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Viaggi nei luoghi più belli d'Italia e del mondo
Una frequentatissima meta turistica, diventata il simbolo della stessa Parigi, è la "Tour Eiffel", enorme giocattolo di ferro, costruita nel 1889 in occasione dell'Esposizione universale, su progetto dell'ingegnere Gustave Eiffel. Ultimamente la costruzione è stata rafforzata con nuove strutture in cemento armato. Dalla terrazza sommitale, raggiungibile con ascensore, si può godere di una vista speciale oltre che gustare un raffinato pasto tipicamente francese ad elevata quota. La Torre fu costruita in occasione della Esposizione Universale del 1889 su progetto e calcoli statici dell'ingegnere di Digione Alexandre-Gustave Eiffel (1832-1923). Alta 307 metri, è composta da 15000 travi d'acciaio ed è tenuta assieme da due milioni e mezzo di bulloni. Dalla piattaforma sommitale (raggiungibile con ascensore) si può godere di una vista superba che, con bel tempo, consente di spaziare sull'orizzonte fino a 70 chilometri di distanza fonte: >Web FRANCIA: TOUR EIFFEL – Il fascino della ville lumière non conosce tempi di crisi. Nel 2011 la celeberrima Tour Eiffel è stata visitata da 7 milioni di persone provenienti da tutto il mondo, un record assoluto per la regina di ferro della capitale transalpina. I visitatori più numerosi sono stati i “soliti noti”: americani, giapponesi e inglesi, seguiti dai “nuovi ricchi”, coloro che in Francia vengono chiamati i BRIC (acronimo di brasiliani, russi, indiani e cinesi). Il grande risultato ottenuto, però, non ha scatenato l’entusiasmo del presidente della Torre più famosa del mondo, già delegato al turismo del comune di Parigi, Jean-Bernard Bros. Quest’ultimo ha tenuto infatti a precisare che il suo obiettivo non è quello di aumentare la quantità di visitatori ma piuttosto di migliorare la qualità del servizio da garantire ai milioni di turisti interessati: “Questo risultato è una buona notizia ma non sarà mai un obiettivo”, ha aggiunto lo stesso Bros. Nel mese di febbraio cominceranno i lavori di restyling del primo piano della Tour, il settore più vasto del gigante di ferro, che attrae tuttavia meno rispetto ai due piani superiori. Il progetto, che prevede l’inserimento di un grande sole di vetro sospeso a 57 metri d’altezza, mira ad attirare almeno il 20% di turisti in più. Gli ottimi risultati ottenuti dalla capitale francese non finiscono comunque qui. Il Centre Pompidou, lo straordinario museo progettato da Renzo Piano, ha registrato quest’anno una frequenza di 3,6 milioni di visitatori; quanto al Louvre, immancabile tappa di ogni appassionato d’arte che si rispetti, ha sfiorato nel 2011 i 9 milioni di biglietti venduti. Flavia Lucidi ..
La Butte Montmartre, il più alto "monte" di Parigi, non è solo luogo di leggenda ma anche avvenimenti storici. Durante i giorni della Rivoluzione il colle assunse il nome del capo rivoluzionario Jean-Paul Marat: Mont Marat. Quello che era un paesino di vignaioli assunse una rinomanza mondiale grazie alla presenza di quella comunità di artisti che, prima della fine del secolo scorso, si insediò qui richiamando da ogni dove pittori, cantanti, scrittori e vari artisti fra i quali: Monet, Van Gogh, Picasso. Alla fine del XIX secolo era il quartiere dell'arte e della trasgressione. Oggi la Butte (collina) conserva gran parte del suo fascino, nelle pittoresche piazzette (Place du Tertre) la più famosa), le tortuose stradine, le lunghe scalinate, gli happening degli artisti di strada, i cabaret e i ritrovi di ogni genere. fonte: >Web |
Post n°88 pubblicato il 21 Settembre 2012 da osservando.le.stelle
