e le incorniciava gli occhi lucenti. Lei aveva deciso di non parlare quella sera. Sapeva che era lui a doverle dire qualcosa. Lei lo abbracciò forte e si sentì abbracciare debolmente. Cercarono sul vocabolario l’inesistente parola “stinfio” con la quale lei aveva definito il suo abbraccio. Lei lo baciò, ma lui rispondeva distrattamente alle sue labbra. Lei si sedette sulle sue gambe a tavola durante la cena. Lui guardava altrove. Dopo cena lui le parlò. Le disse che non potevano continuare. Che le loro vite erano troppo diverse e diversamente impostate. Che sarebbe stato troppo problematico e faticoso per entrambi camminare sullo stesso binario. E che lui non aveva la forza di faticare anche per lei. Anche insieme a lei. E, ancora più grave, disse che le loro anime non potevano stringersi. Una era troppo fragile, l’altra troppo delicata. Stavano vicini, pericolosamente vicini, come due parti di un vaso appena caduto in terra. Bevevano grappa seduti sul divano etnico. L’incenso e le candele inondavano l’ambiente di profumi solidi e maschi. Moby sottofondo sonoro. Una piccola lampada rossa proiettava le loro ombre sul muro. Lontane. Lei fumava. Lui fumava meno convinto. Alle sicurezze di lui, lei non replicò. Disse semplicemente. “Tu non mi vuoi. Addio, allora!” Lui la guardò spalancando due occhi verdi. Meravigliosi. Lei aveva una corsia privilegiata per gli occhi verdi, il colore dell’iride di sua madre. Il primo bagliore cromatico che da neonata aveva senz’altro percepito mentre si nutriva. Ma ora quegli occhi verdi, increduli, la guardavano fisso. Poi si posavano sulle fessure della sua maglia. Sulle sue scapole, sul suo collo lungo. Le domandò con un tono vicino allo smarrimento: “Ma che fai, non mi smentisci?” E così lei, che non aveva da opporre precetti razionali, gli disse semplicemente che era innamorata di lui e che lui era un segno del destino nella vita di lei. E che voleva stare con lui. Costruire con lui la sua nuova vita. E glielo sussurrò proprio così, tutto d’un fiato. Certo, quegli argomenti non avevano la forza della razionalità. Pulsavano semplicemente. La violenza dell’amore di lei sbatteva contro le gabbie mentali di lui. Poche possibilità di trovare una fessura più larga. Lei lo sapeva. Poi si abbracciarono. Intensamente. Lui dominò le sue mani e, a fatica, le lasciò a strofinare la schiena. Lei si alzò dal divano e si avviò alla porta. Prima di uscire gli chiese: “Ti piace la mia mise?”. Lui le rispose: “Sei bellissima ... sei bellissima”. Arrivata a casa trovò sul cellulare un messaggio di lui con su scritto Ti voglio bene. Non si videro più.
scritto da DolceA0 |
Nel 2046 corre una rete che collega ogni punto della terra e c'è un treno misterioso che parte regolarmente verso il 2046.Tutti quelli che vanno al 2046 hanno un solo un pensiero in mente: ritovare i ricordi perduti. |
- Cena - DolceA0
- PER LUI- FOX1974XXX
- PICCOLI PESCI - Hard Candy
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- Tre di quattro - TheMarryingMaiden
- Il prezzo del sale - Donna Ombra
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