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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi del 26/11/2015
Post n°12784 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
In Sicilia si continua ad omaggiare Cosa nostra. E l’informazione gira il volto dall’altra parte da articolo21 Gli “applausi” della folla al boss Vincenzo Panicola mentre veniva scortato dalla Polizia Penitenziaria verso la chiesa di Castelvetrano per partecipare ai funerali della madre Lucia Bonanno non è che l’ultimo dei casi. Un paio di settimane addietro a Palermo un intero quartiere si precipitò a salutare il boss Salvatore Profeta mentre veniva portato via in piena notte dai poliziotti della Squadra Mobile di Palermo. Un anno addietro altro funerale e altri applausi stavolta a Castellammare del Golfo, rivolti a Diego Rugeri, anche lui al suo arrivo in chiesa con la Polizia Penitenziaria, stavolta non solo applausi ma anche abbracci e baci. Per non ricordare poi le processioni religiose che finiscono talvolta con omaggiare più il boss che il Santo. Accadde tempo addietro a Campobello di Mazara, quando era sindaco quel tale Ciro Caravà finito condannato per mafia, la processione in quel caso fece tappa davanti casa di Francesco Luppino, detto, dai mafiosi, lo zio Franco, anche lui destinato poco dopo agli arresti, scoperto essere uno dei tanti “ufficiali di collegamento” tra il territorio e il latitante Matteo Messina Denaro. L’episodio dello “zio Franco” è citato nella relazione che ha condotto allo scioglimento per inquinamento mafioso del Comune di Campobello di Mazara. Andando indietro nel tempo fu dedicata a un altro mafioso, Filippo Guttadauro, l’accoglienza di sabato scorso dedicata al giovane mafioso rampante Vincenzo Panicola, cognato del latitante Messina Denaro, marito di Patrizia, soprannominata “a curta”, anche lei oggi in carcere: Vincenzo Panicola è mafioso e figlio di mafioso, di Vito, ex consigliere provinciale a Trapani , politico eletto sempre nella Dc, morto all’ergastolo che scontava per avere ucciso per sbaglio, in un agguato di mafia, il figlio Giovanni che lo avrebbe dovuto spalleggiare nella uccisione di Giovanni Ingrasciotta, sopravvissuto e diventato collaboratore di giustizia. Erano esattamente i giorni di fine novembre del 1998, a Filippo Guttadauro, boss di Bagheria, cognato di Matteo Messina Denaro, perché marito di Rosalia Messina Denaro, fu concesso il permesso di uscire sotto scorta dal carcere per partecipare ai funerali del suocero, il potente patriarca del Belice Francesco Messina Denaro, morto di crepacuore durante la latitanza alla notizia dell’arresto del suo primogenito, Salvatore, coinvolto nell’operazione antimafia “Progetto Belice”. Alla gente fu impedito l’ingresso al cimitero per i funerali vietati al “patriarca”, tanti attesero fuori a salutare l’ingresso del parenti del padrino di Castelvetrano, e salutarono anche l’arrivo in manette di Filippo Guttadauro. Possiamo ricordare altri funerali affollati, come quello del boss di Borgo Madonna, Calogero Minore, con tanto di cronaca finita stampata sul Giornale di Sicilia, quasi a segnare la commozione dei partecipanti, a sottolineare, senza commento critico i negozi del rione chiusi in coincidenza dei funerali. Andando avanti e indietro nel tempo i segnali di riverenza espressi da quella società che solo impropriamente possiamo chiamare civile, nei confronti della mafia, si scopre essere sempre gli stessi. La società civile avrà le sue colpe, ma i veri colpevoli sono altri. Sono i politici parolai contro la mafia, sono coloro i quali non esercitano una antimafia responsabile e con responsabilità, sono coloro i quali dicono che l’etica non serve, sono i mafiosi stessi che alimentano le peggiori idolatrie. E’ quella informazione che davanti al fatto preferisce girare il volto dall’altra parte, chiude i taccuini o peggio si presta a raccogliere la protesta del colletto bianco, del mafioso o paramafioso di turno, rivolta a quell’altro giornalista. E’ l’informazione che si presenta col volto pulito di chi dice di essere dalla parte dell’antimafia e poi sottobanco cerca appoggi magari per qualche impresa chiacchierata. E’ un corollario di cose che piovono addosso alla società che così non coglie anche i pur deboli ma presenti segnali di cambiamento e di avversione contro Cosa nostra. Ad essere colpevole è il politico, il sindaco, l’amministratore che, per esempio, dinanzi a casi come quello dei funerali della vedova Panicola preferisce tacere. Noi abbiamo scelto di non tacere. Abbiamo filmato e vi diamo il prodotto realizzato, nelle immagini si vede Vincenzo Panicola scendere dal furgone della Penitenziaria e nell’avviarsi verso la Chiesa di San Giovanni, raccogliere gli applausi di chi lo aspettava. Poi magari ci si dice scandalizzati quando qualche giornalista