Creato da IL_CERCHIODELLAVITA il 25/11/2010

DREAMER

Viaggi nei luoghi più belli d'Italia e del mondo

 

Parigi...

Post n°89 pubblicato il 22 Settembre 2012 da kantyos.s
 

 

Una frequentatissima meta turistica, diventata il simbolo della stessa

Parigi, è la "Tour Eiffel", enorme giocattolo di ferro, costruita nel 1889

in occasione dell'Esposizione universale, su progetto dell'ingegnere

Gustave Eiffel. Ultimamente la costruzione è stata rafforzata con

nuove strutture in cemento armato. Dalla terrazza sommitale,

raggiungibile con ascensore, si può godere di una vista speciale oltre

che gustare un raffinato pasto tipicamente francese ad elevata quota.

La Torre fu costruita in occasione della Esposizione Universale del 1889

su progetto e calcoli statici dell'ingegnere di Digione Alexandre-Gustave Eiffel (1832-1923). Alta 307 metri, è composta da 15000 travi d'acciaio

ed è tenuta assieme da due milioni e mezzo di bulloni. Dalla piattaforma sommitale (raggiungibile con ascensore) si può godere di una vista

superba che, con bel tempo, consente di spaziare sull'orizzonte fino a 70 chilometri di distanza                

 fonte: >Web

FRANCIA: TOUR EIFFEL – Il fascino della ville lumière non
conosce tempi di crisi. Nel 2011 la celeberrima Tour Eiffel è stata
visitata da 7 milioni di persone provenienti da tutto il mondo,
un record assoluto per la regina di ferro della capitale transalpina.
I visitatori più numerosi sono stati i “soliti noti”: americani,
giapponesi e inglesi, seguiti dai “nuovi ricchi”, coloro che in Francia
vengono chiamati i BRIC (acronimo di brasiliani, russi, indiani e cinesi).
Il grande risultato ottenuto, però, non ha scatenato l’entusiasmo del presidente della Torre più famosa del mondo, già delegato al turismo
del comune di Parigi, Jean-Bernard Bros. Quest’ultimo ha tenuto
infatti a precisare che il suo obiettivo non è quello di aumentare
la quantità di visitatori ma piuttosto di migliorare la qualità del servizio
da garantire ai milioni di turisti interessati: “Questo risultato è una
buona notizia ma non sarà mai un obiettivo”, ha aggiunto lo
stesso Bros.

Nel mese di febbraio cominceranno i lavori di restyling del primo piano

della Tour, il settore più vasto del gigante di ferro, che attrae tuttavia

meno rispetto ai due piani superiori. Il progetto, che prevede l’inserimento di un grande sole di vetro sospeso a 57 metri d’altezza, mira ad attirare almeno il 20% di turisti in più.

Gli ottimi risultati ottenuti dalla capitale francese non finiscono comunque qui. Il Centre Pompidou, lo straordinario museo progettato da

Renzo Piano, ha registrato quest’anno una frequenza di 3,6 milioni di visitatori; quanto al Louvre, immancabile tappa di ogni appassionato

d’arte che si rispetti, ha sfiorato nel 2011 i 9 milioni di biglietti venduti.

Flavia Lucidi

..

 

La Butte Montmartre, il più alto "monte" di Parigi, non è solo luogo di leggenda ma anche avvenimenti storici. Durante i giorni della Rivoluzione il colle assunse il nome del capo rivoluzionario Jean-Paul Marat: Mont Marat. Quello che era un paesino di vignaioli assunse una rinomanza mondiale grazie alla presenza di quella comunità di artisti che, prima della fine del secolo scorso, si insediò qui richiamando da ogni dove pittori, cantanti, scrittori e vari artisti fra i quali: Monet, Van Gogh, Picasso. Alla fine del XIX secolo era il quartiere dell'arte e della trasgressione. Oggi la Butte (collina) conserva gran parte del suo fascino, nelle pittoresche piazzette (Place du Tertre) la più famosa), le tortuose stradine, le lunghe scalinate, gli happening degli artisti di strada, i cabaret e i ritrovi di ogni genere.

