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Messaggi del 02/12/2014
Post n°11931 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da Ladridicinema
Tag: news, Particolarità Arriva in sala 'Pride' di Matthew Warchus FOTO (ANSA) - ROMA, 2 DIC - Sembrano passati cento anni, ma sono molti meno quelli che racconta 'Pride' di Matthew Warchus, in sala con Teodora dall'11 dicembre, una commedia piena di spirito e intelligenza, reale e fantastica allo stesso tempo, che parla dell'inedita solidarietà di gay e lesbiche londinesi verso i minatori in epoca Thatcher. Siamo infatti nel 1984 durante lo storico sciopero dei minatori inglesi. A Londra il movimento gay, spinto dalla solidarietà verso chi, come loro lotta contro il sistema che li discrimina, decidono di raccogliere fondi per gli scioperanti del Galles nel segno di LGSM (Lesbians and Gays Support the Miners).Il sostegno va verso una piccola comunità gallese che inizialmente accoglie con una certa diffidenza l'iniziativa, considerandolo inopportuno e imbarazzante. Insomma l'incontro fra i due mondi sarà più che difficile per non dire esplosivo e comunque esilarante per situazioni, ma si trasformerà in un'entusiasmante amicizia.
Post n°11930 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da Ladridicinema
Tag: news, Particolarità Nell'anno del centesimo anniversario dalla nascita del regista FOTO Pietro Germi è uno dei registi italiani più conosciuti e amati nel mondo, autore di grandi successi internazionali e vincitore tra l’altro di un Oscar per la migliore sceneggiatura (Divorzio all’italiana) e della Palma d’oro a Cannes (Signore & signori). Autentico maestro del cinema italiano, capace di suscitare il riso e il pianto, volteggiando dalla commedia al dramma con mano leggera. Un regista dal tratto inconfondibile, pur nella varietà dei temi trattati, come dichiarò nel 1964: "A me piace cambiare, mi annoio a fare lo stesso film. Un regista è una chitarra, sulla quale si possono suonare diverse arie, allegre o tristi, ma la risonanza sarà sempre quella, a meno che a un certo punto la cassa armonica non si incrini e la chitarra non suoni più. Ma finché la cassa è buona, c'è la possibilità di suonare cose diverse su una stessa chitarra". Nell’anno del centesimo anniversario della nascita della sua nascita (14 settembre 1914), e del quarantennale della sua morte (4 dicembre 1974), il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale ricorda uno dei suoi allievi più prestigiosi, con un convegno di due giorni, e un’altra giornata di studi in collaborazione con l’Università degli studi di Genova (11 dicembre), nella sua città natale. I maggiori studiosi italiani faranno il punto sul cinema di Pietro Germi, leggendone il legame con il neorealismo e la commedia all’italiana, con la sinistra e il mondo cattolico, con i generi dal western al noir al mélo. Si ripercorreranno tra l’altro i rapporti con le fonti letterarie, l’interesse per il Sud e per l’evoluzione della famiglia italiana, ma anche la peculiare fisionomia dell’attore Germi in film propri e altrui.
Post n°11929 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da Ladridicinema
Anteprima a Londra, in sala 17/12. Jackson, emozionato e triste
Uno scontro epico in cui si affrontano elfi, nani, uomini, orchi e mannari chiude un pezzo di storia del cinema fantasy. L'ultimo capitolo della trilogia dedicata a Lo Hobbit, dal titolo 'La battaglia delle cinque armate', segna anche la fine della straordinaria avventura di Peter Jackson, che ha portato sul grande schermo la saga letteraria di J.R.R. Tolkien. ''Sono emozionato e anche un po' triste'', ha detto oggi il regista neozelandese parlando ai giornalisti dopo l'anteprima della sua ultima opera. Con lui era schierato un cast stellare nella conferenza stampa, composto da Orlando Bloom, Ian McKellen, Richard Armitage, Evangeline Lily, Luke Evans, solo per citarne alcuni. ''Tante persone in tutto il mondo hanno amato questi film, questo mi ha entusiasmato e spinto ad andare avanti'', ha affermato il regista. Per lui è tempo di un bilancio, ben rappresentato dal suo bottino di premi Oscar vinti con le pellicole sulla saga. Sente la 'missione compiuta', quella missione che sognava fin da quando era bambino: portare al cinema il mondo mitologico creato dallo scrittore Tolkien, le sue creature e i suoi luoghi straordinari. Fra la trilogia dedicata al Signore degli Anelli, il cui primo capitolo è del 2001, e quella de Lo Hobbit, alcuni attori sono diventati star acclamate in tutto il mondo. Come Orlando Bloom, che ha interpretato per la prima volta il prode Legolas nella 'Compagnia dell'Anello'.
