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Messaggi del 03/08/2014

 

Film nelle sale dal 09 agosto

 

Editoria, La Stampa e il Secolo XIX si uniscono. Nasce Italiana Editrice da ilfattoquotidiano

Post n°11643 pubblicato il 03 Agosto 2014 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

Il nuovo gruppo, partecipato al 77% da Fiat e al 23% dalla famiglia Perrone, sarà presieduto da John Elkann, mentre Carlo Perrone ne assumerà la vicepresidenza. A detta di molti la fusione va inquadrata in un progetto più ampio: un polo unico nell'orbita del Corriere della Sera, di cui gli Agnelli hanno il 16,7%
Editoria, La Stampa e il Secolo XIX si uniscono. Nasce Italiana Editrice

La Stampa e il Secolo XIX, dopo anni di indiscrezioni e rumor, si uniscono per dar vita a un nuovo gruppo editoriale. Le società proprietarie dei quotidiani basati a Torino e Genova, cioè da un lato la Editrice La Stampa della famiglia Agnelli e dall’altro la Sep (Società edizioni e pubblicazioni) dei Perrone, si fonderanno in Italiana Editrice. La maggioranza (77%) sarà di Fiat e sulla poltrona di presidente siederà John Elkann, mentre Carlo Perrone, con il 23%, avrà la vicepresidenza. L’obiettivo, spiega una nota congiunta – è quello di creare “un nuovo protagonista del panorama editoriale nazionale, capace di affrontare con maggiore forza le sfide legate alla trasformazione del settore”. 

Le voci sul polo unico Milano-Torino-Genova - Fin qui gli annunci. Di fatto però la svolta si colloca nella situazione di sofferenza economica dei due editori. E, a detta di molti, va inquadrata in un progetto più ampio di cui si vocifera da oltre un anno. Da quando cioè l’erede dell’Avvocato, attraverso Fiat, ha sborsato circa 90 milioni per diventare primo azionista di Rcs con il 20%, quota scesa ora al 16,7%. Il piano sarebbe quello di creare un polo unico, con dentro Stampa e Secolo, nell’orbita della società che edita il Corriere della Sera. Sul fatto che il consolidamento sia nell’aria da tempo ci sono pochi dubbi: lo stesso amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane, lo scorso ottobre aveva risposto “non confermo né smentisco” alle domande su una possibile fusione tra il Corriere e il quotidiano diretto da Mario CalabresiProspettiva che appare ancora più agevole dopo la notizia della prossima uscita di Ferruccio De Bortoli dal quotidiano di via Solferino, annunciata e programmata per il prossimo aprile. Se ne saprà di più la prossima primavera, dopo l’addio di De Bortoli e sulla base al peso relativo che in quel momento avranno i soci di Rcs, tra cui Diego Della Valle (oggi al 7,3%) e Urbano Cairo (3,6%).

Gli indizi e i passi già fatti - Gli elementi, a ben guardare, non mancano. Partiamo dai conti. L’Editrice La Stampa ha perso 14 milioni nel 2011, 27 nel 2012 e oltre 66 lo scorso anno, di cui però 39 imputabili alla concessionaria di pubblicità Publikompass. Risultato: tra 2012 e 2013 Fiat ha dovuto iniettare nella società quasi 150 milioni. Lo scorso aprile, davanti a proiezioni che danno anche il 2014 in rosso per 4-5 milioni, dal Lingotto è arrivato un ultimatum: o il pareggio di bilancio o per il quotidiano torinese, che è già in stato di crisi e sta ultimando un piano di prepensionamenti, sarebbero arrivati nuovi tagli. Nel frattempo, a dicembre 2013, la società aveva affidato tutta la raccolta pubblicitaria nazionale – per la carta e per il web – alla Rcs Pubblicità del gruppo guidato da Scott Jovane. Ridimensionando di conseguenza Publikompass (il 70% della forza lavoro è stato messo in mobilità). Sul fronte genovese, dove di nozze con Torino si parla dal 2005-2006 quando un primo tentativo andò a monte, l’ultimo bilancio disponibile (2012) si è chiuso con perdite per 4,5 milioni. Dal novembre scorso i 77 redattori sono in contratto di solidarietà al 25% fino al 31 dicembre 2015. E Perrone ha speso molto di suo, negli ultimi dieci anni, per risanare l’azienda con corpose ricapitalizzazioni. L’anno scorso, su indicazione delle banche creditrici, ha affidato a una società di consulenza la messa a punto di un piano di riduzione dei costi, rilancio e “rielaborazione dell’offerta multimediale”. I risultati della “prima tappa” sono stati presentati a metà giugno. Ma nel frattempo gli istituti avrebbero spinto per le nozze con la Stampa. Per le quali, a cose fatte, anche il progetto di rinnovamento mirato a integrare al meglio carta e web appare funzionale. Peraltro nell’estate 2013 alla guida di Sep era arrivato da Torino l’ex direttore generale di Publikompass Maurizio Scanavino, mossa che aveva riacceso i riflettori sul possibile piano di integrazione sotto l’ombrello degli Agnelli. Cioè, in ultima analisi, in quella Rcs che dopo aver archiviato il 2013 con un rosso di 218 milioni, la definitiva chiusura di sei testate periodiche e la cessione di altre quattro, nei primi sei mesi del 2014 ha ridotto le perdite a 70 milioni.

