LA MADONNA DI HALLOWEEN

Post n°341 pubblicato il 23 Ottobre 2009 da lastregaliena

Non vuole essere una offesa a nessuna religione, l'ottavo capitolo della specie di abbozzo di libro che sto scrivendo L'ERRORE  ne spiegherà l'origine...

 
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L'ERRORE...settimo capitolo

Post n°339 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da lastregaliena

Il 20 ottobre era da considerarsi come il fulcro che regge al centro il braccio mobile dell’altalena nei parchi giochi per bambini,giusto la metà …era questa la figura che appariva davanti agli occhi di Gianna come al solito sognante ad occhi aperti.

Il 18 (quindi due giorni prima) era scattato il secondo mese di privazione della sua “luce” …Mario infatti l’aveva stretta a se due mesi fa salutandola con un arrivederci “al più presto possibile”…entrambi ignari che questo non sarebbe successo così tanto presto…

Il 22 (la data odierna) scattata a mezzanotte, segnava la fine del rapporto con Patrik mandato al “paese dei fanciulli” in malo modo da Gianna…lei che aveva sempre perdonato la sua ineducazione,sempre sopportato le sue lune, i suoi umori e i suoi capricci assurdi,in nome dell’affetto che prova per lui ,non ha saputo stavolta tenere a freno il desiderio di stare a sentire almeno una volta la ragione e non il cuore. Marzia dispiaciuta della notizia rilevatale da Gianna nonostante rimproverò l’amica affermando che era stata dura… molto dura, concordava col fatto che lei era una donna d’onore e nonostante schiattasse , morisse e soffriva, il suo primo comandamento restava e resta sempre lo stesso:

RISPETTA GLI ALTRI COME VORRESTI CHE RISPETTASSERO TE !!!

Per mantenere le sue promesse Marzia sapeva bene che l’amica avrebbe fatto l’impossibile perché un giorno le confidò che a causa di una morte inaspettata non potette mantenere una delle tante promesse che puntualmente non rifiuta al prossimo. Da quel momento Gianna giurò che avrebbe sacrificato se stessa pur di non mancare alla parola data.

Il fulcro (giorno 20) si prospettava ,(nonostante il tossico e il veleno della settimana precedente per la decisione definitiva di Gianna riguardante il puntare i piedi a terra con la colla non staccabile … dando sfogo purtroppo al peggio di se…)una giornata di festeggiamenti, la sua bimba entusiasta del regalo per il suo onomastico stillava miele alla mamma esausta di dover sempre e comunque portare lei i pantaloni a casa.

Stanca di dover fare lo slalom da troppo tempo tra indumenti, giocattoli e cibo altamente selezionato ( altro che raccolta differenziata) esempiop tra tutti la stalla dei tre porcellini ,dopo l’ennesimo:” ke te ne fott”…poi sistemiamo..poi vediamo…poi… poi…  poi …,il giorno dopo la visita all’ikea accompagnata dal sognor ironia( Steven aveva persino fatto finta di prendere le misure) Gianna non si perse d’animo,come sempre abbozzò un piano, lo mise in atto e alla vigilia dell’onomastico di sua figlia la ritrovò ferma tornata dalla lezione di danza ancora impaccottata in sciarpa, capellino e guantini col  giubbettino chiuso fino al pomo di adamo e una lingua pensolante a mo’di cane tra fauci aperte in segno di massimo stupore davanti a quello che da tre giorni è il suo mondo segreto mondo che tutti i bambini chi prima chi dopo dovrebbero avere.

Lo sguardo era allargato all’estremo,la gioia trasudava da quelle pupille dilatate all’inverosimile e senza dire una parola ,Gianna tirò dal lato destro dalla culotte testa di moro che sbadatamente dopo un’altra nottata in bianco, la mattina aveva mal abbinato al suo reggiseno nero, il suo samsung omnia i 900 come fosse stata una pistola pronta a sparare fuoco e col tastino laterale in men che non si dica immortalava l’espressione strafelice della sua bambina che la ricompensava di tutta la bruttura e del lato oscuro della “macchinazione” per garantire alla piccola uno spazzietto tutto suo .

