Creato da Giuli_nocte il 13/08/2007

In my place

...

 

 

But don't go

Post n°254 pubblicato il 22 Agosto 2010 da Giuli_nocte

"How can you stay outside[?],
there's a beautiful mess inside."
[Yael Naim - Far far]

Confusione dentro ce n'è, sì, ma non saprei definire se "bellissima".
Ci sono idee sconnesse e sconclusionate, pensieri incessanti e ripetitivi,
che fanno sempre paura e che è impossibile allontanare,
ci sono progetti per metà valutati e messi in atto e poi abbandonati,
lasciati in un angolo ad aspettare, e la polvere non avrà pietà, temo.
Ci sono iscrizioni e persone, persone andate e persone arrivate,
quelle che so che non vedrò più né più sentirò,
e quelle che spariranno pian piano, e farà più male del sale.
E sarà terribile ricominciare tutto e non vedere più quei lineamenti e quelle mani,
le stesse che per cinque anni ho avuto accanto.
C'è il mio solito timore degli inizi, dentro. Quello che ormai conosco bene
e che non se ne andrà proprio mai.
L'unica cosa che mi fa stare bene, ché è come un soffio d'aria sotto il sole,
sei Tu, è la tua presenza.
E spero che si sistemi tutto, che sia il tempo a farlo o quacos'altro, stavolta.

"[...] Everyday she writes words and more words,
just to spit out the thoughts that keep floating inside,
and she's strong when the dreams come cos' they
take her, cover her, they are all over,
the reality looks far now, but don't go."
[Yael Naim - Far far]

 
 
 

C'è un tempo d'aspetto

Post n°253 pubblicato il 09 Agosto 2010 da Giuli_nocte

tempo che sfugge, niente paura,
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo, c'è tempo,

c'è tempo per questo mare infinito di gente."
[I. Fossati - C'è tempo]

Eppure chiunque direbbe che "non c'è tempo, non c'è mai [abbastanza] tempo",
a volte spacciando per sfortuna, innocenza o casualità
quella che sarebbe soltanto
un'ammissione di colpa.
Perché se, pur essendoci tempo per ogni cosa, noi ci ostinassimo a non accorgercene
e, di conseguenza, a non sfruttarlo, sarebbe solo colpa della nostra negligenza.
Ch'è un delitto uccidere il tempo, piegarlo e sprecarlo,
il tempo che è la sola vera cosa che abbiamo, in fondo,
quella a cui attribuiamo la cura delle nostre ferite,
ché piccole o grandi che siano, "le cura il tempo, tutto passa".
E se il tempo fosse un bene di valore monetario,
una merce con un valore d'uso e un valore d'acquisto,
quanti investirebbero per averne di più, per impossessarsene, per farne scorta.
E invece no. E forse è meglio così: una clessidra a ciascuno,
e che non sia solo sabbia che scorre.

"[...] Una stagione ribelle,
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle.
[...] Un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente,
mano alla mano,
che buffi saremo!"
[I. Fossati - C'è tempo]

 
 
 

Bon voyage, Trésor

Post n°252 pubblicato il 10 Luglio 2010 da Giuli_nocte

Perché è un caldo stanco quello delle cinque [post meridiem],
co
n il sole poco prima del tramonto,
quando s
compare dietro l'angolo di casa e non lo vedi più.
E la pelle scotta ancora, color ambra, e i segni bianchi sai tu dove sono.
Lì, a in
dicare il limite da non valicare, quei punti in cui il sole non può arrivare.
Neanche se lo c
hiede, nemmeno se insiste e prega.
E si consola giocando con le ombre, spargendo i suoi raggi tra le foglie, a tradimento,
ombre cinesi sul muro bianco e sull'erba verde appena tagliata.
Proietta costellazioni mobili e leggere, sui finiti oggetti di quaggiù.
Finiti come il corpo, un elegante composizione di organi vivi e sangue e acqua.
Ricettaco
lo di eventi ed emozioni, chimica -e poco altro- da dichiarare.

