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ANCORA L' ARTICO SULL' EUROPA, LE IRRUZZIONI POTREBBERO ESSERE TRE

Post n°449 pubblicato il 19 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPA_1

Mappa a 500HPA_2

L'Europa si trova nuovamente sotto il tiro delle correnti artiche favorite nella loro discesa dalla permanenza del blocco anticiclonico oceanico. Le temperature alla quota di 850 hPa stanno subendo un nuovo e più deciso calo termico su tutta l'area del vecchio continente che va dalla Scandinavia alle Alpi, dalla Francia alle Repubbliche Baltiche. Se è vero che non si tratta di un evento storico in quanto il mese di ottobre ha già più volte in passato ospitato irruzioni fredde di questo tipo, inizia davvero a far riflettere la pertinacia con cui le onde fredde riescono a invadere l'Europa. Intanto la seconda irruzione artica sta per sfiorare con il suo alito freddo anche l'Italia. Potete osservare lo scenario barico previsto per domani nella prima cartina. Vi sarà un calo termico soprattutto sulle regioni del Nord, con particolare riguardo al Nord-Est e alle aree montuose delle Alpi e degli Appennini centro-settentrionali, mentre la fenomenologia risulterà scarsa. Infatti questa seconda onda artica avrà una direttrice meridiana che non le permetterà di oltrepassare in modo evidente l'arco alpino. La diminuzione termica alla quota di 850 hPa sarà netta al Nord, con un calo di ben 5°C, molto più contenuta al Centro-Sud. Nei giorni a seguire, quando i venti si saranno calmati e i cieli saranno sereni, si potranno avere le prime gelate in aperta campagna anche in Pianura Padana, mentre nelle vallate alpine e appenniniche le temperature scenderanno agevolmente sotto lo zero. Il passaggio di questa seconda irruzione artica sarà molto repentino. Già nel corso di venerdì 22 ottobre le correnti si saranno disposte lungo i paralleli, ripristinando almeno temporaneamente la circolazione zonale. Sembrerebbe la fine di questo periodo artico, ma il modello europeo ECMWF prevede una terza irruzione intorno al 24/25 ottobre. Riguardo a ciò, il modello americano GFS è molto più prudente. Entrambi però concordano nel prevedere un nuovo peggioramento proprio nelle giornate di domenica 24 e lunedì 25 ottobre. La seconda carta che trovate a fianco è una rielaborazione di una ECMWF per il giorno 25 ottobre. Notate come il modello europeo riproponga lo scenario già visto nelle precedenti irruzioni artiche: blocco anticiclonico sull'Atlantico e discesa di aria fredda direttamente dal nocciolo europeo del vortice polare. Questa volta, però, la saccatura artica potrebbe riuscire a penetrare nel Mediterraneo centrale, causando un peggioramento diffuso, come avevamo ricordato sopra. Il mese di ottobre 2010 verrà quindi ricordato per la forte crisi del vortice polare, praticamente distrutto dal forcing continuo dell'anticiclone nord-atlantico, in grado di favorire ben tre irruzioni artiche sul continente.

A PRESTO!

 
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IL SUPERTIFONE MEGI SEMINA DISTRUZIONE NEL NORD DELLE FILIPPINE

Post n°448 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Supertifone Megi

L'avevamo addocchiato da giorni questo incredibile mostro della natura. L'impatto con i settori più settentrionali delle isole Filippine è stato davvero brutale, anche se il tifone ha perso parte della sua energia durante il landfall. Lungo le coste nord-orientali si sono registrati venti fino a 230 km/h, piogge fino a 500 mm nelle ultime 24 ore e un imponente storm surge, con il sollevamento del mare che ha allagato zone costiere e immediato entroterra. Nell'isola di Luzon migliaia di persone sono state evacuate dalle proprie abitazioni e tra loro si segnala anche una vittima. Nell'immagine satellitare si noti l'occhio della tempesta poco prima che la stessa si abbattesse sulla terraferma.

A PRESTO!

 
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VORTICE POLARE SPROFONDA SULLA SCANDINAVIA: PRECOCE FASE INVERNALE SU EUROPA E ITALIA

Post n°447 pubblicato il 16 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPA_1

 

Mappa a 500HPA_2

Sta davvero succedendo l'incredibile, almeno al livello virtuale delle uscite modellistiche. Mentre sta per concludersi la fase instabile che da giorni sta colpendo il Mezzogiorno e le due Isole Maggiori, come avevamo già anticipato nei precedenti editoriali, un forte anticiclone di blocco si eleverà sul vicino Atlantico, favorendo una prima irruzione artica in parziale moto retrogrado. E sottolineo prima, perché sembra sempre più probabile, quasi per inerzia troposferica, che subito arrivi una seconda saccatura artica, con caratteristiche a livello emisferico a dir poco spettacolari. Per chi ama le meteorologia, ancora prima di interessarsi al suo piccolo orticello regionale o addirittura locale, non può non rimanere affascinato dalle sorprese che continuamente la Natura ci regala. Pensavamo di sapere già tutto, ed invece non sappiamo niente! Questa lezione di umiltà vale per la meteo come per ogni aspetto della vita umana, ma assume un sapore particolare se appunto ci rivolgiamo allo studio delle configurazioni bariche lette dai modelli numerico-previsionali. Tornando alla nostra linea di tendenza per il medio-lungo termine, partiamo subito dall'analisi della prima carta, valida per i giorni 16-19 ottobre. Vediamo chiaramente il possente blocco anticiclonico posizionato sul Nord-Atlantico spingersi verso nord sino alla Groenlandia e poi gettare un cuneo verso l'area scandinava. Sarà proprio tale particolare forma del promontorio subtropicale a favorire la discesa di masse d'aria artiche in parziale moto retrogrado, in grado quindi di colpire l'Europa Centrale e l'Italia centro-settentrionale, mentre il Sud rimarrebbe più ai margini. Le conseguenze sul nostro territorio di questa prima irruzione artica sarebbero un sensibile calo termico diffuso a quasi tutte le regioni, un brusco peggioramento soprattutto nelle aree più sensibili ai venti di nord-est, ma anche, grazie alla formazione di un minimo sul Ligure in spostamento verso sud-est, anche sulle regioni tirreniche, dove invece prevarrà il Maestrale. Doppio ingresso dell'aria fredda, dunque, dalla Porta della Bora e dalla Valle del Rodano. Le nevicate saranno più frequenti sulle alpi centro-orientali, con quota neve che potrebbe scendere tra domenica e lunedì anche sotto o intorno ai 1.000 metri nelle valli più strette e chiuse. Ma ancora non abbiamo visto nulla. Proprio mentre andrà esaurendosi l'energia della goccia fredda artica, ormai isolata rispetto alla fonte fredda, un nuovo maestoso scenario barico andrà manifestandosi sia sul comparto euro-atlantico, ma anche sull'area polare. Per poter godere di tale spettacolo dobbiamo allargare il nostro sguardo e osservare una mappa emisferica opportunamente rielaborata. Nella seconda carta tematica infatti vediamo l'incredibile ascesa del promontorio subtropicale, che dapprima si porta sino alle latitudini artiche dell'Islanda e della Groenlandia, e poi, come se niente fosse, si lancia all'attacco del Polo, scacciando in tal modo e detronizzandolo il Vortice Polare. Osservando la carta notiamo che al posto del VP abbiamo un vasto Anticiclone Polare, mentre i resti del VP vagano di qua e di là, come dopo un'esplosione. Solo il nocciolo europeo, che sprofonderà in Scandinavia, avrà mantenuto intatte le caratteristiche originarie. Ebbene, sarà proprio da qui, dalla nuova temporanea sede del VP, la Scandinavia lappone, che verrà lanciato il secondo attacco artico all'Europa. Anche in questo caso, e stiamo parlando dei gironi intorno al 20 ottobre, l'Italia potrebbe essere colpita.
Insomma, di certo ottobre 2010 non si presenta noioso e monotono.
In conclusione, ecco la sintesi della tendenza previsionale:
1. 14-15 ottobre: ultimi giorni instabili per le regioni meridionali, bel tempo al Nord.
2. 16-19 ottobre: prima irruzione artica. Neve sulle Alpi e a quote più elevate anche sugli Appennini settentrionali e centrali. Sensibile calo termico, più importante al Centro-Nord. Peggioramento diffuso dalle Alpi alla Pianura Padana sino alle regioni tirreniche e appenniniche.
3. 20-22 ottobre: seconda irruzione artica. Continua a far freddo per la stagione. Ancora da valutare gli effetti meteo sulle nostre regioni.

