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La ruota delle meraviglie da bestmovie

Post n°14144 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

La ruota delle meraviglie: l’omaggio di Woody Allen al grande teatro americano è un gioiello per spettatori appassionati. La recensione
La ruota delle meraviglie: l’omaggio di Woody Allen al grande teatro americano è un gioiello per spettatori appassionati. La recensione

Un giostraio dal cuore buono, una ex attrice infedele, un bagnino affascinante e una pupa in fuga da un gangster. A mezza via tra cinema e palcoscenico, il regista americano scopre un’ispirazione nuova e vecchia al contempo

di Giorgio Viaro 06/12/201
Uno sguardo dalla ruota panoramica, avrebbe potuto chiamalo così il suo film Woody Allen per quanto è forte il legame con il teatro americano – Eugene O’Neill, Tennessee Williams e Arthur Miller in particolare. Quasi tutta la storia si svolge nella casa di Humpty (Jim Belushi), un giostraio di Coney Island, sposato con Ginny (Kate Winslet), un’ex-attrice frustrata e innamorata del bagnino Mickey (Justin Timberlake), che a sua volta aspira a diventare drammaturgo. Amore ricambiato almeno fino a che non entra in scena Carolina (Juno Temple), figlia di Humpty da un precedente matrimonio e pupa di un gangster di New York, dal quale è scappata dopo averlo denunciato alle autorità.

Allen ha sempre definito la sua cultura “a macchia di leopardo”, nel senso che è preparatissimo su certe cose che ama e per nulla su altre, e La ruota delle meraviglie rispecchia bene questa immagine. Per chi ama il teatro è come vedere dei personaggi di Miller finire sul palco di un dramma di Williams (o viceversa, fate voi), ma con i tempi comici di Allen che fanno capolino qua e là, il suo cinema più riconoscibile appena dagli interni si esce in esterni, e una singola trovata sopra le righe – quella del bambino piromane – che è al 100% farina della sua ispirazione più pura (senza considerare l’importanza di Coney Island nella sua filmografia, basta pensare a Io e Annie).

In questo senso il film per lo spettatore è facile o difficilissimo a seconda delle passioni e dell’umore, ci sono molte parole dentro un contesto che è chiaro fin da subito, la storia ha la strada tracciata e tutto si riduce (ma “riduce” per modo di dire, c’è molta grandezza nel film) ai personaggi e al posto in cui vivono, che in questo caso rappresentano una cultura, un linguaggio, un immaginario. È enorme il piacere nel vedere la più grande attrice della sua generazione, cioè Kate Winslet, fare questo, cinema e teatro assieme, senza che sia mai completamente l’una o l’altra cosa, una specie di territorio ambiguo che non è palco e non è pellicola, illuminato con la stessa magniloquente incertezza da Vittorio Storaro.

Per questo la ruota del titolo è il simbolo esatto del film, perché più che un oggetto di scena è la scena stessa, la parte di mondo dipinta sul legno dei fondali, circondata dalle quinte, quella che si illumina dietro le finestre di cartapesta e ti invita a immaginare.

Per finire: è confortante scoprire come l’ispirazione di Woody Allen, proprio attraverso la collaborazione con Storaro e l’adozione del digitale, abbia subito una sterzata, si sia rimessa in movimento: Wonder Wheel non assomiglia troppo a niente della sua lunghissima carriera, e c’è dentro un calore senza tempo, un patrimonio di immagini e sentimenti, che assomiglia a un’eredità.

 

Foto: © Bir Film/Bioscop/Digicine/Magic Box/Mars Distribution/Mongrel Media/Odeon/Paradiso Entertainment/Warner Bros. /Amazon Studios/Cinetel

 
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Seven Sisters

Post n°14143 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema

Titolo originale: What Happened to Monday

 

Seven Sisters è un film di genere fantascienza, thriller del 2017, diretto da Tommy Wirkola, con Noomi Rapace e Willem Dafoe. Uscita al cinema il 30 novembre 2017. Durata 124 minuti. Distribuito da Koch Media.