“La semplicità é la sola strada che conduce al vero e al sublime”: con queste parole si delinea la personalità di un artista isolato, che non ebbe né maestri, né seguaci, ma dipinse con sobrietà e naturalezza, guidato dal solo sentimento. suo padre era un mercante di stoffe e sua madre una rinomata modista. disegno, intuendo di non essere portato per una vita dedita al commercio e ai suoi “trucchi d’affari”. appoggiano la sua scelta artistica, fornendogli uno stipendio; Corot, infatti, non ebbe mai problemi finanziari ed egli dipinse sempre per proprio diletto. del paesaggismo francese; in seguito si iscrisse al laboratorio di Jean Bertin, troppo accademico per Corot, perché di stampo prettamente neoclassico. Corot quindi sviluppò lo studio dal vero e una maggior consapevolezza del proprio spirito, che anelava alla libertà di espressione, riscontrata soprattutto nell’osservazione dei paesaggi. da un lato produceva i dipinti "ufficiali", solitamente paesaggi, che sottoponeva ai giudizi dei contemporanei, dall’altro amava dipingere vedute più "spontanee" e quelle che lui chiamava "figure", che non espose mai, riservandosi di mantenere un filone intimo e segreto. e per il senso di assorta contemplazione della natura. secolo, risvegliarono l’entusiasmo dei cubisti e degli artisti delle altre correnti d'avanguardia. In queste opere ogni traccia di eclettismo si perdeva nell’unità profonda e misteriosa del suo stile spontaneo; nelle sue "figure" emergono gli studi compiuti sui valori psicologici ed emotivi. Tra queste: ritratti di famiglia e figure di giovani pensose, come La dama in blu, del 1874. maturazione stilistica. Ammirò città come Roma, Narni, Tivoli, ove rimase estasiato non tanto dalle opere che si potevano contemplare, quanto dalla differente luminosità, che le attorniava. nomadismo pittorico e un’instancabile ricerca dell’attimo di eternità, contenuto in un paesaggio. momento le Tele di Volterra (1834). Al ritorno dalla Toscana, si spostò in Lombardia, dove, venne ammaliato dalle misteriose suggestioni dei paesaggi avvolti nella nebbia del Lago di Como. luminosità, i paesaggi erano circondati da aloni di poesia; questa nuova sensibilità lo pervase a tal punto, che rivisitò i propri quadri precedenti e li propose al pubblico, un esempio é Souvenir de Riva. applicò coscienziosamente a rendere la realtà trasposta e ricreata dalla sua sensibilità, come in Un mattino, noto anche come La danza delle ninfe. confermò nella scelta di paesaggi placidi e tranquilli, come soggetti delle sue opere, focalizzandosi sui minimi particolari della natura, per esempio uno specchio d’acqua che riflette un angolo cielo, che lo porta a opere come La chiesa di Marissel, del 1866. realismo sembrano ricomporsi, in una sintesi nuova. La sua pittura, alle soglie della ribelle modernità, offre un atto di adorazione e di umiltà verso la natura e di devota partecipazione alla vita del creato. B. Pacchioni Bibliografia:
Approfondimenti:Corot, paesaggio, figura, natura, . Stile:Ottocento. Per saperne di più sulla città di: Parigi
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Post n°87 pubblicato il 21 Settembre 2012 da lunadglo0
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Post n°86 pubblicato il 17 Settembre 2012 da gryllo73
La provincia di rimini è abbastanza recente fu istituita nel 1992 distaccandone il territorio dalla provincia di Forlì,
Con la Seconda guerra mondiale la città fu teatro di duri scontri e aspri bombardamenti, e di una fiera resistenza partigiana, I Romani "fondarono" la colonia di Ariminum e vi stanziarono, prima della guerra contro Annibale, una legione e coloni plebei di Roma. Rimini attirò l'attenzione di molti imperatori, soprattutto Augusto e Adriano, attraversò un periodo di splendore
Nel 359, a seguito della crisi dell'Impero Romano causata da invasioni e guerre interne, la nascente comunità Cristiana tenne un importante Concilio a Rimini. Questa distinzione portò alla suddivisione in Longobardia, (dalla quale deriverà il nome Lombardia) e Romània (dalla quale deriva l'odierno Romagna), in quanto i bizantini erano
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Post n°85 pubblicato il 11 Settembre 2012 da IL_CERCHIODELLAVITA