scrive che a Castelvetrano c’è ancora una società che rende ossequi ai mafiosi. Si dice che i giornalisti infangano la città, quando a infangarla sono state quelle persone che sabato scorso davanti alla chiesa di San Giovanni hanno applaudito il boss Vincenzo Panicola. Una espressione della società, ma preoccupa il silenzio dell’altra parte della società. Stare in silenzio, minimizzare i fatti, o peggio denigrare chi li racconta non significa certo essere mafiosi, ma ciò indirettamente produce un ulteriore vantaggio a Cosa nostra che potrà sempre dire come nessuno, solo qualcuno, ha mai gridato contro al suo indirizzo, che lo squallore mafioso resiste senza contrasto alcuno. Tra la mafia e l’antimafia non può esistere una posizione terza. I mafiosi, lo ripetiamo, vivi o morti che siano sono solo dei pezzi di merda..e però fa male talvolta vedere chi applaude e sostiene che la merda possa fare buon odore. 26 novembre 2015
Post n°12783 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Andrea Guglielmino26/11/2015 Esce il 3 dicembre, alla vigilia del Giubileo, in circa 700 copie, con Medusa, Chiamatemi Francesco – Il papa della gente, sulla vita e l’opera di Papa Bergoglio. Il film si concentra moltissimo sul periodo della dittatura, del terrore e dei desaparecidos in Argentina, che ha segnato fortemente la sua vicenda umana. Daniele Luchetti ha scelto intelligentemente di circondarsi di un cast argentino per raccontarlo al meglio. Rodrigo De La Serna interpreta Bergoglio dal 1961 al 2005. Sergio Hernandez dal 2005 al 2013, a ridosso dell’elezione. La pellicola sarà distribuita anche come miniserie televisiva in quattro puntate da 50 minuti, in tutto il mondo, e tra circa un anno e mezzo anche sulla tv italiana. Per ora c’è un’anteprima speciale, la settimana prossima, organizzata dal Vaticano per settemila bisognosi.
Come si gestisce un film su un personaggio pubblico così popolare, raccontando al contempo una pagina di storia così drammatica?
Tutto nasce da una proposta di Valsecchi, il produttore. Siamo andati a Buenos Aires sulle tracce del papa, e abbiamo incontrato chi diceva di conoscerlo, e in alcuni casi lo conosceva veramente. C’era anche chi lo aveva visto solo di sfuggita, magari da bambino. Non trovavo cose veramente interessanti, mi mancava una linea narrativa. Ma poi qualcuno mi ha detto “Jorge era un uomo costantemente preoccupato”. E’ stata la chiave di volta. Ho capito che dovevo raccontare il motivo per cui lui oggi è così, gli inferni che ha attraversato. E’ la storia di un uomo che alla fine della propria vita arriva a toccare il punto più alto di quello che voleva fare, cioè aiutare il prossimo. Era partito come un semplice lavoro ma poi questo film per me è diventato essenziale, e me ne sono innamorato.
Qual è stata la sua principale preoccupazione durante la lavorazione?
Quella di non fare un santino, di non dare gomitate allo spettatore dicendo: ‘lo vedi? Già si capiva, che sarebbe diventato papa’. Ho provato a calarmi nel punto di vista di un argentino e questo è stato possibile grazie ai miei collaboratori, soprattutto lo sceneggiatore Martin Salinas, a cui ho chiesto di sorvegliarmi. E’ come se un argentino venisse qui a fare un film su un personaggio italiano importante, l’errore è sempre dietro l’angolo, si rischia di spettacolarizzare. Ho chiesto: aiutatemi a non fare un film da turista.
Subito dopo la nomina, tante voci sono girate sul papa e sul suo rapporto con la dittatura. Come ha affrontato questo aspetto?
Ho solo seguito le leggi della narrazione. Sono stato avvicinato da loschi individui col bavero alzato, che mi hanno detto ‘guarda, che Bergoglio era implicato’, però poi queste affermazioni cadevano di fronte alla credibilità della fonte. La Chiesa che ho conosciuto io è una Chiesa in cui si racconta tutto e il contrario di tutto. Ma quando racconti una storia devi stare dalla parte del personaggio, e il Francesco che ho trovato io era così limpido che questi aspetti, proprio, col suo personaggio non c’entravano. Ho raccolto sul campo solo ciò che mi sembrava veramente credibile.
Questo film ha cambiato il suo rapporto con la religiosità?
Non credevo, ma ora credo nelle persone che credono. Ho incontrato persone veramente strabilianti, dal prete di strada al vescovo di Buenos Aires, e il loro modo di lavorare mi ha sedotto.
Ha affrontato qualche genere di ricerca, dal punto di vista storiografico?
Mah, la sceletta degli eventi del film è in pratica quello che si trova in rete, da Wikipedia a mille siti che si copincollano le informazioni a vicenda. E’ tutto di dominio pubblica, ma non basta a inventarsi un film. Quello che conta è la testimonianza emotiva, più che la cronologia dei fatti. Però ho voluto che mi affiancasse uno sceneggiatore argentino, con una formazione storico-politica importante.
