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NEL SOLE

Post n°1023 pubblicato il 22 Maggio 2017 da fresbe
 

Si tratta di una opportunità che le Grandi Aziende non devono e possono ignorare.

Il progresso e l’innovazione avanzano di pari passo e restare “sul posto” in nome della tradizione o del motto “abbiamo sempre fatto così!” risulta perdente in un mercato schizzofrenico dove la domanda soffre di sterilità ed il denaro circola con difficoltà. L’implementazione tra l’ingegneria e l’automazione, in linea con l’Industry 4.0, serve e servirà a fornire risposte in merito alla strategia aziendale sotto la spinta della tecnologia applicata. L’informazione conduce all’idea vincente, al cambio di passo, alla rivoluzione industriale. Ritengo che il sistema sia prossimo ad un passaggio epocale, conseguenza dell’affermazione delle fonti energetiche “verdi” nei confronti dei derivati del petrolio ed al carbone. Non si tratterebbe di una “semplice” scelta ideologica mirata alla difesa della qualità dell’aria e dell’ambiente, ma di una “convenienza” che in quanto tale, non potrebbe essere ignorata. 
E’ una questione di tempo e l’accumulatore concepito per durare, prestazionale ed a costo sostenibile, sarà realtà sconvolgendo il mercato dell’autotrazione (e non solo). In un mix di trascendentale, poetico e filosofico, l’essere umano nel prossimo futuro si rivolgerà al SOLE per assicurarsi un futuro sostenibile, come già accadde agli albori della civiltà.

Commenti al Post:
cannibale3
cannibale3 il 25/05/17 alle 08:20 via WEB
ANODI DAL VETRO RICICLATO Bottiglie riciclate e un processo chimico low cost, sono gli ingredienti segreti per creare anodi in nanosilicio da usare nelle batterie al litio. Nella produzione dei dispositivi di energy storage, gli scienziati stanno testando letteralmente qualsiasi materiale. Non sorprende quindi più tanto sapere che all’Università della California di Riverside, gli ultimi progressi nel campo delle batterie al litio si sono ottenuti grazie al riciclo del vetro. Un team di ingegneri dell’ateneo sta impiegando vecchie bottiglie in vetro ed un processo chimico low cost per creare anodi di nanosilicio per pile ad alte prestazioni. Come spiegano nel paper pubblicato sulla rivista Nature, nonostante la diffusione dei programmi di riciclaggio, ogni anno miliardi di bottiglie di vetro finiscono in discarica. Gli scienziati si sono chiesti se non fosse possibile sfruttare il biossido di silicio delle bottiglie per ottenere direttamente nanoparticelle di silicio ad alta purezza. “Abbiamo iniziato con un prodotto di scarto diretto verso la discarica per creare le batterie che stoccano più energia, si ricaricano più velocemente, e sono stati più stabili rispetto alle pile a bottone commerciali”, spiega Changling Li tra gli autori del lavoro. A differenza di quelli convenzionali in grafite, gli elettrodi in silicio possono memorizzare fino a dieci volte più energia. Tra tutti i materiali impiegati per realizzare gli anodi, il silicio dimostra infatti sia la più alta capacità gravimetrica che volumetrica. Inoltre ha una tensione di scarica relativamente bassa, oltre ad essere il secondo elemento per abbondanza sulla crosta terrestre. Purtroppo l’alterazione del volume durante i cicli di carica/scarica delle batterie, li rende particolarmente instabili. Una delle possibilità per superare tali inconvenienti è rappresentata dall’uso di silicio nano-strutturato che permette all’anodo di assorbire lo stress associato alle ripetute ricariche. Il team ha personalizzato la ricetta: per creare gli anodi ha utilizzato un processo in tre fasi che coinvolge il riciclo del vetro. Gli scienziati hanno frantumato e macinato le bottiglie fino ad ottenere una polvere bianca, successivamente sottoposta a riduzione, per trasformare il biossido di silicio in silicio nano-strutturato. Quindi, le nanoparticelle sono state rivestite in carbone per migliorarne la stabilità e le proprietà di immagazzinamento dell’energia. Il risultato è stato una batteria agli ioni di litio in grado di immagazzinare quattro volte più energia dei dispositivi tradizionali. Una sola bottiglia di vetro, evidenziano i ricercatori, è sufficiente a creare centinaia di pile a bottone ad alte prestazioni.
 
