Creato da valeriosampierikokin il 05/05/2012
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Kokin-01-0020

Foto di valeriosampierikokin

Kokin-01-0020

題しらす
読人不知 よみ人しらす
梓弓おしてはるさめけふふりぬあすさへふらはわかなつみてむ
あつさゆみ-おしてはるさめ-けふふりぬ-あすさへふらは-わかなつみてむ
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Yomihito Shirazu

Argomento ignoto.

azusayumi / oshite harusame / kyô furinu / asu sae furaba / wakana tsumitemu

I bend and draw / my bow of catalpa wood. / Would it rain again / tomorrow like it rained today, / we shall go pick the young greens.
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

My catalpa bow / I string and spring rain / Fell today. / If tomorrow it falls still / I'll go gathering fresh herbs.
(Traduzione di Thomas McAuley - Fonte: http://www.temcauley.staff.shef.ac.uk/waka0329.shtml)

Mi chino e disegno il mio arco di legno di catalpa. Se piovesse domani, come è piovuto oggi, andremo a cogliere le giovani verdure.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Il riferimento all'arco stabilisce un collegamento del tipo makura kotoba: haru = "disegnare", "to draw" / harusame = "pioggia primaverile", "spring rains" (anche se l'uso rituale di archi si associa con la cerimonia della giovane verdura). Tuttavia, bisogna resistere alla tentazione di riprodurre il gioco di parole, aggiungendovi la molla dell'arco, così ho scelto un'altra strada ed ho puntato sul suono di un'altra parola. Una versione più letterale sarebbe: "Oggi è caduta la pioggia primaverile. Fino a quando cadrà domani,".

NOTA  di Thomas McAuley: il termine "adusayumi" è un Makura kotoba, "parola cuscino" che muta il significato originario del termine a cui si accompagna. L'uso di Makura kotoba risale al Nihongi.

 
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Kokin-01-0019

Kokin-01-0019

題しらす
読人不知 よみ人しらす
み山には松の雪たにきえなくに宮こはのへのわかなつみけり
みやまには-まつのゆきたに-きえなくに-みやこはのへの-わかなつみけり
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Yomihito Shirazu

Argomento ignoto.

miyama ni wa / matsu no yuki dani / kienaku ni / miyako wa nobe no / wakana tsumikeri

Even though the snow / has not vanished from the pines / in the fair mountains, / in the capital, they pick / young greens in the open fields.
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

Anche se la neve non è scomparsa dai pini sui monti, nella capitale, raccolgono giovani verdure nei campi aperti.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Senza un soggetto esplicito, è difficile stabilire se chi parla è
è uno dei selettori, o anche in città. L'esclamazione finale (keri) sulla raccolta potrebbe indicare un elemento di sorpresa, ma io non penso sia così. Si noti, a proposito, il contrasto implicito tra il colore verde scuro del pino e quello verde splendente dei germogli.

 
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Kokin-01-0018

Kokin-01-0018

題しらす
読人不知 よみ人しらす
かすかののとふひののもりいてて見よ今いくかありてわかなつみてむ
かすかのの-とふひののもり-いててみよ-いまいくかありて-わかなつみてむ
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Yomihito Shirazu

Argomento ignoto.

kasuga-no no / tobuhi no nomori / idete miyo / ima ikuka arite / wakana tsumitemu

O watchman of / Beacon Field in Kasuga, / go forth and look now: / how many days will it be / till we can pick the young greens?
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

O guardiano del Campo di Beacon in Kasuga, vai avanti e guarda: / quanti giorni passeranno, finché potremo raccogliere la giovane verdura?
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Alcuni testi del Kokinshu scambiano di posto questa poesia e le prossime due ... che funzionano comunque, in modo differente, come seguito della poesia 17 o introduzione alla numero 20. Raccogliere e mangiare le prime verdure giovani (freschissime!) è un cerimoniale, almeno negli ambienti di corte, che si svolge il settimo giorno dopo Capodanno ed una composizione di sette erbe è un dono abituale stagionale (vedi poesia 21). Tobuhi ("fiamme guizzanti", "leaping flames") prende il nome da un faro di segnalazione vicino a Nara. E' possibile interpretare ciò come un riferimento ad un piromane, che viene scherzosamente definito guardiano, così legando più strettamente questa poesia alla numero 17.

 
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Kokin-01-0017

Kokin-01-0017

題しらす
読人不知 よみ人しらす
かすかのはけふはなやきそわか草のつまもこもれり我もこもれり
かすかのは-けふはなやきそ-わかくさの-つまもこもれり-われもこもれり
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Yomihito Shirazu

Argomento ignoto.

kasuga-no wa / kyô wa na yaki so / wakakusa no / tsuma mo komoreri / ware mo komoreri

No, don't set fire / to Kasuga Plain today -- / as fresh as young grass, / my sweetheart is hidden here, / and I too am hidden here.
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

No, non mettere a fuoco la Pianura di Kyosuke ... come fresca erba giovane, il mio tesoro è nascosto qui e anch'io sono nascosto qui.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Vista la palese cadenza di un canto popolare, non sorprende che l'autore sia anonimo. Una variante (con Kasugano, vicino Nara, sostituito da Musashino, nel luogo ove oggi è Tokyo) appare nell'Ise Monogatari (Tales of Ise) con lo sfondo di una storia che la rende un po' meno innocente. I campi vengono bruciati per cancellare le stoppie dell' anno trascorso, ma non, si spera, mentre qualcuno li usa per trovare un po' di privacy (come suggerisce il clima ormai caldo). Deve notarsi che mentre l'erba giovane non è una traduzione letterale, ma un termine fisso (makura kotoba, "parola cuscino" o "pillow-word" nella poesia giapponese), il termine "tsuma",  genericamente "coniuge" o "tesoro" ("spouse" or "sweetheart"), senza distinzione di sesso, indica il momento in cui qualcosa può accadere.

 
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Kokin-01-0016

Kokin-01-0016

題しらす
読人不知 よみ人しらす
野辺ちかくいへゐしせれはうくひすのなくなるこゑはあさなあさなきく
のへちかく-いへゐしせれは-うくひすの-なくなるこゑは-あさなあさなきく
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Yomihito Shirazu

Argomento ignoto.

nobe-chikaku / iei shi sereba / uguisu no / nakunaru koe wa / asa na asa na kiku

Because my dwelling / is beside the open fields, / I hear the voices / of the singing bush warblers / morning after morning.
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

Dalla mia casa, vicina ai campi aperti, sento le voci del canto mattutino degli uccelli del cespuglio, giorno dopo giorno.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Sempre lo stesso uccello, ma si noti il cambiamento di impostazione. I termini "voci / uccelli" possono essere sia al singolare, sia al plurale, ma data la ripetizione dei giorni, ho preferito usare il plurale.

