Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 26/10/2014
Post n°3743 pubblicato il 26 Ottobre 2014 da pierrde
"Entrandovi si sente subito un'atmosfera piacevole e bellissima, carica di suono e di ritmo.L'ambiente caratteristico contribuisce decisamente a crearla: alle pareti sono appesi uno sopra l'altro innumerevoli manifesti del jazz, copertine di dischi, fotografie di idoli. Questo è il Louisiana jazz club... È questo l'unico locale di Genova dove si possa ascoltare del jazz". Così nel 1967 un giornale genovese descriveva il tempio cittadino del jazz, pomposamente definito "The Mecca of the authentic New Orlenas jazz". Il Louisiana era nato nel settembre di tre anni prima. Compie, dunque, cinquant'anni, festeggiati domani al Teatro della Tosse (20.30) in un articolato concerto cui prenderanno parte alcuni dei nomi più importanti del jazz genovese e nazionale: tra gli altri Fabrizio Cattaneo, Egidio Colombo, Dany Lamberti, Giampaolo Casati, Stefano Riggi, Riccardo Tolomelli, Betty Ilariucci, Riccardo Zegna, Dado Moroni e Andrea Pozza. Il Louisiana è il più antico club jazzistico ancora in attività della Penisola, e senza soluzione di continuità, nato su iniziativa del trombettista Fausto "Papa" Rossi e del banjoista Carlo Besta: il nome derivò dal gruppo dei due strumentisti, i "Louisiana Shjakers". Continua a leggere qui: http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/10/26/news/jazzstory_la_festa_del_louisiana _cinquant_anni_di_musica-99049338/ |
Post n°3742 pubblicato il 26 Ottobre 2014 da pierrde
La chiamavano la battaglia dell’etere, delle onde radio: era la guerra artistico/psicologica che i nazisti scatenarono dal 1940 al 1943; il protagonista: Charlie and His Orchestra, un ensemble swing guidato dal sassofonista Lutz Templin e finanziato direttamente dal ministero della propaganda e dal suo responsabile Joseph Goebbels. La storia è incredibile: Charlie and His Orchestra era una big band jazz nata per bombardare attraverso le onde corte gli alleati cercando di minarne il morale e allo stesso tempo di innalzare quello delle truppe dell’asse. A tal proposito una squadra di compositori e musicisti nazisti si mise al lavoro con l’intento di parodiare lo swing statunitense, cooptando classici del repertorio Usa a cui venivano sistematicamente cambiate le parole in chiave antisemita e anti Churchill. I testi partivano identici agli originali e dopo pochi versi deviavano minacciosamente. In questo modo St. Louis Blues, pietra miliare del repertorio afroamericano, il classico di W.C.Handy, all’improvviso recitava: «Un negro delle banchine di Londra canta ‘Odio vedere il tramonto perché i tedeschi hanno bombardato questa città». Allo stesso modo in You’re Driving Me Crazy, il capolavoro di Walter Donaldson, si canta: «Ecco l’ultimo dolore di Winston Churchill, ‘Sì i tedeschi mi stanno facendo impazzire/Pensavo di essere intelligente ma hanno abbattuto i miei aerei». E ancora: «Gli ebrei sono gli amici che mi sono vicini per rallegrarmi, credimi sono così./Ma gli ebrei sono il tipo di persone che mi feriranno, abbandoneranno e rideranno di me». Oppure So You Left for the Leader of a Swing Band? che già dal titolo diventava So You Left Me for the Leader of the Soviets?. Continua a leggere l'articolo di Francesco Adinolfi su: http://ilmanifesto.info/charlie-orchestra-la-propaganda-jazz-inventata-dai-nazisti/ |
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