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« Qualcosa di filosofia: PlotinoChe riserva il futuro al PD? »

Qualcosa di filosofia: Wittgenstein

Post n°89 pubblicato il 04 Settembre 2017 da infernox

Wittgenstein e’ stato un filosofo molto importante nel primo Novecento, ed ha consolidato le basi di quella filosofia neo-positivistica che ha caratterizzato molti aspetti della critica alla metafisica ed alla religione sviluppati dopo la prima guerra mondiale.

            Il rapporto tra la realta’ del mondo esterno alla mente e le raffigurazioni all’interno della mente era stato per secoli il problema cruciale della filosofia, a partire da Cartesio.  Piano piano si era arrivati a sostenere prima che la realta’ esterna fosse “inconoscibile” (Kant) pur essendo percettibile, e quindi che ci fosse un’identita’ fra soggetto e oggetto, fra pensiero e realta’ (Hegel); la realta’ alla fine nell’ultima grande costruzione metodologica della filosofia moderna svanisce nel soggetto.

            Wittgenstein cerca invece di risolvere questa dicotomia svincolando la raffigurazione mentale delle cose dal soggetto.      Esistono quindi tre livelli, il primo e’ quello delle “cose”, o meglio “stati di cose”, che danno origine, componendosi, ai “fatti”, mentre il secondo livello e’ quello delle “configurazioni” di questi fatti, che possono essere rappresentati, indipendentemente dal soggetto, da “proposizioni” che altro non sono che l’immagine dei fatti suddetti.    Questo secondo livello e’ identificato dal linguaggio che si usa per la rappresentazione delle immagini dei fatti.

            La realta’ (complessa, insieme di fatti interconnessi, composti da stati di cose elementari) e’ quindi proiettata sulle proposizioni linguistiche che la rappresentano (anch’esse complesse, composte da proposizioni sempre piu’ elementari).    Non e’ detto che la rappresentazione linguistica corrisponda ad un fatto “vero”, questo dovra’ essere verificato.   Se non corrisponde, potrebbe non avere senso.

            Esiste, come ho detto, un terzo livello.  Dice Wittgenstein: noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppur toccati            Questo livello e’ al di la’ dei fatti verificabili e delle proposizioni che ne formano l’immagine, e si trova in una dimensione “mistica”, ma di questa dimensione, pur ammessa da Witt, non si puo’ parlare, ma si deve tacere.    

 

Riguardo a questo punto della filosofia di Wittgenstein mi vengono in mente le parole del Vangelo di Giovanni quando dice: “Il mondo fu fatto per mezzo suo (del Logos), e il mondo non lo riconobbe”.  

 
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