 
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Kokin-01-0015

Kokin-01-0015

寛平御時きさいの宮のうたあはせのうた
棟梁 在原棟梁
春たてと花もにほはぬ山さとはものうかるねに鶯そなく
はるたてと-はなもにほはぬ-やまさとは-ものうかるねに-うくひすそなく
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Ariwara no Muneyana

Dal medesimo Uta Awase (tenuto nel palazzo della Consorte nell'Era Kanpyô)

haru tatedo / hana mo niowanu / yamazato wa / monoukaru ne ni / uguisu zo naku

Though spring has started, / in the mountain village where / not even the plum / flowers forth, the bush warbler / sings with a listless voice.
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

Anche se la primavera è iniziata, nel villaggio di montagna dove nemmeno firiscono i fiori di prugna, il beccafico canta con voce svogliata.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Muneyana era il figlio maggiore di Ariwara no Narihira e padre di Motokata (poesia numero 1). Egli morì nel 898, dopo aver prestato servizio nella corte di cinque imperatori, ed ha 4 poesie nel Kokinshu. Sebbene il significato moderno di "niou" è "essere fragrante" ("to be fragrant"), qui si deve applicare il significato più antico di "fiorire" o "risplendere" ("to blossom" o "to be splended").

 
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Kokin-01-0014

Post n°22 pubblicato il 20 Gennaio 2013 da valeriosampierikokin

Kokin-01-0014

寛平御時きさいの宮のうたあはせのうた
千里 大江千里
うくひすの谷よりいつるこゑなくは春くることをたれかしらまし
うくひすの-たによりいつる-こゑなくは-はるくることを-たれかしらまし
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Ôe no Chisato

Dal medesimo Uta Awase (tenuto nel palazzo della Consorte nell'Era Kanpyô)
uguisu no  / tani yori izuru / koe naku wa / haru kuru koto o / tare ka shiramashi

If not for the call / of the bush warbler coming / out of the valley, / who then would be aware of / the arrival of springtime?
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

Se non fosse per il richiamo dell'uccello canterino del cespuglio, che arriva dalla valle, chi mai si sarebbe accorto dell'arrivo della primavera?
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Chisato, nipote di Ariwara no Narihira, fu un'altro poeta attivo tra la decade dell' 890 ed il 920 circa, ma le date di nascita e morte sono sconosciute. Il Kokinshu riporta 10 sue poesie. Dopo lo scherzo del loro profumo, nella poesia numero 13, di nuovo non c'è traccia dei fiori del prugno. C'è anche un giocoso legame, con un tocco di pedanteria in forma di allusione, a una poesia cinese dal Libro dei Cantici (Book of Songs).

 
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Kokin-01-0013

Kokin-01-0013

寛平御時きさいの宮のうたあはせのうた
友則 紀とものり
花のかを風のたよりにたくへてそ鶯さそふしるへにはやる
はなのかを-かせのたよりに-たくへてそ-うくひすさそふ-しるへにはやる
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Ki no Tomonori

Dal medesimo Uta Awase (tenuto nel palazzo della Consorte nell'Era Kanpyô)

hana no ka o / kaze no tayori ni / taguete zo / uguisu sasou / shirube ni wa yaru

For a guide, I'll mate / the fragrance of flowers with / the messenger wind, / and send them off to invite / the bush warbler to visit.
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

Per meglio guidarli, unirò il profumo dei fiori con il vento messaggero, e li manderò ad invitare l'uccello cantorino del cespuglio a visitarli.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Tomonori (c.550?-c.905), cugino di Tsurayuki, fu un'altro redattore del Kokinshu, ma morì prima del suo completamento: 46 sue poesia sono nel Kokinshu. Mi piacciono i suoi effetti giocosi. Da notare è la prima indicazione che il prugno è fiorito, anche se ci vorrà un po 'prima di riuscire a vederne i frutti. Dato che "sasou" può significare sia "attirare / tentare" (lure/tempt), sia un più formale "invito", la mia interpolazione "visita" può non essere corretta.

 
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Kokin-01-0012

Kokin-01-0012

寛平御時きさいの宮のうたあはせのうた
番号外作者 源まさすみ
谷風にとくるこほりのひまことにうちいつる浪や春のはつ花
たにかせに-とくるこほりの-ひまことに-うちいつるなみや-はるのはつはな
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Minamoto no Masazumi

Una poesia da un Uta Awase tenuto nel palazzo della Consorte nell'Era Kanpyô.

tanikaze ni / tokuru kôri no / himagoto ni / uchi-izuru nami ya / haru no hatsuhana

In the valley wind / the river ice is melting, / and in every crack / little waves are spurting out -- / might they be spring's first flowers?
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

Nella valle del vento, il fiume di ghiaccio si sta sciogliendo e da ogni fessura spruzzano piccole onde ... potrebbero essere i primi fiori della primavera?
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Masazumi (date sconosciute, l'ultima annotazione che lo riguarda è del 907) ha solo questa poesia nel Kokinshu. Sua moglie era madre o moglie di Uda Tenno; ella ospitò l'Uta Awase (uno dei primi di quelli che divennero una tradizione della Corte di Heian) nell' 893. Ad esso poarteciparono i quattro redattori del Kokinshu, che vi inclusero 65 poesie della competizione. "River" è una mia interpretazione, per significare che il ghiaccio sta per sciogliersi, altrimenti le onde avrebbero scarso significato. La poesia allude anche, come la numero 2, ad un verso del Libro dei Riti (Book of Rites).

 
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Kokin-01-0011

Kokin-01-0011

はるのはしめのうた
忠峯 みふのたたみね
春きぬと人はいへともうくひすのなかぬかきりはあらしとそ思ふ
はるきぬと-ひとはいへとも-うくひすの-なかぬかきりは-あらしとそおもふ
Fonte: http://tois.nichibun.ac.jp/database/html2/waka/waka_i001.html#i001-001

Mibu no Tadamine

Una poesia sull'inizio della primavera.

haru kinu to / hito wa iedomo / uguisu no / nakanu kagiri wa / araji to zo omou
 
People are saying / that springtime has arrived, / but I do believe / that it isn't really spring / until the bush warbler sings.
(Traduzione di Larry Hammer - Fonte: http://lnhammer.livejournal.com/182467.html)

Dicono che la primavera è arrivata, ma credo che non sia davvero primavera, fin quando non canti il beccafico.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Larry Hammer: Tadamine fu uno dei quattro redattori del Kokinshu, che riporta 36 sue poesie. Le sue date sono sconosciute, ma fu attivo tra la decade dell' 890 sino a circa il 920.