Dalla scelta ,dal noleggio del furgone, dall’aiuto per il trasporto e il montaggio e non per ultimo dal raccimolare anche centesimi dalle vendite di ebay ,ultimamente unica entrata delle sue finanze, Gianna si riteneva quasi soddisfatta della sua azione…quasi ,perché non era libera dalla preoccupazione, dall’inutilità della sua persona …ogni istante si sentiva sconfitta ,perdente,lei si identificava come nella bestia del lungometraggio “la Bella e la Bestia” la sua rosa (speranza)ogni giorno si assottigliava ,cadevano i petali ad uno ad uno e lei sentiva sempre più freddo…

Se fosse stata invece la Bella,forse le cose sarebbero state diverse,lei non solo non si sentiva più “pura” da tanto tempo ma si stava scatenando sempre di più l’orticaria al mondo,non viveva bene in mezzo a tanto egoismo e strafottenza,era stata troppe volte buttata a tappeto, colpita nel suo punto debole (il cuore enorme che dicevano avesse) lei si sentiva diversa,strana, aliena…

 

Ma che hai fatto? Ti sei messa a cucinare? Ma avevi nel congelatore queste leccornie? In così poco tempo ,come hai fatto?ma non è che sei una strega?

Proferiva verbo l’imbecille del suocero di Gianna, dopo che per tutta la serata dei festeggiamenti nonostante gli fosse stata offerta una pizza molto buona l’avesse criticata e ora per la cordosità e ora per il pomodoro non cotto bene ed ora per la mozzarella non doc…ovviamente rafforzato e spalleggiato dall’altro illustre signore di mezza età (il papà di Gianna) che chiaro e tondo dopo 600 grammi di margherita affermò che stava digiuno…

Il nervoso prese dalla punta delle unghie dei piedi alla cima dei capelli la cinderella  in questione che sbattendo fuori dalla cucina Steven che suggeriva a quale affettato o intigolo fare al volo che  la faceva innervosire sempre di più, pensò in pochi secondi come non farli più parlare e sogghignava per farli tacere per sempre…poi rinvenuta in se e cacciatai dalla testa orribili pensieri, si mise all’opera!

I sette piatti da portata dopo 15 minuti erano in fila indiana destinati al tavolo principale del soggiorno,il contenuto era  disegnato a stella : su i due lati superiori Gianna adagiò due polpette di carne appena fatte con all’interno una freschissima scamorza,la punta superiore una frittatina  arrichita con prosciutto cotto e parmigiano tagliata a listarelle, il lato destro inferiore una forma di rosa fatto con salmone affumicato tagliato sottile e dal’altra e ultima punta un cerchietto di funghi porcini saltati in padella con aglio e prezzemolo. 

 

Che ne dite le facciamo un’applauso?...a limite del sacro e profano il papà di Gianna soddisfatto alzava il bicchiere di birra di nuovo pieno, clap clap clap

…ma Gianna ancora una volta si assentò mentalmente,la bambina aveva acceso in quel momento la tv e la pubblicità rimarcava il nome ,la marca ,la griffe… del cosmetico del momento.

continua...

 
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L'ERRORE...sesto capitolo

Post n°338 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da lastregaliena

...intanto vedo l'orologio, altro giorno che mi abbandona..scriveva Gianna in un sms alla sua cara Marzia...lei,stava diventando bravissima nella creazione delle dolls,c'è chi in prima analisi e in bigottismo aggiungerei hanno detto che lei si diverte giocando e pettinando le bambole, solo in pochi conoscono le dita sanguinanti per chi non ha mai messo un ago in mano e ancora più in minoranza hanno visto le lancette tante volte fare il girotondo un paio di volte senza sosta...

Marzia dai riccioli dorati,due occhi puri come acqua di sorgente ,quanto non è nervosa una pella liscia e vellutata e un cuore immenso...ecco la descrizione della Santa Marzia ,quella che vorrebbe fare ma non può, quella che la vita gli ha sbattuto in faccia molte porte fin da bambina e quella che a distanza di dieci anni vuole un oceano australiano di bene alla fragile Gianna.

Marzia l'ha vista senza maschera ed è x questo che la martella dicendole che non è wrong...Gianna vorrebbe crederle ma se non fosse tutto sbagliato :il suo modo di agire il suo modo di fare il suo modo di essere forse non starebbe così...

