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Messaggi del 08/08/2014

 

Teatro Valle Occupato: lettera aperta al sindaco di Roma, Ignazio Marino da il fatto quotidiano

Post n°11650 pubblicato il 08 Agosto 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Signor Sindaco di Roma, signora Assessore alla Cultura del Comune di Roma, 

chiediamo pubblicamente la vostra attenzione perché pensiamo che la trattativa che può decidere la sorte del Teatro Valle sia arrivata ad un punto cruciale. 

Grazie alla conduzione sensibile di Marino Sinibaldi e alla nuova attenzione politica dimostrata da Giovanna Marinelli, sono emerse le linee fondamentali di una soluzione che può essere davvero condivisa da tutti.

Il Comune e il Teatro di Roma hanno, infatti, riconosciuto non solo che l’occupazione (ancorata a precise disposizioni costituzionali, che affermano il diritto-dovere dei cittadini, singoli o associati, di svolgere attività di carattere generale, sulla base del principio di sussidiarietà) ha salvato il teatro dalla privatizzazione o dalla chiusura, facendo in modo che non venisse meno la sua funzione sociale, ma hanno anche condiviso l’idea che il modello culturale, artistico, gestionale del Valle è un modello fortemente interessante perché riesce a coniugare in concreto qualità e capacità di attrazione e formazione del pubblico.

Negli ultimi due incontri si è, anzi, iniziata a intravedere la possibilità che, anche una volta entrato nel Teatro di Roma, il Valle conservi una sua marcata autonomia culturale e gestionale, pur nel rispetto della normativa vigente. 

Crediamo che questa sia una via promettente, una via che delinea una soluzione la cui importanza politica trascende perfino la sorte del Valle stesso. Negli ultimi decenni, anche in campo culturale le pubbliche amministrazioni si sono impegnate a creare nel loro seno società e agenzie che permettessero di agire secondo procedure, e non di rado anche con finalità, di tipo privatistico. Qua si tratta di avviare un processo perfettamente speculare: e cioè studiare il modo in cui sia possibile che le istituzioni pubbliche ospitino al loro interno un modo diverso per essere pubblico. Un modo radicalmente costituzionale di essere pubblico.

Se il Comune di Roma riuscirà a dimostrare che è possibile un altro modo di fare teatro pubblico, e che questo modo può stare dentro il sistema pubblico attuale, questo successo rappresenterà una tappa storica nell’esperienza del governo di sinistra. Un primo, chiarissimo segno della capacità e della forza di invertire la rotta.

Se vi scriviamo, è perché ci sembra che questo risultato sia troppo importante, e troppo a portata di mano, per vanificarlo con scadenze che non sono dettate da nessuna reale esigenza. Siamo convinti che sia importante che la trattativa sia conclusa prima che il teatro debba essere (seppur temporaneamente) abbandonato: se questa scadenza sarà spostata all’autunno inoltrato e se la trattativa riprenderà ai primi di settembre si potrà arrivare in tempi ragionevolmente brevi ad un risultato prezioso per l’Amministrazione comunale, per la Fondazione Teatro Valle Bene Comune e per tutti coloro che nel Paese guardano con ansia e fiducia a questo passaggio cruciale.

Grati per l’attenzione, vi salutiamo cordialissimamente 

Massimo Bray
Pippo Civati
Celeste Costantino
Paolo Maddalena
Maria Rosaria Marrella
Ugo Mattei
Tomaso Montanari
Christian Raimo
Salvatore Settis 

 
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Lo Hobbit: la Desolazione di Smaug, ecco l’Edizione Estesa Gift Set! da hobbitfilm.it

Post n°11649 pubblicato il 08 Agosto 2014 da Ladridicinema
 

Dopo la clip di qualche giorno fa, ecco arrivare le immagini dell’edizione estesa gift set dello Hobbit: la Desolazione di Smaug, che uscirà negli USA il 4 (o almeno questa è la data che riporta attualmente Amazon.com, sappiamo che l’edizione estesa normale uscirà il 3).