 
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Kokin-01-0010

Kokin-01-0010

Fujiwara no Kotonao 藤原言直 (ふちはらのことなを)

春の始によめる
はるのはしめによめる

All'inizio della primavera.

はるやとき/花やをそきと/きゝわかん/鴬たにも/なかすも有哉
はるやとき/はなやをそきと/ききわかむ/うくひすたにも/なかすもあるかな
はるやとき/はなやおそきと/ききわかむ/うぐひすだにも/なかずもあるかな

はる-名-春や-係助-疑-係、とき-形ク-体-結/はな-名や-係助-疑-係、おそき-形ク-体と-格助/ききわか-カ四-未む-推-体-結/うぐひす-名だに-副助も-係助/なか-カ四-未ず-消-用も-係助、ある-ラ変-体かな-終助-詠

haru ya toki / hana ya osoki to / kikiwakan / uguisu dani mo / nakazu mo aru kana

Has spring come early-- / or are the plum blossoms late-- / I would like to know / but not even the song of / the mountain thrush trills the answer
(Traduzione di Laurel Rasplica Rodd)

"Has Spring come early / or are flowers late?" I ask, / yet who might I hear? / ... there isn't a single call, / not even from the warbler.
(Traduzione di Larry Hammer)

E' arrivata presto la primavera o sono i fiori ad essere in ritardo? Così mi chiedo, ma chi posso ascoltare? … se nemmeno il canto di un tordo di montagna sa rispondermi
(Traduzione di Valerio Sampieri)

Il canto del tordo di montagna annuncia l'arrivo della primavera.
Kotonao è probabilmente vissuto alla fine del 9° Secolo e solo questa sua poesia è stata inserita nel Kokinshu.

 
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Kokin-01-0009

Ki no Tsurayuki 紀貫之 (きのつらゆき)

雪の降けるをよめる
ゆきのふりけるをよめる

Sulla neve che cade.

霞たち/このめも春の/雪ふれは/花なき里も/花そちりける
かすみたち/このめもはるの/ゆきふれは/はななきさとも/はなそちりける
かすみたち/このめもはるの/ゆきふれば/はななきさとも/はなぞちりける

かすみ-名、たち-タ四-用/このめ-名も-係助、はる-名-春の-格助/ゆき-名-雪、ふれ-ラ四-已ば-接助/はな-名、なき-形ク-体、さと-名も-係助/はな-名ぞ-係助-係、ちり-ラ四-用ける-詠-体-結

kasumi tachi / ko no me mo haru no / yuki fureba / hana naki sato mo / hana zo chirikeru

When the warm mists veil / all and buds swell  while yet / spring snows drift downward / even in the hibernal / village  crystal blossoms fall
(Traduzione di Laurel Rasplica Rodd)

The haze rises up, / and too buds swell on the trees ... / when spring snowflakes fall, / they are flowers scattering / even in towns without flowers.
(Traduzione di Larry Hammer)

Quando si alzano tutti i veli delle calde nebbie ed anche le gemme sugli alberi si gonfiano, mentre ancora scende la neve di primavera, ... quei fiocchi sono fiori di cristallo anche in una città senza fiori.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA di Laurel Rasplica Rodd: "Haru" qui è un “kakekotoba”, che significa sia "primavera", sia "gonfiare" ("spring" and "to swell") e serve a collegare i primi due versi (when warm mists veil  all and buds swell), all'argomento principale (while yet the spring  snows drift downward...).

NOTA di Larry Hammer: La “Pivot-word” è omofona ed ha due significati: haru = “gonfiare / primavera” ("to swell" / "spring"). Occorre notare che la poesia non dice “come se” la neve fosse fiori, ma pone una diretta metafora sottolineata da una inflessione che indica una realizzazione. Sottile ed intraducible gioco di parole: nascosti in tachi ko no me ("rise and tree-buds") sono i suoni di tachikome(ru), (avvolgere, "to enshroud,") che concerne la foschia/nebbia di cui sopra.

 
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Kokin-01-0008

Funya no Yasuhide 文屋康秀 (ふんやのやすひて)

二條后のとう宮のみやすむ所ときこえける時、正月三日おまへにめしておほせことあるあひたに、日はてりなから雪のかしらにふりかゝりけるをよませ給ける
にてうのきさきのとうくうのみやすんところときこえけるとき、むつきみかおまへにめしておほせことあるあひたに、ひはてりなからゆきのかしらにふりかかりけるをよませたまひける

La Consorte di Nijo (che era allora conosciuta col nome Lady di Camera) ordinò a Funya di comporre una poesia sulla neve che cadeva sulla sua testa mentre splendeva il sole, durante una udienza davanti a lei, nel terzo giorno di gennaio.

春の日の/ひかりにあたる/我なれと/かしらの雪と/なるそわひしき
はるのひの/ひかりにあたる/われなれと/かしらのゆきと/なるそわひしき
はるのひの/ひかりにあたる/われなれど/かしらのゆきと/なるぞわびしき

はる-名-春の-格助、ひ-名の-格助/ひかり-名に-格助、あたる-ラ四-体/われ-代なれ-断-已ど-接助/かしら-名の-格助、ゆき-名-雪と-格助/なる-ラ四-体ぞ-係助-係、わびしき-形シク-体-結

haru no hi no / hikari ni ataru / ware naredo / kashira no yuki to / naru zo wabishiki

though I bask in the / comforting warmth of spring's light / how melancholy / to think that my hair now / wears a crown of winter snow.
(Traduzione di Lauel Rasplica Rodd)

Although it is true / that I am bathed in the light / of the springtime sun, / how unbearable it is / my head is turning to snow.
(Traduzione di Larry Hammer)

The spring sun's / Light strikes / Me but, the / Snow upon my brow / Saddens.
(Traduzione di Thomas McAuley)

Anche se mi crogiolo nel tepore confortante della luce della primavera, come è malinconico pensare che ora i miei capelli indossano una corona di neve invernale.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTE: Takaiko, moglie di Nijo, era la madre di Yozei Tenno, che all'epoca di questa composizione era Principe della Corona. "Primavera" allude al Palazzo di Primavera, residenza del Principe della Corona. La poesia esprime  gratitudine per la considerazione (luce di primavera) di Takaiko.