fonte: >Web

 
 
 

Corot

Post n°88 pubblicato il 21 Settembre 2012 da osservando.le.stelle

 

 

La semplicità é la sola strada che conduce al vero e al sublime”: con queste parole si delinea

la personalità di un artista isolato, che non ebbe né maestri, né seguaci, ma dipinse con

sobrietà e naturalezza, guidato dal solo sentimento.
Jean Baptiste Corot nacque a Parigi nel 1796 in una famiglia borghese di origine svizzera;

 suo padre era un mercante di stoffe e sua madre una rinomata modista.
Studiò nei collegi di Rouen e Poissy, dove manifestò una particolare predilezione per il

disegno, intuendo di non essere portato per una vita dedita al commercio e ai suoi “trucchi d’affari”.
Nel 1817 apre nella casa a Ville d’Avray il suo primo laboratorio; nel 1822 i genitori

appoggiano la sua scelta artistica, fornendogli uno stipendio; Corot, infatti, non ebbe mai problemi finanziari ed egli dipinse sempre per proprio diletto.
Nel 1822-1825 approfondì i suoi studi a fianco di Achille Michallon, giovane promessa

 del paesaggismo francese; in seguito si iscrisse al laboratorio di Jean Bertin, troppo accademico per Corot, perché di stampo prettamente neoclassico. Corot quindi sviluppò

lo studio dal vero e una maggior consapevolezza del proprio spirito, che anelava alla libertà

 di espressione, riscontrata soprattutto nell’osservazione dei paesaggi.
Cominciò, così, a dipingere en plain air (all’aria aperta) elaborando un particolare dualismo:

da un lato produceva i dipinti "ufficiali", solitamente paesaggi, che sottoponeva ai giudizi

dei contemporanei, dall’altro amava dipingere vedute più "spontanee" e quelle che lui chiamava "figure", che non espose mai, riservandosi di mantenere un filone intimo e

segreto.
Esposti nei Salon i suoi solenni paesaggi destavano grande ammirazione per il rigore stilistico

e per il senso di assorta contemplazione della natura.
Ma proprio i suoi paesaggi intimi e le sue "figure", rivelate al pubblico all’inizio del XX

secolo, risvegliarono l’entusiasmo dei cubisti e degli artisti delle altre correnti d'avanguardia.

 In queste opere ogni traccia di eclettismo si perdeva nell’unità profonda e misteriosa del

suo stile spontaneo; nelle sue "figure" emergono gli studi compiuti sui valori psicologici ed emotivi. Tra queste: ritratti di famiglia e figure di giovani pensose, come La dama in blu,

del 1874.
Nel 1825-1828 Corot compì il primo viaggio in Italia, fondamentale per la sua

maturazione stilistica. Ammirò città come Roma, Narni, Tivoli, ove rimase estasiato non

 tanto dalle opere che si potevano contemplare, quanto dalla differente luminosità, che le attorniava.
In Italia, infatti, approfondì uno studio sulla luce e sulle armonie cromatiche, come base di elaborazioni future. In seguito a questo viaggio, Corot portò nel cuore un senso di

 nomadismo pittorico e un’instancabile ricerca dell’attimo di eternità, contenuto in un

paesaggio.
Nel 1830 dipinse la Cattedrale di Chartres, come richiamo a queste sue nuove sensazioni.
Nel 1834 soggiornò nuovamente in Italia, in particolare in Toscana e a Venezia, dove si immerse nello studio dell’aspetto più selvatico della natura. Appartengono a questo

momento le Tele di Volterra (1834). Al ritorno dalla Toscana, si spostò in Lombardia, dove, venne ammaliato dalle misteriose suggestioni dei paesaggi avvolti nella nebbia del Lago di Como.
Tra il 1834 e il 1850 l’artista si dedicò ad opere più elaborate, grazie agli aspetti percepiti e sviluppati in Italia e ad opere pervase da un tranquillo realismo, frutto dell’eredità elvetica, ricevuta dalla madre.
Nel 1850 Corot venne attratto dalle regioni in cui, a causa dell’umidità e dell’incerta

luminosità, i paesaggi erano circondati da aloni di poesia; questa nuova sensibilità lo pervase

a tal punto, che rivisitò i propri quadri precedenti e li propose al pubblico, un esempio