Poster
TRAMA SEVEN SISTERS:

Seven Sisters (What Happened to Monday) dipinge un futuro orwelliano non lontano, popolato da figli unici e regolato da rigide imposizioni governative. 
Siamo nel nel 2073, un futuro non troppo lontano, in un mondo post-apocalittico in cui catastrofi meteorologiche, sovrappopolazione e scarsità di risorse stanno devastando il pianeta. Tensioni civili e politiche, guerre e profughi hanno cambiato il volto del mondo Una legge centrale, varata per arginare la crescita incontrollata della popolazione, permette alle famiglie il concepimento di un solo figlio per nucleo. La regola è stat istituita dal Bureau per il Controllo delle nascite, diretto dalla Dott.sa Cayman (Glenn Close) che impone l'ibernazione dei figli in eccesso. 
In questo contesto austero e limitato, sette sorelle gemelle, la cui madre è morta durante il parto, lottano per vivere un'esistenza normale fingendo di essere tutte la stessa persona (una ragazza di nome Karen Settman), e alternandosi nei suoi panni nel mondo esterno per qualche ora a settimana. Alle piccole Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica (tutte interpretate da Noomi Rapace), allevate dal nonno (Willem Dafoe), è permesso uscire di casa soltanto nel giorno corrispondente al proprio nome, con il divieto assoluto di rivelare il segreto della loro famiglia. Nascoste per sei giorni a settimana, camuffate nelle ore concesse all'esterno, crescono senz'altra compagnia che quella del nonno e delle sorelle, fino a quando una di loro, Lunedì per l'appunto, non sparisce nel nulla. Toccherà alle altre investigare sulla scomparsa della maggiore, anche se questo significa uscire al di fuori del giorno stabilito

Seven Sisters: Un'attrice, sette sorelle per i sette giorni della settimana, ognuna con il suo carattere, i suoi pregi e i suoi difetti: 
Lunedì è estremamente intelligente, sofisticata, elegante, forte, calma, ambiziosa e motivata. A lei spetta affrontare il giorno peggiore della settimana ed è colei che più fedelmente rappresenta Karen Settman. 
Martedì fuma spinelli, è alla mano e un po' new age. 
Mercoledì è atletica, esuberante, forte, sicura di sé, grintosa e una grande sportiva. 
Giovedì è la ribelle del gruppo. Sogna la libertà, ma ama profondamente le sue sorelle e diventa la leader. 
Venerdì è introversa, un piccolo genio della tecnologia, della matematica e della scienza. È la mente che sta dietro tutto. 
Sabato è estroversa, festaiola, simpatica, impertinente e, ovviamente, non ha mai dovuto lavorare un giorno in vita sua. 
Domenica è gentile, comprensiva e religiosa.

  • MUSICHEChristin Wibe
  • PRODUZIONE: Nexus Factory, Raffaella Productions, SND

 
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Seven sisters

Post n°14142 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Suburbicon

Post n°14141 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Suburbicon

Post n°14140 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Suburbicon è un film di genere commedia del 2017, diretto da George Clooney, con Matt Damon e Julianne Moore. Uscita al cinema il 06 dicembre 2017. Durata 105 minuti. Distribuito da 01 Distribution.

Poster

Suburbicon, la black comedy diretta da George Clooney da una vecchia storia dei fratelli Coen, nasconde sotto l'apparenza idilliaca un'implacabile ferocia, dipingendo il meglio e il peggio dell'umanità nelle azioni della gente comune. Il film è lo specchio ideale di un gioioso sobborgo californiano degli anni 50, fatto di casette allineate, giardini curati, gonne a ruota, occhialoni e colletti abbottonati, quasi quanto i suoi impeccabili abitanti. 
Il più abbottonato di tutti è il protagonista Gardner Lodge (Matt Damon), uomo di specchiata virtù che abita insieme alla sua famiglia in una delle villette pastello costruite con lo stampino. La sua pacifica esistenza viene stravolta da una brutale violazione di domicilio, sarà allora che, riscontrando la stessa lentezza e placidità nelle attività investigative, deciderà di farsi giustizia da solo. L'uomo perbene, consumato dal ricatto e dalla vendetta, è il primo a svelare la maschera di conformismo e ipocrisia che nasconde le meschinità della periferia e della natura umana. Nel cast anche Julianne Moore e Oscar Isaac

Il film nasce nel 1986 come sceneggiatura di Ethan e Joel Coen e diventa nel 2005 un film da affidare a Clooney regista e attore. 
Nel 2015 George decide di uscire dal cast, chiamando al suo posto, nel ruolo del protagonista, Matt Damon e invertendo la tendenza ad apparire, in parti più o meno significative, nelle sue stesse opere. 
Al copione dei talentuosi fratelli (dai quali è stato diretto in Fratello, dove sei? Burn After Reading e Ave, Cesare!) l'autore di Good Night, and Good Luck fa contribuire il suo fido collaboratore Grant Heslow e chiama a recitare Julianne Moore, Oscar Isaac e Woody Harrelson, che però esce subito di scena. Arrivano quindi Glenn Fleshler, il piccolo Noah Jupe e una serie di altri interpreti e si comincia a girare.