cannibale3
cannibale3 il 25/05/17 alle 08:22 via WEB
UN GEL PER LE BATTERIE AL LITIO I nanofili delle batterie al litio si spezzano dopo poche migliaia di cicli di ricarica. La durata della batteria è una delle principali sfide per i produttori di auto elettriche e per le imprese che operano nello storage. Le batterie al litio di oggi concludono la loro vita utile in pochi anni. Più volte vengono sottoposte a cicli di carica e scarica, più si esauriscono. I ricercatori dell’Università di Irvine, in California (UCI), ritengono di aver scoperto come aumentare la resistenza alla trazione dei nanofili, la cui rapida usura rappresenta il punto debole delle batterie al litio. I ricercatori hanno sperimentato una soluzione che rappresenta un enorme passo avanti nell’efficienza degli accumulatori, che permetterebbe di estenderne la durata virtualmente per sempre. Questi minuscoli filamenti, migliaia di volte più sottili di un capello umano, sono altamente conduttivi e riescono a stoccare e trasferire gli elettroni su un’ampia porzione della loro superficie. Sono estremamente fragili, e non reggono i ripetuti cicli di carica e scarica senza perdere efficacia. Gli scienziati californiani, hanno individuato una modalità per rendere i nanofili più resistenti all’usura/rottura. Il team ha rivestito un nanofilo d’oro con un involucro di diossido di manganese, racchiudendo il tutto in un elettrolita costituito da un gel di carbonato di propilene, molto simile al plexiglass. Se i condensatori realizzati con nanofili non rivestiti garantiscono una vita utile tra i 2 mila e gli 8 mila cicli, quelli così protetti sono in grado di sopportarne fino a 200 mila. Il merito è del gel, che plastifica l’ossido di metallo nella batteria conferendogli la flessibilità che previene la rottura dei fili. L’elettrodo rinforzato è stato testato, sottoponendolo a 200 mila cicli di carica e scarica in tre mesi. Non si è verificata alcuna perdita di capacità o di potenza, né fratture nei nanofili. I condensatori a nanofili possono durare dagli attuali 2-8 mila a più di 100 mila cicli, semplicemente sostituendo un elettrolita liquido con un elettrolita in gel. La ricerca dimostra che l’elettrodo in nanofili di una batteria al litio può avere una vita molto più lunga dell’oggetto che deve alimentare. La realizzazione pratica di questa nuova scoperta, potrebbe determinare la costruzione di accumulatori “eterni” per computer, smartphone, elettrodomestici, automobili e perfino veicoli spaziali.
 
cannibale3
cannibale3 il 25/05/17 alle 08:23 via WEB
LA COLONNINA PER LA RICARICA In informatica, lo si potrebbe definire un "riferimento circolare" che il PC segnala sempre come errore impedendoci di proseguire. Nello specifico "sulla carta" risulterebbe essere la soluzione più semplice a risolvere un problema complesso. Nel post precedenti, si ipotizzava la realizzazione di "accumulatori eterni" che con il tempo ed in seguito ai processi di carica/scarica, non riducono la prestazione o la potenza. Questo evento futuro, rappresenterebbe l'inizio della nuova rivoluzione industriale, con l'abbandono dei carburanti per autotrazione derivanti dalla raffinazione del petrolio, in favore dell'energia elettrica. Si immagina uno sviluppo repentino del mercato delle auto elettriche, seppur condizionate dalle limitate percorrenza, magari attraverso la fase intermedia del mezzo ibrido benzina-gasolio/elettrico. Nel caso la diffusione delle colonnine per la ricarica, avverrebbe con rapidità, nonostante la certa opposizione delle GRANDI SORELLE che controllano l'estrazione e la vendita dei prodotti petroliferi. La via più semplice, ma difficilmente percorribile, consiglierebbe l'affiancamento ai distributori di carburanti esistenti, delle colonnine magari ricaricate in maniera autonoma, con l'energia solare. Vaghiamo nel campo delle ipotesi futuribili e non delle certezze, ed avendo a cuore l'ambiente, pensare ad una netta riduzione del C02 nell'aria effetto della combustione, dei costi d'esercizio per il trasporto privato, pubblico e commerciale, affermiamo che il tutto rappresenterebbe un gran bel futuro.
 
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