Creato da mfr_caserta il 10/10/2013
Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Messaggi del 18/08/2016

 

Il Vangelo

Post n°1603 pubblicato il 18 Agosto 2016 da mfr_caserta

Dal Vangelo secondo Matteo (22,1-14)

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: "Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!". Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: "La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. Gli disse: "Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?". Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti".
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Parola del Signore


Commento su Matteo 22,1-14

L'incontro con Dio è un banchetto nuziale, non un funerale di prima classe. Quando entro in alcune chiese durante l'assemblea domenicale, ho l'impressione di avere sbagliato Dio... Che facce tristi ed annoiate! Certo, a volte anche il celebrante ci mette del suo per ingrigire il tutto, confondendo la serietà con la noia mortale. Eppure anche noi, come gli invitati della parabola, abbiamo cento milioni di cose da fare, molto più importanti della nostra felicità. È vero: il nostro tempo non ci aiuta certo a riflettere, a vivere con intensità e verità l'aspetto spirituale della nostra vita, ma per accorgerci di Dio dobbiamo lottare (ascesi!) per ritagliare uno spazio interiore che ci aiuti a percepire la sua presenza. Nessuno si "merita" Dio, davanti a lui siamo tutti mendicanti e nessuna buona opera potrà mai avvicinarci a colui che si dona gratuitamente. Ciò che ci è chiesto è di indossare la veste bianca dell'autenticità e della purezza spirituale, del desiderio nudo e crudo, dell'ammissione del proprio limite. Così facendo, stupiti dell'onore di banchettare con Dio, potremo davvero sperimentare ed annunciare la misura della sua tenerezza per noi. E diventare testimoni del banchetto.

 

 
 
 
 
 

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