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Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi del 26/07/2014

QUESTA SERA SU RAI5: MICHEL PETRUCCIANI - BODY AND SOUL

Post n°3594 pubblicato il 26 Luglio 2014 da pierrde
 

Questa notte alle 0,30 su Rai5 il film del regista inglese Michael Radford sulla vita del pianista francese Michel Petrucciani. Per tutti coloro che ancora non l'avessero visto.

 

Senza musica la vita sarebbe un errore. Un'intuizione che Nietzsche deve avere avuto quando ancora era sano di mente. E ragione gli dà la visione del toccante documentario che Michael Redford ha dedicato a Petrucciani (Michel Petrucciani - Body & Soul), la cui vita - deturpata dal nanismo e dall'alterazione osteogenica - sarebbe stata addirittura un orrore se non fosse stata sublimata dalla musica.Nato nel 1962 con una grave patologia alle ossa, nano e fragile come un uovo di cristallo, Michel non ha avuto per questo un'esistenza sfortunata.

Tutt'altro. Redford (Il postino) propende anzi per un narrazione ribaltata, attratta dalle grazie ricevute dal pianista (l'amore del padre, musicista che seppe infondergli passione e conoscenza del jazz; le mani enormi, sproporzionate rispetto al corpo, argani raffinati capaci di sostenere il peso di un talento smisurato; una forza di volontà incrollabile, maturata in simbiosi col "dono") e costruita - oltre la prevedibile parabola di un riscatto - come un vero e proprio detour narrativo: Body & Soul si rivela così un film sul movimento in assenza di motilità (il successo porterà il pianista in giro per il mondo), una testimonianza di libertà pur con tutte le limitazioni fisiche, il ritratto di un gigante dentro il corpo di un nano.

Un miracolo d'esistenza raccontato in sordina, attraverso materiali d'archivio e interviste, dall'infanzia al concerto eseguito alla presenza di Giovanni Paolo II, nel 1997, apoteosi di una carriera fulminante. Petrucciani morirà due anni dopo di polmonite, a soli 36 anni.E' il momento di massima commozione del film, quello in cui il suo corpo sbagliato rioccupa la scena, reimpone le sue regole, spezza l'incanto. Un momento breve, ma necessario. Utile a riaffermare la forza di uno spirito capace di sollevarsi sopra la gravità della natura. E poco importa se il rischio è una lacrima di troppo. Scrisse ancora un filosofo: "Ciò che non è straziante è superfluo, almeno in musica". Probabilmente aveva ragione anche lui.

Fonte: 

http://cinema.ilsole24ore.com/recensioni/2011-06-23/michel-petrucciani-body-soul-00019214.php?uuid=Aamw1aiD

 
 
 

I SOSTENITORI DELL'EQUO COMPENSO

Post n°3593 pubblicato il 26 Luglio 2014 da pierrde

Recentemente mi sono occupato del provvedimento del ministro Franceschini sul cosiddetto equo compenso, in cui la parte del leone economicamente incassando, la fa (a spese nostre) la Siae. Ecco quindi una lettura edificante:

ROMA - Per far sentire i propri dipendenti come in famiglia la Siae non ha rivali: pensa anche al bucato. Chi va in missione può far lavare e stirare camicie e mutande a spese dell'azienda. Dieci euro e 91 centesimi vale la speciale «indennità lavanderia» quotidiana che scatta in busta paga dopo il quarto giorno passato fuori sede.

Quanti lo ritengono un privilegio anacronistico non sanno che la Società degli autori ed editori è anche tecnicamente un gruppo familiare. Al 42 per cento. Nel senso che ben 527 dei 1.257 assunti a tempo indeterminato (il 42 per cento del totale, appunto) vantano legami di famiglia o di conoscenza. Ci sono figli, nipoti, mariti e mogli di dipendenti ed ex dipendenti. Ma anche congiunti di mandatari (cioè gli esattori dei diritti) di sindacalisti e perfino di soci. E poi rampolli di compositori e parolieri, perfino delle guardie incaricate della vigilanza nella sede centrale.

Se ancora mantenete calma e imperturbabilità continuate a leggere qui: 

http://www.corriere.it/cronache/12_giugno_26/grande-famiglia-dipendenti-siae-quattro-su-dieci-legati-da-parentela-sergio-rizzo_37f7a81e-bf53-11e1-8089-c2ba404235e2.shtml

 
 
 

LA CINA E' VICINA

Post n°3592 pubblicato il 26 Luglio 2014 da pierrde

Umbria Jazz non lascia ma anzi, rilancia sospinta dal vento dell'Est. Potrebbero infatti essere importanti brand cinesi a mantenere alta l'asticella del festival che deve affrancarsi dal sostegno pubblico, con l'obiettivo di migliorare, non stravolgere, una formula che ha fatto proseliti anche nella terra dei Mandarini.

(...)Vice presidente, una delle polemiche riguarda la formula Uj.

«Va arricchita e ottimizzata, non cambiata che poi è quello che voleva dire Linzi e su questo Pagnotta è d'accordo anche se non l'ha detto apertamente. Dire “va tutto bene” sarebbe superficiale e anche se così fosse dovremmo comunque migliorare. Il festival è bellissimo, il brand ricercato in tutto il mondo, ma dobbiamo adeguarci al cambiamento: migliorare non è dire che la cosa non funziona». Cosa deve cambiare allora? «Uno dei nodi sono i costi dell'Arena per la quale occorre cercare altri utilizzatori, manifestazioni che possono usarla nei giorni successivi, come Umbria Rock, per ammortizzare parte dei 500mila euro oggi carico della Fondazione. Ma andrebbe ripensata la proposta».

Parla di quella artistica?

«Sono questioni che riguardano il direttore artistico con cui stiamo parlando di alcune ipotesi. Ad esempio, se per i concerti gratuiti vengono gruppi italiani invece che da oltre Oceano si risparmia. Quanto all'Arena, avere la Cole e la Mannoia la stessa sera, ad esempio, aumenta i costi ma non i benefici. Sarebbe meglio portare un solo big abbinato a un emergente da far scoprire; contribuirebbe a migliorare l'offerta artistica».

Forse per la prima volta nei tempi recenti a Perugia ci si interroga pubblicamente sul futuro, sulle formule, sui costi e sugli sponsor. Francamente non vedo segnali di cambio di direzione, e parlo naturalmente della parte più propriamente artistica, ma cominciare a parlarne non può che essere positivo. Seguirò con attenzione gli sviluppi.

 
 
 
 

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