Da qui il volo degli aerei si sente: decollano in salotto,
dopo un lento imbarco lungo il corridoio, in fila ordinata,
e il cielo è lì fuori,
basta lasciare il motore libero di andare.
Meno quattord
ici.ore alla tua partenza.
E poi tredici.ore [circa] di viaggio e un oceano d'acqua e una manciata di America,
a dividerci, un fuso orario di nove.ore e un giorno-notte da cambiare.
Ma con la mente [e il cuore] sarà come se fossi qui con me, come sempre.
Non c'è da temere: diciassette.giorni e poi il ritorno
.
Io ti aspetto, qui.
Buon viaggio Tesoro.

 
 
 

Tre mesi - domani

Post n°251 pubblicato il 20 Maggio 2010 da Giuli_nocte

Tornare a scrivere dopo tre.mesi -circa
e senza un motivo preciso. Senza motivo, ecco.
Perché scrivere significa[va] gettare paure, dubbi e paranoie altrove -fuori.
E sebbene questi siano presenze sicure da sempre,
nel caos di questo periodo finiscono da parte, insieme a molto altro.
Ma poi vedi cosa è arrivato di nuovo, che prima non c'era,
e capisci che i problemi e i castelli che costruisci sono futili e inutili,
che ci sono realtà più dure di ogni [im]perfetta costruzione mentale,
che tutto sommato [algebricamente] si può andare avanti,
nonostante le incomprensioni e le mancanze -le tue.
E sono i piccoli momenti che riempiono lo spazio, quello della vita e del cuore.
Come cantare canzoni in macchina ed essere tutte e tre stonate,
come un soufflè al cioccolato con vaniglia,
come prendere il sole e sentire il profumo della crema e aria d'estate,
come guidare di notte ed evitare un riccio che attraversa la strada,
come saperti ogni giorno al mio fianco, anche se sei lunatico -e non lo ammetti!
E sapere che il cuore non si [s]lega da certi affetti,
soffrirne per l'impossibilità di sottarsi da essi
ed essere fieri e orgogliosi -perché nonostante tutto si va avanti [insieme], ancora.
L'ultimo anno, il più difficile, il più lungo.
L'unico con te -per intero.
E dopo questo, chissà.

 
 
 

Costruire

Post n°250 pubblicato il 21 Febbraio 2010 da Giuli_nocte

"[...] Ma tra la partenza e il traguardo
nel mezzo c'è tutto il resto,
e tutto il resto è giorno-dopo-giorno,
e giorno dopo giorno è
-silenziosamente- costruire,
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione
."

Rinuncerei -non solo- alla perfezione,
-ma anche- ai miei modi bruschi,
all'incapacità di sopravvivere senza chiarezza,
all'egoismo, al vittimismo e al fatalismo.
Rinuncerei a fare del male in difesa di interessi
che poi, in fondo, non sono i miei,
al mio bisogno di programmare e controllare,
anche alla necessità di rassicurazioni e conferme
.
Potrei fare a meno di analizzarmi le sensazioni:
è un lavoro impegnativo e deludente,
farò senza il bisogno di trovare sempre un senso
e di dare ordine e motivo a ogni cosa,
progetto di una mente disordinata e inquieta.
Rinuncerei all'incertezza e alle riflessioni indotte,
mi darei all'istinto e all'intuito inesorabilmente compromesso
da ragione-oggettività-analisi.


Ma a questo avanti-e-indietro di sensazioni, idee e presenze
non resisto, a doveri che non voglio e a conclusioni affrettate,
all'imminenza dei fatti e del giudizio.
Mi serve -più- tempo.

 
 
 

Tu, forse non essenzialmente tu

Post n°248 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da Giuli_nocte

A volte -tristemente- ti accorgi che quello che fai non basta.
Neanche lontanamente -proprio no.
Non basta a farti soprav[vivere] con chi vorresti,
non basta per assicurarti quel po' di affetto e considerazione ch'è necessario.
Non basta nemmeno come scusa, come pretesto o attenuante
per dire "io ci ho provato" -ché per gli altri non hai tentato.
E forse è colpa mia, un difetto di fabbricazione, una mancanza genetica,
qualcosa di ineliminabile e congenito -bella fregatura.
È che ha ragione lei: mi preoccupo troppo di ogni possibile conseguenza,
vivo nel terrore di deludere e illudere, di dover tirarmi indietro,
paura di non accorgermi subito che ho intrapreso una strada sbagliata,
timore di dover abbandonare qualcuno a metà del viaggio,
senza che nessuno rimborsi quel biglietto.
Sembra che necessariamente ogni azione debba prendere, nel suo svolgersi,
una direzione diversa -contraria- a quella che gli imprimiamo in origine:
cerco di precludere ad altri inutili sofferenze
e non mi accorgo che alle mie spalle già soffrono.
C'è che a volte le pretese sono troppe e soffocano le mie già poche iniziative.
Però rimango, finché vale sperare.