L’edizione Gift Set includerà un modellino molto particolare: i nani durante la fuga dal Regno degli Elfi Silvani all’interno delle botti. Attendiamo dettagli sull’edizione italiana, che comunque arriverà più o meno negli stessi giorni, e l’elenco preciso dei contenuti speciali (che come al solito si preannunciano corposi). Per quanto riguarda le scene aggiuntive, ricordiamo che si tratta di ben 25 minuti in più.

hobbit desolazione smaug extended 02

 

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Non è la Bbc da articolo21

Post n°11648 pubblicato il 08 Agosto 2014 da Ladridicinema
 

rai 8

“Luglio, col bene che ti voglio vedrai non finirà…”, cantava –vincendo il Disco per l’estate- Riccardo Del Turco nel ’68. Già, la relativa autonomia dell’arte. Caro sottosegretario Giacomelli purtroppo luglio si è concluso e la conclamata consultazione sulla nuova Convenzione tra lo Stato e la Rai non è partita. La concessione dei “media di servizio pubblico” (non del mero servizio pubblico, così ha suggerito il consiglio d’Europa nel 2012 e come ha rammentato Marco Mele su “il sole 24 ORE”) sarà ugualmente ridefinita entro la fine dell’anno? Tra l’altro, In quest’ultimo ipotetico caso, andrebbe spiegato a che servirebbe il contratto di servizio, la cui firma coinciderebbe di fatto con la sua stessa scadenza. Insomma, luglio è passato e nulla è all’orizzonte, salvo il piano di 97 pagine sul riordino dell’informazione della Rai –accorpata in due filiere- presentato dal direttore generale Gubitosi al consiglio di amministrazione e in procinto di essere illustrato alla commissione parlamentare di vigilanza. Ampiamente raccontato nei giorni passati da Aldo Fontanarosa su “la Repubblica”. Ecco. L’unica consultazione pubblica è quella in atto da impulso di Giulietti sul sito di “Articolo 21”, da cui sta emergendo una proposta da rilanciare: un “contropiano” da presentare tra poche settimane, in grado di dare basi teoriche e valoriali al necessario confronto con i progetti di cui si parla. I veri innovatori sono coloro che sanno voltare davvero pagina, uscendo dalla “coppia” tagli e demagogia. Si impone un vero sguardo della e sulla realtà. Con la diffusione della rete, tecnologia e forma culturale come diceva Raymond Williams riferendosi alla televisione, è avvenuta una rottura. Qualsiasi ri-costruzione della proposta pubblica-bene comune passa da qui. E’ la messa alla prova della cifra di progressismo effettivo contenuto nei vari programmi, al di là delle promesse. Altro che riunificazione delle testate, eventuale effetto di una ben più impegnativa rivisitazione del modello di broadcasting pensato sotto il segno dell’analogico. Reti, testate, settori classici appaiono parole ingiallite, come è superata la fabbrica del fordismo. Video on demand, streaming, all news, creatività digitale sono paradigmi di riferimento, mentre si richiede un aggiornamento dei livelli e degli stili delle produzioni di film , audiovisivi, format. E’ il tema delle biblioteche dei saperi. Né serve evocare ex post il santuario della Bbc, ora che pure lì si sta rimettendo in causa tanto del vecchio blasone. “No, non è la Bbc..” recitava uno dei motivi della mitica trasmissione di Arbore e Boncompagni. Il contesto italiano è tutt’altro. Forse si poteva immaginare un percorso omologo negli anni settanta, agli albori della privatizzazione dell’etere. Quando ancora non era esploso il fenomeno berlusconiano e si era in grado di procedere oltre la riforma della Rai del ’75. Avvenne il contrario e la verità ora non va rimossa. Come ricorda Franco Rositi nella efficace relazione svolta al convegno sulla Rai dell’Istituto A. Gemelli e C. Musatti nel maggio del 2006, tra i compiti essenziali individuati dal Libro Verde preparato dal governo britannico in vista del rinnovo della “Royal Charter” del 2007 vi era quello di sostenere una democrazia consapevole. L’esatto opposto dell’utilizzazione dei media al puro fine del consenso. E neppure la migliore riforma reggerebbe, poi, se venisse svincolata dagli altri due elementi del trittico democratico: regolazione del conflitto di interessi e abrogazione della legge Gasparri.