Gli attori che interpretano Bergoglio sembrano molto somiglianti. Come li ha scelti e diretti?
Sinceramente all’inizio non li trovavo così somiglianti, oggi direi di sì. Ma ho chiesto loro di evocare il papa, più che di somigliargli fisicamente. Il film è girato in spagnolo. Pensa che possa servire anche agli argentini, per riflettere sulla loro storia? Non sono io a dover insegnare loro come fare i conti con la loro storia. Il tema è complesso, va trattato con rispetto, e a loro non manca la cinematografia sui desaparecidos e la dittatura. Mi piacerebbe invece che i giovani, soprattutto italiani, possano riflettere su come sia possibile il terrorismo di Stato e su come una nazione possa venire oppressa da i suoi stessi governanti, in nome della sicurezza, calcolando che parliamo di una cosa successa in tempi relativamente recenti.
Avete inviato lo script in Vaticano, per approvazione?
Non c’era nessuno disposto a leggerlo. Ci siamo trovati soli di fronte alla scelta: fare il film o non farlo. Ma Monsignor Karcher, che è il cerimoniere del papa, lo ha visto, e anche se era molto prevenuto alla fine ci ha rassicurati. Ha detto che il film era buono e soprattutto veritiero. E’ il primo film su un papa ancora in vita.
Questo le ha creato imbarazzi?
Più che ad altri film sui papi mi sono ispirato a The Queen, che correva rischi analoghi. Anche lì c’era l’agiografia dietro l’angolo, ma lo stile asciutto del cinema inglese va dritto al cuore delle cose. Ho smesso presto di pensare che Francesco è vivo e vegeto e abita a un chilometro da casa mia. Questo mi avrebbe aiutato a tradirlo. Ho smesso anche di leggere le notizie che lo riguardavano, durante la lavorazione. Mi sono fermato al momento in cui è nominato papa, su cui il film si chiude. Ora so che è in Africa e gli auguro un’ottima permanenza.
Il suo Francesco è dialettico, dinamico. Non sembra una figurina su un piedistallo. Chi l’ha aiutata a tracciare questo ritratto?
Tanta gente, come le dicevo. In Argentina praticamente tutti dicono di aver conosciuto il papa, basta chiedere a qualcuno per strada. Sono stato anche dal suo barbiere. E ho chiesto un po’ di tutto. Alcune cose le tieni, altre le modifichi. Ho chiesto anche come faceva colazione, mi hanno detto che di solito mangia una banana in piedi. Ma nel film mangia pane e latte, alla fine.
Post n°12782 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Anche per quelli più intossicati dalla propaganda mainstream era da tempo evidente che l'opinione pubblica italiana si fosse orientatata verso una franca simpatia per il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Basta navigare sui principali social network per accorgersi, talvolta con stupore, del numero di gruppi a tema che riguardano la Russia e il suo leader e dell'intensità dei contenuti degli articoli condivisi e dei post. Finalmente anche un sondaggio sancisce l'esistenza di questa fenomeno: l'istituto demoscopico SWG, all'interno dello speciale Je suis Paris — Liberté, égalité, fraternité, rivolto a valutare i sentimenti degli italiani in seguito al massacro di Parigi, ha infatti misurato l'apprezzamento dato dai nostri concittadini all'azione politica effettuata da Putin nell'ambito della crisi dell'Isis: il 49% degli italiani sta dalla parte della Russia e considera efficaci le misure messe in atto fino ad oggi in Siria. Un risultato eccezionale, se pensiamo a due fattori: da una parte troviamo il martellamento mediatico che gli italiani subiscono dai principali giornali e Tg, che descrivono Putin come dittatore guerrafondaio, e dall'altra c'è il tipico atteggiamento solidale e antibellico che caratterizza gli italiani almeno dalla Guerra in Iraq. E come carico a briscola ci mettiamo pure che il consenso verso la Russia di Putin supera persino quello rilevato pochi giorni prima sul governo Renzi, il quale si ferma al 46%. Eclatante è poi la bocciatura della politica obamiana: solamente il 32% degli italiani condivide l'azione statunitense, nonostante questa ci venga costantemente presentata in televisione come l'unica davvero civile, possibile, democratica. Per fortuna sono parole al vento, quelle dei telegiornalisti nostrani, lettori delle veline euroatlantiche, se alla fine il tanto vituperato Putin stacca di 14 punti percentuali il consenso di Obama. Insomma, da qualsiasi angolazione lo si guardi, lo studio effettuato da SWG mostra come l'Italia si scopra sempre di più filo-Putin; ed questa tendenza non potrà che aumentare dopo l'improvvido abbattimento da parte della Turchia di un Su-24 dell'aviazione russa. Agli occhi non più tanto addormentati del popolo italiano, tale gesto scellerato getta ulteriori ombre sulla gestione occidentale della crisi siriana e soprattutto sulle presunte connivenze dei Paesi del G20 con l'Isis. Come si può accettare che venga sanguinosamente ostacolato chi sta combattendo a fondo per debellare l'integralismo islamico? E pensare poi che la Turchia era uno dei Paesi in lizza per entrare in Europa; sembrerebbe allora che