Presentato in concorso al 74esimo Festival di Venezia, Suburbicon è sì una dark comedy e un'incursione nei Fifties - "culla" di un sogno americano dai colori pastello - ma, come ogni film di Clooney, ha una forte connotazione politica. Nella sua condanna dell'intolleranza e del razzismo molti hanno visto una critica agli Stati Uniti di Donald Trump, e in effetti il regista ha pensato alla campagna elettorale del Presidente e al suo atteggiamento verso messicani e musulmani, come ha spiegato in più di un'intervista. La più importante ispirazione arriva però dalla triste storia di William e Daisy Meyer, coppia afroamericana che nel 1957 traslocò a Levittown, in Pennsylvania, scatenando le proteste della comunità bianca. Su di loro sono ricalcati (e si chiamano come loro) i personaggi della mamma e del papà di colore che diventano i vicini di casa dei Gardner e che subiscono attacchi sempre più violenti. 
Ecco, se c'è una parola che si associa bene con Suburbicon, è "escalation". Via via che la vicenda va avanti, infatti, il cinismo aumenta, togliendo spazio alla comicità, la cattiveria si impone e la crudeltà si scatena. 
Proprio questa "progressione" è l'elemento che ha appassionato al progetto Julianne Moore, attratta da una storia "sempre più dark e alla fine nerissima e costellata di gente brutta che fa cose brutte". 
Quanto a Matt Damon, che dopo un intenso periodo di lavoro intendeva fermarsi, non ha potuto dire di no al film per due ragioni: il ruolo gli sembrava divertentissimo e, dopo aver condiviso con l'amico George 7 set, semplicemente non poteva rifiutare la sua proposta di entrare nel cast di Suburbicon, anche perché, invece di girare ad Atlanta, come inizialmente previsto, Clooney aveva stabilito di effettuare le riprese a Los Angeles.

 

Presentato in Concorso al Festival di Venezia 2017.

FRASI CELEBRI:

 

Dal Trailer Italiano di Suburbicon:

Roger (Oscar Isaac): Se fai questo lavoro da tanto tempo sviluppi un fiuto per le cose losche, hanno un vago aroma... ma questo non ce l'ha quel vago aroma. 
Margaret/Rose (Julianne Moore): Grazie al cielo, direi. 
Roger: No, ha un vero fetore. 

Roger: Sciocchezze del genere poi tornano a perseguitarla... se l'avete uccisa voi. 

Due abitanti di Suburbicon: Questo è un posto sicuro? 
Lo era... 

Narratore: Benvenuti a Suburbicon, città meravigliosa ed entusiasmante. È stata costruita con la promessa di prosperità per tutti. Non pensi sia ora di un nuovo inizio? 

Gardner (Matt Damon) a Margaret/Rose: Va tutto a rotoli, Maggie. 

Narratore: Vieni a casa, vieni a Suburbicon!

 

  • MUSICHEAlexandre Desplat
  • PRODUZIONE: Black Bear Pictures, Silver Pictures, Smokehouse Pictures

 
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L'insulto

Post n°14139 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Il premio

Post n°14138 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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L'insulto

Post n°14137 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: L'insulte

L'insulto è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Ziad Doueiri, con Adel Karam e Kamel El Basha. Uscita al cinema il 06 dicembre 2017. Durata 110 minuti. Distribuito da Lucky Red.

Poster

Un litigio nato da un banale incidente porta in tribunale Toni e Yasser. La semplice questione privata tra i due si trasforma in un conflitto di proporzioni incredibili, diventando a poco a poco un caso nazionale, un regolamento di conti tra culture e religioni diverse con colpi di scena inaspettati. Toni, infatti, è un libanese cristiano e Yasser un palestinese. Al processo, oltre agli avvocati e ai familiari, si schierano due fazioni opposte di un paese che riscopre in quell'occasione ferite mai curate e rivelazioni scioccanti, facendo riaffiorare così un passato che è sempre presente.