A PRESTO!

 
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E LA PROSSIMA SETTIMANA? GRANDE VARIALBILITA' E VENTO

Post n°446 pubblicato il 15 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPA

Sembra un classico dell'autunno avanzato il botta e risposta previsto dai modelli per la metà della prossima settimana tra uno dei rami del vortice polare e l'anticiclone delle Azzorre. L'Italia si troverà al limite tra i due tipi di circolazione e risentirà a tratti dell'azione fredda e perturbata del vortice depressionario centrato sulla Scandinavia, ma in parziale affondo verso il Mediterraneo. Ne deriverà un tempo spiccatamente variabile, con il nord-ovest più protetto dalla catena alpina e il resto del Paese soggetto ad annuvolamenti anche intensi e a rovesci sparsi in rapido movimento verso sud est. Proprio il nord-ovest giovedì potrebbe essere raggiunto dal Favonio, complice una disposizione barica che vedrà un repentino aumento pressorio a nord delle Alpi, favorito da un aria fredda di origine artica marittima, che recherà neve a bassa quota a nord delle Alpi. Farà freddo e ci sarà comunque vento anche su gran parte d'Italia.

A PRESTO!

 
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RETROGRESSIONE ARTICA: LA PRIMA IRRUZIONE FREDDA PUNTA L' ITALIA?

Post n°445 pubblicato il 12 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPA

Mentre la depressione mediterranea deve ancora esprimere il suo massimo potenziale contro le regioni meridionali e le due isole maggiori, già si aprono scenari meteo che hanno il sapore dell'inverno, almeno per il Nord e parte del Centro. Infatti tra oggi e giovedì 14 ottobre, il Sud sarà spesso sotto la pioggia, in alcuni casi anche abbondante. Da tenere d'occhio la possibilità che si possano formare sistemi ciclonici simili ai cicloni tropicali (TLC). La situazione andrà migliorando al Sud solo nel corso del fine settimana, mentre il resto dell'Italia avrà goduto di condizioni meteo più propizie, dettate dalle correnti anticicloniche orientali. I venti da est, comunque, stanno facendo calare le temperature, soprattutto quelle notturne, e in presenza di cieli sereni si presentano numerose le località del Centro-Nord con valori ad una sola cifra, mentre in montagna troviamo le prime gelate stagionali. Sono comparse anche le prime foschie nelle piane centro-settentrionali. Nel frattempo, però, i protagonisti barici di questa evoluzione meteo avranno costruito uno scenario favorevole alla prima irruzione artica diretta nel Bacino del Mediterraneo. Non mi stancherò mai di ribadire come tali situazioni necessitino di infinita cautela e notevole pazienza. Infatti siamo di fronte ad una possibile retrogressione artica e per di più in un periodo assolutamente non consono, almeno negli ultimi tempi. Fatte queste debite premesse, lo scenario barico che potrebbe presentarsi nel periodo compreso tra il 16 ed il 20 ottobre, più precisamente intorno al 18, lo vediamo rappresentato nella Multi MTG rielaborata per questo articolo. Notiamo subito il vigoroso blocco altopressorio presente nel Nord-Atlantico, tale da spingere l'aria calda subtropicale sino all'Islanda e alla Groenlandia meridionale. Sul suo bordo orientale vediamo scivolare verso sud il ramo europeo del vortice polare, che potrebbe dare vita ad una saccatura in grado di penetrare nel Mediterraneo centrale. Si tratterebbe della prima irruzione artica della stagione, con valori sia di GPT (la 552 DAM potrebbe posizionarsi sulle regioni centrali), sia di temperature ad 850 hPa (l'isoterma dello zero che raggiunge la Alpi), davvero notevoli per il mese di ottobre. Se dovesse verificarsi tale tendenza, avremmo una fase perturbata su buona parte del Centro-Nord, con nevicate che imbiancherebbero le Alpi sino a quote basse soprattutto nelle valli chiuse, e l'Appennino a quote ancora da stabilire. Tutti questi se e tutti questi condizionali sono d'obbligo. Come abbiamo già scritto, la saccatura potrebbe venire deviata verso ovest, ritornando verso l'Italia sotto forma di depressione mediterranea. Oppure potrebbe scendere direttamente sull'area balcanica, sfiorando soltanto le nostre regioni adriatiche. Infine potrebbe venire respinta verso nord, coinvolgendo il Centro-Europa e solo le Alpi. Ai prossimi editoriali per sciogliere tale prognosi. Ritengo invece più interessante, in questa fase della previsione tendenziale, cercare di capire le ragioni per cui un evento così tipicamente invernale venga proposto dai modelli già ad ottobre. Ovviamente la Niña, il Sole debole e soprattutto le SSTA del Nord-Atlantico potrebbero dirci molto.

A PRESTO!

 
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IN ARRIVO UN INVERNO ESTREMAMENTE RIGIDO?

Post n°444 pubblicato il 09 Ottobre 2010 da tizi88_2006

L' inverno sull' europa secondo il modello della NASA

L’ultimo run del modello di previsione stagionale della NASA, sforna previsioni piuttosto gelide per la stagione invernale sulla nostra Penisola. La combinazione di alcuni fattori, come la QBO negativa (sfavorevole alle correnti occidentali intense), la presenza di una intensa Nina (che raggiungerà il suo massimo proprio a Gennaio 2011), e, soprattutto, un minimo solare persistente, già facevano presagire una stagione invernale prossima al di sopra delle righe. Ma adesso anche i modelli di previsione stagionale sembrano andare in questa direzione, già con le loro emissioni del mese di Settembre, ed ancora di più con l’emissione di Ottobre. Il modello della NASA, in particolare, mostra la persistenza di blocchi anticiclonici in Atlantico e sulle Isole Britanniche. Questa situazione, unita ad una depressione quasi permanente sul Basso Mediterraneo e sulle nostre Regioni meridionali, favorirebbe correnti orientali gelide sulla nostra Penisola ma anche su tutto il Continente Europeo. Favorite, in questo caso, le Regioni meridionali italiane ed il versante adriatico della nostra Penisola, per le precipitazioni piovose e nevose, tuttavia il modello non prevede particolari anomalie di precipitazione per il Nord Italia, segnale che la neve non dovrebbe mancare anche su queste zone, con probabili episodi anche in pianura. Il freddo potrebbe mantenersi anche agli inizi della prossima stagione primaverile. E’ da rimarcare anche il previsto sviluppo di un intenso anticiclone sulle Isole Aleutine, cosa che favorirebbe un Inverno 2010-11 rigidissimo anche in Alaska e sul Canada, mentre sugli Stati Uniti potrebbe essere un Inverno abbastanza mite, in particolare sugli Stati Centrali (come spesso capita in caso di Nina).