Il senso degli Agnelli per i giornali – Quel che è certo è che la (costosa) passione per l’editoria della famiglia Agnelli, proprietaria del quotidiano torinese fin dagli anni ’20 del secolo scorso e nel 1973 anche grande azionista dell’Editoriale Corriere della Sera, si trasmette di generazione in generazione. E sembra impermeabile alla crisi. Rcs e Stampa a parte, Elkann siede dal 2009 nel cda del britannico The Economist, di cui ha una piccola quota, e dal 2013 in quello della News Corp di Rupert Murdoch, a cui fanno capo Wall Street Journal, New York PostTimes, Sunday Times e Sun. E anche su questo fronte non mancano le indiscrezioni: dopo la riorganizzazione delle tv europee con il marchio Sky in un’unica superpiattaforma, alcuni analisti ipotizzano che gli Agnelli possano essere interessati a investire nel colosso che lo Squalo è intenzionato a creare conquistando Time Warner. Che a sua volta controlla la Cnn

Elkann promette: “Stampa e Secolo manterranno le loro testate” – Dopo l’annuncio della fusione, Elkann ha garantito che “i valori che hanno guidato entrambe” le testate “per oltre un secolo rimarranno gli stessi, come pure l’indipendenza e la qualità dell’informazione offerta quotidianamente ai propri lettori”. Quanto alla sorte dei due “marchi”, il presidente di Fiat (che venerdì ha officiato l’assemblea che ha dato il via libera alle nozze tra Fiat e Chrysler) ha detto che “la Stampa e il Secolo XIX continueranno a uscire con le loro storiche testate, rafforzando ognuna il dialogo con il proprio territorio, ma al contempo avranno entrambe alle spalle un’unica società più efficiente e più solida dal punto di vista economico e finanziario”. Promessa che, peraltro, potrebbe essere mantenuta anche nel quadro di un’unica società editoriale con diversi dorsi locali. Perrone, dal canto suo, ha evocato i ”profondi mutamenti generati dall’evoluzione tecnologica” che l’editoria sta conoscendo e ha auspicato che l’integrazione che caratterizzerà il nuovo possa costituire “la base per affrontare al meglio le future sfide di un mercato sempre più caratterizzato dallo sviluppo digitale”.  In un’intervista al direttore Umberto La Rocca, che comparirà sul Secolo XIX domenica, Perrone afferma poi che l’accordo è la “soluzione ideale” per “mettere in sicurezza il giornale” e non solo garantisce ”la sopravvivenza”, ma per il quotidiano è anche “la garanzia di poter continuare ad essere, come è sempre stato nella sua lunga storia, la voce di Genova e della Liguria”. Le nuove dimensioni del gruppo, infatti, “permetteranno il conseguimento di quei risultati economici che sono alla base di un’informazione realmente libera e indipendente e di scoprire e di attirare nuovi talenti giornalistici anche nel settore digitale”.

Timori di ricadute sugli organici – I rappresentanti sindacali dei giornalisti della Stampaincontreranno l’azienda per un confronto sulla fusione all’inizio della prossima settimana, mentre quelli del Secolo XIX si sono riuniti in assemblea già sabato pomeriggio ma non hanno ricevuto chiarimenti sull’eventuale nuovo piano editoriale né sull’impatto che l’operazione avrà sugliorganici. Oggi nel giornale torinese lavorano 165 giornalisti assunti e in quello genovese 77. Franco Siddi, segretario del sindacato unitario dei giornalisti italiani (Fnsi) ha detto che l’annuncio di Elkann e Perrone “richiede grande attenzione per la portata dell’improvvisa comunicazione e suscita amarezza per le svolte che la crisi economica e quella dei giornali stanno determinando” e “l’alleanza dovrà essere chiarita in tutti i suoi effetti, editoriali, organizzativi,occupazionali“: se la nuova impresa “rafforzerà identità delle testate e progettualità editoriale, avendo al centro il lavoro, in particolare i giornalisti patrimonio essenziale, per migliorare offerta e risultati sarà una cosa. Se invece si punterà tutto sulla razionalizzazione tecnica, con disinvestimenti editoriali più o meno lineari, sarà impossibile parlare di svolta”.