''Ero un ventenne quando mi scelsero per quella parte e ora ho 37 anni. Sono molto felice di aver avuto la possibilità di prendere parte a questa avventura'', ha detto l'attore. Ma non è l'unico dei 'veterani'. Su tutti sovrasta infatti Ian McKellen, che ormai si identifica pienamente col personaggio di Gandalf. ''Interpretarlo ha fatto la mia fortuna - ha affermato l'artista britannico - è riduttivo parlare di serie di film, si tratta ormai di classici del cinema''. L'ultimo grande appuntamento della saga - in Italia il film uscirà il 17 dicembre - non poteva essere più generoso. Il cast comprende anche molti altri nomi straordinari, come Benedict Cumberbatch, che fa la cavernosa voce del drago Smaug, o Kate Blanchett nella parte di Dama Galadriel, una nobile elfa della Terra di Mezzo.
Post n°11928 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da Ladridicinema
Del fascino misterioso e potente dell’epica classica è rimasto ben poco
Alessio Boni nei panni di Ulisse (Ansa) Che il viaggio di ritorno più metaforizzato nella storia della cultura occidentale presenti ancora molti spunti da illuminare è fuori di dubbio. È la persistenza del classico! Per questo di fronte alla miniserie di Rai1, «Il ritorno di Ulisse», una coproduzione internazionale di Rai Fiction con Arte France e Movieheart diretta da Stéphane Giusti, bisognava mettersi con le migliori intenzioni possibili (domenica, 21.30, prima puntata). Era giusto anche abbandonare il filtro della nostalgia, senza iniziare un pericoloso gioco di confronti con lo storico sceneggiato Rai «Odissea», del 1968, rimasto nella memoria di molti come vessillo dell’età dell’oro del Servizio pubblico. Erano altri tempi, era un’altra televisione ed è inutile restare prigionieri del passato. L’intento dichiarato dagli autori della nuova miniserie e da Alessio Boni, protagonista nei panni di Ulisse, era quello di dar vita a una lettura moderna dell’Odissea, concentrandosi sugli anni in cui l’eroe omerico giunge a Itaca, provato dalla guerra e dalle distrazioni del tortuoso itinerario di ritorno. Scelta curiosa, perché il viaggio e le sue esperienze sono sempre più interessanti della meta finale. Ma il vero problema è che nel «Ritorno di Ulisse» del fascino misterioso e potente dell’epica omerica è rimasto ben poco. L’Odissea è solo un imbarazzante canovaccio di trame e personaggi arricchiti da dettagli d’invenzione che virano verso il melodramma pop, come nel caso della bella schiava Clea, di cui s’invaghisce il giovane Telemaco. Anche lo stratagemma della tela intessuta e disfatta ogni notte da Penelope (un’afflitta Caterina Murino) è solo un espediente tecnico per far procedere la trama, privato di tutta la sua alta simbolicità. Ogni cosa subisce un’operazione di patinatura, tra dialoghi didascalici e immaginari visivi kolossal in cui l’afflato ideale omerico stinge nella più scoperta banalità, l’antico diventa niente più che uno sfondo esotico.
Post n°11927 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da Ladridicinema
Box Office Italia
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
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il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45