abbattere gli aerei di chi bombarda i terroristi sia la nuova politica dell'UE… E' impossibile questa posizione venga condivisa da un'opinione pubblica già fortemente scossa dal sangue parigino. E' lecito invece nutrire seri dubbi sull'operato dei governi che stanno da tempo giocando una partita rischiosissima con la Russia pur di mantenersi ligi alla linea di Obama. E' sconcertante vedere l'Europa dividere il fronte anti-Isis, perchè in questo modo perde di vista il vero nemico per combattere invece una partita ideologica e di meri interessi geopolitici che nulla spartiscono con le istanze di sicurezza e difesa dei diritti e delle tradizioni, che da tempo richiedono a grande voce i cittadini, anche quelli più europeisti. Dopo il fattaccio avvenuto sul confine turco-siriano, una Terza guerra mondiale sta bussando insistenemente alla porta. Il paradosso è che mentre i cittadini la immaginano combattuta contro i terroristi dell'Isis, i governi occidentali la stanno imbastendo contro quello che dovrebbe essere il loro alleato naturale, la Russia. Oggi tutti gli Stati europei sono di fronte a un bivio: stare dalla parte di chi vuole cancellare il fondamentalismo islamico come la Russia e chi invece si sta schierando in una zona grigia di connivenza con il regime di Raqqa, e cioè con coloro che hanno armato gli attentatori di Parigi. E' un momento cruciale per la storia dell'Occidente, nel quale sono evidenti la parte giusta e la parte sbagliata. Oggi sta traballando quella pace conquistata col sangue nella Seconda Guerra Mondiale: è in bilico non per mano di una cultura diversa, ma per le mire dei potentati economici, politici e finanziari per i quali la sovranità popolare è solo una fastidiosa formalità da aggirare. In un contesto del genere, a ridere sono proprio le organizzazioni terroristiche che non hanno mai visto così vicina la loro vittoria, la distruzione dell'Occidente.
Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/opinioni/20151126/1614073/italia-putin.html#ixzz3scVxVrCN
Post n°12781 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Andrea Guglielmino25/11/2015 E’ un Giordana amareggiato quello che apre il convegno internazionale “CINEMA & STORIA. Tempo, memoria, identità nelle immagini del nuovo millennio”, curato da Christian Uva e Vito Zagarrio per il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre che parte oggi a Palazzo Braschi di Roma e abbinato alla mostra fotografica “WAR IS OVER! L’Italia della Liberazione nelle immagini dei U.S. Signal Corps e dell’Istituto Luce, 1943-1946”, promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dal MIBACT e Istituto Luce Cinecittà.
“Ho cominciato nel ’79 con Maledetti, vi amerò – dice il regista – era un film contemporaneo, che si collocava un anno dopo i fatti del rapimento Moro. Parlava dei problemi di quel tempo, innescati dalla degenerazione del ’68. E io sentivo che la situazione italiana era grave, rispetto agli altri paesi, perché mentre nel resto del mondo, dall’Europa agli USA al Giappone passando perfino per il blocco sovietico, il tutto era stato metabolizzato con delle riforme, ed era diventato parte del progetto istituzionale, e tutti avevano capito che quella rivoluzione aveva buoni motivi d’essere, in Italia questi problemi erano stati ignorati. Si era dato delle cariche ai Capi della rivoluzione, gli si era fatto far carriera, ma senza risolvere nulla. E la storia si ripeteva, in continuazione. E quindi io avevo l’esigenza di puntare il dito su quei problemi, di sottolineare come ancora bruciassero, e fosse necessario affrontarli. Ma nel frattempo il tempo passava e i miei film diventavano film in costume. Negli anni ’70 gli attori prendevano gli abiti dal loro guardaroba, poi ha cominciato a servirmi il costumista. E mi è piaciuto anche guardare le reazioni del paese, solo che la sinistra, a cui io sentivo di appartenere, non solo non li ha adottati, ma ha rivolto a questi film le critiche più severe e, devo dire, spesso anche le più sciocche. Proprio da quelli che io pensavo si sarebbero potuti sentirne rappresentati. In seguito alle polemiche per Romanzo di una strage, mi sono stufato, lo ammetto. Non voglio più occuparmi di questi problemi, perché è inutile, purtroppo. E’ stato un brutto divorzio, tra me è la politica. Non di quelli a seguito dei quali si resta amici. Io non la voglio più vedere, proprio perché l’ho amata tanto. Però ho ancora voglia di amare, amo il mio paese, la società. Ma preferisco dedicarmi al teatro, o a occasioni come questa, dove ho modo di guardare in faccia e conoscere le persone che vengono a vedere i miei film, che spesso sono più simpatiche di quelli che ne scrivono, anche se forse così dicendo faccio torto a tanti che invece mi hanno sostenuto. Ammetto di aver fatto degli errori anche madornali, oggi non li rifarei, ma lo scatto del pregiudizio non aiuta nemmeno i giovani a crescere, e a sviluppare i loro talenti. Crea solo quella spaventosa malinconia che è la responsabilità più grande della mia generazione”.