BOLOGNA6 maggio 2011 La città, i cui primi insediamenti risalirebbero ad almeno un millennio prima di Cristo, è sempre stata un importante centro urbano, prima sotto gli Etruschi (Velzna/Felsina) ed i Celti (Bona), poi sotto i Romani. Nel 189 a.C. questi ultimi fondarono sul sito una colonia di diritto latino a cui diedero il nome di Bonomia e che fortificarono con le possenti mura di selenite. Dopo la caduta dell'Impero, fu soggetta ad Odoacre, a Teodorico il Grande (493-526), a Bisanzio e infine, nel 727, ai Longobardi, per i quali costituì principalmente un centro militare. La chiesa di S.Stefano fu il centro dell'insediamento longobardo. Nel 774 la città capitolò davanti a Carlo Magno, che la consegnò al papa Adriano I. Chiesa di S.Stefano ... Ripopolatasi nel X secolo, Bologna iniziò a nutrire aspirazioni comunali, che riuscì ad affermare alla morte di Matilde di Canossa, nel 1115, ottenendo l'anno successivo una serie di concessioni giurisdizionali ed economiche dall'imperatore Enrico V. Il comune partecipò alla lotta contro il Barbarossa, conclusasi con la pace di Costanza nel 1183, dopo la quale conobbe una forte espansione, anche edilizia (periodo delle case-torri). Fu allora costruita una nuova cerchia di mura: quella dei torresotti. ... Torresotto di Via Castiglione ... La città fu uno dei principali centri di scambio commerciale grazie a canali che permettevano il transito di grandi quantità di merci. Basti considerare che alla fine del XIII secolo, con i suoi 50.000, forse 60.000 abitanti era la quinta città europea per popolazione (dopo Cordova, Parigi, Venezia e Firenze), al pari con Milano ed era il maggior centro industriale tessile d'Italia che esportava in Europa fili e veli di seta. ... Il Canale delle Moline, deviazione del Canale di Reno ... Il complesso sistema di approvvigionamento idrico di cui era dotata la città, mediante una sviluppata rete di canali tra le più avanzate in Europa (i principali erano il Canale Navile, il canale di Reno e il Canale di Savena), si riforniva d'acqua dai torrenti Savena e Aposa e dal fiume Reno. Questa energia idraulica serviva ad alimentare numerosi mulini per la fiorentissima industria tessile serica e per il trasporto di merci. Dei canali di Bologna (ora quasi tutti interrati) sono visibili pochi tratti scoperti nel centro storico. Il canale Navile con le famose conche vinciane è ancora visibile. ... La Chiusa del Battiferro sul Canale Navile ...... Al 1088 è convenzionalmente fatta risalire la fondazione di quella che è riconosciuta come la prima università del mondo occidentale (Studium). Tra i primi maestri o glossatori, i giuristi Pepone e Irnerio, che resero famosa la scuola di giurisprudenza nel mondo civilizzato. ... Le tombe dei glossatori in Piazza Malpighi ... Nel XIII secolo, Bologna fu coinvolta nelle lotte tra guelfi e ghibellini, con alterne fortune. Nel 1249 i bolognesi riuscirono addirittura a catturare Re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II del Sacro Romano Impero, tenuto prigioniero fino alla sua morte (1272) malgrado le minacce e le richieste del potente padre; nel 1275, invece, dopo un tentativo, fallito, della guelfa Bologna di attaccare la ghibellina Forlì, le truppe ghibelline di Guido da Montefeltro, di Maghinardo Pagani e di Teodorico degli Ordelaffi, misero in fuga i bolognesi presso il fiume Senio, al ponte di San Procolo. La rotta fu tanto grave che il carroccio dei bolognesi venne portato in trionfo a Forlì. Nel 1256 fu promulgata la "Legge del Paradiso" che riscattava i servi della gleba. La città si ingrandì ancora, tanto che nel Trecento fu costruita una nuova cerchia muraria di cui rimangono ancora le porte di accesso lungo i viali di circonvallazione che delimitano il centro storico attuale. Porta Maggiore sui viali di circonvallazione Nel 1337 ebbe inizio la signoria dei Pepoli, definita da alcuni studiosi una "criptosignoria" in quanto la famiglia cercò di governare ponendosi come "primi tra pari" piuttosto che come veri e propri signori della città.La signoria presentò forti elementi di continuità col passato, e resistette fino al 28 marzo 1401 quando la signoria passò ai Bentivoglio.
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