Yasuhide (date sconosciute) era un cortigiano minore, attivo negli anni intorno al 860. Fu indicato come uno dei Rokkasen nella prefazione del Kokinshu, anche se solo cinque sue poesie sono comprese nell' antologia. Il fatto avvenne, tra l' 869 e l' 876, prima che il figlio di Nijo salisse al trono come Yozei Tenno, all'età di otto anni. Il Principe ereditario risiedeva nel Palazzo di Primavera ed a Capodanno i patroni elargivano doni, sicché il "sole primaverile" ha un doppio significato adulatorio per Nijo o, forse, una più sorniona richiesta, ora che a lui "l'età rende i capelli come la neve" (per usare un linguaggio femminile).

NOTA di Thomas McAuley: Snow upon my brow (Neve sulla mia fronte) - Neve sul capo era una comune metafora per invecchiare, così Yasuhide dice: "Il sole di primavera [che farebbe rivivere una pianta] non può sciogliere questa neve [e invertire gli effetti di età]" ('The spring sun [which would revive a plant] cannot melt this snow [and reverse the effects of age]). Questa conversazione deve essere avvenuta tra l' 869 e l' 876, perché il Principe della Corona a cui ci si riferisce era Yôzei Tenno, che era nato nell' 868 e salì al trono all'età di otto anni.

 
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Kokin-01-0007

Yomihito Shirazu (Anonimo) 読人不知 (よみ人しらす)

Argomento sconosciuto

心さし/ふかくそめてし/おりけれは/きえあへぬ雪の/花とみゆらん
こころさし/ふかくそめてし/おりけれは/きえあへぬゆきの/はなとみゆらむ
こころざし/ふかくそめてし/をりければ/きえあへぬゆきの/はなとみゆらむ

こころざし-名/ふかく-形ク-用、そめ-マ下二-用て-接助し-副助-強/
をり-ラ四-用けれ-詠-已ば-接助/きえ-ヤ下二-用-消える、
あへ-ハ下二-未ぬ-消-体、ゆき-名-雪の-格助/
はな-名と-格助、みゆ-マ上一-終らむ-現推-体

kokorozashi / fukaku someteshi / orikereba / kieaenu yuki no / hana to miyuran

So longingly have I / awaited the fresh flowers / of spring  that they have / dyed my soul  and I see snow / as clustered blooms on branches
(Traduzione di Laurel Rasplica Rodd)

It must be desire / has so deeply dyed my heart, / hat when I plucked it / the snow that hasn't vanished / appears to be spring flowers.
(Traduzione di Larry Hammer)

I have been so / Deeply moved / Here, when I pluck a spray / Th' enduring snow / Seems blossom.
(Traduzione di Thomas McAuley)

Con tanta nostalgia ho atteso i freschi fiori di primavera, che essi hanno colorato la mia anima e li ravvedo nella stessa neve che ancora cade.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

Secondo alcuni questa poesia è stata scritta da Fujiwara no Yoshifusa.
In merito al termine "worikereba", Thomas McAuley riporta la seguente nota.
"Departed" - Gli studiosi giaponesi non concordano sull'interpretazione di questa poesia, per via del verbo [w]oru, che può significare sia "rompere/strappare" ('break/pluck'), sia "essere in un luogo" ('be (in a place)'). Perciò qualcuno interpreta la poesia come segue: "... Quando ho spezzato un ramo, sembrava come se i fiocchi di neve che lo coprivano fossero fiori" ('I have been moved. When I pluck a branch, the snow on it looks like blossom'); altri traducono, invece: "... Quando mi fermo qui, la neve sembra un fiore" ('I have been moved. When I'm here, the snow looks like blossom'). 

 
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Kokin-12-0553

La poesia è di Ono no Komachi 小野小町, su argomento sconosciuto (tema: Amore)

うたたねに恋しきひとを見てしより夢てふ物は思みそめてき
うたたねに-こひしきひとを-みてしより-ゆめてふものは-たのみそめてき

utatane ni / koishiki hito o / miteshi yori / yume chô mono wa / tanomisometeki     

Since encountering / my beloved as I dozed, / I have come to feel / that it is dreams, not real life, / on which I can pin my hopes.
(Traduzione di Helen Craig McCullogh, Kokin Wakashû: The First Imperial Anthology of Japanese Poetry, Stanford, CA: Stanford University Press, 1985, 126)

As I dozed / The man I love / Appeared, so / It is dreams that / Have begun to comfort me.
(Traduzione di Thomas McAuley)

Appena assopita, è apparso l'uomo che amo: sono solo i sogni, non la realtà, capaci di confortarmi.
(Traduzione libera dall'inglese di Valerio Sampieri)

Il confronto tra sogni e realtà è un tema prevalente nella poesia femminile del Periodo Heian ed indica che le delusioni nella realtà conducono spesso ad una dipendenza dal sogno, inteso come sede in cui poter realizzare il proprio desiderio. Sarà esaminato il tema dei sogni nella poesia d'amore del Kokinshu, per verificare la veridicità dell'affermazione di Tsurayuki, secondo cui la poesia "porta armonia nelle relazioni tra uomini e donne", prima di esaminare altri tempi importanti nelle composizioni delle potesse. In questo esempio (come nel precedente Kokin-12-0552), i sogni intesi come percorso per il coronamento di un amore contribuiscono in modo significativo alla reputazione di Komachi come poetessa appassionata.

