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Sacro & Santo

Post n°190 pubblicato il 04 Settembre 2008 da mjkacat

Il Sacro è lungi dall'essere, come vorrebbe  la cultura laicista e
nichilista,
un serbatoio di Utopie, un sistema di valori che permette ancora di
"sognare"
mondi migliori; un pensiero cioè che accetta  sì il Cristianesimo ma solo
come
grande NARRAZIONE, per il suo aspetto di simbolo, la sua capacità di
sintetizzare immagini universali. cioè DE-PRESENTIFICANDOLO e
 lasciandolo sempre A LATO.come ARCHIVIO da conservare, da
dissepellire e tirare a lucido, ma niente di più.

Ecco che il Sacro, lungi dall'essere tutto ciò,  è si qualcosa che giace nel
profondo di ognuno di noi,  ma che aspetta solo di essere estrinsecato
nel SANTO attraverso il SIMBOLO inteso come correttamente precisa
René Guénon

"Le precisazioni guénoniane sulla dottrina dei simboli si presentavano con
una loro particolare urgenza nella prima metà del XX secolo a causa
soprattutto delle interpretazioni psicanalitiche, particolarmente insidiose
nel distorcere i simboli delle tradizioni occidentali e orientali, fino al
completo ribaltamento dei loro significati. La psicologia moderna, con
l'appello al subconscio, riteneva di poter spostare in una zona "infera" la
possibilità di accedere a questi significati. Guénon affronta la questione
ricollocando al vertice della conoscenza un intelletto in grado di andare al
di là del dualismo e di cogliere, intuitivamente, le verità metafisiche che
i simboli, per loro stessa natura, racchiudono e trasmettono. Non al
"super-conscio", dunque, elemento superiore capace di oltrepassare il
dualismo conoscitivo posto dal razionalismo moderno tra conoscente e
conoscibile, ma ad un informe "sub-conscio" la moderna psicologia affida la
capacità di entrare in relazione con il divino. Con ciò, evidentemente, si
precludeva la possibilità che i simboli potessero continuare a trasmettere
il loro significato sul piano dell'esistenza umana, introducendo una
discontinuità che avrebbe impedito definitivamente il recupero in senso
tradizionale della civiltà occidentale".

Ora, dopo questa premessa, parliamo di che cos'è il SANTO e partiamo
da quelli che nella Chiesa Cattolica stessa sono considerati i più "avviati"
su questa via e cioè i monaci e le monache di ogni tipo, ordine e grado.

Premetto che questo discorso è fatto non con l'intento di esaltare, seppur
lo meriterebbero ampiamente, questi particolari ordini religiosi visto
l'enorme
sacrificio e sforzo da veri e propri SUPERUOMINI che questa scelta
comporta, ma solo per trarre delle utili indicazioni ad una vita gioiosa per
ognuno di noi.

Ora, qual'è la caratteristica saliente di questi ordini religiosi ?
La COMUNITA', ovviamente.
Questo perchè nella COMUNITA' il nostro IO viene ridimensionato.
Il Sacro và sempre affrontato con l'attenzione nell'"altro" da sè
Occorre un'APERTURA, un DONARSI in cui va ricercato il vero
senso della POVERTA' che è una povertà dell'Io.
"Quando l'altro ti si para davanti con la sua urgenza tutto il resto
è nulla".
La gioia stà anche nell' essere-insieme scanzonato e semplice.
All'opposto dei discorsi intellettuali complicati in cui va inteso anche la
famosa frase evangelica "Beati i poveri di spirito"

In questo allontanamento dalla VOLONTA' per vivere "adombrati" da Dio,
come quando Maria accetta la volontà di Dio su di Lei, si raggiunge la
vera LIBERTA' e la PACE che è fare la volontà di Dio.
E in ciò si raggiunge fin da subito la liberazione dalla morte, non perchè
promessa certa di vita eterna, ma perchè il pensiero della morte avviene
sempre e solo nella solitudine.

Oggi, che viviamo in un mondo "malato di interiorità", cioè di quel
narcisismo che è l'esatto contrario del donarsi, la morte è l'ossessione per
eccellenza, poichè è figlia di quella VOLONTA' dove tutto è "gloria mia",
protagonismo, quando invece tutto è solo gloria di Dio e non sei tu che
ti glorifichi.

Ecco, allora, che il Sacro porta al Santo nell'APERTURA che, come
insegnava la mistica Santa Teresa del Bambin Gesù, raggiunge il suo
massimo nell'apertura al nemico e all'amore per lui.
Ma anche questo non per guadagnar meriti e scalare posizioni in Paradiso,
ma solo perchè, come insegnava Santa Teresa  "...cercavo la più antipatica
(delle sorelle del convento) per misurare la mia umanità e santità" perchè
sono limitato da chi odio e se invece mi apro a lui mi spalanco nella
LIBERTA'

Si può guarire, quindi, ma solo imparando a fidarsi del MISTERO.




 
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