Il convegno, che si svolgerà in due giornate di studio (26 e 27 novembre) tra il Polo Aule Dams dell'Università e il Teatro Palladium, inviterà il pubblico a riflettere su nuove prospettive di ricerca e inedite ipotesi di lavoro circa il rapporto tra le immagini e la storia.
Post n°12780 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Stefano Stefanutto Rosa23/11/2015 TORINO. All’inizio degli anni ’50 Giulio Andreotti, all’epoca sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, impedì l’uscita per motivi di ordine pubblico di Tragica alba a Dongo, negando il visto di censura a un film documentario (lunghezza 38 minuti) che ricostruisce il tentativo di fuga in Svizzera, la cattura e la fucilazione di Benito Mussolini eClaretta Petacci. La censura congelò il film anche negli anni successivi e i produttori s'arresero abbandonandolo alla sua sorte. Tragica alba a Dongo venne proiettato in pubblico solo una volta proprio a Torino nel 1989, in occasione del settimo Festival Cinema Giovani nell’ambito di una retrospettiva del neorealismo curata da Alberto Farassino che lo rintracciò nel magazzino di uno dei produttori. Poi se ne persero le tracce finché una copia, acquistata da un membro della famiglia Paternò in un mercato dell’antiquariato di Trieste, è stata rinvenuta in una casa bunker in Austria e affidata al Museo del Cinema per il restauro realizzato dal laboratorio L’immagine ritrovata e presentata oggi al TFF in una sala affollata.
Tragica alba a Dongo venne realizzato tra il 1949 e il 1950 - su iniziativa di due ex partigiani e successivamente agenti del PWB americano, Ugo Zanolla e Emilio Maschera - da due giornalisti Vittorio Crucillà (regia) e Ettore Camesasca (sceneggiatura), entrambi senza esperienza cinematografica, con unico professionista l'operatore Duilio Chiaradia. Non professionisti anche gli interpreti, addirittura le stesse persone che avevano partecipato agli eventi: alcuni dei partigiani che arrestarono Mussolini e la Petacci, un soldato tedesco della colonna in fuga e i coniugi De Maria presso la cui abitazione, mostrata nel film insieme ai luoghi dei fatti, i due prigionieri trascorsero la loro ultima notte di vita. Si tratta di una produzione semiamatoriale, con pochi dialoghi, dominata da una musica a volte ridondante e dal commento storico-politico di uno speaker e con il personaggio di Mussolini mai mostrato in viso e il più delle volte di spalle.
Il linguaggio è in alcuni momenti didascalico, essenziale forse per arrivare a tutti gli spettatori: ‘Ogni riferimento personale appartiene alla storia dei fatti’; ‘L’ora della fucilazione ‘è venuta’; ‘Qui i criminali fascisti hanno pagato’ e in chiusura del film ‘La tragica alba attende la sua aurora’. Il docente universitario Franco Prono, intervenendo alla presentazione moderata da Alberto Barbera, puntualizza che il visto di censura richiesto riguardò solo l’esportazione del film, con l’evidente rinuncia dell’uscita nelle sale italiane. Determinanti in quella stagione erano sia il parere della famiglia Mussolini sia del Comune di Dongo.
Per lo storico Giovanni De Luna il film ci mostra la versione ufficiale della fine di Mussolini, versione consolidata dal punto di vista storiografico con un’inesattezza: lo scontro a fuoco tra i partigiani e i tedeschi in fuga non avviene dopo la trattativa per passare indenni il confine, ma prima. De Luna sottolinea poi come il film evidenzi una natura ‘difensiva’: l’accusa principale mossa a Mussolini è quella di aver condotto il paese alla guerra più che l’assenza di democrazia e l’appello del film è rivolto a una generica lotta per la libertà. Nonostante ciò il film rimase bloccato, segno evidente del clima politico conservatore dell’Italia democristiana degli anni ’50.