Un giorno al Mc Donald's mentre strabordavano la bocca nel loro magnum alle mandorle fuso e miscelato a dovere,Marzia si fermò e non portò più voracemente il cucchiaino alle labbra,prese un fazzolettino profumato dalla borsetta intonata come sempre ai suoi vestiti e lo diede con una morsa al cuore alla sua migliore amica sapendo che in quel momento non poteva far altro che farla sfogare. Il piagnisteo di Gianna scoppiato improvvisamente per una sensazione di invasione totale di una registrazione telefonica premuta per sbaglio mentre cercava una canzone da passare a Marzia col "blututto" (come lo chiamava lei), non durò molto asciugatasi le lacrime bollenti le disse come fa sempre : lo so...ma è più forte di me!!!

Marzia le strinse la mano e lei mentre ringraziava con un sorriso tornato luminoso l'angelo biondo che nel bene e nel male a differenza di tutti non l'ha mai giudicata canticchiava senza una ragione ben precisa il suo testamento ormai convinta  che era stata scritta da Mister Gahan per lei :

I was born with the wrong​ sign in the wrong​ house
With the wrong​ ascen​dancy
I took the wrong​ road
That lead to
The wrong​ tende​ncies
I was in the wrong​ place​ at the wrong​ time
By the wrong​ reaso​n and the wrong​ rhyme
On the wrong​ day of the wrong​ week
Used the wrong​ metho​d with the wrong​ techn​ique

Wrong​...

Marzia era un qualcosa di bello che le era capitato dopo tante dure batostate prese in campo delle amicizie,la più PURA delle persone mai conosciute fino ad allora di genere femminile,con grande gioia la presentò a Patrik altra persona splendida che il Signore ha voluto mettere sulla strada di Gianna e forse è  stato proprio quest'ultimo a non farla ripiombare nel baratro che a inizio settimana stava ricadendo...

Patrik,come se niente fosse ( in merito anche con Marzia ci si faceva sempre una panza di risate per il virus della mucca pazza da quelle parti) chiese con tono deciso:

scimmiotta come stai? telefonandola e sollevandola da un ennesimo momento no...

Ma ciaooooooo rispose lei contentissima e scrollando da dosso per qualche istante la sua tristezza,che bello sentirti come stai tu?e la famiglia? il lavoro la salute? parlami di te...inutile mentirti ,io non sto bene ma non preoccuparti,so di stare nel giusto e tornando a parlare del tempo ,del clima o di tutte le formalità possibili per distrarre Patrik dalla preoccupazione (purtroppo non di circostanza) rivagò con la mente... si autoconvinceva che non era pazza,non c'era una strada a senso unico ,lei credeva nella sua storia ...le emozioni vere non stavano solo nella sua testa...

Scimmi!!! la distrasse dinuovo Patrik e lei chiedendo scusa del suo comportamento lo ringraziò di aver ucciso l'uomo Orgoglio e agganciando fece il suo primo sorriso della giornata.

Si cena o no ? Steven in un batter di ciglia spense immediatamente quel sorriso spontaneo caricato dal cannone cuore che aveva in petto...

Tra qualche minuto porto a tavola... rispose Gianna e scostando le melenzane dal fuoco e adagiandole nel piatto ,si sentì continuare ad urlare :

...con abbondante prezzemolo!!!

...quello che in un 'altra casa, in un altra via ,in un'altra città ,non avrebbe ne messo nel piatto ne tenuto in frigo ne mai comprato...nella stessa ora Gianna pensò infatti che Mario forse mangiava a mensa pasta e olio e un pezzetto di formaggio visto il giorno della settimana dove quello si cucinava o era a casa a veder servito prima Raul ( il "suo" gattazzo) e poi non venir trattato come Gianna lo avrebbe coccolato ...anche per la gola.

Sedutasi a tavola Steven cambiò canale dicendole che era appena finito il telegiornale e la voleva far contenta mettendo mtv...non che lei fosse restia alle notizie di ciò che accade al mondo ma al momento dei pasti preferiva togliersi dalla testa pensieri ed essere più frivola...annuendo in segno di riconoscenza ,Gianna già non era nel soggiorno ,lei era lì ,nella Focus...stessa canzone ,stessa senszione...

continua...

