Iosonountulipano

chiudi gli occhi: immagina una gioia...

Sarebbe certamente il ritorno.
Con te era attenzione al particolare, era gioia, euforia, era eccitazione, era certezza, mentre ora, ora è tranquillità, cautela, non c'è attesa, quasi disinteresse.
Eppure sono sicura si tratti di precedenze. Autostrade interne, ma muri no.
Qualcosa l'ho imparata, qualcosa mi è rimasto e questa volta ho guardato meglio, come a non voler comunicare eccessi, noncurante nell'essere vigile.
Avrebbe giovato a noi il sentirmi distante, sarebbe servito a te e invece io, di giochetti, non so vivere. Peccato vengano facili quando non ce n'è bisogno. 
Io in un tuo bacio potrei perdermi, mentre tu, forse, solo godere. 

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Cosa faresti al posto mio?
Lo so.
Lo fai già. 

"Scegliamoci sempre come desidèri"

Credi che io non dica.
Credi, dentro di te credi, che io voglia qualcosa che tu non vuoi.
Ah quanto non sai, quanto non vedi.
Tutto ciò che non mi importa è chiuso in quella parola, tutto ciò che non considero è chiuso in quel concetto come fosse un cassetto da non guardare, da non aprire, per mancanza di interesse. 
Sei tutto ciò che è fuori quel cassetto. 
E non capisco se sei tu che mi ridisegni o se sono io che voglio prendere, prenderti. Non mi preoccupo che tu capisca. Io voglio e mi preoccupo di volere. 
Sono stata già rinchiusa in un "noncilasceremomai", (più d'uno), e non è che abbia funzionato un granchè, non è che io abbia vissuto meglio. Forse non ho vissuto proprio, forse seguivo una strada, un sentiero tracciato, una via maestra. 
Tu sei un bosco di cui riconosco l'odore pungente, mi entra dentro le narici, fluidifica il sangue, mi gonfia le vene del petto, le vene del polsi, delle mani, mi chiude lo stomaco, mi apre i sensi, confonde le viscere.
E preferisco percepire l'affanno che l'indifferenza. Preferisco che tu, voi, tutti, si confondano, scambino, pensino di capire, pensino che non ammetta. Preferisco.
Non mi importa.
(Irragionevoli/razionali), logiche geografiche. Distanze. Chilometri, metri è la stessa cosa.
Aspetto che la memoria della pelle svanisca, mentre era quello che combattevo. Combatto le distanze che impediscano di vivere, ho un cuore bulimico e non mi accontento, non mi accontento di te che torni per poi riandare, fino alla prossima volta, fino a quando di nuovo, inconsapevoli, ci troveremo a capire che il tempo non ci basta e lo tireremo a nostro favore, lo spalmeremo, lo dilateremo come se l'orologio non continuasse a segnare, perchè è tutto naturale

p.s. Il titolo è una citazione dal blog "Sfiorivano le viole". Bellissimo!

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tu mi fai fumare troppo, mi fai perdere l'appetito, mi fai anche arrabbiare, mi fai sorridere, mi fai ridere, mi stare bene. Ogni logica, ogni pensiero con te non ha senso, è tutto disordine in cui, tuttavia, ogni cosa è al suo posto. Assurdo, sei un ossimoro, sei tutte le cose che vorrei dirti e stamattina ti suonerei a casa, ti tirerei già dal letto per dirti "coglione". chi lo sa... potrei farlo davvero, disturbarti sarebbe ciò che più vorrei adesso. ah un vaffanculo ci starebbe pure!

V.

shhhh.
Silenzio e delicatezza. Incontro di dita che si intrecciano. Gioia e silenzio. Vicinanza, libertà.
Un addio lungo due giorni, arrivederci sapendo che non ci sarà domani.
La gratitudine che si deve provare per alcuni doni che la vita fa, regala sempre la consapevolezza che nulla è legato a noi uomini, ma tutto a quello a cui ci si riesce ad aprire.
Niente è consapevolezza, niente è certezza eppure può essere gioia; persino l'ignoto, persino un colpo di scena, persino il sapere ciò che non conviene e decidere di vivere e non solo di esistere. Decidere di andare contro ogni logica, contro ogni schema, andare senza pensare e vivere.
Certo: è la magia del limite, è la magia di un frammento che sappia trasmettere solo pienezza, perchè non può, non deve sbocciare in tutto.

Grazie, in tutte le lingue del mondo.

V.

Droga autentica, adrenalina, vitalità, forza, euforia, attesa, sorrisi, fiato corto, batticuore, felicità, impazienza, pazienza, attesa, sicurezza, musica, note, allegria, sensualità, attesa, eccitazione.
Il tempo non esiste, il tempo è spazio che devo attraversare per arrivare a lunedì o qualsiasi altro giorno. A me non importa che nome avrà questo giorno, non mi importa quando sarà, mi importa solo che sarà, mi importa che ti guarderò e vedrò che mi guardi, vedrò i tuoi occhi, mi basta. Mi basta che ci incontreremo e vorremo raccontarci e lo so che saranno sorrisi che non riesco proprio ad immaginare che possano essere amari. Qualsiasi cosa sarà, l'importante è che sia. Non riesco a fare altro che godermi l'adesso che non è cura, è essenza, è gioia anche non essendo nulla. Ma magari nel nulla ci fosse sempre tutto questo, magari il nulla che si vive spesso, fosse così forte, fosse così vitale, quando il nulla è bellissimo e non ti importa d'altro...
Dio... riesco a sentire così intensamente, così profondamente. E' bellissimo.
Motore di forza e bellezza, mi smuovi dentro. Dio... è bellissimo quello che l'anima può provare se si lascia andare, dimenticando la mente! E' bellissimo. 

*

Perchè questi pensieri, perchè le lacrime trattenute?
Pensavo fossi andato, sparito per stanchezza, per rabbia, per decisione. Ti ritrovo, invece, in ogni giornata di sole, in ogni foto di amici, persino nella nostalgia di Roma, per poi scoprire che sei lì... 
Quindi esiste un filo, la luccicanza, esiste... però non serve, non serve a farci più vicini, più umili, più aperti, più forti, più più decisi.
"E' solo una tempesta, passerà", me lo ripeto giorno dopo giorno, come un mantra... "è solo una tempesta". 
Però il mare non si placa, non smette di bagnarmi e ogni giorno è un ricordo in più che affiora, ogni giorno è un pezzo in più, come se ogni mattina mi arrivasse in busta chiusa una tessera di puzzle, che mi fa sentire più stupida e insensata, perchè se mi volessi sapresti cosa fare... 
Succede che regali 6 anni della tua vita ad una persona, alzandoti un mattino e scoprendola estranea. Succede che l'amore non basti, succede che bisogna essere in due, succede che per una volta ci si dovrebbe prendere la responsabilità di dire "resta", per una volta almeno nella vita bisognerebbe riconoscere a chi dire "resta".
La nostra casetta doveva avere un piccolo giardino, tu ci tenevi. Io volevo il tetto spiovente, l'esterno chiaro con le imposte marrone scuro, un piccolo dondolo, una siepe, un barbecue, volevi un gatto e io te lo avevo promesso.
Questi ricordi, questi pensieri cozzano con tutti i tipi di logica... con ogni pensiero razionale... con l tanti stati d'animo passati. Eppure... eppure non posso farne a meno, eppure... se solo mi chiamassi, se solo lo ammettessi che sei così difficile, se solo mi parlassi, invece di "tirare avanti" come dici...