Post n°12779 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
La locandina spoiler che fa impazzire i fan de Il Trono di Spade. Jon Snow è vivo? Vivo, morto o X, cantava Ligabue venti anni fa. Una canzone che ben si addice alla prossima stagione de Il Trono di Spade, la serie ormai diventata di culto che sta facendo impazzire giovani e adulti. Al centro del mistero Jon Snow, uno dei protagonisti, che nell'ultima puntata shock della scorsa serie era stato accoltellato a tradimento. Sulla vicenda si erano inseguiti i rumors più vari a cominciare dalla presenza o meno di Kit Harington sul set, ma dalla locandina fatta uscire dall Hbo (c'è lui in primo piano insaguinato, ferito ad un occhio e con la testa rivolta verso il basso) si intuisce la presenza di Snow,anche se bisogna vedere in che veste. La nuova serie arriverà su Hbo ad aprile per la gioia dei fan visto che si era paventato uno slittamento per lasciare posto ad altre serie tv presenti sul palinsesto invernale. La HBO non si piega dunque ai ritardi di George Martin e prosegue con la stessa programmazione che ha sempre portato avanti dalla prima stagione: aprile è sempre stato il mese di Game of Thrones e continuerà ad esserlo. Tramite la propria pagina ufficiale Facebook, la serie ha diffuso un'immagine raffigurante Jon Snow con la data certa: aprile. Nessun dubbio, quindi. Una sorta di locandina spoiler sul personaggio ucciso dagli altri Guardiani della Notte nell'ultima puntata della quinta stagione. Sebbene George R.R. Martin, gli autori e Kit Harington avessero confermato l'uscita di scena del personaggio, durante l'estate scorsa sono circolati degli indizi che facevano presupporre una sua presenza sul set della sesta stagione. Il network, a fronte di queste notizie, ha deciso di giocare con il pubblico, non rivelando effettivamente che fine farà Jon Snow, ma rendendolo protagonista del primo poster della sesta stagione, rilasciato nello scorse ore. Tutto questo nonostante le dichiarazioni del presidente del network, Michael Lombardo che, al Television Critics Association press tour, aveva confermato l'uscita di scena dell'attore: " Un morto è un morto. E' morto. Sì. Da tutto ciò che ho visto, sentito e letto, Jon Snow è morto". Ma, si sa, nel cinema e soprattutto nelle serie tv, i morti a volte ritornano.
Post n°12778 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Titolo originale: Love the Coopers Sam e Charlotte stanno per separarsi ma hanno deciso di dirlo al resto della famiglia solo dopo Natale, per trascorrere felicemente tutti insieme un ultimo cenone. In realtà, sono tanti e diversi i segreti nascosti da ogni componente di questa strampalata famiglia! - DATA USCITA: 26 novembre 2015
- GENERE: Commedia
- ANNO: 2015
- REGIA: Jessie Nelson
- ATTORI: Olivia Wilde, Amanda Seyfried,Marisa Tomei, Diane Keaton, Anthony Mackie, John Goodman, Ed Helms, Alex Borstein, Alan Arkin, Jake Lacy, Timothée Chalamet, Jon Tenney, June Squibb, Dan Amboyer
- SCENEGGIATURA: Steven Rogers
- PRODUZIONE: CBS Films, Groundswell, Imagine Entertainment
- DISTRIBUZIONE: Notorious Pictures
- PAESE: USA
- DURATA: 107 Min
Post n°12777 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Post n°12776 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Adriano e Gloria si ritrovano ad affrontare il dramma della malattia rara da cui è affetto il loro bambino. I medici non riescono a trovare una risposta, il "deficit di solfito ossidasi", come tutte le malattie rare, è incurabile. Adriano inizierà a studiare la correlazione tra malattia e psiche, a studiare la cellula ed i conflitti emotivi che le persone hanno nel corso della vita, convincendosi che la malattia fa parte di un "programma biologico sensato", un programma di sopravvivenza naturale. Si avvicina così alla "Nuova medicina" e alle sue cinque leggi biologiche, iniziando una disperata lotta contro il tempo, contro tutto e tutti. Nel frattempo, uno strano rapimento sconvolge la vita di un'altra giovane famiglia e le indagini sul caso si intrecciano con la storia di Adriano. Riuscirà Adriano a salvare suo figlio, a svincolarsi dalle indagini e a diffondere la conoscenza della tanto oscurata "Nuova medicina"?. - DATA USCITA: 26 novembre 2015
- GENERE: Drammatico
- ANNO: 2015
- REGIA: Giampiero Caira
- ATTORI: Cristina Serafini, Orso Maria Guerrini, Nela Lucic, Daniele Favilli, Massimo Bonetti, Lina Bernardi, Matteo Tosi, Paola Crova, Giampiero Caira, Arianna Moro,Fabrizio Bordignon
Post n°12775 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) avvicina per lavoro dirigenti totalmente incompetenti e irresponsabili che rischiano ogni volta di mandare in rovina le imprese che gestiscono. Lui li frequenta, gli diventa amico e infine li convince ad andarsene evitando così il fallimento delle aziende e la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. E' il lavoro più strano e utile che potesse inventarsi e non sbaglia un colpo, mai. Ma una mattina un'auto cade in un lago e tutto cambia. Filippo e Camilla, due fratelli di 18 e 13 anni, rimangono orfani di un'importante coppia di imprenditori. Enrico viene chiamato col compito di impedire che due adolescenti possano diventare i dirigenti di un gruppo industriale d'importanza nazionale. Dovrebbe essere il caso più facile, il coronamento di una carriera ma tutto si complica e l'arrivo inatteso della fidanzata straniera di suo fratello rende le cose ancora più difficili. In realtà sarà il caso che Enrico aspettava da tanto tempo, quello che cambierà tutto, per sempre. - FOTOGRAFIA: Vladan Radovic
- PRODUZIONE: Pupkin Production
- DISTRIBUZIONE: BIM
- PAESE: Italia
- DURATA: 117 Min
Post n°12774 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Post n°12773 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Post n°12772 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Tre personaggi di tre epoche diverse vengono uniti da un sogno di libertà e da un piccolo capolavoro di letteratura. Un viaggio misterioso e senza tempo attraverso le aspirazioni, le sofferenze e le "fantasticherie" di un poeta, di un giovane studente e di un bambino sperduto nel bosco.
