Un blog creato da Colchicas il 05/07/2006

Colchide

Il mio amore per Medea.

 
 
 
 
 
 

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Il Coraggio Dell'Indeterminazione.

Post n°32 pubblicato il 28 Settembre 2006 da Colchicas
Foto di Colchicas

Non è possibile conoscere simultaneamente posizione e quantità di moto di un dato oggetto con precisione arbitraria.


Ciao, eccoti lì! Ti ho osservato mentre lottavi con boccette e scatole colorate e confezioni suadenti con nomi esotici. Ti guardavo e avrei voluto davvero entrare, sfoggiare un timido sorriso e porgerti il mio cuore, ma come posso giustificare la mia paura? Niente giustificazioni. Tiro dritto, immaginando un'altra possibilità, un'altra occasione, uno di quei film a puntate proiettati dentro la mia testa che hanno lieto fine incredibili, contorsioni linguistiche inutili, scene di erotismo mai visto e panico collettivo. Allontano il mio cuore dai tuoi profumi, rinuncio all'ideale di sapere chi sei. Vigliacco e patetico.

 Devo sorridere. Saluto i colleghi, saluto i colleghi antipatici, abbraccio quelli simpatici. Inizia un altro giorno di "prego, mi dica" e di "salve posso aiutarla?" E penso che la vetrina che divide i nostri mondi è così spessa e tagliente.
- Prego, posso aiutarla? - ( a volte mi piace fare l'originale)
- Siii. Senta, mio figlio va a scuola e ci dovrei prendere uno di questi cosi qua, ma solo la testa, perchè lo schermo me lo ha dato mio cognato ca si 'nnaccattau unu novu. Ma non è che mi fa spendere perchè non è che mio figlio ci deve fare chissà che cosa, solo la testa, ma buona e di menza ammulatura, ha capito? -
- Certo, guardi ho disponibile adesso questo Fujit... -
- ... -
- Chiffù? Chi avi? -
- ... -

Io non sono mai stato vigliacco. Ci sono dei bei racconti sulla mia faccia tosta e su quanto riesca ad osare quando devo ottenere un risultato che lasci tutti a bocca aperta. Esco dal negozio con la divisa, non si potrebbe, ma lo faccio lo stesso. Il cliente della testa è solo un eco talmente lontana che il battito del mio cuore lo sovrasta di parecchi decibel. Non ho bisogno di frantumare la vetrina, entro dall'ingresso. Mi dirigo dritto verso di te.
Mi guardi e riconosci qualcosa, forse il fatto che ho comprato da te o forse ti ricordi della scala mobile... Non lo so, ma in quel momento non so molte altre cose.
- Ecco, questo è per te. -
Un abbraccio, un bacio sulla guancia e quella sensazione di aver fatto qualcosa di importante e di... carino. Mi tornano in mente le scuole medie, Maria Nadia si chiama la ragazza che a quei tempi mi piaceva un sacco...

E' stata la scala mobile a spingermi. La scala saliva, io scendevo. Devi dare la colpa alla scala e... al tuo sorriso.

 
 
 
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