L’operazione, comunque, dovrà ottenere il via libera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e l’ok dei consigli di amministrazione e delle assemblee degli azionisti di entrambe le società, che si terranno entro ottobre. Le “nozze” non si celebreranno quindi prima della fine dell’anno.

 
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Sotto una buona stella: recensione del nuovo film di Carlo Verdone da cineblog

Post n°11642 pubblicato il 03 Agosto 2014 da Ladridicinema
 

Scritto da:  - giovedì 20 febbraio 2014
L'inedita accoppiata Carlo Verdone - Paola Cortellesi in una commedia che tra alti e bassi parla di famiglia, giovani e dell'amore e genitorialità ai tempi della crisi.

 

Federico Picchioni (Carlo Verdone) un uomo d’affari divorziato, con una vita agiata e una giovane compagna si trova improvvisamente costretto, da uno scandalo finanziario che lo riduce quasi in rovina, a fare il mammo casalingo con due figli ventenni e una nipotina a carico.

Federico separatosi dalla moglie quando i figli (Tea Falco e Lorenzo Richelmy) erano ancora piccoli non ha mai fatto mancare nulla alla famiglia in termini economici, ma agli occhi della prole la sua totale assenza, affettiva e fisica, è stata e resta imperdonabile.

L’improvvisa morte dell'ex moglie e la perdita del lavoro cambiano drasticamente la sua vita: non potendo più permettersi di pagare l’affitto per l’appartamento dei figli, è costretto ad accoglierli a casa sua dando il via ad un baillame quotidiano che renderà la convivenza impossibile.

A complicare ulteriormente le cose c’è l’arrivo nell’appartamento accanto di una nuova rumorosa vicina, Luisa (Paola Cortellesi) risanatrice di aziende e “tagliatrice di teste”, ma la povera Luisa non sopporta il suo lavoro e così tenta in ogni modo di ricollocare in altre professioni alcune delle sue "vittime".

Simpatica e spiritosa Luisa riesce ad instaurare un bel rapporto di complicità con i ragazzi e a conquistare lentamente il cuore di Federico che dietro ad un carattere burbero nasconde un bisogno forte di essere amato sia come uomo che come padre.

Dopo l'ottimo Io, loro e Lara e il divertente Posti in piedi in paradiso Carlo Verdone torna dietro la macchina da presa per un'altra digressione sulla famiglia e stavolta al centro della trama l'amore e la paternità ai tempi della crisi.

Il nuovo film di Verdone ambisce a realizzare un'istantanea della crisi lavorativa odierna che affligge giovani e meno giovani, ma nel suo rivolgersi ad una platea il più ampia e variegata possibile smussa oltremodo la vena malinconica che emerge a più riprese dalla sceneggiatura e, ammiccando ad una comicità che ne ha decretato la fortuna al botteghino, trasforma in mera cornice le molte tematiche di spessore a corredo, cercando e trovando il conforto e la sicurezza della risata sempre puntuale, ma di contro rischiando il minimo sindacale in fase di scrittura.

Verdone confeziona così una commedia altalenante che funziona a pieno ritmo quando punta alla risata e alla gag, in questo caso i duetti con la Cortellesi sono davvero irresistibili, ma non ha il coraggio di affondare il colpo quando si tratta di affrontare le diverse tematiche collaterali come quella dell'incomunicabilità tra genitori e figli, l'asfittico panorama lavorativo italiano che costringe i giovani a cercare lavoro all'estero o la piaga dei licenziamenti; anche in questo caso la parte in cui la Cortellesi delinea la sua "tagliatrice di teste" con una coscienza resta ai margini ed è un peccato, visto che questa scomoda figura aziendale poteva regalare diversi spunti tutti da sfruttare e sviluppare.

Verdone sceglie una narrazione comico-centrica e trasforma "casa e famiglia" in punto di riferimento imprescindibile intorno al quale far ruotare l'intera narrazione, le poche incursioni all'esterno del nucleo familiare sono fugaci e le caratterizzazioni a supporto della coppia di protagonisti di mero contorno.

