Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 13/04/2014
Post n°3427 pubblicato il 13 Aprile 2014 da pierrde
Fred Ho, a baritone saxophonist, composer and activist whose radical leftist views informed much of his music, died April 12 at his Brooklyn home. The cause was colorectal cancer. He was 56 . Ho had first been diagnosed with the disease in 2006 and chronicled his progress in battling his cancer in his books Diary of a Radical Cancer Warrior: Fighting Cancer and Capitalism at the Cellular Level and Raw Extreme Manifesto: Change Your Body, Change Your Mind and Change the World by Spending Almost Nothing, and in a blog. A film, Jazz, Cancer, and Life: Fred Ho’s Last Year, also delved into Ho’s life as the cancer spread. Continua a leggere qui: http://jazztimes.com/articles/126684-fred-ho-musician-composer-and-activist-dies-at-56 |
Post n°3426 pubblicato il 13 Aprile 2014 da pierrde
Per alcuni jazz — prima scritto anche jass, jas, jasz, jaz — deriva dall’incerto «jasm» che, nelle zone creole, in particolare a New Orleans, è sinonimo di vitalità o in slang di prestazione sessuale; per altri è una parola tratta dal francese chasse-beau, che è un passo di danza dell’epoca (il cake walk). Ma a fine Ottocento si trovano ulteriori risposte: jazz-bells, soprannome delle prostitute di New Orleans in ricordo della Jesabel biblica; il verbo jaser, che significa chiacchierare; il soprannome Jazbo, un artista di minstrel show; il sostantivo inglese gism, sinonimo di volta in volta di forza, esaltazione, ancora potenza erotica; il verbo to jizz, designante l’eiaculazione; l’africano jasi infine vuol dire vivere sotto pressione, in maniera frenetica. In ogni caso si tratta di suono o parola dai valori non certo edificanti, stando almeno a un’ottica perbenista, come ricorda il pianista Eubie Blake: «Non pronuncio mai la parola jazz davanti a una signora. È un vocabolo molto sporco!». Fonte: http://ilmanifesto.it/basta-la-parola-venti-modi-per-dire-jazz/ |
Post n°3425 pubblicato il 13 Aprile 2014 da pierrde
Il video non è di grande qualità, si tratta ovviamente di una ripresa amatoriale, ma ha il merito di proporre immagini dal Festival di Verona, quando ancora era un festival jazz: la Dedication Orchestra suona materiale proveniente dal repertorio del meraviglioso gruppo di sudafricani esiliati a Londoa, The Blue Notes!
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