In questa poesia la donna è solo in grado di assopirsi (utatane), non di di raggiungere lo stato di sonno ristoratore capace di sostenere il suo sogno. L'insoddisfazione incombe, quando si deve fare affidamento sui sogni, piuttosto che sulla realtà, per incontrare realmente il suo amante. Il tema delle relazioni tra i sessi trova ulteriori sviluppi anche in Kokin-13-0656 e Kokin-13-0657.
(Yumiko Hulvey)

 
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Kokin-12-0552

La poesia è di Ono no Komachi 小野小町, su argomento sconosciuto (tema: Amore)

思ひつつぬれはや人の見えつらむ夢としりせはさめさらましを
おもひつつ-ぬれはやひとの-みえつらむ-ゆめとしりせは-さめさらましを

omoitsutsu / nureba ya hito no / mietsuramu / yume to shireba / samezaramashi o     

Did you come to me / because I dropped off to sleep / tormented by love? / If I had known I dreamed, / I would not have awakened.
(Traduzione di Helen Craig McCullogh, Kokin Wakashû: The First Imperial Anthology of Japanese Poetry, Stanford, CA: Stanford University Press, 1985, 126)

Was I lost in thoughts of love / When I closed my eyes? He / Appeared, and / Had I known it for a dream / I would not have awakened.
(Traduzione di Thomas McAuley)

Sei venuto da me perché ho perso il sonno per i tormenti d'amore? Se avessi saputo che era un sogno, avrei preferito non svegliarmi.
(Traduzione libera dall'inglese di Valerio Sampieri)

Il confronto tra sogni e realtà è un tema prevalente nella poesia femminile del Periodo Heian ed indica che le delusioni nella realtà conducono spesso ad una dipendenza dal sogno, inteso come sede in cui poter realizzare il proprio desiderio. Sarà esaminato il tema dei sogni nella poesia d'amore del Kokinshu, per verificare la veridicità dell'affermazione di Tsurayuki, secondo cui la poesia "porta armonia nelle relazioni tra uomini e donne", prima di esaminare altri tempi importanti nelle composizioni delle potesse. Nell'esempio che segue (e nel successivo Kokin-12-0553), i sogni intesi come percorso per il coronamento di un amore contribuiscono in modo significativo alla reputazione di Komachi come poetessa appassionata.

In questa e nella successiva poesia, l'affermazione di Tsurayuki circa l'armonia tra uomini e donne non trova conferma nei sentimenti espressi da Komachi. La donna è stata per lungo tempo trascurata, tanto che l'unica possibilità di vederlo è nel mondo dei sogni. Ma anche il suo sogno (yume) è interrotto perché lei è troppo tormentata (omoitsutsu) per mantenere lo stato di sonno necessario per incontrarlo, seppure nel sogno.

(Yumiko Hulvey)

 
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Kokin-13-0623

La poesia è di Ono no Komachi 小町 をののこまち, l'argomento è ignoto. Gli autori del Kokinshu pongono questa poesia in sequenza con quella di Narihira, come se ne costituisse la risposta.

見るめなきわか身をうらとしらねはやかれなてあまのあしたゆくくる
みるめなき-わかみをうらと-しらねはや-かれなてあまの-あしたゆくくる

mirume naki / wa ga mi o ura to / shiraneba ya / karenade ama no / ashi tayuku kuru     
      
There is no seaweed / to be gathered in this bay. / Does he not know it / the fisher who comes and comes / until his legs grow weary?
(Traduzione di Helen Craig McCullough, Kokin Wakashû: The First Imperial Anthology of Japanese Poetry, Stanford, CA: Stanford University Press, 1985, 140. Analogo scambio poetico si trova anche nell' Ise monogatari, tradotto da Helen Craig McCullough, Stanford, CA: Stanford University Press, 1968.)

No exchange of glances-a barren beach- / How I hate myself for it! / Doesn’t he realise it, / Heedless of distance, the fisherman, / Coming and going on weary legs?
(Traduzione di Thomas McAuley)

Non ci sono alghe da raccogliere in questa baia. Non lo sa il pescatore che va e viene, fino a quando le sue gambe si stancano?
(Traduzione dall'inglese di Valerio Sampieri)

NOTA (McAuley): Komachi ha realizzato un gioco di parole intorno alla parola "mirume", forma alternativa di "miru" che è un tipo di alga (vedi Manyoshu-02-035, una poesia di Hitomaro alla moglie). Oltre che riferirsi alla pianta, il termine "miru" significa "guardare gli occhi", con riferimento ad un incontro tra amanti, che dovevano essere molto vicini, per vedere nell'oscurità di una vecchia abitazione giapponese gli occhi dell'altro. Perciò, la poesia chiede: "Perché i pescatori continuano ad arrivare in questa spiaggia? Non sanno che qui non cresce mirume?"., ma anche: "Perché il mio amante continua a venire qui, se non c'è la possibilità di un incontro?".

NOTA (di Yumiko Hulvey, già riportata nel precedente post): La poesia ha avuto una funzione vitale nella società Heian (794-1185) perché i waka erano il linguaggio dell'amore. Il rituale di corteggiamento iniziava e finiva con lo scambio di waka: l'amante uomo ardentemente incalza la donna con versi appassionati mentre la donna timidamente respinge le sue avances con una intelligente presenza di spirito. Sebbene gli autori del Kokinshû scelsero di organizzare le seguenti poesie in ordine sequenziale, in realtà i poeti non si scambiarono vicendevolmente questi precisi esempi. Ariwara no Narihira, uno dei cinque Rokkasen descritti da Tsurayuki nella prefazione in kana, era famoso per essere un appassionato poeta ed amatore, la controparte maschile di Komachi. Perciò le poesie d'amore di Narihira e Komachi, ardente desiderio d'amore espresso dall'uomo, controbattuto da un intelligente rifiuto della donna, sono esempi perfetti per illustrare il tipo di componomenti che potevano essere scambiati durante il corteggiamento.

L'introduzione dell'articolo di Yumiko Hulvey, dal quale sono state tratte le note del post, è sul blog Nihon Bungaku.

 
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Kokin-13-0622

La poesia è di Ariwara no Narihira no Ason なりひらの朝臣, l'argomento è ignoto.

 

秋ののにささわけしあさの袖よりもあはてこしよそひちまさりける
あきののに-ささわけしあさの-そてよりも-あはてこしよそ-ひちまさりける

aki no no ni / sasa wakeshi asa no / sode yori mo / awade koshi yo zo / hijimasarikeru

My sleeves are wetter / that night when we failed to meet / than when of a moon / I have parted bamboo grass / traversing autumnal fields.
(Traduzione di Helen Craig McCullough, Kokin Wakashû: The First Imperial Anthology of Japanese Poetry, Stanford, CA: Stanford University Press, 1985, 140. Analogo scambio poetico si trova anche nell' Ise monogatari, tradotto da Helen Craig McCullough, Stanford, CA: Stanford University Press, 1968.)