A PRESTO!

 
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TURBOGAS: CI SARA' MENO NEBBIA E QUALCHE BEL TUMORE IN PIU'

Post n°443 pubblicato il 07 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Ciminiere

Le polveri emesse dalle ciminiere sono più fini e penetrano più facilmente attraverso le vie respiratorie. Questo tipo di centrali che sta soppiantando quelle tradizionali a petrolio e carbone si rivela in realtà più nocivo per la salute umana e per l'ambiente. Da oltre un secolo ormai utilizziamo dei combustibili fossili come il petrolio e il carbone per produrre energia. Così facendo però liberiamo nell'aria anche sostanze inquinanti, diossine e anidride carbonica, oltre a produrre scorie e rifiuti pericolosi per l'ambiente. Per tentare di porre rimedio a questo annoso problema, invece di investire sulle energie rinnovabili ed ecologiche, sono state messe a punto delle centrali a "turbogas". Cosa significa turbogas e come funziona? Per semplificare, utilizzando il metano si genera una combustione ad alte temperature (1200 °C) e pressioni per far girare molto rapidamente le pale di una turbina e produrre energia elettrica. I vapori incandescenti (circa 600 °C) vengono poi convogliati in un generatore a vapor acqueo, una gigantesca pentola a pressione che produce altra energia, e raffreddati. aggiunte le temperature di 90-100° vengono infine smaltiti nell'aria attraverso le ciminiere. E qui cominciano i guai. Da uno studio dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna, emerge un dato allarmante: secondo il ricercatore Nicola Armaroli, una centrale a turbogas da 800 Mw (le più comuni) brucia un miliardo di metri cubi di gas all'anno producendo centinaia di tonnellate di polveri fini, le più pericolose per la nostra salute. Ovviamente nessuno ne fa menzione in fase progettuale ma la situazione delle polveri ultrafini già critica in Pianura Padana rischia di peggiorare ulteriormente. Le leggi che tutelano la salute dei cittadini sono inadeguate perché basate solo sulla stima delle emissioni di polveri di grandi dimensioni, come quelle ad esempio delle tradizionali centrali a petrolio e carbone. I particolati più minuti sono del tutto ignorati e in realtà sono i più pericolosi perché essendo molto fini superano agevolmente le barriere poste nelle vie respiratorie raggiungono i polmoni e aumentano il rischio di cancro. Hanno anche dei danni sul ciclo dell'acqua. Appare ormai assodato che fungano da disgreganti per le goccioline di vapore ostacolandone la condensazione nei bassi strati atmosferici. Una delle cause della riduzione delle nebbie in Valpadana andrebbe proprio ricercata in queste minuscole polveri. Cosa fare dunque? Si potrebbe prendere spunto dalle leggi californiane, le più avanzate in materia che prevedono delle severe limitazioni a questi tipi di impianti per la salvaguardia della qualità dell'aria. La centrale elettrica dell'Enel a Montalto di Castro sorge di fianco alla centrale nucleare dismessa in seguito al referendum del 1987, si tratta di una centrale termoelettrica a turbogas. In una nota l'Enel precisa che l'impianto è certificata EMAS, ovvero aderisce volontariamente ad un sistema di gestione ambientale conforme al regolamento europeo EMAS. Vi sono 6 centrali di controllo in un raggio di 20km, sono altresì presenti denitrificatori catalitici per l'abbattimento degli ossidi d'azoto, e dei captatori elettrostatici per catturare le polveri presenti nel gas.
Sarà davvero così?

A PRESTO!

 
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OTTOBRE ANCORA NEL MIRINO DEL NORD-ATLANTICO, MA L' ARTICO INCOMBERÀ DA EST

Post n°442 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500Hpa

Dopo i nubifragi che hanno messo in ginocchio la Liguria, questa fase di maltempo di matrice nord-atlantica come spesso accade assumerà caratteristiche più mediterranee e nel suo lento movimento verso sud-est colpirà le nostre regioni meridionali. Ovviamente, come da previsione, le regioni adriatiche sono sovente rimaste in ombra pluviometrica, vista la prevalente direzione sud-occidentale del flusso perturbato. Dopo gli ultimi botti di oggi e domani, soprattutto al Centro-Sud, ci attende una fase dominata da un'estesa (in senso meridiano) onda subtropicale. Il promontorio infatti andrà dall'Africa sino alla Scandinavia, congiungendo in tal modo i due centri altopressori semistazionari del periodo: l'alta africana e l'alta scandinava. Ciò ci permetterà di goderci sole e temperature miti. Sarà però questione di due, massimo tre giorni. È infatti già in preparazione il nuovo attacco al Mediterraneo, che stavolta sarà addirittura doppio. A guidare i giochi barici dei prossimi giorni sarà proprio l'alta pressione scandinava, o SCAND+, che ruotando come un pendolo tra l'area russa e quella britannica, favorirà la retrogressione artica di una goccia fredda lungo il suo bordo orientale, e l'avvezione di una nuova saccatura nord-atlantica nel Mediterraneo occidentale. L'Italia verrà a trovarsi proprio nel mezzo. Tale scenario barico è ben rappresentato dalla cartina. In essa appare ben delineato lo SCAND+, con le due gocce fredde che andranno a collocarsi sull'Europa sud-orientale e su quella sud-occidentale. Tale scenario si dovrebbe verificare intorno al 9 ottobre circa. Il passo successivo, ovviamente sarà capire quale delle due gocce avrà la supremazia sull'altra. Per ora intanto vi invito a riflettere sul ruolo determinante dell'alta pressione nordica, vero regista barico di questo periodo meteo europeo. Infatti, a causa della sua collocazione si andrà scavando un doppio corridoio ciclonico, a nord-ovest e a nord-est dell'Italia. Per quel che mi riguarda ritengo più probabile che la goccia artica retrograda non riesca, vista la stagione ancora prematura, a sfondare nettamente ad ovest, e si limiti invece ad interessare la Russia, che riceverà una bella dose di freddo intenso, e buona parte dell'Europa orientale, andando a morire sull'area balcanica. Tale evoluzione non impedirà, però, che i venti freddi orientali giungano, anche se attenuati, sino alle nostre regioni adriatiche. Sarà invece la goccia fredda collocata sulla penisola iberica a penetrare con più successo nel Mediterraneo, pur sempre frenata dalla sua gemella artica. Il rischio maggiore è il riproporsi di un sistema ciclonico bloccato, nel quale la goccia fredda iberica non riesca ad avanzare francamente verso est, e riproponendo in tal modo lo scenario già visto in questo ultimo episodio di maltempo: correnti di Libeccio ciclonico in quota e venti di Scirocco umidi incrociarsi sul nostro paese dando origine a piogge insistenti sulle regioni occidentali. Mi sembra che questo sia il rischio maggiore nel medio termine. Coma a dire: pioverà sul bagnato. Ovvio che l'evoluzione barica potrebbe scegliere strade diverse, come quella di dare maggiore spazio alla goccia artica o di mantenere l'Italia in una condizione di limbo, della serie no east, no west! Riassumendo, eccovi la tendenza meteo dei prossimi sette giorni circa:

1. 6-9 ottobre: fase anticiclonica di matrice subtropicale. Tempo buono quasi ovunque.

