« Lo Zen triste | Postcomunisti » |
L'analoga visione "Relativista" si sviluppa in maniera opposta tra occidente
e oriente.
Mentre là prevale un'immagine serena e allegra qua ne prevale una cupa e
triste.
Mentre là si collega spiritosamente a un Dio "burlone", qui a un Dio
"morto".
Mentre là è in linea con la carità e il bene, qua con il narcisismo e
l'egoismo.
Là con la meditazione,
Qua con la supeficialità
Qua con il "nulla"
Là con il "vuoto meraviglioso".
Vien quasi da pensare che là, essendoci arrivati prima di secoli e secoli
siano più avanti nello sviluppo di una visione del mondo al cui confronto
qui sembriamo "dilettanti allo sbaraglio".
Perchè queste vistose differenze, vien da chiedersi, negli sviluppi di un
pensiero per tanti versi simile ?
L'unica spiegazione che riesco a darmi è nell'origine "patologica" del
tutto, qui, in occidente; e cioè la "psicosi" di Nietzsche e quanto questa
sia stata condizionante.
Ora, non vorrei aprire una sterile e noiosa diatriba sulla salute mentale
del noto filosofo, competizione alla quale mi rifiuterei di partecipare, ma
solo notare come la lettura dello stesso filosofo sul senso della vita
vissuta, visioni e categorie, siano ben note alle discipline psichiatriche e
che detto filosofo non è esentato a rientrarvi solo perchè i suoi "fans" non
lo gradirebbero.
Comodo come si sfugga facilmente alle "eteree" categorie
scientifico-psichiatriche e non con altrettanta facilità a quelle
scientifico-organiche quando diagnosticano un parallelo disastro nel campo
fisico come può essere un cancro, che forse perchè nel primo caso colpisce
l'"anima" ciò non toglie sia meno reale anche se più facilmente occultabile.
Comunque, entrando nello specifico e usufruendo, a titolo esplicativo, delle
conoscenze sulle psicosi indotte da sostanze psicotrope, si può azzardare un
primo abbozzo esplicativo riportando le differenze tra un'esperienza
negativa e una positiva di dette sostanze.
Si potrebbe spiegare la differenza usando la metafora di un'esplosione
nucleare sotterranea e una esterna.
Una IMPLOSIONE e una ESPLOSIONE.
Nella prima tutto avviene SENZA TRASCENDENZA, nella seconda sì.
Nella prima una centuplicazione del "peso" della vita, nella seconda
l'assenza di peso.
Nella prima si rimane a terra frastornati dal botto; nella seconda si
"vola".
Sono due esperienze analoghe, ma dalle conclusioni diametralmente opposte:
infernale o paradisiaca.
Nel primo caso restiamo con un "vuoto" e un'"insensatezza" totale e
incolmabile, nel secondo con un'"arricchimento" "meraviglioso"..
Ed ecco che così siam tornati al punto di partenza:
il "vuoto-nulla" e il "vuoto-pieno" o "meraviglioso" per dirla come un
famoso koan zen che recita, ed è effettivamente vero:
"La differenza tra vuoto
e vuoto meraviglioso
è un capello"
Ora, in conclusione, vorrei che questi brevi note non fossero occasione di
discussioni fuorvianti sulle sostanze psicotrope che non è questo il CENTRO
del discorso, ne sulla loro indubbia pericolosità, ma solo su quello che è
lo scopo centrale di questo post, e cioè la differenza tra "relativismi" e
il "perchè", o, detta in altri termini, come un'esperienza psicotica,
superando la visione superficiale e cogliendola come esperienza estrema di
profondità interiore, possa avere sviluppi diametralmente opposti.
Quindi, senza nulla togliere alla profondità di Nietzsche e della sua
filosofia alla base del "relativismo occidentale", si è voluto solo
sottolineare come le distorsioni psicotiche del suo carattere abbiano con
molta probabilità influito sulla genesi di un relativismo "implosivo" quindi
"pessimista" rispetto a quello "ottimista-esplosivo-trascendentale"
orientale, anche perchè, quest'ultimo, raggiunto attraverso anni e anni di
fatica e disciplina e non attraverso la "scorciatoia" della psicosi, indotta
o naturale che dir si voglia.
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