In the autumn fields / Parting bamboo grass in the morning / My sleeves / On the nights when, without a meet, I head home, / Are far, far wetter.
(Traduzione di Thomas McAuley)

Le mie maniche erano più bagnate quella notte in cui non ci siamo incontrati, di quando ho tagliato l'erba di bambù, attraversando i campi autunnali.
(Traduzione libera dall'inglese di Valerio Sampieri)

NOTA (McAuley): l'etichetta di una storia amorosa prescriveva che l'uomo avrebbe dovuto lasciare la sua donna all'alba e far ritorno da solo a casa, per scrivere la sua "poesia del giorno dopo". Quindi Narihira dice "Le mie maniche erano bagnate dalla rugiada, quando ti ho lasciata al mattino, ma sono molto più bagnate dalle mie lacrime, ora che incontrarti è impossibile".

NOTA (Yumiko Hulvey): La poesia ha avuto una funzione vitale nella società Heian (794-1185) perché i waka erano il linguaggio dell'amore. Il rituale di corteggiamento iniziava e finiva con lo scambio di waka: l'amante uomo ardentemente incalza la donna con versi appassionati mentre la donna timidamente respinge le sue avances con una intelligente presenza di spirito. Sebbene gli autori del Kokinshû scelsero di organizzare le seguenti poesie in ordine sequenziale, in realtà i poeti non si scambiarono vicendevolmente questi precisi esempi. Ariwara no Narihira, uno dei cinque Rokkasen descritti da Tsurayuki nella prefazione in kana, era famoso per essere un appassionato poeta ed amatore, la controparte maschile di Komachi. Perciò le poesie d'amore di Narihira e Komachi, ardente desiderio d'amore espresso dall'uomo, controbattuto da un intelligente rifiuto della donna, sono esempi perfetti per illustrare il tipo di componomenti che potevano essere scambiati durante il corteggiamento.

L'introduzione dell'articolo di Yumiko Hulwey, dal quale sono state tratte le note del post, è sul blog Nihon Bungaku.

 
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Kokin-15-0747

Post n°10 pubblicato il 02 Novembre 2012 da valerio.sampieri
 

Anthony H. Chambers, della Arizona State University, (con l'ausilio di Weinberger e Paz, nonché di Wallace Stevens) ha raccolto ben 43 traduzioni in inglese della poesia 747 del Kokinshu, in un articolo intitolato "FORTY-THREE WAYS OF LOOKING AT NARIHIRA".

La poesia è anche la numero 4 dell' "Ise monogatari" ed autore ne è Ariwara no Narihira 在原業平朝臣 (825-880). L'argomento della poesia è "Amore" e viene introdotta così (la traduzione è di Steven D. Carter):


Una volta, quasi senza pensarci, Narihira cominciò ad amoreggiare con una signora che viveva nell'ala occidentale di un palazzo appartenente alla imperatrice Gojo. Poco dopo il giorno 10 del primo mese, la signora se ne andò, senza dirgli nulla. Egli seppe dove ella era andata, ma non fu in grado di comunicare con lei. Nella primavera dell'anno seguente, quando i fiori del prugno were at their finest, i ricordi dell'anno precedente lo ricondussero nell'ala occidentale memories, durante una bella notte illuminata dalla luna. Egli si sdraiò sul pavimento della stanza spoglia, finché la luna scomparve dal cielo.

五条のきさいの宮のにしのたいにすみける人にほいにはあらてものいひわたりけるを、む月のとをかあまりになむほかへかくれにける、あり所はききけれとえ物もいはて、又のとしのはるむめの花さかりに月のおもしろかりける夜、こそをこひてかのにしのたいにいきて月のかたふくまてあはらなるいたしきにふせりてよめる

 
月やあらぬ春や昔の春ならぬわか身ひとつはもとの身にして

つきやあらぬ-はるやむかしの-はるならぬ-わかみひとつは-もとのみにして


tsuki ya aranu haru ya mukashi no haru naranu waga mi hitotsu wa moto no mi ni shite

LE 43 TRADUZIONI IN INGLESE

1. Moon? There is none. / Spring? 'Tis not the spring / Of former days: / It is I alone / Who have remained unchanged
(Aston, 1899 - Aston: W. G. Aston, A HISTORY OF JAPANESE LITERATURE, 1899. Reprinted by Reprint Services, 1985.)

2. No moon! / The spring / Is not the spring of the old days, / My body / Is not my body, / But only a body grown old.
(Pound and Fenollosa, 1917 - Pound: Ezra Pound and Ernest Fenollosa. KAKITSUBATA, in 'NOH' OR ACCOMPLISHMENT, A STUDY OF THE CLASSICAL STAGE OF JAPAN. New York: Knopf, 1917.)

3. Can it be that there is no moon / And that spring is not / The spring of old, / While I alone remain / The same person?
(Waley, 1919 - Waley: Arthur Waley, JAPANESE POETRY, THE 'UTA'. Honolulu: University Pressof Hawaii, 1976; reprint of 1919 Clarendon Press edition, p. 67.)

4. The moon and spring come round as in old days, But I alone am changed in earthly ways.
(Wakameda, 1922 - Wakameda, Takeji. EARLY JAPANESE POETS: COMPLETE TRANSLATION OF THE KOKINSHIU. London: The Eastern Press Ltd., 1922. p.173.)

5. And the light of the moon was not so serene / Or the spring quite the same as the springs of yore, / Yet still is he the Narihira of old
(Sadler, 1934 - Sadler: A. L. Sadler, translator, KAKITSUBATA, in JAPANESE PLAYS: NO-KYOGEN-KABUKI. Sydney: Angus and Robertson, 1943.)

6. Is it then true that / There is no longer a moon, / That the Spring is not / The Spring of former days--that / I alone remain unchanged?
(Whitehouse, 1938 - Whitehouse: Wilfred Whitehouse, translator. "Ugetsu Monogatari: Tales of a Clouded Moon, by Uyeda Akinari: II. Asajigayado." Monumenta Nipponica 1:2 (1938).)

7. Is the moon changed? / Is spring no longer / What it was of yore, / While I remain my old self?
(NGSKK, 1955 - NGSKK: Nippon Gakujutsu Shink?kai. THE NOH DRAMA (translation of IZUTSU). Rutland, VT, and Tokyo: Tuttle, 1955.)

8. This is not the moon, / Nor is this the spring, / Of other springs, / And I alone / Am still the same.
(Rexroth, 1956 - Rexroth: Kenneth Rexroth, ONE HUNDRED POEMS FROM THE JAPANESE. New York: New Directions, 1956.)