2. 10-12 ottobre: fase dominata dallo scontro delle due gocce fredde, con supremazia della goccia iberica. Nuove piogge sulle regioni nord-occidentali e tirreniche. Rischio nubifragi su queste aree.

A PRESTO!

 
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INIZIO SETTIMANA PIOVOSO, POI SOLE E DOPO ANCORA ALTRA PIOGGIA

Post n°441 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPA

Come settembre, anche ottobre, o per lo meno la sua prima metà, si conferma mese dagli alti e bassi. Altaleneranno in particolare le vicende atmosferiche, le quali proporranno dapprima un netto e generale peggioramento al settentrione e sull'alta Toscana, poi riporteranno il sole, quindi decideranno per un nuovo cambio di rotta verso la pioggia. Altaleneranno anche le temperature, le quali verranno plasmate di volta in volta dall'avvezione di masse d'aria di diverso tipo e origine, dapprima calde e umide, poi fresche e asciutte, quindi ancora miti e umide. Insomma apparirà estremamente chiaro l'avvicendarsi delle onde atmosferiche in viaggio da ovest verso est, fatto che terrà banco almeno fino il 9-10 di ottobre.  A seguire però sembra che qualcosa si infilerà nella macchina atmosferica inceppandola. Un'onda anticiclonica più ampia delle altre riuscirà ad allungarsi dalle regioni subtropicali atlantiche fin sulla Scandinavia, dove andrà a saldarsi con una struttura gemella di tipo anomalo presente da diverso tempo sul comparto russo. Ne deriverà un blocco pressochè totale delle correnti occidentali e uno sfogo depressionario a tenaglia che, rispettivamente dal Canada e dai Balcani, potrebbe trovare sul Mediterraneo il proprio ottimale terreno di coltura. Siamo intorno al 10-11 di ottobre, periodo da tenere sott'occhio per la possibilità di un netto peggioramento delle condizioni atmosferiche un po' su tutto il nostro Paese. Intanto per domani, lunedì 4 ottobre, attenzione a bassa Valle d'Aosta, alto Piemonte, alta Lombardia, Liguria e alta Toscana. Martedì qualche temporale forte su Lazio e Campania, nelle prime ore di mercoledì sul Salento. Su questi settori la convergenza di diversi fattori perturbativi potrebbe recare fenomeni piovosi anche intensi e senz'altro da non sottovalutare.

A PRESTO!

 
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IL NORD-ATLANTICO SFONDA NEL MEDITERRANEO. POI ARRIVERA' L' ARTICO?

Post n°440 pubblicato il 02 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPA

Ottobre si apre con scenari barici davvero molto interessanti. Continua infatti il gioco dinamico delle principali figure bariche presenti sullo scacchiere euro-atlantico, che aveva determinato il tempo del mese di settembre nel senso della notevole ricchezza di figure meteo proposte. Il fatto è che potremmo già nella prima metà del nuovo mese, avere a che fare con Saccature Nord-Atlantiche, Anticicloni Africani, Irruzioni Artiche e anche Depressioni Mediterranee. Insomma, una tendenza meteo caratterizzata da molta carne al fuoco. Per ora la noia dovrebbe essere scongiurata. Il mese si apre innanzitutto con una fase di stasi, di attesa: da nord-ovest si sta infatti preparando un ingresso abbastanza incisivo di una Saccatura Nord-Atlantica collegata al Ciclone Islandese, ampiamente prevista nei precedenti editoriali. Tale scenario è ben visibile nella carta, una Multi MTG, qui riportata e valida per i primi gironi della prossima settimana. Notate come sia ben vivo e vegeto il vortice situato nei dintorni dell'Islanda, tradizionalmente definito come semi-permanente ad indicarne la costanza. A dire il vero negli ultimi anni le cose non sono andate proprio così, ma per ora troviamo geopotenziali in quota e pressioni al suolo davvero degne della fama del Ciclone di Islanda. Da tale roccaforte le perturbazioni avranno la possibilità di spingersi verso l'Europa. Il loro corso, però, verrà deviato dall'anticiclone di blocco scandinavo, definito tecnicamente SCAND+, che spingerà il Fronte Polare verso sud-est, proprio in direzione dell'area britannica e francese. Da qui sarà facile per le onde cicloniche tentare l'attacco del Mediterraneo fino a giungere alle nostre regioni. Cliccando sulla carta avrete un'immagine ingrandita della regione italiana, con lo scenario barico previsto per il periodo dal 4 al 6 ottobre. Notate come le correnti cicloniche e quindi apportatrici di maltempo riescano a colpire da sud-ovest in quota le regioni centro-settentrionali italiane, mentre quelle estreme meridionali potrebbero rimanere più riparate dalla zona più settentrionale dell'anticiclone africano. Anche le regioni centro-meridionali adriatiche, vista la direzione prevalente delle correnti, potrebbe trovarsi spesso in ombra pluviometrica durante questa fase di maltempo. Il Libeccio Ciclonico colpirà invece nettamente la Liguria, le regioni tirreniche in genere, dalla Toscana alla Campania in modo progressivo, l'area alpina e buona parte della pianura padana. Molto dipenderà se i venti al suolo riusciranno a passare da un'iniziale libeccio ad un successivo scirocco o levante. In tal modo anche le regioni orientali potranno ricevere la loro quota di pioggia. Già a partire dal 7 ottobre l'onda ciclonica sarà scivolata verso est, sostituita da sud-ovest da un Promontorio Subtropicale; proprio quello che aveva fatto pensare nei giorni scorsi una fase mite e stabile e quindi ad una ottobrata. Ora i modelli sembrano più propensi a vedere un passaggio veloce della campana alto pressoria africana, subito incalzata da nuove figure cicloniche settentrionali. La cosa incredibile è che nel lungo termine, e quindi con tutti i se e i ma del caso, sia le americane GFS che le europee ECMWF propongono una retrogressione di una Goccia Fredda Artica proprio in prossimità dell'Italia.. Anzi, in alcuni casi la goccia fredda retrograda colpirebbe in pieno il nostro paese. A giocare un ruolo decisivo in tal senso sembra essere la notevole persistenza dello SCAND+. Se dovesse verificarsi una tale tendenza evolutiva, avremmo un forte calo termico diffuso e forse anche le prime nevicate a quote relativamente basse sugli Appennini. D'altra parte anche un altro scenario sembra ben sostenuto dai modelli: quello che vedrebbe il ritorno di una profonda Saccatura Nord-Atlantica e quindi di una nuova fase di maltempo autunnale sull'Italia.

In collusione, ecco in sinesi la tendenza meteo evolutiva:

1. Maltempo nord-atlantico: 4-6 ottobre. Probabilità elevata

2. Fase subtropicale interlocutoria: 7-8 ottobre. Probabilità medio-alta

3. Retrogressione artica (o saccatura nord-atlantica): 9-11 ottobre. Probabilità medio-bassa

A PRESTO!