 
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L'ERRORE ...quinto capitolo

Post n°337 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da lastregaliena

Posto il termometro sul comodino dal lato suo,Gianna incurante dell'atroce mal di testa e non curandosi delle liniette argentante che non tendevano a scendere, guardava con insistenza la luce dell'abajour che illuminava parte del suo ombelico dove aveva poggiato il portatile . Lo sguardo era immobile ,assente,nel pomeriggio Steven lo interpretò come sintomo di "voglia",continuava a ripeterle:

 io già ti desidero e visto come ti senti non è cosa sperare,ma se mi guardi così...

continuando invano a toccarla ovunque ... Lei proprio non si spiegava perchè lui continuasse sullo stesso tono,per tutta la durata del giorno... già dall'alba Steven aveva fatto commenti,vuoi per qualche kiletto che si notava in meno ,vuoi per la lucentezza che i suoi capelli sciolti dopo averli a malapena asciugati emanavano  e non per ultimo vuoi per il candido slip bianco di pizzo san gallo che si intravedeva dal pantalone a vita bassa messo velocemente per essere pronta per lo stress quotidiano che la fasciava in maniera no pudica e che senza malizia alcuna Gianna aveva indossato..forse perchè era il primo indumento che aprendo l'armadio aveva tirato fuori o forse e levando con certezza il forse qualche ora prima mentre tutti in casa dormivano rileggeva qualche conversazione salvata mesi prima,soffermandosi sulle parole scandite e bloccate nella memoria del pc :

 il bianco ti dona...se solo fossi lì con te sul divano ...

ed era anche per questo che il suo sguardo perso in quelle espressioni rimaneva fisso,sognante innamorato ma questo Steven nn lo percepiva non lo immaginava ,nonostante amplessi finti o baci rubati e non dati ,non si accorgeva che la sua "patatina" non lo era più da tanto tempo...  

Gianna per tre anni al call center dove aveva lavorato fino alla primavera scorsa veniva nominata all'incirca 200 volte in 4 ore al giorno col nomignolo che si era scelta per l'identificazione dei contratti,come ogni collega anche lei aveva i suoi "clienti" quello che però le succedeva a differenza delle altre era che questo nome non suo era diventato suo,nell'ambito lavorativo della sede ,fuori ufficio ,a cene lavorative o per strada lei rimaneva Kikka...dopo un po' ci fece caso,Lisa non rimaneva Giorgia,Carmela non rimaneva Valentina...Raffaella non rimaneva Carla,lei invece restava Kikka!!!

Una kikka potrebbe essere una novità , una "ciliegina",un vezzegiativo che si da ad una bimba con affetuosità,Gianna comprese che se per la regola il nome era da interpretare così,anche in questo lei era UNICA E SOLA in quanto appunto KIKKA.

I primi tempi, lei pensava che dove abitasse il re era un' intercalare,ad esempio c'è chi in alcune città inserisce sempre con la parola gioia,es: dimmi gioia...certo gioia ...gioia quanto costa questo quadro ecc...o per citare qualche altro,in alcune città si usa suvvia...non c'è Tommaso suvvia...no suvvia non può essere quello che mi racconti...ma presto Gianna si accorse che Mario mentre scandiva le tre k aveva gli occhi gonfi di un qualcosa che lei sapeva benissimo che nome dare...tante volte anhe a dei silenzi a dei sorrisi ad un saluto di arrivederci il nomignolo sbucava con una naturalezza da brividi...

Un giorno Kikka lasciò lo spazio alla genia della lampada in versione esagerata,nn poteva lei essere aladina troppo somigliante ad una lampadina ad una piccolina ,a qualcosa di piccolo...Gianna(Kikka) non aveva niente di piccolo,(anzi, errate corrige ,forse la stima verso se stessa lo era e tutt'oggi lo è) , lei comprende che magari se togliesse un po' la maschera di donna forte e non deboluccia sarebbe più umana, più normale,sicuramente meno aliena e più terrestre ma come potrebbe poi ,dare forza a chi ne ha bisogno?   

