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Cinerama

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Quando il diavolo riesce a convincerci che non esiste.

Post n°34 pubblicato il 23 Dicembre 2005 da Pars1fal

"I soliti sospetti", "The Usual Sospect", Usa 1995, regia di Bryan Singer, con Kevin Spacey, Benicio del Toro, Kevin Pollack, Chaz Palminteri, Pete Postlethwaite.

Se durante le feste, mentre vi rilassate nei giorni di meritata vacanza dal lavoro, avrete voglia di vedervi un film che non sia la solità (non fraintendiamoci, alcuni sono dei classicissimi) solfa natalizia, mi permetto di consigliarvi il miglior thriller degli anni '90 (ma forse degli ultimi vent'anni), "I soliti sospetti". Bryan Singer, regista dei due "X-Men" e in lavorazione con "Superman", dirige ottimamente la pellicola vincitrice di due premi Oscar (Attore non protagonista-Kevin Spacey e Miglior sceneggiatura), giallo enigmatico e ad alta tensione.

La narrazione è affidata a Verbal Kint (Kevin Spacey), delinquente dalle scarse qualità, che si ritrova nella centrale di polizia a svuotare il sacco sul triste epilogo di un affare andato male, e sulla fine dei suoi compari morti ammazzati. Sulle teste dei protagonisti aleggia il fantasma del misterioso Kaiser Sose, burattinaio di tutta l'operazione.

Come succede spesso (ad esempio in "Titanic"), ci viene offerta la possibilità di scrutare oltre le nostre reali possibilità; quando il racconto si protrae anche in spazi che il narratore stesso non può aver visto ma si materializzano nel suo racconto. Sta a noi credere o sospettare.

Un film che ci fa rimanere incollati al video dall'inizio alla fine, con scene memorabili (il porto) e dialoghi pungenti e sferzanti, davvero da vedere e rivedere senza mai stancarsi.

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