 
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METEO D' OTTOBRE NORD-ATLANTICO? SALGONO LE QUOTAZIONI

Post n°439 pubblicato il 01 Ottobre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPA

Nel precedente editoriale ci eravamo lasciati col braccio di ferro tra le correnti nord-atlantiche, portatrici di piogge, e le correnti nord-africane, portatrici di tempo bello e stabile. Avevamo sottolineato come il confine tra venti di libeccio a curvatura ciclonica e a curvatura anticiclonica fosse molto esile. Ed infine avevamo concluso che, dopo la fase variabile figlia della ormai cessata irruzione artica, il futuro meteo della prima settimana di ottobre si sarebbe giocato tra queste due opzioni, Nord-atlantico o Africa. Ovviamente nella meteorologia, come in quasi tutti gli aspetti della vita, gli aut aut troppo schematici non si verificano quasi mai, ma sono utili appunto per semplificare, schematizzando, una evoluzione barica di difficile lettura e interpretazione. D'altra parte si potrebbe dire che sempre l'area italiana si presenta come difficile da interpretare dal punto di vista meteo. Ma questo è un altro discorso. Le ultime emissioni modellistiche hanno favorito l'opzione nord-atlantica, tanto che mi sembra si possa con una certa sicurezza affermare che ottobre non solo si aprirà con la pioggia a causa del passaggio di una modesta onda ciclonica, ma che intorno al 4/5 di questo mese, diverse regioni italiane saranno preda di un peggioramento nord-atlantico. In effetti le carte bariche dei principali modelli numerico-previsionali presentano una saccatura nord-atlantica molto più invadente verso l'Italia, e il promontorio subtropicale più schiacciato verso le sue aree di origine. Ciò significherebbe che tra lunedì 4 e martedì 5 ottobre, dalle regioni occidentali verso quelle orientali, l'Italia vivrebbe una fase di maltempo di moderata intensità. Lo scenario barico è quello descritto nella MULTI MTG qui riportata e modificata, in cui si nota un imponente Vortice Islandese, caratterizzato da valori pressori molto bassi a tutte le quote, molto invadente nei confronti dell'Europa occidentale, dove invierebbe, facilitato in ciò anche dal blocco scandinavo (SCAND+), una saccatura che raggiungerebbe le Isole Britanniche e, passando per la Francia, raggiungerebbe con la sua parte più bassa il Mediterraneo Centrale. Qui, grazie allo scontro con l'aria ben più calda del Mediteranno, innescherebbe correnti sud-occidentali in quota a marcata curvatura ciclonica, controbilanciate al suolo dal libeccio piovoso che colpirebbe dapprima le regioni più occidentali quali la Liguria, la Toscana e il Nord-Ovest, e successivamente si potrebbe estendere a buona parte del paese. Ma non possiamo nasconderci che tale evoluzione è piena di insidie: basterebbe un piccolo spostamento di tutta la struttura barica verso ovest, e la saccatura sprofonderebbe in Iberia, lasciando l'Italia sotto il tiro delle correnti sud-occidentali africane (libeccio anticiclonico). Oppure, molto più semplicemente, la Natura potrebbe scegliere una via mediana, e tra i due estremi, peggioramento su tutto il paese o alta pressione e quindi ottobrata, potrebbe verificarsi una modesta fase piovosa solo sulle regioni occidentali subito seguita da un miglioramento favorito da venti meridionali. Non ci resta che attendere e seguire gli aggiornamenti per vedere come andrà a finire.

A PRESTO!

 
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IL FUTURO METEO DELL' ITALIA SOSPESO TRA PIOGGE ATLANTICHE E CALDO AFRICANO

Post n°438 pubblicato il 28 Settembre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa

Mentre ci addentriamo negli ombrosi sentieri dell'autunno, ci sentiamo sempre più avvolgere da quell'aria pesante, mista tra umida e fresca, che pesa come un tappeto bagnato su questa fase meteo. Il passaggio dal semestre caldo a quello freddo, più che tra estate e autunno, è il vero fulcro di questa periodo dell'anno. E così, dopo la raffreddata dei giorni scorsi, che ancora determina conseguenze variabili su parte del territorio italiano, ci appare all'orizzonte uno scenario confuso e brumoso, sospeso per il nostro paese tra una fase piovosa nord-atlantica e un'altra più calda, quasi afosa, subtropicale africana. È proprio tra queste incertezze nebbiose che mi tocca aggirarmi nel corso di questo editoriale, se voglio cavar fuori qualcosa dalle più recenti emissioni modellistiche. Se osserviamo infatti un modello che tenti di gettare uno sguardo meteo sul medio termine, vedremo più o meno quello che viene riportato nella Multi MTG: da Nord-Ovest il Vortice Canadese decide di aprire le danze attivando verso sud-est una saccatura molto profonda che andrà a delineare i contorni del ciclone Islandese e Britannico. Si tratta di una vasta area di bassa pressione dinamica che troverà i suoi maggiori ostacoli nella Alta Pressione Scandinava ad est e nell'Alta Pressione Delle Azzorre, fortemente sbilanciata verso settentrione appena ad ovest della saccatura. D'altra parte, questo mostro ciclonico non sembra riuscire a trovare la forza per entrare francamente nel Mare Mediterraneo. Piuttosto rimarrà bloccato a metà strada, con il ciclone Islandese che invierà onde cicloniche verso l'Italia settentrionale e occidentale, mentre l'Anticiclone Subtropicale risponderà in modo davvero imperioso e inaspettato. Infatti si corre addirittura il rischio che quello che fino a poco tempo fa sembrava essere un semplice richiamo caldo prefrontale, possa trasformarsi in una mini ottobrata per parte del nostro paese. Tale scenario è maggiormente apprezzabile se si clicca sulla Multi MTG. Insomma, dopo la residua variabilità figlia della oramai morente goccia fredda artica, l'Italia si troverà tra due fuochi, che come ben scrive Mauro Meloni, possono anche essere interpretati come le due facce della stessa medaglia. Da una parte le piogge nord-atlantiche spingeranno da nord-ovest scatenando sull'Italia nord-occidentale e tirrenica venti di libeccio a curvatura ciclonica: attenzione che potrebbero crearsi le condizioni per piogge prolungate nelle aree più esposte a questo tipo di circolazione, come la Liguria, l'Alta Toscana e l'area Alpina e Prealpina. Dall'altra la spinta verso sud del Ciclone Inglese aizzerà un richiamo caldo africano verso le nostre regioni meridionali, che se non troverà il giusto freno, potrebbe anche inglobare buona parte del paese, trasformando un possibile peggioramento in un'inaspettata Ottobrata. Vero e proprio rompicapo barico, di difficile interpretazione: almeno per ora.

A PRESTO!