* Il Manifesto – 6 agosto 2014

7 agosto 2014

 
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Giornalisti, costringete i giornalai a fare i giornalisti .. da http://ultimissimecalcio.it/

Post n°11647 pubblicato il 08 Agosto 2014 da Ladridicinema
 

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Non ci siamo cari giornalisti sportivi, non ci siamo care redazioni sportive, non ci siamo giornali sportivi, non ci siamo per niente! Da una settimana a questa parte abbiamo toccato il fondo e iniziato a scavare …. Un conto è “Gino” che vien al bar e dice: “Oh la Juve ha preso Messi”, si prende una valanga di insulti e poi gli si offre anche da bere per averci riso tutti insieme. Ma un giornale “serio” no, non può permetterselo, un giornale su scrivono dei giornalisti che ha la tessera di giornalista e che rappresentano il giornalismo, e come tali percepiscono uno stipendio, non lo possono fare, un giornale a cui arrivano finanziamenti pubblici per scrivere notizie e svolgere un servizio pubblico NON PUO’ ASSOLUTAMENTE FARLO.

Un conto è dire tizio prenderà caio, quella è interessato a quel giocatore etc etc, è il calciomercato, tutti sanno che possono essere certezze come invenzioni, alcuni si sono inventati delle carriere grazie a questo, ma MAI mi era successo, o almeno mai con questa frequenza e quantità di leggere notizie false, sì non boutade di calciomercato, ma notizie false, inventate di sana pianta.

“E’ ma è il mondo del web, adesso la notizia è vecchia prima che esca” e quindi? vorreste dirmi che non le controllate più? Volete dirmi che la “concorrenza del web è talmente forte” che per avere mercato, per avere delle notizie in anteprima e in esclusiva dovete inventarvele? Probabilmente sì, è così, ed allora chiudete! O almeno che non gli vengono più dati soldi pubblici che possono essere utilizzati in ben altro modo, tanto non fanno un servizio, ma un disservizio, quindi fanno solo danno perché si permette a dei millantatori di avere visibilità, una cosa che destabilizza, e francamente adesso tutto c’è bisogno tranne di questo.

Io sinceramente non credo che non ci sia altro metodo, credo che debbono puntare sulla loro professionalità, sulla loro organizzazione, sulla loro esperienza per competere nel mercato attuale offrendo quello che altri non possono, francamente adesso escono articoli che “mio cugino” in terza elementare può fare più interessanti, ma loro possono fare ben altro.

Scrivete cose interessanti, vere, cose che la gente non sa, non che Vidal è a manchester a fare le visite quando la mia “app mobile” me lo fa vedere live a Vinovo …, vi costruireste la vostra nicchia, perché è quello che dovete fare, adesso la dominanza nel mercato dell’informazione non esiste più, il “mondo globale” ha messo tutto a disposizione di tutti”, la professionalità, quello fa la differenza, non usarla è un peccato.

Lo fanno in tanti, il mio non è un discorso generalista, “non fa di tutta l’erba un fascio”, ci sono, e per fortuna, ancora tanti giornalisti seri, precisi, brillanti, alcuni anche geniali, che fanno il loro lavoro tutti i giorni ma che sono sopraffatti  e svergognati da questi personaggi che si comportano in modo non corretto, a loro mi rivolgo, all’associazione dei giornalisti affinchè intervengano, si facciano sentire, “buttino fuori” questi inadatti e riqualifichino il loro lavoro. Aiutateci a vivere un po’ meglio le nostre giornate.

 
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