 é Souvenir de Riva.
Corot colse spunti anche dal Romanticismo nelle sue forme elegiache e misteriose e si

applicò coscienziosamente a rendere la realtà trasposta e ricreata dalla sua sensibilità, come

in Un mattino, noto anche come La danza delle ninfe.
Nel 1852 l’amicizia con Daubigny, pittore francese della Scuola di Barbizon, lo

confermò

nella scelta di paesaggi placidi e tranquilli, come soggetti delle sue opere, focalizzandosi

sui minimi particolari della natura, per esempio uno specchio d’acqua che riflette un

angolo cielo, che lo porta a opere come La chiesa di Marissel, del 1866.
Corot portò nell'arte una visione personalissima, in cui classicismo, romanticismo,

 realismo sembrano ricomporsi, in una sintesi nuova. La sua pittura, alle soglie della ribelle modernità, offre un atto di adorazione e di umiltà verso la natura e di devota

partecipazione alla vita del creato.
Corot, con le sue visioni liriche della natura, fu il più spirituale dei precursori dell’Impressionismo.

B. Pacchioni


Bibliografia:
Giovanni Treccani, Dizionario italiano enciclopedico, 1970
Storia dell'Arte, Istituto geografico De Agostini, 1987
AA. VV. Corot in: La biblioteca di Repubblica, Istituto geografico De Agostini, 2003

 

 

 

Approfondimenti:Corot, paesaggio, figura, natura, .

Stile:Ottocento.

Per saperne di più sulla città di: Parigi

 

 
 
 

la poesia di faber.. con la magia di PFM

Post n°87 pubblicato il 21 Settembre 2012 da lunadglo0

 

 
 
 

RIMINI

Post n°86 pubblicato il 17 Settembre 2012 da gryllo73

La provincia di rimini è abbastanza recente fu istituita nel 1992 distaccandone il territorio dalla provincia di Forlì,
insieme a  Riccione e Cattolica, è una delle mete più famose del turismo balneare italiano ed europeo ma la sua storia è antichissima.
Rimini è anche una città di livello storico-culturale non indifferente anche se primeggia come capitale di vita notturna.
Fu fondata  dai romani nel 268 a.C., e divenne subito un'importante centro di comunicazione fra il nord e il sud della penisola,gli antichi romani hanno lasciato diversi monumenti

 


come  l'Arco d'Augusto e il Ponte di Tiberio f. Durante il periodo rinascimentale, con i Malatesta, la sua corte è stata una delle più importanti dell'epoca,ed ha ospitato  artisti come  Leonardo Da vinci e  prodotto opere quali il Tempio Malatestiano.

Con la Seconda guerra mondiale la città fu teatro di duri scontri e aspri bombardamenti, e di una fiera resistenza partigiana,
che gli valse  l'onore di una medaglia d'oro al valore civile.
Negli ultimi anni infine è divenuta uno dei poli fieristici e congressuali più importanti a livello italiano, e a volte anche europeo.

I Romani "fondarono" la colonia di Ariminum e vi stanziarono, prima della guerra contro Annibale, una legione e coloni plebei di Roma.
La posizione geografica ne fece un bastione contro l'avanzata dei Galli, e un avamposto per le conquiste verso la Pianura Padana.
Da ricordare che, quando Annibale invase l' Italia,   Rimini era un'importante rotta di comunicazione tra il Nord e il Centro Italia.
Vi transitavano,  tre delle più importanti vie Romane:
la Via Flaminia (220 a.C.), che partiva da Roma, la capitale dell'Impero, e arrivava direttamente ad Ariminum
la Via Emilia (187 a.C.), che partiva da Ariminum e arrivava a Placentia (l'odierna Piacenza)
la Via Popilia-Annia (132 a.C.), altro proseguimento della via Flaminia, verso Nord-Est: partiva da Ariminum passando per Rabenna (Ravenna), Patavium (Padova),
fino a Tergeste (Trieste).
Rimini era di particolare importanza anche per il traffico di merci grazie al porto.