 
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I PRO E I CONTRO DI UNA STAGIONE INVERNALE MITE

Post n°437 pubblicato il 27 Settembre 2010 da tizi88_2006

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Molti dei nostri lettori dalla fine dell'autunno sognano la neve, vista come fuga dalla triste realtà quotidiana delle proprie città o come chiave della gabbia in cui è imprigionata la nostra vita, per dirla con Calvino, anche se forse si tratta di un'immagine un po' forte ed eccessiva. Effettivamente siamo un po' frustrati perchè amiamo profondamente la natura e ci auguriamo sempre che ogni stagione si comporti come dovrebbe. Ecco perchè spesso, anche noi di MeteoLive, facciamo "il tifo" per pioggia e neve: per far cambiare mentalità alla popolazione, creare una coscienza "meteorologica". In primavera e in estate amiamo anche noi le belle giornate assolate ma detestiamo il caldo eccessivo che fa male a tutti, ma proprio a tutti. In autunno auspichiamo l'arrivo delle piogge perchè l'acqua costituisce un bene preziosissimo, soprattutto in un momento in cui l'Italia conosce un aumento della sua popolazione extra-comunitaria e la richiesta aumenta. Certo, se pioggia e freddo tardano non siamo qui a strapparci i capelli, anche perchè non possiamo fare nulla contro i capricci barici dell'atmosfera. Una fase mite può giovare ma può anche nuocere. Nuoce sicuramente ai nostri polmoni, specie se viviamo in città: senza vento gli agenti inquinanti "lavorano" e si moltiplicano. La presenza degli anticloni per periodi eccessivamente lunghi sotto questo aspetto nuocciono alla nostra salute e nuocciono gravemente anche al turismo invernale, che vede neve e freddo come manna per battere la crisi. Non ci preoccupa affatto invece la presunta deriva del clima. Oltretutto non vedo perchè un riscaldamento sia da considerarsi patologico ed un raffreddamento no. La natura si è sempre adeguata a tutti i cambiamenti, animali e vegetali idem. Illudersi di "bloccare" il clima ad una temperatura ideale per il benessere di tutti è pura utopia. Se non fa tanto freddo consumeremo meno idrocarburi, più sole ci consente di sfruttare il fotovoltaico. di farci qualche gitarella in più nei week-end, i bambini possono scorazzare all'aperto senza tediare eccessivamente genitori e nonni. Insomma il lato positivo c'è eccome. Oltretutto, alla faccia dello spauracchio del sole e del caldo assoluto, la maggior parte degli italiani vorrebbe proprio sentirsi dire: che bello, c'è il sole grazie all'anticiclone. La verità è che il sole domina incontrastato per mesi sulla nostra Penisola, se lo facesse anche per il resto dell'anno noi potremmo tranquillamente cambiare mestiere e l'Italia non avrebbe più nemmeno una goccia d'acqua e ci sarebbe carestia. Per il turismo estivo il sole è certamente fondamentale, ma per la nostra economia l'acqua e la neve lo sono altrettanto. Abbiamo bisogno dell'uno e dell'altro ma sensibilizzare tutti sul fatto che il passaggio di una perturbazione ormai costituisca un'eccezione e non una regola crediamo sia importante. Anche se si trattasse di un ciclo naturale, è bene comunque analizzare le cause di tutto questo, ragionare, senza far credere che sia tutta colpa dell'uomo in modo gratuito come fanno altri. Sapere in anticipo cosa ci aspetta climaticamente tra qualche anno è oltremodo importante per pianificare gli interventi atti a conservare l'attuale standard di vita della popolazione. Magari tra 50 anni i ghiacci torneranno, se il freddo diventasse pericoloso certamente si adotteranno le necessarie contromisure, per ora è più spesso con il caldo che dobbiamo convivere, è a lui che dobbiamo cercare di adattarci, senza drammi ovviamente.

A PRESTO!

 
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LE TEMPESTE EQUINOZIALI

Post n°436 pubblicato il 25 Settembre 2010 da tizi88_2006

Mammatus

Con il termine "tempesta equinoziale" non si intende una tipologia di situazione diversa dai canoni climatici tipici delle nostre zone temperate, ma più genericamente si vuole indicare la comparsa di situazioni caratterizzate da depressioni più profonde rispetto alla stagione estiva, accompagnate da fenomenologia più intensa e diffusa e che spesso danno il "colpo di grazia" alle ultime esuberanze termiche sul nostro Paese. La dinamica dei fronti collegati alle depressioni delle medie latitudini è solitamente schematizzata, ma solo 1/4 delle depressioni presenta caratteristiche frontali simili a quanto si può trovare su un libro di meteorologia; il resto è solitamente un mix tra le varie possibilità. In estate per esempio, la vita di una depressione è caratterizzata da un minor sviluppo dei fronti caldi, mentre l'avvitamento e l'isolamento attorno al minimo dell'aria fredda, genera frequentemente aree instabili, che danno luogo a fenomeni temporaleschi anche 5 o 6 giorni dopo il colmamento del minimo depressionario. In inverno invece accade il contrario e sono spesso i fronti caldi quelli più attivi, in questo caso l'occlusione pone fine alla vita della depressione, ma raramente assistiamo alla formazione di un nuovo fronte stazionario, che dovrebbe preludere ad un nuovo punto d'incontro tra le masse d'aria di origine polare e quelle sub-tropicali. Verso settembre le zone artiche iniziano a raffreddarsi in modo più deciso, mentre rimane intenso (a volte si raggiungono i massimi) il riscaldamento a latitudini di circa 30°; si riaccende così il contrasto e si modifica sensibilmente la circolazione generale. Dalle deboli depressioni che transitavano oltre il 50° parallelo, si passa inizialmente a una situazione intermedia che vede centri di bassa pressione di moderata entità, ma in grado di superare senza troppi problemi le resistenze opposte dalle alte pressioni. In questo caso si tratta di irruzioni fredde che mitigano spesso la grande calura di agosto, e dopo queste visite da nord, ecco affacciarsi dall'Atlantico la prima depressione autunnale in piena regola, con tanto di fronte caldo e freddo ben visibili da satellite. Quello che colpisce maggiormente è l'estensione della nuvolosità (alla quale non eravamo più abituati da mesi), che abbraccia a volte mezzo continente europeo, mentre non si poteva dire la stessa cosa per le basse pressioni estive, di gran lunga più piccole. La fenomenologia ripercorre i canoni delle classiche descrizioni frontali, ma con le solite varianti imposte dall'orografia e una leggera predilezione all'instabilità anche nei fronti caldi. I valori di pressione sono sensibilmente inferiori a quelli riscontrabili in estate, e possono scendere fino a 950 hPa. In questa fase possono concorrere anche i vecchi uragani tropicali, che riagganciati dal flusso zonale al sud-est degli Stati Uniti, si trasformano in normali (anche se a volte forti) depressioni extratropicali e giungono così fino alle nostre regioni. In ogni caso sono questi i primi episodi in cui il cielo può rimanere coperto per più di un giorno (raro in estate), e dopo il passaggio di queste "tempeste equinoziali" anche a livello sinottico si notano dei cambiamenti; sulle carte, sia di previsione, sia di osservazione infatti le isobare sono più fitte, ed oltre ai valori più bassi dei minimi depressionari, si nota anche un aumento nei valori delle alte pressioni (sintomo di contrasti più vivaci). Una volta osservate queste condizioni, sapremo esattamente di essere in autunno (almeno a livello meteorologico); anche se la descrizione dei fenomeni letta sopra non può rappresentare al 100% tutte le situazioni possibili e non può neppure essere ricondotta a tipologie osservabili tutti gli anni. Il tentativo è quello di fornire delle linee guida, per identificare più facilmente le situazioni autunnali e tentare di dare a queste il giusto peso, mediando tra sinottica e statistica, cercando di costruire un sentiero percorribile nella selva di possibilità offerte da questa sempre affascinante quanto complicata scienza.

A PRESTO!