Sotto una buona stella funziona nel suo ammiccare allo spettatore con gag sin troppo rodate (vedi quella della tazzina di caffè), idiosincrasie comiche di squisito stampo verdoniano e la perfomance di una "spalla" di gran lusso come la talentuosa Cortellesi, che sfuma il suo vulcanico personaggio con una venatura malinconica che avrebbe potuto regalare molto di più di una assodata vis comica ormai ben delineata e sempre molto efficace.

Il nuovo film di Verdone diverte con garbo, ma è in quelle sfumature malinconiche che hanno da sempre contraddistinto il Verdone regista di film come Compagni di scuola e C'era un cinese in coma che si percepisce tutta la potenzialità di un film che con una confezione meno accomodante e più dissacrante avrebbe regalato qualcosa di più che dell'ottimo intrattenimento.

Voto di Pietro: 6

Sotto una buona stella (commedia / Italia 2014) Un film di Carlo Verdone. Con Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Richelmy, Eleonora Sergio. Al cinema dal 13 febbraio 2014.

 
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Game of Thrones: niente film e finale nel 2017 (anche senza i libri di Martin) da telefilm-central.org

Post n°11641 pubblicato il 03 Agosto 2014 da Ladridicinema
 

Game of Thrones: niente film e finale nel 2017 (anche senza i libri di Martin)

Nessuna preoccupazione al quartier generale di HBO nel caso di un sorpasso della serie sui libri. Richard Plepler e Michael Lombardo, rispettivamente CEO e direttore programmi del canale, confermano che le stagioni procederanno in modo lineare, con la completa collaborazione di George R.R. Martin, anche se fosse necessario inserire materiale ineditodella saga letteraria.george martin Game of Thrones: niente film e finale nel 2017 (anche senza i libri di Martin)

Nella primavera del 2015 andrà in onda la quinta stagione, ispirata al quarto e quinto libro delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (due volumi complementari, pubblicati in momenti successivi, ma pensati come uno), mentre la sesta (2016) e la settima e ultima (2017) potrebbero anticipare trame non ancora scritte da Martin stesso.

Ovviamente George è una parte integrante del processo creativo” – dice Lombardo. “Per la prossima stagione ogni decisione è stata coreografata con lui da vicino. Certamente dopo l’anno prossimo dovremo fare il punto con George, ma non ne siamo preoccupati“.

La domanda è se la serie HBO rimarrà legata alla visione dello scrittore o se sceglierà di seguire una direzione propria, qualora il tanto atteso sesto volume Winds of Winter non arrivasse in libreria prima del 2016. Ma se anche Martin riuscisse a completarlo in tempo, bisognerebbe pazientare ancora qualche anno per il settimo, A Dream of Spring, e forse addirittura per l’ottavo, rimandando la conclusione a data da destinarsi. (Potete leggere qui il piano dell’autore per non farsi superare dalla versione televisiva).

Sulla possibilità invece di raccontare il gran finale delle vicende di Westeros con un film, Lombardo taglia corto: “Non se ne sta parlando“.GAME OF THRONES TYRION Game of Thrones: niente film e finale nel 2017 (anche senza i libri di Martin)

Mentre continuano le speculazioni più disparate sul futuro di Game of Thrones, la serie ha ricevuto ben 19 nominations agli Emmy Awards (25 agosto), tra cui miglior attore non protagonista per Peter Dinklage, miglior drama e miglior sceneggiatura per The Children, l’episodio finale della quarta stagione.

Non ci resta che aspettare l’intervento di Martin nella discussione, sperando che metta a tacere tutti annunciando l’uscita imminente dei due tomi mancanti.

Ma ci crediamo davvero?

 
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RITORNO AL FUTURO PARTE III AL CINEMA IL 24 SETTEMBRE da movieplayer

Post n°11640 pubblicato il 03 Agosto 2014 da Ladridicinema
 

Il terzo capitolo della trilogia torna in sala per la nuova reunion dei fan. Solo mercoledì 24 settembre in esclusiva nei cinema italiani l'evento più atteso e quadrimensionale dell'autunno!

E' tempo di un nuovo raduno per i fan di Ritorno al futuro, dopo lo straordinario successo degli appuntamenti con i primi due episodi della saga che hanno visto girare per l'Italia decine e decine di auto DeLorean e di cosplayer vestiti da Doc e Marty. La trilogia che ha fatto epoca grazie all'eccezionale regia di Robert Zemeckis e l'indimenticabile interpretazione di Michael J. Fox e Christopher Lloyd, ritorna nuovamente su grande schermo per la gioia dei fan. E questa volta lo fa a tinte western!

