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SESSO E VOLENTIERI

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« IN VIAGGIO...PRIMA DELUSIONE... »

LA VACANZA CONTINUA, MA...

Post n°38 pubblicato il 20 Maggio 2008 da erotica_2007

Mangiammo qualcosa di pronto ad un bar mentre ci raccontavamo mille cose e facevamo all'amore con gli sguardi: ogni gesto, ogni parola erano pienamente assaporati, gustati, ogni attimo vissuto intensamente... dovevamo "fare il pieno", frase, questa, ricorrente in Pietro! Era come se cercassimo di prendere per noi il più possibile, come se raccogliessimo perfino l'aria respirata dall'altro pur di conservarla gelosamente tra i ricordi preziosi da custodire con la massima cura.

Leggemmo insieme qualche articolo di un quotidiano abbandonato sul banco/frigo dei gelati, lo commentammo e, come sempre, ci trovammo d'accordo: che stupenda sintonia tra noi!

Quando avevo conosciuto e poi incontrato Pietro avevo avevo avuto la sensazione di conoscerlo da sempre, era come se l'avessi ritrovato: eravamo stati insieme in qualche altra vita?

Ricordo che una volta, bazzicando su internet, avevo letto di una leggenda che raccontava dell'amore vero... narrava che all'inizio dei tempi le anime erano unite a due a due per generare quel dualismo necessario alla completezza di ogni essere ma, a causa di un evento tragico, le anime s'erano staccate ed erano state costrette a girovagare per l'universo... questo distacco aveva causato il nascere, in ciascuna, di quella spasmodica ricerca dell'altra metà; talora due anime sembravano riconoscersi ma spesso accadeva che esse non fossero che metà somiglianti per molti tratti a quella vera... soltanto in alcuni casi le due metà avevano la fortuna di incontrarsi e riconoscersi davvero: in quel caso era inevitabile che avesse vita quell'amore infinito tangibile anche ad occhio estraneo.

Leggendola mi ero commossa e l'avevo scritta e spedita a Pietro tramite posta elettronica... la sua risposta era stata: "E' vero, anche a me pare di conoscerti da sempre, amore mio, mi fa paura talvolta la nostra sintonia su tutto, il nostro modo di intenderci, riusciamo persino ad interpretare correttamente i silenzi pieni di parole non dette che intercalano le nostre conversazioni al telefono... sembra davvero che noi siamo quelle due metà, che il Destino ha voluto che si incontrassero e si riconoscessero... ho le lacrime agli occhi adesso... ti amo tanto, fiorellino mio, non ho mai amato nessuna così e non ho mai sentito tanto amore verso me come sento il tuo: sono fortunato, sono stato molto fortunato ad averti incontrata e non smetterò mai di ringraziarti abbastanza per avermi permesso di amarti."

Quella leggenda ci era tornata in mente in contemporanea quando insieme ci venne l'idea di recarci al mare... "Non è possibile... io e te dobbiamo per forza esser stati insieme da qualche altra parte prima di adesso".

Così facemmo una passeggiata al mare, prendemmo un caffé e fumando continuammo a chiacchierare: avevamo sempre qualcosa da comunicarci e da ascoltare con interesse!

Poi, stanchi e accaldati, tornammo in camera per fare ancora all'amore, senza stancarci mai... le nostre mani accarezzavano il corpo dell'altro con cupidigia e amore, pronte a risvegliare un desiderio lievemente assopito, a volte esprimendo passione accesa, altre una dolcezza incommensurabile... e la voglia di baciarsi di continuo, senza staccare mai le labbra l'uno dall'altra, era soltanto l'ennesima conferma di un amore vivo, palpitante... i nostri corpi, caldi, sudati, sprigionavano di continuo essenze che avevano il potere di richiamare l'altro, di eccitarlo, di sollecitarlo all'amore; godevamo alla vista l'uno dell'altra, godevamo del contatto, degli odori, dei sapori mescolati... davamo vita a fantasie erotiche nascoste e mai svelate ad alcuno o, semplicemente, ci amavamo con la tenerezza di due vecchi amanti...

Trascorremmo il resto del pomeriggio a coccolarci poi, scesa la sera, decidemmo di uscire fuori a cena...

Giocammo al "che indosso?" lasciando che fosse l'altro a scegliere per noi... Pietro scelse per me l'intimo, l'abito, gli accessori, e anch'io: naturalmente per me fu più semplice!