 
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UN FINE SETTIMANA RICCO DI SOPRESE

Post n°435 pubblicato il 24 Settembre 2010 da tizi88_2006

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Questo diagramma, apparentemente complesso, ci consente di capire dove potrebbe posizionarsi il minimo con tutte le opzioni possibili. Notate i cerchi che si addensano sul nord Italia, dove è piu probabile che si annidi la depressione. Guardate però il lasso spaziale deputato al possibile alloggiamento del minimo stesso ( evidenziato con il cerchio rosso). Esso va dal nord Italia fino quasi alla Scandinavia! Da ciò scaturisce l'incertezza previsionale. Il peggioramento è ormai alle porte, ma le dinamiche che dovrebbero accompagnarlo sono lungi dall'essere chiare. Minimi che si spostano in continuazione. Precipitazioni che sembrano accanirsi su una regione, per poi spostasi con l'emissione successiva in una zona diametralmente opposta. Abbiamo già parlato in altra sede di quanto sia difficile per i modelli interpretare e delineare un minimo da contrasto che inevitabilmente si forma sul Mediterraneo ogni volta arriva un fronte. Questo però li batte tutti! Il pezzo in questione non vuole essere ne una scusante, ne un excamotage per poter poi dire " ve l'avevamo detto che le previsioni erano difficili". La nostra intenzione è solo quella di mettere in guardia e di rinnovare l'invito a seguire tutti i nostri aggiornamenti, fatti con le ultimissime analisi disponibili. Qualche sopresa nel fine settimana ci potrebbe essere. Questo ci sentiamo di dirlo apertamente, senza veli o censure da parte nostra. La situazione è complicata ed il previsore in questi casi fa quello che può per rendere la previsione più affidabile. Il problema principale, come anticipato poco sopra, è legato alla posizione del minimo. Il tracciato delle ensamble, che mette in evidenza tutti i possibili spostamenti della depressione, assomiglia ad un campo di battaglia. In poche parole, il minimo barico potrebbe ( in teoria) posizionarsi in un lasso spaziale che va dal nord Italia alla Scandinavia! Ovviamente le probabilità maggiori sono per il settentrione, ma in questo frangente non si può escludere niente. Ad aggravare ulteriormente le cose c'è il fatto che per avere un completo stravolgimento dei fenomeni in Italia non serve un GRANDE spostamento del minimo, ma basta solo una lieve oscillazione. Che dire, allora? Cercate di seguire il più possibile gli ultimi aggiornamenti e se vedete che le previsioni non tornano almeno adesso sapete il perchè.

A PRESTO!

 
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QUI CI VUOLE L' AZZECCAGARBUGLI

Post n°434 pubblicato il 23 Settembre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa

Vortici che vanno e vengono, perturbazioni che si sdoppiano, temporali che ballano la tarantella; insomma è davvero un grande garbuglio la situazione che si profila a partire da venerdì e che si proietterà per l'intero fine settimana. Perchè tutta questa incertezza da parte dei modelli a sole 24 ore dall'evento? Prima di tutto perchè quando in un periodo stagionale come l'attuale, aria polare marittima fredda e dall'elevato spessore troposferico penetra sul Mediterraneo, tiepido, con le sue piscine più o meno calde disseminate qua e là senza apparente filo logico,  crea un subbuglio notevole, un sobbalzo termico e igrometrico che esacerba i contrasti e la turbolenza. Non solo: nella situazione contingente l'aria fresca che giungerà dal nord Atlantico dovrà vedersela con i passaggi obbligati attraverso la complessa orografia del nostro Continente. In questo caso le tre sentinelle del Mare Nostrum saranno la catena dei Pirenei, il Massiccio Centrale francese e l'arco alpino. Oltretutto la propagazione dell'onda depressionaria verso le nostre latitudini verrà coadiuvata dal transito della Corrente a Getto, con il suo massimo di vento lungo il ramo discendente sopravvento all'asse, e quindi sottoposta all'aumento della vorticità interna del sistema (vorticità relativa), questo per compensare la perdita di vorticità planetaria che, come noto, diminusce al calare della latitudine. Pensate che sia abbastanza? Assolutamente no. Per uno strano gioco di forze e di attriti l'asse della saccatura tenderà ad inclinarsi sempre più risultando più veloce alla sua radice, quindi sul comparto scandinavo, che al suo vertice, posto sul Mediterraneo. La struttura dunque si spezzetterà in tre pulsazioni successive, come ben evidente dalle anomalia della vorticità potenziale: la prima (cerchio numero "1" nell'immagine) attraverserà venerdì la Sardegna, il basso Tirreno e il nostro meridione, dove potrà causare qualche temporale marittimo, soprattutto in mare aperto. Il secondo nucleo vorticoso in quota (cerchio numero "2" nell'immagine) si infilerà con una strisciata nuvolosa proiettata sui nostri mari di ponente e diretta sulle nostre regioni centrali dove, nel pomeriggio di venerdì, potrà favorire lo sviluppo di qualche rovescio, specie a ridosso delle regioni tirreniche, insistendo probabilmente anche nella prima parte di sabato. La terza pulsazione (cerchio numero "3" nell'immagine) subentrerà di gran carriera subito alle spalle della seconda e si porterà dalla Francia sulle nostre regioni settentrionali, doverà innescherà il passaggio perturbato atteso tra il pomeriggio-sera di venerdì e la mattina di sabato, prima di arenarsi definitivamente in loco causando il classico cut-off, ossia il distacco del vortice dalla struttura madre, ormai in allontanamento verso levante. Da qui il subentro della variabilità già nella seconda parte di sabato e nella giornata di domenica, ma con una connotazione complessivamente ancora inaffidabile. Come vedete molta, moltissima carne al fuoco. Morale: tra venerdì e domenica teniamo  a portata di mano gli ombrelli ma non sconvolgiamo tutti i nostri piani, anche il sole non mancherà. Teniamo però presente che la sorpresa potrebbe comunque nascondersi subito dietro l'angolo e che per non farci cogliere impreparati ci vorrebbe ben altro che l'avvocato Azzeccagarbugli.

A PRESTO!

 
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SETTIMANA IN COMPAGNIA DEL SOLE, MA IN PROSSIMITA' DEL WEEK-END...

Post n°433 pubblicato il 19 Settembre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa

Esiste il tempo perfetto? Dipende dai gusti, fatto sta che questa alternanza di sole e pioggia fa bene al nostro territorio, a patto che si tratti di pioggia e non di alluvioni. Questa stagione infatti è solita manifestare fenomeni intensi a causa della grande energia in gioco, energia che deriva dal contrasto tra i mari ancora caldi e dall'aria già fredda che inizia a trafilare dalle alte latitudini. La prossima onda perturbata figliata dal vortice polare in virtù di tale meccanismo andrà a sprofondare in pieno oceano Atlantico e causerà una controrisposta anticiclonica dinamica sul Mediterraneo e sull'Europa centrale, tale da riportare il bel tempo, quasi un colpo di coda dell'estate, anche sull'Italia. Il bel tempo abbraccerà una forbice temporale compresa tra lunedì e giovedì. Venerdì da ovest si avvicinerà l'onda successiva, una sacca depressionaria che ha tutta l'intenzione di intraprendere un tour di piacere sul Bel Paese nel corso del prossimo fine settimana. Per tali motivi è previsto un  nuovo peggioramento, la cui entità e collocazione è ancora al vaglio delle nostre analisi di redazione, date alcune discrepanze attualmente riscontrabili nei profili sinottici proposti dai nostri modelli. In linea di massima pare comunque probabile il transito di una perturbazione tra venerdì e sabato al settentrione, con ripercussioni tra sabato e domenica anche al centro. Poca roba per il momento in vista per il meridione. Vi consigliamo comunque di seguire i nostri prossimi approfondimenti nel corso dei quali dipaneremo l'arcano fornendovi una previsione più approfondita, meno probabilistica e più attinente alla realtà.

A PRESTO!