Post n°12771 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Titolo originale: Le tout nouveau testament Una commedia surreale in cui Dio è un vero e proprio personaggio che vive a Bruxelles. Sulla terra però, Dio è un vigliacco, con una morale meschina ed è davvero odioso con la sua famiglia. Sua figlia, Ea, si annoia a casa e non sopporta di essere rinchiusa in un piccolo appartamento nell'ordinaria Bruxelles, fino al giorno in cui decide di ribellarsi contro il padre, entrare nel suo computer e trapelare al mondo intero la data fatale della loro morte. Improvvisamente tutti cominciano a pensare a cosa fare con i giorni, i mesi, e gli anni che hanno ancora a disposizione...
Post n°12770 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Post n°12769 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Titolo originale: The Good Dinosaur Che cosa sarebbe successo se l'asteroide che ha cambiato per sempre la vita sulla Terra non avesse colpito il nostro pianeta e i dinosauri non si fossero mai estinti? Il nuovo lungometraggio Disney Pixar Il Viaggio di Arlo trasporterà il pubblico in un viaggio epico nell’era della preistoria, dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringe un'insolita amicizia con un essere umano. Attraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace. - SCENEGGIATURA: Meg LeFauve
- MUSICHE: Jeff Danna, Mychael Danna
- PRODUZIONE: Pixar Animation Studios
- DISTRIBUZIONE: Walt Disney Pictures
- PAESE: USA
- DURATA: 100 Min
- FORMATO: 2D e 3D
Post n°12768 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Un ragazzo di buona famiglia riduce in fin di vita un altro adolescente, che ora lotta tra la vita e la morte. Il cerchio che si era rotto molti anni prima si riapre drammaticamente. Un crimine che riunisce, dopo trent'anni di lontananza, tre amici chiamati a saldare i conti con il proprio passato, inchiodati alle proprie colpe dal padre del giovane indagato che presenta il conto ai suoi amici. Un noir esistenziale che descrive i lati più oscuri della vita umana e li illumina di speranza e di perdono. NOTE: Liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Gaetano Savatteri, Sellerio 2008.
Post n°12767 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Gaetano, giovane napoletano timido ed impacciato, si sente estraneo all'ambiente e alla famiglia, tradizionale e rassegnata, con un padre monco in attesa che un miracolo gli faccia ricrescere la mano. Decide di "ricominciare da tre" perché una o due cose buone le ha fatte e non intende buttarle via. Con la speranza che gli viene da questi precedenti si mette sulla strada e giunge a Firenze, in compagnia d'un matto candidato suicida. Nel capoluogo toscano si appoggia da una zia; scoperto che questa convive con un professore, la lascia alla sua libertà e accetta l'ospitalità di un giovane italoamericano, che lo vuole iniziare alla predicazione della "parola" in una setta protestante. - DATA USCITA: 23 novembre 2015
- GENERE: Commedia
- ANNO: 1981
- REGIA: Massimo Troisi
- ATTORI: Massimo Troisi, Lello Arena,Fiorenza Marchegiani, Jeanne Mas, Marco Messeri, Michele Mirabella, Marta Bifano,Michetta Farinelli, Carmine Faraco, Vincent Gentile, Marina Pagano, Renato Scarpa,Giuliano Santi, Deddi Savagnone, Lino Troisi
- SCENEGGIATURA: Massimo Troisi, Anna Pavignano
- FOTOGRAFIA: Sergio D'Offizi
- MONTAGGIO: Antonio Siciliano
- MUSICHE: Pino Daniele
- PRODUZIONE: FULVIO LUCISANO E MARIO BERARDI PER LA FACTORY CINEMATOGRAFICA E LA ITALIAN INTERNATIONAL FILM
- DISTRIBUZIONE: Microcinema (edizione restaurata 2015) - IIF - MEDUSA CINEMATOGRAFICA - DOMOVIDEO, GENERAL VIDEO, DE AGOSTINI, SKORPION ENTERTAINMENT, L'UNITA' VIDEO
- PAESE: Italia
- DURATA: 109 Min
Post n°12766 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Post n°12765 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Ricomincio da tre Ricomincio da tre - DATA USCITA: 23/11/2015
- GENERE: Commedia
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 1981
- REGIA: Massimo Troisi
- CAST: Massimo Troisi, Lello Arena, Fiorenza Marchegiani
- DATA USCITA: 24/11/2015
- GENERE: Documentario, Musicale
- NAZIONALITA': Germania
- ANNO: 2015
- REGIA: Norbert Heitker
- CAST:
Il Viaggio di Arlo The Good Dinosaur - DATA USCITA: 25/11/2015
- GENERE: Animazione, Avventura
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2015
- REGIA: Peter Sohn
- CAST:
A Bigger Splash A Bigger Splash - DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Thriller, Drammatico
- NAZIONALITA': Italia, Francia
- ANNO: 2015