Scendemmo in strada e dopo qualche isolato individuammo il "nostro ristorante" con il nostro solito sistema, gustammo piatti tipici, ci divertimmo ad osservare dei vicini di tavolo un po' strambi che non mancarono di offrirci validi spunti di conversazione dal sapore leggero e brillante, poi ritornammo in strada a passeggiare, di notte, sotto la luna...

Pietro, romantico come non mai, si dimostrava l'amante ideale, eccezionale in tutto, mi colmava di attenzioni di continuo, poi, ad un tratto, cominciò a stuzzicarmi giocando "al maniaco" e infilandomi le mani dappertutto... così corremmo in albergo per dare libero sfogo alla nostra vitalità.

In ascensore giocammo con lo specchio e, giunti in camera, lo costrinsi a sedersi su una sedia per accomodarmi, a mia volta, a cavalcioni su di lui ed eccitarlo muovendo il bacino.. ci ritrovammo a far l'amore così vestiti, con una dolcezza mai sentita... poi facemmo una doccia insieme: era meraviglioso insaponarsi a vicenda, prendersi cura dell'altro, sciacquarlo con il  getto dell'acqua e usando mille precauzioni perché quei momenti fossero teneri ed indimenticabili... e dopo ci coccolammo spalmando di crema idratante ogni centimetro del nostro corpo...

Andammo a letto nudi, profumati e soddisfatti... Pietro, abbracciato a me, cadde in un sonno profondo mentre io non riuscivo a chiudere gli occhi, forse in preda al timore che riaprendoli avrei potuto accorgermi che si fosse trattato solo di un sogno...

Invece era lì, accanto a me... lo osservavo dormire tranquillo, lo guardavo per incamerare ogni fotogramma della sua immagine, lo annusavo per tener dentro il suo odore quando non avrei più potuto sentirlo e mi sarei dovuta accontentare di ripescarlo dai ricordi che stavo costruendo... lo abbracciavo stringendolo forte e poi lo accarezzavo dolcemente...

All'improvviso provai un dolore intenso, come una stretta al cuore, sentii una specie di morsa stringermi la pancia... lo amavo così tanto, perché non potevo averlo per sempre?

Ebbi paura, una fottuta paura di perderlo... immaginai il dopo, rividi scene della mia vita vuota, senza di lui se non a un telefono o dietro le parole digitate sopra un monitor silente... le lacrime cominciarono a scendere: avevo bisogno di lui sempre!

Quel pianto, inizialmente tenue e contenuto, si fece intenso fino a che mi fu difficile trattenere i singhiozzi... mi alzai per non svegliarlo, andai in bagno, accostai la porta e diedi libero sfogo a quel malessere che non riuscivo a controllare: avevo perso la visione del presente, non ci stavo più nel presente, avevo osato andare oltre, spingermi un po' più avanti, nel futuro e m'ero sentita sola...

Pochi minuti dopo, mi ritrovai un braccio sulle spalle: "Che ti succede, amore? Perché stai piangendo?"

"Sto male... ho male dentro Pietro..."

"Ma perché? Stavamo così bene... che ho fatto? Che ti ho fatto?"

"Non hai fatto nulla... é solo che stavo meravigliosamente bene, ti osservavo mentre dormivi, riflettevo su quanto fosse stupendo starti accanto mentre dormi, cogliere ogni movimento dei tuoi occhi che sognano, sentire il tuo respiro... e di colpo ho pensato che presto tutto questo finirà... come farò? Come farò a sopportarlo?"

"Tesoro mio..." mi abbracciò e vidi nei suoi occhi un lampo di profonda tristezza... "Piccola mia... amore... vieni qui... stai con me... non pensarci adesso... siamo insieme, questo è quello che conta adesso... Dio mio, ho paura adesso più che mai di farti del male..."

"Tu non mi fai del male, tu mi hai ridato la vita... ero morta, lo capisci? Morta... giovane e già morta da anni... tu mi hai dato lo stimolo a reagire, a vivere... ti amo Pietro..."

"Lo so... lo sento... lo percepisco in ogni istante e ti amo anch'io così... ma tremo all'idea del male che potremmo farci..."

"Come possono farsi del male due persone che si amano, che vogliono ciascuna il bene dell'altra?"

"Non lo fanno intenzionalmente ma possono farlo, involontariamente... vieni, torniamo a letto..."

Pietro mi colmò di coccole e riuscii a calmarmi... riuscii ad assopirmi soltanto quando la luce cominciò a filtrare attraverso le tapparelle...

 
 
 
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