 
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ANDAMENTO LENTO DELL' AUTUNNO, TRA ATLANTICO E ANTICICLONE, VELOCI PEGGIORAMENTI E GIORNATE SOLEGGIATE

Post n°432 pubblicato il 12 Settembre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa

Come un esercito che ha inflitto un sconfitta importante, ma non definitiva, sulle truppe avversarie, stremate ma ancora ben lungi dal voler alzare bandiera bianca, così le perturbazioni collegate al Ciclone Canadese tenderanno nei prossimi giorni a volare più alte di latitudine, lasciando l'area italica più riparata dagli anticicloni subtropicali. Questa è la tipica situazione da palude barica, la quale è solita innescarsi dopo il passaggio di una profonda e insidiosa saccatura nordica. Ovvio che per palude barica intendiamo un luogo non ben definito da un punto di vista prettamente meteorologico: quindi né totalmente altopressorio, né fortemente ciclonico. In questi frangenti si fanno più numerosi i disturbi veloci e improvvisi, una sorta di mordi e fuggi dello scenario meteo, nei quali passaggi nuvolosi più o meni organizzati saranno in grado di produrre piogge o rovesci nelle aree più vulnerabili. Ad esempio, in un primo momento saranno le Adriatiche ad essere più a rischio instabilità. Poi, dopo la bella giornata di domenica, vi sarà un peggioramento su molte regioni del Centro e del Nord. Niente di trascendentale, comunque. Durante tutto il periodo considerato da questo editoriale, le temperature si manterranno nelle medie del periodo. Risulta quindi abbastanza probabile (ma attenzione, stiamo parlando di modelli ancora molto imprecisi oltre i 5/7 giorni) che la prossima settimana, apertasi con un peggioramento fugace, possa tornare alle condizioni di palude barica di cui abbiamo già parlato sopra. Ritornerà quindi ancora il sole e le nuvole di nuovo scompariranno al Nord, anche se mai definitivamente. Il gioco delle onde (non è una canzone di Conte) continuerebbe all'infinito (quanto piace alla Natura ripetersi, altro che Paganini! il quale ignorava come essere sempre originali comporti un enorme dispendio di energia) se la traslazione del nocciolo freddo canadese verso est non ponesse le basi per un peggioramento più esteso e importante intorno al 18 settembre. A questo punto possiamo avvalerci dell'ausilio della Multi MTG, valida proprio per il 18 settembre. Ricordo ancora una volta che le mappe Multimodel sono una esclusiva del MTG e nascono con l'intento di cercare di spinger sempre più lontano il nostro sguardo meteorologico. Per fare ciò si è pensato (Aceti) di mettere a confronto le emissioni dei principali Centri di Calcolo Intenzionali: il risultato è la media barica all'altezza di 500 hPa del comportato euro-atlantico. Ovviamente attraverso le carte sigma possiamo valutare il grado di vicinanza tra i diversi modelli. La carta Sigma del 18 settembre sembra proprio promettente in termini di predittività. http://www.meteogiornale.it/mappe/multimodel/hgtsigma500_192.png

Tornando all'analisi della nostra Multi, notiamo subito come la traslazione di cui abbiamo detto sopra sia già avvenuta: ora il Vortice Polare (o meglio, il lobo a noi più vicino) si è spostato sulla Scandinavia, formando una grande Ciclone Scandinavo. Da qui il vortice freddo lancerà un potente attacco verso sud, in direzione (almeno per ora) della Francia e della Penisola Iberica. Notate poi l'elevazione verso nord dell'Anticiclone delle Azzorre: ricordiamo che ogni qualvolta si presenti una situazione di tal genere, l'Europa Centrale e anche l'Italia, soprattutto centro-settentrionale, diventano vulnerabili agli attacchi delle saccature, le quali non altro sono che masse di aria più fredda della circostante e quindi più pesante: nello scendere verso sud scavano quindi come una valle nel continuum troposferico. La Saccatura nord-atlantica che potrebbe darci fastidio, si posizionerà il 18 settembre nel modo riportato dalla Multi MTG. Come potete ben capire tutta la previsione, che ormai fuoriesce dagli ambiti cronologici questo editoriale, si farà osservando il movimento sincrono dei quattro protagonisti meteo: le Azzorre, la Saccatura collegata al Vortice Scandinavo, L'Africa. Gli scenari ipotizzabili stamani sono innumerevoli, e vanno dallo sprofondamento della saccatura nell'Iberia con forte richiamo sciroccale sul nostro paese, sino all'ingresso franco dell'onda ciclonica nel Mare Mediterraneo Centrale, con inizio della Tempesta Equinoziale.

Nota:
Ma come, ci lasci così sul più bello?
Non ci dici come andrà a finire?
Proprio così, gentili lettori.
Perché il resto sarebbero solo parole al vento.

A PRESTO!

 
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"GOCCIA FREDDA" IN AGGUATO LA PROSSIMA SETTIMANA SUL' ITALIA?

Post n°431 pubblicato il 07 Settembre 2010 da tizi88_2006

Mappa a 500HPa
Non è affatto da escludere che un pacchetto di aria decisamente fredda in quota provi a forzare il blocco imposto dall'alta pressione e penetri nel Mediterraneo sorvolando le Alpi. Il piccolo ma insidioso vortice darebbe vita, tra lunedì 13 e mercoledì 15, ad una depressione al suolo centrata all'altezza dell'Italia centro-settentrionale, in grado di dispensare vento e precipitazioni. La goccia colma di aria fredda scivolerebbe poi verso il nostro meridione, attenuandosi gradualmente nelle 48 ore successive. L'ipotesi è cavalcata, tra i modelli BIG, solo da quello americano, che propende dunque per una evoluzione complessa e delicata, anzichè puntare su una maggiore resistenza e persistenza dell'anticiclone sulle nostre teste.
A PRESTO!

 
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COSA PROVOCA LA DEFOGLIAZIONE?

Post n°430 pubblicato il 06 Settembre 2010 da tizi88_2006

Foglie Di Vite
Da metà ottobre fino a fine novembre guardando le piante dei parchi nelle nostre città, notiamo che le foglie si staccano molto gradualmente dai rami, talvolta ci rimangono sino a dicembre. Si, sono ingiallite, qualcuna è anche caduta, ma sono ancora lì. Se analizziamo il comportamento di un albero a foglie caduche nei mesi autunnali, notiamo che il suo spoglio viene solo in parte condizionato dalle situazioni esterne. Naturalmente se la temperatura risultasse più bassa della media stagionale e spesso accompagnata da vento forte, questo faciliterebbe il distacco delle foglie, in quanto verrebbero maggiormente sollecitate. Anche in caso di pioggia forte accompagnata da vento il risultato sarebbe lo stesso. Certamente un calo termico improvviso a -5°C sarebbe fatale in poche ore ma sul nostro Paese ciò è abbastanza raro. Il tempo umido, calmo, piovoso e con temperature al di sopra delle medie determinerebbe invece una minore sollecitazione esterna con le foglie che rimarrebbero sugli alberi più a lungo. Tuttavia, il ruolo più importante che regola la caduta delle foglie è indipendente dalle sollecitazioni meccaniche e viene chiamato “fotoperiodo”. Per fotoperiodo si intende il numero delle ore di luce che si hanno in una giornata. D’estate ovviamente è maggiore, mentre in inverno è molto ridotto. La riduzione delle ore di luce giornaliera incide sui processi fotosintetici che avvengono nelle foglie. Il risultato è un loro ingiallimento, con conseguente distacco, che verrà agevolato o meno dalle condizioni esterne. Nella parte di collegamento tra il ramo e la foglia (picciolo) si forma uno strato di sughero ( strato di abscissione) che interrompe il collegamento tra la pianta e la foglia che si trova improvvisamente senza linfa. Ne consegue un suo ingiallimento e distaccamento.
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