 

L'attesissimo appuntamento è fissato per mercoledì 24 settembre, giorno del terzo definitivo raduno dei fan con la proiezione in esclusiva nelle sale italiane (elenco a breve disponibile suwww.nexodigital.it) dell'ultimo capitolo dell'intramontabile saga Back to the Future. Come sempre l'evento sarà accompagnato da novità, sorprese e contest mozzafiato che saranno annunciati nelle prossime settimane. Sono oltre 80 mila i fan italiani che si riuniscono anno dopo anno per festeggiare una passione all'insegna di gag, battute e flusso catalizzatore: in migliaia si riuniscono nelle sale ogni anno vestiti come i protagonisti del film per immortalarsi a fianco delle DeLorean e dei poster giganti del raduno. E il count-down vero e proprio continua perché, secondo quanto si racconta nel film, il 21 ottobre 2015 Doc e Marty arriveranno nel nostro futuro! Per questo l'invito ai fan è quello di incontrarsi al cinema il 24 settembre prossimo per fotografarsi davanti alla locandina del film: i vari selfie inviati con l'hashtag #RadunoBTTF potranno essere corredati con le proposte sulle grande celebrazioni del prossimo anno. Come vi piacerebbe festeggiare? Dove potrebbero materializzarsi Doc e Marty e come vorreste accoglierli? Raccontatelo su Facebook e Twitter usando #RadunoBTTF. I post più belli saranno condivisi sulle pagine ufficiali e serviranno da spunto per un 2015... pensato quadrimensionalmente!

Il diciassettenne Marty McFly è rimasto nuovamente intrappolato nel 1955. Il suo amico Doc nella notte del 12 novembre 1955 è stato catapultato insieme alla macchina del tempo nel 1885 dalla scarica di un fulmine. Costretto a chiedere nuovamente aiuto al "giovane" Doc, Marty scopre, nel recuperare la DeLorean nascosta nel vecchio cimitero abbandonato dei pistoleros mancati, che Doc verrà ucciso dal pistolero Buford "Cane Pazzo" Tannen proprio nel 1885... Deciso a salvare l'amico, Marty parte per il vecchio West: qui, sotto il nome di Clint Eastwood, farà la conoscenza dei suoi avi. Raggiunto Doc, lo informa di tutto, ma per poter tornare al futuro i due devono trovare un modo per far raggiungere alla DeLorean le 88 miglia orarie necessarie, dal momento che la macchina del tempo è rimasta senza benzina. Per farlo occorrerà niente poco di meno che una locomotiva a vapore.

 
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Game of Thrones, ecco chi è il padre di Jon Snow da ilseconoloxix

Post n°11639 pubblicato il 03 Agosto 2014 da Ladridicinema
 

Genova - Appassionati del “Trono di Spade”, smettete subito di leggere, chiudete il browser e state lontani da Internet almeno per un paio di giorni. Oppure, se siete impavidi e non temete spoiler, le anticipazioni che potrebbero rovinarvi la sorpresa, andate avanti. Ma sappiate che nelle prossime righe vi sveleremo qualcosa che ancora non sapete sulla saga fantasy di George R. R. Martin, qualcosa che potrebbe cambiare radicalmente la vostra opinione su alcuni dei personaggi dei romanzi, da cui è stata tratta una serie tv di grande successo.

ATTENZIONE - SPOILER DOPO QUESTO PUNTO

 

La notizia nasce da lontano, da un “indovinello” che parecchio tempo fa, quando il serial su “Game of Thrones” era ancora un’ipotesi, lo stesso Martin avrebbe fatto allo sceneggiatore David Benioff: «Se Jon è il bastardo di Ned, secondo te chi è la madre?». Quella sui veri genitori di Jon Snow, figlio illegittimo della casata degli Stark, è una delle questioni che più appassionano i cultori della saga: sinora era dato per scontato che Eddard “Ned” Stark fosse il padre, almeno sino a quando ha incominciato a prendere piede l’ipotesi che la madre sia Lyanna Stark, che di Ned è la sorella. Da qui l’idea che i due non possano aver avuto un figlio. E soprattutto che Eddard non sia il padre di Jon.

Negli ultimi giorni, lo sviluppo imprevisto: il padre di Jon Snow sarebbe il tiranno Rhaegar Targaryen, nemico giurato proprio di Eddard Stark e Robert Baratheon. A dirlo, dandogli una sorta di “ufficialità”, è stato l’attore Sean Bean, che interpreta appunto Ned Stark e in una recente intervista ha ammesso candidamente che «ovviamente no, non sono il padre di Jon». Se l’ipotesi Rhaegar si rivelasse fondata, lo choc per i fan sarebbe doppio, perché questo farebbe di Jon il fratellastro di Daenerys, la “regina dei draghi”. Con sviluppi per la serie e i libri che solo Martin può avere in mente...