"E al mattino al mio risveglio
cerco in cielo gli aironi
e il profumo bianco del giglio,
cerco in tutte le canzoni
e in un passero sul ramo
uno spunto per la rivoluzione,
cerco il filo di un ricamo,
un accordo in La minore."
[R. Gaetano - Cerco]

 
 
 

Per curare le parole

Post n°247 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da Giuli_nocte

"Avrei voluto diventare Dostoevskij
per curvare le parole
per ogni piega, ogni distanza,
ogni riflesso che ci scardinava il cuore.
Avrei voluto insieme a te
rubare l'acqua della Luna,
ma come Orlando ho perso il senno
e ho perso anche la fortuna.

Avrei voluto cancellare dai tuoi occhi
quella noia e quella solitudine
,
ma allora davo troppe cose per scontate
e non ti seguivo più,
come la pioggia
anche l'amore rinfresca una stagione ostile
come la pioggia
anche l'amore è destinato poi a finire."
[M. Bubola -
Dostoevskij]

E non solo l'amore è destinato a finire,
ci sono mucchi di ordigni, i -cosiddetti- sentimenti,
pronti per il dimenticatoio e la rottamazione.

 
 
 

Lontani dagli errori [?]

Post n°246 pubblicato il 06 Gennaio 2010 da Giuli_nocte

"Vorrei farti vedere la mia vita
e gli oggetti che le girano intorno
e le luci che la rendono impaurita,
fino dall'alba e fino al nuovo giorno.


Vorrei fare tutto questo, ma ti guardo
e capisco che tu forse non lo vuoi,
siamo gente, *noi, lontana dal traguardo,
siamo lontani dagli errori e dagli eroi.
Poi c'è un bimbo che mi chiama con la mano,
begli occhi neri,
tocca il mondo con le dita,
l'avrei fatto anch'io soltanto ieri,
e oggi vorrei regalarti la mia vita.


Ecco, vorrei che mi vedessi lì,
perduto in mezzo alla violenza
del mio mondo
,
e poterti dire: -non può essere così,
diamoci un bacio
in questo brutto girotondo-."
[C. Lolli -
Vorrei farti vedere la mia vita-]


Parole mie niente, neanche oggi.
Mah.

 
 
 

Credevo non ci fosse nessuno con te

Post n°245 pubblicato il 27 Dicembre 2009 da Giuli_nocte

"Fiori rosa, fiori di pesco,
c'eri tu...
Fiori nuovi, stasera esco,
ho un anno di più.
Stessa strada, stessa porta:
scusa, se son venuto qui questa sera,
da solo non riuscivo a dormire perché
di notte ho ancor bisogno di te.
Fammi entrare per favore,
solo, credevo di volare e non volo,
credevo che l'azzurro di due occhi

per me fosse sempre cielo, non è
.
Posso stringerti le mani?
Come sono fredde, tu tremi,
no non sto sbagliando, mi ami,
dimmi che è vero...
[...] Ieri era oggi, oggi è già domani:
dimmi che è vero.



Scusa
, credevo proprio tu fossi sola,
credevo non ci fosse nessuno con te,
oh scusami tanto, se puoi.
Signore, chiedo scusa anche a lei,
ma io ero proprio fuori di me
quando dicevo:
posso stringerti le mani?
Come sono fredde, tu tremi,
no non sto sbagliando, mi ami,
dimmi che è vero."

[L. Battisti - Fiori rosa, fiori di pesco]

 
 
 

...

Post n°244 pubblicato il 26 Dicembre 2009 da Giuli_nocte
 

A volte davvero il passato si scrolla la polvere di dosso.
E dentro tremo -di nuovo.
Ma forse è necessario, è un pagamento debito, è il giusto pegno.
[Io che ne so]

 
 
 

Yann Tiersen, "Summer 78"

 

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