Rimini attirò l'attenzione di molti imperatori, soprattutto Augusto e Adriano, attraversò un periodo di splendore
sotto Roma, vi si costruirono prestigiose costruzioni, come il Ponte di Tiberio (che subì durante l' ultima guerra numerosi bombardamenti e il passaggio dei carri armati Panzer;
 ancora oggi utilizzato dalle automobili e chiamato anche "ponte del diavolo" per via di due buchi che la superstizione vuole fossero l'impronta di una cornata di Lucifero), l'Arco di Augusto, di grande importanza perché è il più antico arco romano ancora esistente - 2050 anni; non è stato edificato in città, ma fuori le mura, perché aveva un particolare significato: "qui comincia la pax e la civiltà romana", il teatro e l'anfiteatro.


Altro ritrovamento d'interesse, posto vicino al museo dell'archeologia, è la famosa domus del chirurgo,una casa del III secolo d.C., appartenuta a un ricco chirurgo romano. La sua importanza risiede nella grande quantità di mosaici ritrovati, ma soprattutto nel ritrovamento di un importante numero di strumenti chirurgici, (il chirurgo della legione militare) oggi visibili nella sezione archeologica del museo.

 

Nel 359, a seguito della crisi dell'Impero Romano causata da invasioni e guerre interne, la nascente comunità Cristiana tenne un importante Concilio a Rimini.
 Con l'avvento della metà del VI d.C.
 Nonostante le incursioni longobarde, i bizantini riuscirono a conservare la città e tutto il territorio di Ravenna, fin quasi a Bologna.

Questa distinzione portò alla suddivisione in Longobardia, (dalla quale deriverà il nome Lombardia) e Romània (dalla quale deriva l'odierno Romagna), in quanto i bizantini erano
riconosciuti come gli eredi dei romani.
Altri edifici di grande importanza furono quelli religiosi. Una delle chiese più antiche di Rimini tuttora esistenti, sebbene sia oggi ridotta ad un semplice abside sfuggente,
 è la chiesa di San Michelino in Foro.
Le famiglie nobiliari che si disputarono il potere civile furono i guelfi Gambacerri e i ghibellini Parcitadi. In seguito ad una prima fase in cui la città sposò la causa ghibellina,Rimini divenne guelfa, grazie soprattutto all'avvento della nobile famiglia dei Malatesta da Verucchio, il cui capostipite fu Malatesta il Vecchio, detto anche il Mastin Vecchio e ricordato nella Divina Commedia di Dante. I Malatesta assunsero la preminenza tra i guelfi riminesi nel 1248, dopo la rotta subita a Parma dall'imperatore Federico II di Svevia
Malatesta il Vecchio riportò gli esiliati Gambacerri al governo della città, divenendo una figura molto popolare e di prestigio.


 

 
 
 

BOLOGNA

Post n°85 pubblicato il 11 Settembre 2012 da IL_CERCHIODELLAVITA
 

BOLOGNA6 maggio 2011



La città, i cui primi insediamenti risalirebbero ad almeno un millennio prima di Cristo, è sempre stata un importante centro urbano, prima sotto gli Etruschi (Velzna/Felsina) ed i Celti (Bona), poi sotto i Romani. Nel 189 a.C. questi ultimi fondarono sul sito una colonia di diritto latino a cui diedero il nome di Bonomia e che fortificarono con le possenti mura di selenite. Dopo la caduta dell'Impero, fu soggetta ad Odoacre, a Teodorico il Grande (493-526), a Bisanzio e infine, nel 727, ai Longobardi, per i quali costituì principalmente un centro militare. La chiesa di S.Stefano fu il centro dell'insediamento longobardo. Nel 774 la città capitolò davanti a Carlo Magno, che la consegnò al papa Adriano I.


Chiesa di S.Stefano

...