9. Is not that the moon? / And is not the spring the same / Spring of the old days? / My body is the same body-- / Yet everything seems different.
(Vos, 1957 - Vos: Frits Vos, A STUDY OF THE ISE-MONOGATARI. The Hague: Mouton, 1957.)

10. What now is real? / This moon, this spring, are altered / From their former being-- / While this alone, my mortal body, remains / As ever changed by love beyond all change.
(Brower and Miner, 1961 - Brower and Miner: Robert H. Brower and Earl Miner, JAPANESE COURT POETRY. Stanford University Press, 1961.)

11. Can it be that the moon has changed? / Can it be that the spring / Is not the spring of old times? / Is it my body alone / That is just the same?
(Bownas and Thwaite, 1964 - Bownas and Thwaite: Geoffrey Bownas and Anthony Thwaite, THE PENGUIN BOOK OF JAPANESE VERSE. Baltimore: Penguin, 1964.)

12. This is not the moon / And it cannot be this is the spring / Such as the spring I knew; / I myself the single thing / Remaining as it ever was.
(Miner, 1968 - Miner: Earl Miner, AN INTRODUCTION TO JAPANESE COURT POETRY. Stanford University Press, 1968.)

13. Is not the moon the same? / The spring / The spring of old? / Only this body of mine / Is the same body . . .
(McCullough, 1968 - McCullough: Helen Craig McCullough, trans., TALES OF ISE. Stanford University Press, 1968.)

14. Is it not the moon-- / is it not the spring-- / of yesteryear? / And oh, myself too as I used to be.
(Honda, 1970 - Honda: H. H. Honda, translator, THE KOKIN WAKA-SHU. The Hokuseido Press, the Eirinsha Press, 1970.)

15. The moon: is it not . . . / The spring: is it not . . . last year's / spring yet unchanged? no, / This body of mine alone / seems the same as once before.
(Harris, 1972 - Harris: H. Jay Harris, THE TALES OF ISE. Tokyo: Tuttle, 1972.)

16. The moon, the spring, are the moon and spring of old. / And only I remain as I was then.
(Seidensticker, 1974 - Seidensticker: Edward G. Seidensticker, translator. THE TALE OF GENJI (chapter 48), by Murasaki Shikibu. New York: Knopf, 1974.)

17. The moon is not the same, / And spring is not the spring / Of olden days-- / It is only I, / I alone, who remain unchanged.
(Zolbrod, 1974 - Zolbrod: Ueda Akinari, UGETSU MONOGATARI: TALES OF MOONLIGHT AND RAIN, translated by Leon Zolbrod. Vancouver: University of British Columbia Press, 1974.)

18. The moon--is it gone? / Spring, the by-gone days' / Spring no longer, / While I alone among all / Remain the same as of old?
(Shimazaki, 1977 - Shimazaki: Chifumi Shimazaki, translator, IZUTSU, in THE NOH: VOLUME THREE: WOMAN NOH 2. Tokyo: Hinoki Shoten, 1977.)

19. The moon is not the moon of that year! / Spring is not the spring of that year! / I alone am the same as I was then.
(Walker, 1979 - Walker: Janet Walker, "Conventions of Love Poetry in Japan and the West." JOURNAL OF THE ASSOCIATION OF TEACHERS OF JAPANESE 14:1, 31-65 (1979).)

20. Is not the moon the same? / And is not the spring the same / As other springs? / I alone, though still myself, / (have not remained unchanged).
(Hochstedler, 1979 - Hochstedler: Carol Hochstedler, translator, THE TALE OF NEZAME. Cornell University East Asia Papers Number 22, Cornell China-Japan Program, 1979.)

21. It is not the moon of old / Nor has the spring become the spring of old / Only I am still the same.
(Chibbett, 1979 - Chibbett: Kato Shuichi, A HISTORY OF JAPANESE LITERATURE: THE FIRST THOUSAND YEARS, translated by David Chibbett. NY: Kodansha International, 1979, 135.)

22. Surely this is the moon, / surely this spring / is the spring of years past-- / or am I the only one / the same as before?
(Watson, 1981 - Watson: Burton Watson (with Hiroaki Sato), FROM THE COUNTRY OF EIGHT ISLANDS. Garden City, NY: Doubleday Anchor, 1981.)

23. is this not that moon / is this spring not that spring we / shared so long ago / it seems that I alone am / unaltered from what was then
(Rodd, 1984 - Rodd: Laurel Rasplica Rodd, with Mary Catherine Henkenius, KOKINSHU. Princeton University Press, 1984.)

24. This is not that moon! / Nor is this spring the spring that was / In those days bygone! / My being the single thing / Remaining as it ever was . . .
(Gatten, 1986 - Gatten: Jin'ichi Konishi, A HISTORY OF JAPANESE LITERATURE, VOLUME TWO: THE EARLY MIDDLE AGES, translated by Aileen Gatten. Princeton University Press, 1986.)

25. That is not the moon, / Nor is this / The spring of years gone by. / I alone remain / As I was before.
(Hare, 1986 - Hare: Thomas Blenman Hare. ZEAMI'S STYLE: THE NOH PLAYS OF ZEAMI MOTOKIYO. Stanford University Press, 1986, p. 281-2 note 20.)

26. Is not the moon-- / or the spring, / the spring of the past? / Alone I remain / my selfsame self.
(Field, 1987 - Field: Norma Field, THE SPLENDOR OF LONGING IN THE TALE OF GENJI. Princeton University Press, 1987.)

27. Is not that the moon? / Is this not the spring of old? / Is it only my body / which remains as it was?
(Jackson, 1988 - Jackson: Earl Jackson, Jr., translator. URIN'IN, in Karen Brazell, ed., TWELVE PLAYS OF THE NOH AND KYOGEN THEATER. Cornell University Press, 1988.)

28. Is it not the same moon? / Is this spring not the same / Spring of old? / Myself alone remains / A self unchanged as ever.
(Huey, 1989 - Huey: Robert Huey, KYOGOKU TAMAKANE. Stanford University Press, 1989.)

29. Is this not the moon? / And is this not the springtime, / the springtime of old? / Only this body of mine / the same body as before . . .
(Carter, 1991 -  - Carter: Steven D. Carter, TRADITIONAL JAPANESE POETRY, AN ANTHOLOGY. Stanford University Press, 1991.)