 
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Sto con il Valle Occupato perché costruisce futuro. Intervista a Daniele Vicari da zeroviolenza.it

Post n°11638 pubblicato il 03 Agosto 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Monica Pepe, Zeroviolenza
31 luglio 2014

Daniele Vicari, oggi scade l'ultimatum che il Comune di Roma ha dato al Teatro Valle Occupato: lasciare il teatro pena lo sgombero. Cosa colpisce dopo tre anni di stagione artistica, sociale e di formazione riconosciuta in tutto il mondo?

Anche gli occupanti sanno che il Teatro Valle non è un "centro sociale" realizzato in una fabbricaabbandonata. E' un edificio, anzi un "momumento" pubblico.
Mi chiedo se nelle varie privatizzazioni questo principio venga sempre rispettato, e mi chiedo se non ci fosse stata l’occupazione cosa sarebbe accaduto a questo edificio monumento pubblico. Credo che la logica dello sgombero sia sbagliata, trasformare una magnifica esperienza in un problema di ordine pubblico sarebbe una sconfitta per tutti. L'Assessora non ha un compito facile, ed è ovvio che cerchi di ricondurre il Valle sotto la supervisione del Teatro di Roma, meno ovvio sarebbe però trattare con sufficienza, come una cosa un po’ fastidiosa da gestire, se non ignorare del tutto l’esperienza straordinaria che l’occupazione ha regalato alla città e non solo alla città, visto l’interesse che ha riscosso e riscuote in giro per il mondo. 

Ma in Italia amiamo danzare sull'orlo dell'abisso, e spesso finiamo nel burrone, quindi se si dovesse arrivare allo sgombero spero che la Forza Pubblica entrando nel teatro trovi ad accoglierla nella hall il Professore del film di Kurosawa, Madadayo, seduto davanti al tè fumante, pronto ad accompagnare gli ospiti in giro per quella meraviglie che è il teatro, mostrando loro che uno spazio vuoto, anche se bello, è solo la testimonianza di un’esistenza che fu. E mostrando il vuoto spero che il Professore racconti alla Forza Pubblica le cose che l’occupazione ha fatto che in questi tre anni, come il Teatro sia diventato la casa di tutti coloro che amano l’arte e la libera espressione del pensiero e non una sala Bingo com’è successo a tanti cinema storici della Capitale.

Qual è stata la tua esperienza artistica e umana al Valle Occupato?

A dire il vero io sono stato soltanto un fruitore delle attività svolte nel teatro. Vi ho solo fatto una presentazione con Luigi Manconi del mio film La nave dolce. Per il resto sono andato a vedere un po’ di spettacoli, qualche dibattito pubblico. Ma nel deserto culturale romano di questi ultimi anni, il Valle è stato sempre il primo posto a cui ho pensato quando mi sono chiesto: che faccio stasera? Risposta: vediamo se al Valle c’è di nuovo qualcosa di interessante.

Cosa si poteva fare in più secondo te?

Vedo che va di moda dire che “gli occupanti potevano fare di più” e allora mi adeguo, anzi rilancio: si poteva fare molto di più, un Valleoccupato per ogni città italiana… e gli assessorati alla cultura, anziché agitare lo spettro della “illegalità” per coprire le proprie insufficienze e difficoltà, avrebbero potuto finanziare queste attività “illegali”, perché costruiscono futuro, mobilitano coscienze, creano dibattito, sperimentazione. A cosa servono altrimenti le istituzioni? Le istituzioni sono vive quando fanno vivere i desideri e comprendono i conflitti, altrimenti sono soltanto burocratiche formattatrici… La vita è un sogno, diceva un teatrante del seicento, figuriamoci l'espressione artistica, e chi non ha mai sognato scagli la prima pietra!

Cosa sta accadendo al Cinema in Italia oggi e al mondo della cultura?

Che domandona! Sta accadendo di tutto, mi sembra (o mi illudo?) che si torni a discutere un po’ in tutti i settori, nella letteratura come nella musica e nel teatro… a proposito di cinema mi sembra (o mi illudo?) che si cominci a fare film pensando al resto del mondo e non solo alla Repubblica Cispadana. Ma è un processo lungo, faticoso e per niente scontato, e potrebbe essere solo una illusione, ma questo dipende da ciascuno di noi, a cominciare da chi firma le opere con nome e cognome.