Aladona è speciale, "importante" forse proprio per questo,a volte si sente sconfitta,perde col destino ogni volta che crede che possa capitargli qualcosa di bello ma  non smette mai di lottare,lei come la definiva Patrik è "grande" ma grande a suo avviso è solo la sua forza di volontà che le impedisce di non arrendersi in nome di qualcosa che le ha sconvolto la vita.

Sconvolta non in senso lato ma letterale, esempio tra tanti è quello che mentre in settimana andava a 20 minuti circa dalla città dove resideva,per un appuntamento con dottori sconosciuti ,ricevette una telefonata dalla mamma di un'amichetta della sua bambina che la invitava a non mancare alla festa di compleanno della sua di bambina che si doveva tenere l'indomani nei pressi della sua abitazione in quel localetto tanto ,rustico semplice e raffinato che a Gianna piaceva tanto...in auto pensava a cosa comprare alla bimba e ricordandosi che era finito lo scotch per gli imballaggi usati per le spedizioni che aveva fatto in quei giorni,rammentò che la carta da regalo l'aveva conservata per bene...era la rimanenza del foglio arcobaleno servito a luglio...e in un attimo aveva già le ali, immaginandosi unicorno che cavalcava le strisce dei sette colori...lei li sentiva sulla pelle tutti quei sorrisini uno dietro l'altro di chi non mostra  i denti "manc i cane " si apprezava...aggiungendo chiaramente in silenzio..mai farlo davanti ad estranei ,gli stessi denti allargati alle orecchie quando Gianna capì che un foglio di giornale  o un foglio di seta nn facevano differenza ma nn era superficalità solo dimostrazione che il regalo più bello era lei,quante cose dicevano quegli occhi,quante lei ne vedeva ,il nervosismo fuori la "sigma "placato con una winston che con grazia e disinvoltura si ritrasformò in una slendida risata che Gianna non dimenticherà mai come quelle scaturite spontaneamente in cam mentre l'imbarazzo mese per mese saliva a dismisura...per poi scomparire sempre più velocemente...un clacson portò Gianna alla realtà ,quella fatta di no, di divieti, di rifiuti ,di scortesie, di inganni ,di bugie, di subdole falsità che riceveva sotto il nome del verbo fottere...coloro che l'avevano messa al mondo se ne fottevano di lei nel quotidiano se non per piangere miserie e porcherie tra di loro,un marito figlio di buona donna che assieme a tutta la sua razza se ne fotteva altamente della persona che c'era sotto la corazza di sfrontataggine che si permetteva di indossare nella vita di tutti i giorni,conoscenti che la volevano e non potevano fottere ,la sporca e palpabile aria che nel suo paese che la fotteva in campo lavorativo e per la distanza  nelle "amicizie" ,restava un sovrano...che era sempre più contento , che la sua Aladona bravissima a starsene in disparte non cometteva più errori non sopportando la distanza telefonica o messaggistica di pc dopo soli 4 o 5 giorni,come nel primo anno della loro storia o grandissimi errori sbagliando il sottofondo del suo balletto sexy o ancora madornali errori non capendo un cazzo e investigando troppo...

Piccole stronze crescono,ehm... donne crescono pensò ad alta voce Gianna ,cosa potranno mai essere un mese e 25 giorni da una telefonata o 1 mese e 4 giorni da una lettera..o 2 mesi e 24 giorni da un abbraccio?

Tornando a casa i suoi penseri cessarono per qualche istante di fare il giro da un'emifero all'altro alla squillante prepotenza invasiva dell' innocente  figlia che non immaginava quale botta di calore al cuore le stava dando per la vista nelle sue manine della sorpresina dell'ovetto kinder  :

mamma mamma guarda cosa è uscito? l'omino innamorato, ti ricordi? quello che non trovavamo più,quello che cambiava gli occhi in cuoricini, ricordi?

Gianna sorrise ,ricordandosi dove si era cacciato il predecessore del doppione appena uscito dal bussolotto della kinder...era lì, a 732 km,stava fermo sull'attenti, nell'armadietto del penitenziario...contento e felice di aver fatto sorridere in un pomeriggio per un altro attimo il cuore del suo re ...

continua...

 

       

 
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