 

Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile a Kamel El Basha al Festival di Venezia 2017.


  • PRODUZIONE: Rouge International, Tessalit Productions, Ezekiel Films, Scope Pictures, Douri Films

 
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Dopo l’incontro con il Presidente Grasso, al via la discussione in Aula

Post n°14136 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema

 

 

Filomena Gallo, Mina Welby e Carlo Troilo consegnano 27mila firme sul BioTestamento al Presidente del Senato Grasso
Dopo l’incontro con il Presidente del Senato Pietro Grasso, al via la discussione in AulaIl segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, la copresidente Mina Welby e il consigliere generale Carlo Troilo hanno incontrato questa mattina il Presidente del Senato, Pietro Grasso, per consegnargli le oltre 27mila firme raccolte in calce all’appello di Dj Fabo per un’immediata approvazione senza modifiche  della legge sul biotestamento.

Queste firme si vanno a sommare alle oltre 121mila firme raccolte sotto la più generale proposta di legge popolare depositata nel settembre 2013, alle oltre 158mila sottoscrizioni dell’appello lanciato da Mina Welby, così come all’appello dei senatori a vita e a quello dei quasi 90 sindaci italiani e 2 presidenti di regione.

Tutti gli appelli citati hanno un unico obiettivo: l’immediata discussione della legge sul BioTestamento.

Il Presidente Grasso ha confermato a Gallo, Welby e Troilo il suo impegno per la calendarizzazione della legge sul testamento biologico e anche la trattazione in Aula già a partire da questa settimana. Le cose sono andate meglio del previsto: la legge è in discussione in aula già da questo pomeriggio.

I dirigenti dell’Associazione, che è stata la promotrice e la più attiva sostenitrice della legge, hanno ringraziato il Presidente Grasso, auspicando l’approvazione di queste norme di civiltà di cui in tutto l’Occidente solo l’Italia e l’Irlanda sono prive; una legge grazie alla quale si potrà contribuire ad evitare vicende drammatiche come quelle di Welby ed Englaro e di tanti altri.

 
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Venezuela. Anche Il Sole 24 Ore smentisce le fake news di Repubblica sul default da antidiplomatico

Post n°14135 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Venezuela. Anche Il Sole 24 Ore smentisce le fake news di Repubblica sul default
 
Ricorderete tutti i titoloni sparati dal mainstream sul presunto default del Venezuela. Una notizia senza alcun fondamento, prontamente smentita da l’AntiDiplomatico

di Fabrizio Verde
 

L’autocitazione non è elegante, ma diviene doverosa quando attraverso un’operazione di grossolana mistificazione della realtà siamo stati gettati nel calderone dei creatori di bufale, o fake news, per utilizzare la terminologia più in voga in questo momento. 

 

Ricorderete tutti i titoloni sparati dal mainstream sul presunto default del Venezuela. Una notizia senza alcun fondamento, prontamente smentita da l’AntiDiplomatico. Come sempre avviene quando vi sono in ballo questioni venezuelane. Ci sia concessa questa sorta di autocelebrazione del nostro lavoro. 

 

Passiamo adesso in rassegna alcuni titoli per capire meglio come veniva definita la situazione economica del Venezuela a metà novembre. La Repubblica - a proposito di fake news - il 14 novembre titola: «Venezuela a un passo dal default». Rincarando la dose il giorno successivo:  «Il Venezuela di Maduro a un passo dal default». 

Anche Il Sole 24 Ore, il 14 novembre, scriveva: «Il Venezuela in default mette nei guai anche gli Usa». Seguito a ruota da Il Giornale che afferma sicuro: «Il Venezuela sta fallendo, il default questione di giorni». 

