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Il trionfo degli uomini liberi

Post n°224 pubblicato il 25 Marzo 2007 da Pars1fal
Foto di Pars1fal

"300", regia di Zack Snyder, USA 2006, con Gerard Butler, Lena Headey, Dominic West, Vincent Regan, Rodrigo Santoro.

Gli amanti del genere attendevano da tempo e con soprirazione l'ascesa nelle sale cinematografiche della nuova opera tratta dal genio visionario di Frank Miller: 300! Le attese non sono state deluse, il film di certo va ad accompagnarsi alle altre due sole pellicole che, secondo il mio modestissimo parere, sono riuscite a rendere possibile e tangibile il reale connubio tra cinema e fumetto: Sin City e Batman Begins (andrebbe annoverato anche Kill Bill, ma la sua origine è differente). Pur non sottovalutando il valore di altre opere dall'indubbio carisma e appeal per gli amanti del genere (i vari X-Men, Spider Man...), i tre film in questione riescono appieno nell'impresa di produrre uno spettacolo pirotecnico di multimedialità (sarà presto anche un videogioco) per gli occhi dello spettatore, tanto che ad ogni cambio di inquadratura, o scena, sembra quasi di poter sfogliare col solo battito delle ciglia l'enorme schermo che si frappone fra le nostre emozioni e le immagini.

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E' ovvio che non si può parlare di perfezione. Ricordando che 300 non è un film storico, quindi tanto meno "manualistico", la Storia, con la S maiuscola, si alterna all'estremizzazione del fumetto, rendendo materiale la mitologia (basti pensare alla rappresentazione degli immortali) prodotta dai freneteci neuroni di Miller. Non sempre il regista Snyder riesce a stare al passo del disegnatore, le scene iniziali risultano troppo didascaliche e appensantite dal pur necessario intervento del "bardo" Dilios, narratore dell'epopea spartana, tra dialoghi che travalicano spesso il livello di guardia tra la "spacconaggine" yankee e il furore greco. Non mancano le citazioni, dal Il gladiatore a Sin City, per la filmografia, alla religione (tra gli esempi, la fine di Leonida ricorda molto la crocifissione del Cristo e il martirio di San Sebastiano), al panorama politico attuale (da qui le polemiche), anche se difficilmente si può paragonare l'eroico, stoico e fin troppo pazzo Leonida al presidente statunitense, basti solo pensare al sacrificio finale del primo...

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Senza svelare alcun aspetto della trama (che non sia relativo al fatto storico), posso affermare senza paura d'essere smentito che le scene finali del film valgono l'intero prezzo del biglietto (ahimè troppo caro) dove l'eccelso lavoro fotografico raggiunge l'apice del suo splendore. Un film da apprezzare dunque con occhio prettamente a-storico, un ennesimo passo del nuovo corso del cinema fantasy amaricano, il quale reinventa la storia, ignorando le analisi scientifiche e rapportandola prettamente al presente, conscio dell'enorme potenzialità dei suoi artisti e della tecnologia digitale.

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Concludo consigliandovi la lettura de "Lo scudo di Talos" di Valerio Massimo Manfredi in cui troverete molti elementi in comune con la sceneggiatura del film.

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