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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi del 25/11/2014
mercoledì 26 novembre 2014 23.00 Locandina IL CARTELLONE ------------------------------------------------------------------ ROB MAZUREK Rob Mazurek cornetta, elettronica, pianoforte Registrato il 4 novembre 2014 nella Sala A del CPRF Roma
Martedì scorso ho avuto l’occasione di assistere alla registrazione del concerto di Rob Mazurek, nella sala A di via Asiago. Un pianoforte gran coda, un iPad ed una cornetta gli strumenti necessari alla performance. Atmosfera di grande attesa, per uno dei protagonisti della scena contemporanea. Pino Saulo, come di consueto, presenta la serata, dando ennesima prova di grande preparazione e competenza musicale, raccontando in breve la variegata carriera artistica di Mazurek e facendo crescere l’interesse. Poi Mazurek entra in scena, ed inizia il concerto. Un accordo dissonante al pianoforte squarcia il silenzio. Alcune ispirate frasi con la cornetta. Ancora un accordo alterato, ancora una frase alla cornetta. Mentre la suona, tenendo abbassato il pedale, lascia che le note emesse dall’ottone facciano risuonare le corde del piano a frequenze multiple della fondamentale. L’effetto è quello di un duo (piano e cornetta), forse addirittura di un trio (piano, cornetta e risonanza delle corde). Improvvisazione totale, anche quando Mazurek si alterna, sempre alla cornetta, tra il microfono “trasparente” e quello “effettato”, o quando si aiuta con l’elettronica lasciando all’iPad il compito di far risuonare dei pad space-age, suonandovi sopra quando con la cornetta quando con il piano. C’è la classica, c’è il Jazz, c’è l’elettronica nella sua musica. Un viaggio dentro se stesso, una esplorazione dei suoi più recessi sentimenti, forse influenzati o forse no dal clima romano, che chissà come deve sembrare ad un artista che viene da Chicago. La performance finisce, Rob Mazurek ringrazia il pubblico e Pino Saulo congeda gli astanti con la sua proverbiale e rassicurante simpatia. In onda su RadioTre il 26 novembre 2014, ore 23. Fonte: http://jazzaroma.wordpress.com/2014/11/08/rob-mazurek-a-radio-tre/ |
Girato in una ventina di giorni, Whiplash è l'esempio perfetto di come certi autori americani, padroni e abili artigiani del cinema più classico, rispettosi delle canoniche regole narrative e del viaggio dell'eroe, sappiano, proprio per la conoscenza manifatturiera di realizzazione di un film, deviare dai percorsi tracciati dal racconto tradizionale e esplorare nuove vie, sentieri mai tracciati, senza doversi allontanare mai troppo. È ciò che fa l'indie, è ciò che fa Whiplash, raggirare il classico punto di vista per offrire nuove problematiche, nuovi sguardi, nuove possibilità per il cinema. Ed è anche ciò che rappresenta il jazz, fulcro ritmico della storia, variazione allo stesso tempo improvvisata e precisissima dal rock (se non hai talento finirai per suonare in una rockband, recita un foglio appeso in camera del protagonista): Andrew, interpretato dal giovane Miles Teller, è un batterista iscritto in una delle scuole di musica più prestigiose di New York, viene notato dal celebre ed esigente direttore d'orchestra Terence Fletcher (un formidabile J.K. Simmons). L'unico obiettivo di Andrew è quello di diventare un grande professionista come gli idoli Bob Ellis e Buddy Rich, eliminando dalla sua strada tutto ciò che è possibile distrazione dallo studio e dalle prove, compresi l'amicizia e l'amore. - See more at: http://farefilm.it/recensioni/recensione-di-whiplash-sangue-e-batteria-tempo-di-jazz-2080#sthash.yWBHiSM8.dpuf What impression of jazz studies do you think the general public will come away with from watching the film? I'm disappointed that any viewer of the film will not see the joy of music-making that's almost always a part of large-ensemble rehearsals and performances. Musicians make music because they LOVE music. None of that is really apparent in the film, in my opinion. Also, the misrepresentation of the Jo Jones throwing the cymbal at Charlie Parker's feet anecdote may well lead people to thinking that Jo Jones did indeed, as JK Simmons' character avers, try to decapitate Charlie Parker at that epochal jam session in Kansas City where a very real Charlie Parker attempted to play some of his double-time / new harmony improvisation and more or less flubbed it. Papa Jo eventually tossed a cymbal towards Charlie Parker's young feet in a "gonging" motion to get him off the bandstand. Jazz masters could be tough, but the movie gets that story all wrong. Intervista a Peter Erskine tratta da : http://www.kcet.org/arts/artbound/counties/los-angeles/drummer-peter-erskine-on-whiplash-film.html |
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