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HIV e apparenze...

Post n°85 pubblicato il 04 Dicembre 2011 da rexees
 
Tag: Dilemmi

Vi è capitato mai di sentirvi totalmente inutili, totalmente insensibili a ciò ke accade intorno a voi?!

 

L’altro giorno, mentre ero prossimo a coricarmi, in Tv (cosa che non spesso guardo, considerata da me non inutile…DI PIU’) mostravano un programma televisivo straniero dove le apparenze possono ingannare. Due ragazzi, comuni ragazzi aggiungerei, di luoghi di provenienza differenti, avevano una cosa in comune. Una Michelle l’altro Mark non sapevano di avere un comune “destino”. Ora non soffermiamoci sulla parola destino ma sul fardello che erano costretti a portare. Michelle oltre a essere una ragazza allegra, una ragazza estrosa, una ragazza che si diverte con gli amici a cui piacciono i tatuaggi è sieropositiva. Questo significa che era soggetta all’HIV e che quindi era costretta a nascondere questo suo lato(più brutto oserei dire) a chiunque. E’ evidente la difficoltà ma è altrettanto evidente il rimpianto, è altrettanto evidente quanto lei sia amareggiata per non aver usato le giuste precauzioni all’età di 22 anni (ora 26) con un ragazzo conosciuto in una discoteca. Oggi lei si pente di questo e nonostante abbia un ragazzo (al corrente di questa sua “mancanza”) che non glielo faccia pesare perché il suo è ciò ke noi tutti chiamiamo vero amore, per la ragazza vivere in comunità non è molto facile. Lo dimostra lo stato depressivo nel quale la ragazza è entrata appena l’ha scoperto. Ha iniziato a bere, ha iniziato a trascurarsi e a mettere il proprio fisico sotto-sforzo, uno sforzo che non è quello dell’esercizio fisico bensì riempirlo di schifezze come droga alcol e cose di cui ora non voglio parlare. Si concedeva molto più facilmente credendo di non avere più nulla da perdere quasi la sua vita fosse finita a soli 22 anni. Ragazzi, parliamo di una giovane donna che per uno stupido errore ha rovinato la sua vita poiché non esistono cure o vaccini che possono togliere il virus definitivamente dall’organismo. Così la suddetta continuerà a portare con se questa malattia che al giorno d’oggi è comunque curabile in modo tale da diventare solo una malattia cronica ma potrà trasmettere questo virus anche al ragazzo qualora non avessero rapporti protetti o per forze esterne. Non è però il caso di Mark ke all’età di 15 anni scopre di essere sieropositivo e a differenza della ragazza preferisce tenerlo nascosto a quasi tutti se non al suo amico nonché manager della sua attività di Dj e ai genitori. Mark è nato così, non è stato per colpa sua e forse questo è un motivo in più rispetto alla ragazza per disperare. Mentre la ragazza potrà porsi la domanda, se non avessi sbagliato oggi starei così?! Il ragazzo invece non può, il ragazzo non ha nessuno a cui dare la colpa (perché l’uomo è ossessionato dall’attribuire a tutto un perché ed una causa) e si chiederà se sarà lui ad essere sbagliato ripetendosi che non sarebbe mai dovuto nascere e che la sua vita è un errore. Questo mio testo, racconto (reale), questa mia testimonianza, è un po’ il riflesso delle mie paure, il riflesso che qualcosa non vada come debba andare, l’incapacità dell’uomo di dominare eventi e situazioni che accadono completamente. Mark purtroppo non ha avuto la sua possibilità di scelta, non ha avuto nemmeno una prima chance… ha avuto direttamente questa situazione di cavolo che non auguro a tutti… eppure continua a vivere… forse non come tutti fanno… ma come lui probabilmente crede sia più giusto. I due ragazzi la vedono diversamente la situazione. La ragazza più riflessiva, più compiaciuta, descrive tale situazione come la salvezza per la sua vita (direte che sia una folle) poiché prima di essere infettata e durante lo stato depressivo ha trascurato il proprio corpo in una maniera che neanche da sana riusciva a fare seppure si fosse messa d’impegno. Una volta ragionato però… la ragazza si è resa conto che in quel momento più che mai avrebbe dovuto riguardarsi… in quel momento più che mai aveva bisogno di “se stessa”… di ritrovare se stessa… ed ora è “contenta” anche se avrebbe preferito capirlo prima. Il ragazzo invece… traumatizzato… impaurito dal rivelare tutto a qualcuno… probabilmente non riuscirà mai a vederla come la ragazza ma resta il fatto che anche lui è costretto ad andare avanti con la sua vita. Con ciò cosa voglio dire… ragazzi… (e parlo anche a me stesso è ovvio… sono un ragazzo di 17 anni e credo di essere nel pieno dei miei ormoni) proteggetevi… e questo non significa solo usare le precauzioni… ma significa conoscere chi si ha davanti. Le precauzioni possono anche venir meno (perché ehi calma… qui nessuno dice che il contagio debba esserci per forza… ci sono tante variabili affinché questo avvenga) se solo però conosci bene la persona che hai davanti. 