 

Il quotidiano della Confindustria invece quest’oggi, bontà sua, ci informa che la situazione è ben diversa da quella descritta da circuito informativo mainstream. Con il paradosso che Il Sole stesso arriva a smentirsi. Nell’articolo odierno si legge: «Il Venezuela finora ha onorato i suoi debiti, regolarmente arrivati presso Clearstream, una delle stanze di compensazione finanziaria con sede a Lussemburgo. Clearstream ha ricevuto da Caracas i 20 milioni di dollari versati da PDVSA, obbligazioni con scadenza 2019 e 2024, ma non li ha ‘girati’ agli obbligazionisti. Quindi il governo di Maduro non è caduto in default. Ma agli obbligazionisti non è arrivato nulla. In altre parole alcuni fondi americani avrebbero invitato le stanze di compensazione a bloccare la distribuzione ai clienti». 

 

Il meccanismo utilizzato contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela viene poi denunciato anche dal ministro per il Petrolio, Manuel Quevedo, intervistato da Il Sole 24 Ore: «Ogni volta che c’è stata una scadenza abbiamo subito reso disponibile il denaro. Ma tutte le volte che si avvicina la data, allora comincia la cospirazione per far si che i pagamenti siano ritardati, comincia tutto un maneggio per far vedere che noi non stiamo pagando puntualmente».

Il dirigente venezuelano infine assicura: «Noi abbiamo disponibilità di risorse, flussi di cassa sufficienti e produzione per pagare». 

 

Ecco invece cosa scriveva l’AntiDiplomatico sulla questione per smentire proprio chi ci accusa di propalare fake news: «I titoli sono ad effetto. ‘Il Venezuela è in default’, gridano. Una circostanza che andrebbe a corroborare le montagne di fake news propalate da anni. Da lungo tempo, infatti, il circuito informativo mainstream si affanna nel voler dimostrare che il sistema economico socialista del Venezuela sarebbe in realtà insostenibile. Che l’unica strada praticabile da percorrere, volenti o nolenti, è quella del neoliberismo. Con il suo inevitabile corollario di fame e miseria crescente. 


Leggi: «Venezuela in default», una notizia costruita a fini politici

Possiamo fidarci degli annunci dati dai soliti noti della stampa mainstream in servizio perenne contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela? La risposta è no».

 

Citando inoltre quanto affermato dall’analista internazionale Francisco González che ai microfoni di RT, spiegava come si trattasse esclusivamente di «default medianico». Con i media mainstream impegnati a diffondere questa fake news per «generare paura tra gli investitori privati».In maniera tale da impedire l’acquisto di obbligazioni e frenare gli investimenti in Venezuela. 

 

Fu sempre l’AntiDiplomatico a denunciare nell’articolo intitolato ‘Guerra economica: Euroclear blocca fondi venezuelani per l’acquisto di alimenti e medicinali’, come questi organismi di compensazione finanziaria agiscano sullo scacchiere geopolitico su ordine di Washington per ostacolare quei paesi come il Venezuela che sono in contrasto con le politiche di aggressione degli Stati Uniti.

Antonio Gramsci diceva che la storia insegna ma non ha scolari. Siamo sicuri che questi media torneranno a propalare fake news sulla questione venezuelana così come fanno da anni. Nonostante le diffamazioni, noi continueremo a smontare le loro bufale punto su punto.   

 
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Il premio

Post n°14134 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Il Premio è un film di genere commedia del 2017, diretto da Alessandro Gassmann, con Gigi Proietti e Alessandro Gassmann. Uscita al cinema il 06 dicembre 2017. Durata 100 minuti. Distribuito da Vision Distribution.

Poster

Il terrore dell'aereo e la prospettiva di un volo cadenzato da scossoni e turbolenze, convincono Giovanni Passamonte (Gigi Proietti) incensato scrittore di fama internazionale, a intraprendere un lungo viaggio in auto fino in Svezia. Destinazione: Stoccolma, Sala dei concerti, per la cerimonia di consegna dei premi Nobel. Insignito dell'ambito Premio per la letteratura, Passamonte convince il fidato assistente Rinaldo (Rocco Papaleo) a raggiungere la penisola scandinava prendendo l'autostrada. I due si ritrovano inaspettatamente a condividere l'abitacolo con i figli del vecchio scrittore, entrambi in cerca di una svolta: Oreste (Alessandro Gassmann) ex olimpionico e proprietario di una palestra in fallimento, e Lucrezia (Anna Foglietta) blogger nevrotica e inconcludente. Ogni tappa del viaggio diventa pretesto per guardare ad antiche dinamiche familiari, mettere in discussione le proprie certezze e conoscersi veramente.

  • PRODUZIONE: MG Italian International Film

 
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