Ripopolatasi nel X secolo, Bologna iniziò a nutrire aspirazioni comunali, che riuscì ad affermare alla morte di Matilde di Canossa, nel 1115, ottenendo l'anno successivo una serie di concessioni giurisdizionali ed economiche dall'imperatore Enrico V. Il comune partecipò alla lotta contro il Barbarossa, conclusasi con la pace di Costanza nel 1183, dopo la quale conobbe una forte espansione, anche edilizia (periodo delle case-torri). Fu allora costruita una nuova cerchia di mura: quella dei torresotti.

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Torresotto di Via Castiglione
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La città fu uno dei principali centri di scambio commerciale grazie a canali che permettevano il transito di grandi quantità di merci. Basti considerare che alla fine del XIII secolo, con i suoi 50.000, forse 60.000 abitanti era la quinta città europea per popolazione (dopo Cordova, Parigi, Venezia e Firenze), al pari con Milano ed era il maggior centro industriale tessile d'Italia che esportava in Europa fili e veli di seta.
...


Il Canale delle Moline, deviazione del Canale di Reno
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Il complesso sistema di approvvigionamento idrico di cui era dotata la città, mediante una sviluppata rete di canali tra le più avanzate in Europa (i principali erano il Canale Navile, il canale di Reno e il Canale di Savena), si riforniva

d'acqua dai torrenti Savena e Aposa e dal fiume Reno. Questa energia idraulica serviva ad alimentare numerosi mulini per la fiorentissima industria tessile serica e per il trasporto di merci. Dei canali di Bologna (ora quasi tutti interrati) sono visibili pochi tratti scoperti nel centro storico. Il canale Navile con le famose conche vinciane è ancora visibile. ... La Chiusa del Battiferro sul Canale Navile ...... Al 1088 è convenzionalmente fatta risalire la fondazione di quella che è riconosciuta come la prima università del mondo occidentale (Studium). Tra i primi maestri o glossatori, i giuristi Pepone e Irnerio, che resero famosa la scuola di giurisprudenza nel mondo civilizzato. ... Le tombe dei glossatori in Piazza Malpighi ... Nel XIII secolo, Bologna fu coinvolta nelle lotte tra guelfi e ghibellini, con alterne fortune. Nel 1249 i bolognesi riuscirono addirittura a catturare Re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II del Sacro Romano Impero, tenuto prigioniero fino alla sua morte (1272) malgrado le minacce e le richieste del potente padre; nel 1275, invece, dopo un tentativo, fallito, della guelfa Bologna di attaccare la ghibellina Forlì, le truppe ghibelline di Guido da Montefeltro, di Maghinardo Pagani e di Teodorico degli Ordelaffi, misero in fuga i bolognesi presso il fiume Senio, al ponte di San Procolo. La rotta fu tanto grave che il carroccio dei bolognesi venne portato in trionfo a Forlì. Nel 1256 fu promulgata la "Legge del Paradiso" che riscattava i servi della gleba. La città si ingrandì ancora, tanto che nel Trecento fu costruita una nuova cerchia muraria di cui rimangono ancora le porte di accesso lungo i viali di circonvallazione che delimitano il centro storico attuale. Porta Maggiore sui viali di circonvallazione Nel 1337 ebbe inizio la signoria dei Pepoli, definita da alcuni studiosi una "criptosignoria" in quanto la famiglia cercò di governare ponendosi come "primi tra pari" piuttosto che come veri e propri signori della città.La signoria presentò forti elementi di continuità col passato, e resistette fino al 28 marzo 1401 quando la signoria passò ai Bentivoglio.

Nel 1507Bologna passò allo Stato Pontificio, ove rimase fino al 1796, quando con Napoleone arrivarono a Bologna le truppe francesi. Tuttavia, dopo il Congresso di Vienna (1815) la città ritornò allo Stato Pontificio. Vi si stabilirono gli austriaci, per essere poi annessa al Regno d'Italia nel 1860.



L' importanza artistica e monumentale di Bologna è basata su un insieme omogeneo di monumenti ed emergenze architettoniche (le torri medievali, i palazzi d'epoca, le chiese, la struttura del centro storico) ed opere d'arte frutto di una storia architettonica ed artistica di prim'ordine.

 (dal WeB)

 

 
 
 
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