- REGIA: Luca Guadagnino
- CAST: Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Matthias Schoenaerts
Babbo natale non viene da Nord Babbo natale non viene da Nord - DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Commedia
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2015
- REGIA: Maurizio Casagrande
- CAST: Maurizio Casagrande, Annalisa Scarrone, Giampaolo Morelli
- DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2015
- REGIA: Fabrizio Conte
- CAST: Jerry Ferrara, Jessica Szohr, Robert Davi
Dio esiste e vive a Bruxelles Le tout nouveau testament - DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Commedia
- NAZIONALITA': Belgio, Francia, Lussemburgo
- ANNO: 2015
- REGIA: Jaco van Dormael
- CAST: Benoît Poelvoorde, Yolande Moreau, Catherine Deneuve
Fantasticherie di un passeggiatore solitario Fantasticherie di un passeggiatore solitario - DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Animazione, Fantasy
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2015
- REGIA: Paolo Gaudio
- CAST: Luca Lionello, Lorenzo Monaco, Nicoletta Cefaly
Il sapore del successo Burnt - DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Drammatico, Commedia, Sentimentale
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2015
- REGIA: John Wells
- CAST: Bradley Cooper, Sienna Miller, Omar Sy
La felicità è un sistema complesso La felicità è un sistema complesso - DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Commedia
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2015
- REGIA: Gianni Zanasi
- CAST: Valerio Mastandrea, Hadas Yaron, Giuseppe Battiston
Lacrime di San Lorenzo Lacrime di San Lorenzo - DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2015
- REGIA: Giampiero Caira
- CAST: Cristina Serafini, Orso Maria Guerrini, Nela Lucic
Natale all'improvviso Love the Coopers - DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Commedia
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2015
- REGIA: Jessie Nelson
- CAST: Olivia Wilde, Amanda Seyfried, Marisa Tomei
- DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Thriller
- NAZIONALITA': USA
- ANNO: 2015
- REGIA: M. Night Shyamalan
- CAST: Kathryn Hahn, Olivia DeJonge, Ed Oxenbould
Uno per tutti Uno per tutti - DATA USCITA: 26/11/2015
- GENERE: Drammatico
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2015
- REGIA: Mimmo Calopresti
- CAST: Fabrizio Ferracane, Giorgio Panariello, Thomas Trabacchi
Post n°12764 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
Post n°12763 pubblicato il 26 Novembre 2015 da Ladridicinema
MONDO14:35 25.11.2015(aggiornato 15:07 25.11.2015) URL abbreviato 5182930 Sui social network riscuote di nuovo grande successo l'hashtag #StandwithRussia, con cui utenti di tutto il mondo esprimono la loro solidarietà alla Russia dopo l'abbattimento del SU-24. Ecco una selezione dei post pubblicati: Il 24 novembre l'aviazione turca ha abbattuto un caccia russo SU-24 che prendeva parte all'operazione dell'Aeronautica russa contro l'organizzazione terroristica ISIS. Ankara ha giustificato il suo gesto dicendo che l'aereo avrebbe violato lo spazio aereo turco. Questa versione è stata condivisa anche dalla NATO. Il Ministero della Difesa russo ha comunicato che l'aereo è stato abbattuto sul territorio siriano. Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che l'aereo è stato abbattuto da un missile "aria-aria" di un F-16 turco sul territorio siriano, dopodichè si è schiantato in Siria, a 4 chilometri dal confine con la Turchia. I semplici cittadini hanno deciso di manifestare solidarietà alla Russia in diversi modi. I moscoviti hanno organizzato una manifestazione di protesta di fronte all'ambasciata turca: Manifestazione di protesta di fronte all'ambasciata turca a Mosca Gli utenti internazionali dei social network hanno lanciato l'hashtag #StandwithRussia — Io sto con la Russia In Italia l'hashtag più popolare è #iostoconputin, oltre ad #iostoconlarussia Alle "primavere arabe" preferisco il lungo inverno Russo, ha il fondamentale pregio di essere vero. #iostoconputin pic.twitter.com/wMqSTcII1p
Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/mondo/20151125/1607162/SU-24-REAZIONI.html#ixzz3scJvKomd
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il 28/03/2022 alle 11:57
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il 15/10/2020 alle 16:34
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il 13/11/2019 alle 16:33
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il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45