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ARHANT e BODHISATTVA

Post n°21 pubblicato il 14 Marzo 2010 da GinTad
 

ARAHANT

Nel Buddhismo Theravāda e nel Buddhismo dei Nikāya, gli arhant — sanscrito arhant (अरिहन्त), "degno di venerazione"; pāli arahant; cinese 阿羅漢 (pinyin luóhàn); giapponese rakan (阿羅漢, rakan?); tibetano dgra.bcom.pa — sono coloro che hanno raggiunto il pieno risveglio spirituale, diventando degni di essere venerati dal sangha.

Un arhat ha quindi percorso lo stesso cammino di un Buddha raggiungendo il nibbāṇa (pāli, nirvāṇa sans.), ma non attraverso una dottrina e una disciplina sviluppati autonomamente, bensì grazie all'insegnamento di un Buddha, vivente o passato.

Nelle altre scuole di buddhismo, e in particolare nel buddhismo Mahāyāna, gli arhat sono dei Buddha a tutti gli effetti, detti śrāvakabuddha, ma comunque inferiori a coloro che, pur potendo ormai conseguire tale stato, prendono il voto di continuare a rinascere innumerevoli volte come bodhisattva fintanto che resteranno al mondo esseri senzienti non illuminati, e sono detti Bodhisattvabuddha o Samyaksambuddha.


BODHISATTVA

Nel Buddhismo, un bodhisattva — dal sanscrito, lett. "Essere (sattva) dell'illuminazione (bodhi)"; pāli: bodhisatta; cinese púsà (菩薩)?; giapponese bosatsu (菩薩, bosatsu?); coreano bosal (보살); tibetano changchub sempa (byang-chub sems-dpa); vietnamita: bồ tát — è un essere vivente che ha intrapreso il cammino per l'illuminazione ma sceglie di dedicarsi ad aiutare tutti gli altri esseri senzienti a raggiungere l'illuminazione.


Interpretazioni
Il loro ruolo varia tra le diverse scuole di pensiero buddhista, e sono popolarmente considerati delle vere e proprie divinità.

Buddhismo Theravada
Nel Buddhismo Theravada, il bodhisattva è un essere che cerca l'illuminazione aiutando gli altri esseri senzienti grazie all'esperienza della suprema conoscenza. Gautama Buddha nella sua vita precedente a quella in cui raggiunse lo stato di Buddha era un bodhisattva, e le sue opere sono raccontate nel Jataka, in cui i fedeli cercano ispirazione, leggendo di come il Sakyamuni abbia meritato la sua illuminazione nelle sue precedenti vite. Lo stesso Gautama, quando si riferisce a sé nella sua esistenza pre-Buddha, dice "quando ero ancora un Bodhisattva".

In questa tradizione lo stato di bodhisattva è differente da quello di buddha, una volta raggiunto il quale il bodhisattva cessa di predicare il Dharma e raggiunge il Nirvāṇa. L'unico altro bodhisattva di cui si dice nel Canone Pali che ancora non abbia raggiunto lo stato di Buddha è il prossimo Buddha, Maitreya. Nella tradizione Theravada, perciò, non esistono altri bodhisattva.


Nel Buddhismo Mahayana, un bodhisattva è un essere che rinuncia a completare il suo cammino verso il Nirvāṇa per aiutare tutti gli altri esseri senzienti nella loro ricerca dell'illuminazione: questa decisione, motivata da una grande pietà e compassione, è detta bodhicitta. Rimanendo nel ciclo delle rinascite (Saṃsāra), il Bodhisattva fa voto di raggiungere lo stato di Buddha il prima possibile (passerà ad un nuovo bhumi ad ogni rinascita), in modo di poter insegnare il Dharma ed aiutare quanti più esseri possibile nel loro cammino verso l'illuminazione. In questa interpretazione il bodhisattva resta tale anche dopo essere diventato un Buddha; anche quando hanno realizzato il Nirvana, decidono di non porre fine al ciclo di nascita e morte e scelgono di riprendere forma come esseri senzienti per aiutare gli altri a comprendere l'insegnamento del Buddha. Quindi il Bodhisattva non raggiungerà unicamente lo stato di Arhat, di liberazione, ma porterà a completo compimento lo stato di Buddha, uno stato della mente totalmente illuminato in cui tutto viene sperimentato come manifestazione dell'infinita potenzialità, ricchezza, della mente onnisciente e senza-tempo. Per tali motivi i Bodhisattva sono in genere maggiormente tenuti in considerazione rispetto agli Arhat.

Altre tradizioni
Un'altra interpretazione comune è che il Bodhisattva rimandi il suo raggiungimento dello stato di Buddha fino a che non abbia compiuto il suo Voto fino in fondo, salvando tutti gli esseri senzienti; questa interpretazione è comune nel Buddhismo Tibetano, in cui ad esempio il Voto di Chenrezig di aiutare tutte le anime in pena si concretizza nella sua costante rinascita come Dalai Lama.

Molte tradizioni buddhiste venerano dei propri bodhisattva, spesso originati dallo stesso ma con nomi o caratteristiche differenti; ad esempio, la già citata venerazione di Chenrezig in Tibet, conosciuto come Avalokitesvara in India, Guanyin in Cina e Kannon in Giappone, e che nelle ultime due forme è una donna.

Recentemente, molti buddhisti occidentali (come l'americano Jack Kerouac), hanno interpretato la figura di Gesù come un bodhisattva, e non mancano i casi di identificazione del bodhisattva Maitreya con i profeti e i Salvatori delle religioni occidentali.

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