 

Dopo aver utilizzato questo spazio per spingere la gente a proteggersi… per spingere la gente a non trascurare se stessi… vorrei riaprire il tema delle apparenze che era stato aperto e lasciato sospeso nei versi iniziali.

 

Oggi giorno, soprattutto noi ragazzi (si dice in genere le femminucce ma anche i maschietti non c’è male) siamo criticanti… ovvero…guardiamo gli altri senza preoccuparci di noi stessi. L’argomento precedente è una delle tante malattie… tante problematiche… tanti disagi che una persona può avere senza che noi possiamo saperlo. E se il vostro vicino con cui giocate sempre fosse affetto da cancro?? E se la ragazza più bella della scuola fosse lesbica e vivesse in una situazione di disagio poiché oggi è vista come una cosa negativa? E se semplicemente critichiamo il nostro compagno di banco che non vuole venire a giocare a calcio con noi oggi perché ha un mal di testa ma tu non te ne sei accorto?? Ognuno di noi ha qualcosa da dire… ha qualcosa da spiegare…ha qualcosa in se che può essere stravolgente.. stravagante… e a volte forse pure disgustoso da poter mostrare… ma tendiamo a nasconderci… dal tempo del peccato originale… quando Eva si rese conto di essere nuda, abbiamo paura di come ci possa vedere l’altro, abbiamo paura di come ci mostriamo al prossimo e di cosa il prossimo possa pensare su noi. E’ così che nasce il così chiamato “4 facce” è così che nasce l’ipocrisia… è così che è nato tutto ciò che di brutto possiamo vedere nel prossimo. Ci preoccupiamo di essere come la massa… e chi non è come la massa viene aggredito inesorabilmente per aver avuto il coraggio di tirarsi fuori… siamo criticanti… siamo criticanti perché probabilmente ciò che riguarda noi non è abbastanza interessante, siamo criticanti perché probabilmente non saremo mai in grado di svolgere qualcosa di inusuale… qualcosa che vada fuori dal termine routine. Siamo criticanti perché non abbiamo imparato (senza usare le parole… senza che queste se le porti il vento) il senso del decoro… perché dietro ogni maschera si può nascondere qualcosa di più bello… qualcosa di più sincero… qualcosa a volte anche di più bruttino… ma poi non diamo la colpa al prossimo se questi è falso…se questi assuma una maschera… se questi non abbia il coraggio di mostrarsi. Se avviene questo è solo perché noi non siamo in grado di mostrargli che non lo giudicheremo… non siamo in grado di dargli fiducia… perché se davvero una persona riuscisse a fidarsi di noi… verrebbe meno una delle punizioni imposte da Dio ai tempi di Adamo ed Eva.

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