30. Is that not the moon / and the spring not the spring / of long ago? / Yet only I remain / as I was before.
(Goff, 1991 - Goff: Janet Goff, NOH DRAMA AND THE TALE OF GENJI. Princeton University Press, 1991.)

31. This is not that moon. / And this spring is not that spring / Of long ago. / While I myself / Am just as I was before . . .
(Pekarik, 1991 - Pekarik: Andrew J. Pekarik, translator, in THE THIRTY-SIX IMMORTAL WOMEN POETS. New York: Braziller, 1991.)

32. Is that the same moon? / Is this the same old springtime, / the same ancient spring? / And is this not my body / the same body you once knew?
(Hamill, 1992 - Hamill: Sam Hamill, translator. ONLY COMPANION: JAPANESE POEMS OF LOVE AND LONGING. Boston and London: Shambhala, 1992.)

33. Is this not the moon, this spring not the spring of old? Am I alone the one I ever was? (Tyler, prose translation, 1992 - Tyler, 1992: Royall Tyler, editor and translator, IZUTSU, in JAPANESE NO DRAMAS. London and New York: Penguin, 1992. - Tyler, 2001: Royall Tyler, trans., THE TALE OF GENJI (chapter 48). New York: Viking, 2001.)

34. Is that moon the same? / Are these plum blossoms the same / as those of last year? / Only this body of mine / remains unchanged as ever.
(Ueda, 1993 - Ueda: Makoto Ueda, "Tradition and Innovation in Japanese Poetry," in John K. Gillespie, ed., JAPAN: A LITERARY OVERVIEW. Review of National Literatures, volume 18. New York: Griffon House Publications,1993, p. 59.)

35. Is there no moon? / And is this springtime not the spring / Of times gone by? / Myself alone remaining / Still the self I was before . . .
(Cranston, 1996 - Cranston: Edwin A. Cranston, "'Mystery and Depth' in Japanese Court Poetry." In Thomas Hare, et al, eds., THE DISTANT ISLE. Center for Japanese Studies, The University of Michigan, 1996.)

36. Here, here is the moon / And the spring that always comes -- / Here, here is that spring / Yet, my body, my body / Is just the same as before
(Wallace, 1997 - Wallace:  John Wallace, translator, in Nichibunken Newsletter No. 27, April 1997.)

37. There's not a moon, is there? This spring is not the spring of old, is it? Am I myself, the only thing remaining as before
(Brazell, prose translation, 1998 - Brazell: Karen Brazell, translator, IZUTSU, in TRADITIONAL JAPANESE THEATER: AN ANTHOLOGY OF PLAYS. Columbia University press, 1998.)

38. Is that not the moon? / And is the spring not the spring / Of a year ago? / This body of mine alone / Remains as it was before.
(Keene, 1999 - Keene: Donald Keene, SEEDS IN THE HEART. Columbia University Press, 1999.)

39. Is there not the moon? / And is not the spring / The spring of old? / My self alone / Remains as it was . . .
(Rubin, 1999 - Rubin: Jay Rubin, "Five Japanese Portraits" (course handout, Harvard University, 1999))

40. Is this not the moon, is this spring not the spring of old, while only I remain just as I was then? (Tyler, prose translation, 2001)

41. Is this not that moon? / And Spring: is as the Spring of old / Is it not? / Only this body of mine / Is as it ever was . . .
(McAuley, 2001 McAuley: Thomas McAuley, 2001 WAKA FOR JAPAN 2001. http://www.shef.ac.uk/japan2001/waka0670.shtml)

42. The moon is not that moon, nor the spring the spring of old / and I alone am as I was before.
(Chambers, 2002 - Chambers: Anthony H. Chambers, trans., "The Reed-Choked House." In Haruo Shirane, ed., Early Modern Japanese Literature: An Anthology, 1600-1900. Columbia University Press, 2002.  Note:  In this compilation I've given the original form of my translation.  The version in the anthology has been mangled by editors.)

43. Moon? Is that not you? / Spring? Are you not the spring of long ago? / My body is the one thing / That is as it once was
(Wilson, 2002 - Wilson: Bradley Wilson, ASU class of 2002. Translated in ASU course JPN 485, spring 2002)

 

 
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Kokin-01-0006

Autore: Sosei Hoshi 素性法師

雪の木にふりかかれるをよめる
Scritto a proposito della neve caduta su un albero

春たては花とや見らむ白雪のかかれる枝にうくひすそなく
はるたては-はなとやみらむ-しらゆきの-かかれるえたに-うくひすそなく

haru tateba / hana to ya miramu / shirayuki no / kakareru eda ni / uguisu zo naku

Because spring started, / does he think he sees flowers? / -- this bush warbler / singing among the branches / that are covered with white snow.
(Traduzione di Larry Hammer)

Spring is swelling / Is that blossom I see? / White snow / Hanging on the branches / Where the warbler sings.
(Traduzione di Thomas McAuley)

Has he come to see / if those are not spring's blossoms-- / white snow clusters rest / heavily on bare branches / where now the mountain thrush cries
(Traduzione di Laurel Rasplica Rodd)

Per la neve caduta, pensa di vedere fiori? ... quest'uccello canterino, che canta tra i rami coperti di bianca neve.
(Traduzione di Valerio Sampieri)

NOTA (Larry Hammer): Sosei era un monaco del 9° Secolo (morto circa nel 909) il cui nome originario era Yoshimine no Harutoshi. Figlio di Henjô (la cui prima poesia nel Kokinshu è la numero 27), egli ha 36 poesie nel Kokinshu, più di qualunque altro, salvi gli stessi editori. Il primo verso dell' originale è letto come se fosse il narratore a soffrire per l' "elegante confusione" di confondere erroneamente la neve con i precoci fiori del prugno e solo quando si nomina l'uccello nell'ultimo verso diviene chiaro il probabile soggetto iniziale. In tal modo il lettore viene a rispecchiarsi nell'uccello canterino. Le lingue occidentali, che richiedono un soggetto esplicito, potrebbero rendere tale effetto soltanto rendendo passiva la frase. 

NOTA (Thomas McAuley): Warbler. L' "uguFisu" o 'bush warbler' (beccafico) era uno degli uccelli particolarmente associati alla primavera in Giappone, tanto nei tempi antichi, quanto in quelli moderni. Tra i tanti altri suoi nomi ci sono: harudori 'spring bird', harutsukedori 'spring announcing bird' e hanamidori 'blossom viewing bird'. Il suo canto è considerato particolarmente bello.

 
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