 
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Il trono di Spade 5: George R.R. Martin non scrivera' piu' episodi da voceditalia

Post n°11637 pubblicato il 03 Agosto 2014 da Ladridicinema
 

Vuole concentrarsi sulla stesura del sesto volume de Le cronache del ghiaccio e del fuoco: The Winds of Winter

San Diego - A lanciare la notizia e' Entertainment Weekly. George R.R. Martin autore di culto del ciclo di romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco ha dichiarato durante il Comic Con 2014 che non scrivera' piu' episodi per la quinta stagione de Il trono di Spade. La serie televisiva statunitense di genere fantasy creata da David Benioff e D.B. Weiss, che ha debuttato il 17 aprile 2011 sul canale via cavo HBO, e' nata come trasposizione televisiva del ciclo di romanzi dell'autore.

"Troppo lavoro". Questa sarebbe la motivazione che ha indotto Martin a decidere di concentrarsi sulla stesura del sesto volume de Le Cronache del ghiaccio e del fuoco, The Winds of Winter. E i fan, che gli avevano gia' in passato rimproverato l'eccessiva lentezza nel portare avanti la sua saga letteraria, sanno quanto sia importante evitare che altri impegni dell’autore ritardino ulteriormente la pubblicazione del romanzo, mentre la serie viaggia a ritmo spedito verso le storie del quarto volume della saga.

La serie racconta le avventure di molti personaggi che vivono in un grande mondo immaginario costituito principalmente da due continenti. Il centro piu' grande e civilizzato del continente occidentale e' la citta' capitale Approdo del Re, dove risiede il Trono di Spade. La lotta per la conquista del trono porta le piu' grandi famiglie del continente a scontrarsi o allearsi tra loro in un contorto gioco di potere. Ma oltre agli uomini, emergono anche altre forze oscure e magiche. Fino ad ora sono quattro gli episodi de Il Trono di Spade scritti da Martin; uno per ogni stagione.

Alessandra Virgilio
 
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George R.R. Martin e The Winds of Winter da fantasymagazine.it

Post n°11636 pubblicato il 03 Agosto 2014 da Ladridicinema
 

Alla Comic-Con di San Diego lo scrittore parla del romanzo che sta scrivendo e della serie televisiva Game of Thrones, mentre in arrivo di sicuro c'è l'Enciclopedia del Trono di spade.

Copertina non ufficiale per The Winds of Winter ingrandisci

“No, quest’anno non ho scritto nessuna sceneggiatura per Game of Thrones, ho un libro da finire”. Con queste paroleGeorge R.R. Martin ha spiegato perché, dopo quattro stagioni, ha deciso di allentare la sua collaborazione conDavid Benioff e D.B. Weiss. Forte dell’esperienza maturata come sceneggiatore fra la metà degli anni ’80 e la metà degli anni ’90, fino a ora Martin aveva scritto la sceneggiatura di un episodio per ciascuna delle stagioni dell’adattamento delle Cronache del Ghiaccio e del fuocoLa guerra alle porte (8x01), L’assedio (9x02), L’orso e la fanciulla bionda (7x03) e Il leone e la rosa (2x04).

Il minore coinvolgimento dello scrittore in Game of Thrones non è limitato alla sola sceneggiatura non scritta ma anche alla sua esclusione dalla fase di casting. In passato la produzione gli aveva sempre mandato le registrazioni dei provini e lui aveva avuto modo di dire la sua, ma come tutte le attività anche questa richiede tempo, tempo che George ritiene di non avere più a disposizione. È anche vero che essendo ormai arrivati alla quinta stagione i produttori Benioff e Weiss e la direttrice del cast Nina Gold hanno già fatto la maggior parte del lavoro e hanno avuto modo di affiatarsi così tanto come team da poter procedere con una certa facilità.

Non solo, per quanto gli sarebbe piaciuto visitare il set ha deciso di essere troppo impegnato per aggiungere al suo calendario qualsiasi viaggio che non fosse già stato programmato da tempo.

 

 

Su The Winds of Winter, il libro a cui si riferiva Martin, lo scrittore aveva rilasciato alla fine di giugno qualche dichiarazione non proprio tranquillizzante a Entertainmen Weekly. Aveva spiegato che la storia inizierà con le due battaglie i cui preparativi si sono visti in A Dance with Dragons, che alla Barriera accadranno un bel po’ di cose e che, dall’altra parte del Mare Stretto, Tyrion e Daenerys hanno importanti ruoli da giocare. Tyrion ha deciso che vuole vivere, cosa di cui non era stato affatto sicuro per buona parte del romanzo precedente, mentre Daenerys intende rivendicare la sua eredità Targaryen. In qualche modo i loro cammini si intersecheranno, anche se per la maggior parte del tempo saranno lontani.

Quello che può preoccupare i lettori è l’affermazione che nel romanzo “we have more deaths, and we have more betrayals. We have more marriages”. Lasciamo ai lettori il compito di decidere se quei more significano più oancora.

 

 

 


Anne Groell con The World of Ice and Fire ingrandisci
A proposito di morti, alla recente Comic-Con Martin ha ricordato che probabilmente la sua propensione a uccidere i personaggi è nata a causa degli Avengers. Lui era già un fan del fumetto quando è stato introdotto Wonder Man, entrato fra i supereroi con l’intenzione di tradirli ma incapace di farlo nel momento in cui scopriva il suo lato migliore. Wonder Man era morto eroicamente nello stesso numero del fumetto in cui era apparso per la prima volta, e il giovane George aveva scoperto in sé un notevole interesse per i personaggi tratteggiati nelle varie sfumature del grigio, oltre alla forza emotiva che può avere per i lettori l’uccisione di un personaggio molto amato.

 

Un’informazione nuova invece è che nel prologo di The Winds of Winterprobabilmente comparirà anche Jeyne Westerling, anche se non sarà lei il punto di vista. Martin potrebbe anche decidere d’interrompere l’ormai consolidata tradizione di uccidere il punto di vista del prologo alla fine del prologo stesso. Quest’affermazione ha fatto subito nascere interrogativi sulla possibile comparsa di ser Brynden Tully detto il Pesce Nero, la cui sorte è ignota dal momento della sua fuga da Delta delle Acque in A Feast for Crows.

 

 

Ma quando sarà pubblicato The Winds of Winter? Lo scrittore ormai da tempo rifiuta di rispondere a questa domanda, anche se su internet sono iniziate nuove speculazioni. La più consistente riguarda il fatto che ancora non troppo tempo fa George aveva dichiarato di sperare di ultimare Le cronache del ghiaccio e del fuoco prima della fine di Game of Thrones, e questo implicherebbe una data di uscita del prossimo romanzo non troppo lontana nel futuro.

La data a cui i fan guardano ora è il 19 agosto 2014. Certamente il romanzo non sarà pubblicato quel giorno, ma in quella data HarperVoyager, l’editore britannico di George R.R. Martin e di Robin Hobb ha organizzato a Londra un incontro a pagamento con i due scrittori definendolo “massive”.

Nell’occasione la Hobb presenterà il suo nuovo romanzo che avrà per protagonista FitzChevalier, Fool’s Assassin.

Il comunicato stampa ufficiale spiega che i due autori parleranno di come costruiscono i loro universi fantastici, di come creano i loro personaggi e di come bilanciano gli elementi fantastici con quelli realistici, oltre che delle influenze che hanno subito, delle fonti d’ispirazione, delle loro lotte e dei loro successi.

Il programma è affascinante, ma appare anche sbilanciato con un appuntamento importante per la Hobb, la pubblicazione di un nuovo romanzo, e nulla di paragonabile per Martin, a meno che le intenzioni non siano quelle di fare un annuncio a sorpresa.

Ecco allora che hanno iniziato a circolare voci sul possibile annuncio della pubblicazione di The Winds of Winter, magari per la primavera del 2015, in concomitanza con la trasmissione della quinta stagione di Game of Thrones.

Si tratta, ovviamente, solo di ipotesi, ed eventuali presentazioni legate a Martin potrebbero invece riguardare l’enciclopedia The Worlds of Ice and Fire, attesa per il mese di ottobre.

 

 

 


Anne Groell mostra una pagina di The World of Ice and Fire ingrandisci
Più o meno contemporaneamente all’edizione originale sarà pubblicata anche la traduzione italiana del volume con il titolo Il mondo del ghiaccio e del fuoco. L’enciclopedia del Trono di spade. I dati annunciati al momento da Mondadori parlano di un prezzo di 25,00 € per 500 pagine circa, cifra non eccessiva considerando che si tratta di un libro illustrato dalle grosse dimensioni. Al suo interno lo scrittore narra la storia del continente di Westeros dal tempo dei Primi Uomini agli ultimi sovrani di Casa Targaryen. Due estratti, The Princess and the Queen e The Rogue Prince, sono già stati pubblicati nelle antologie Dangerous Women e Rogues. Il primo, La principessa e la regina, compare nel numero di luglio/agosto della rivistaWired.

 
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