Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram
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Messaggi di Maggio 2015
Spesso l'irrealismo entusiasta e la mancanza di concretezza esistenziale di alcuni ingenui ricercatori, mi sembrano proporzionati al loro aver scambiato lucciole per lanterne molti insegnamenti spirituali ricevuti o ascoltati.
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Con l'esperienza, con la cultura, con un 'lavoro' su di sè, si possono cambiare vedute e comportamenti, ma non l'indole caratteriale, la natura di un individuo.
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Il tradimento amoroso comincia verso se stessi e poi ricade inevitabilmente sull'altro l'altro, il compagno, nella coppia. Per me si basa sostanzialmente sulla mancanza di onestà. Viene sostenuto e non ammesso per i più svariati motivi egoistici e d'interesse psicologico, sessuale, e sociale.
In pratica consiste nel fingere sentimenti che non si provano, facendo credere all'altro cose che non son vere, omettere cose compromettenti. Quando si tradisce di nascosto è quasi sempr...e per opportunismo: si vogliono tenere i piedi in più scarpe per paura d'affrontare le conseguenze di una scelta personale o quella di un compagno che probabilmente non accetterebbe quella situazione, con il timore per le conseguenze del caso. Quando invece tutto è trasparente e accettato da parte di entrambi non si può parlare di tradimento ma di condivisione di una modalità aperta di relazione fondata su una visione affine dell'amore di coppia. Per cui per non tradirsi bisogna parlarsi sinceramente prima e non dopo... per prendersi la propria libertà e responsabilità guardandosi negli occhi e con il cuore in mano.
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Il problema dei problemi consiste nel fatto che la mente egoica, in ogni situazione in cui viene coinvolta, guarda sempre solo il dito e mai la luna.
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Ci sono un'infinità di libri e corsi che insegnano i segreti per diventare millionari, creare ricchezza e avere successo, fortuna... per cui basterebbe solo conoscere il 'trucco' per ottenerli. Allora, uno si domanda: tutti i poveri e gli sfortunati che ci sono in giro sono solo disinformati, ignoranti... dato che si tratterebbe solo d'imparare come fare, leggendo qualche libro o frequentando qualche corso dei maestri di tale arte e detentori di questi preziosi segreti? Non è invece che gli autori di questi libri e corsi l'unica ricchezza che sono in grado di creare sta solo nel vendere queste cose, facendo in tal modo un lucroso affare? Per quel che si può constatare, sembrerebbe che questi imbonitori del successo e della ricchezza facile, in realtà, non sappiano creare altro businness che non sia quello basato sulle parole, sulle promesse da offrire a coloro che vorrebbero conoscere i modi per diventare ricchi e avere successo. Stranamente però, questi maghi moderni in possesso dei segreti della mente millionaria, non creano mai aziende fondate sulla produzione di oggetti e servizi. Curiosamente tutta la loro capacità o abilità sta nel vendere il segreto agli altri. Allora viene da chiedersi: che siano solo dei gran venditori di sogni che approfittano del disorientamento e difficoltà della gente per furbescamente vendere accattivanti prospettive e soluzioni, sostanzialmente prive di consistenza e fattibilità nella concretezza della vita reale, per la stragrande maggioranza delle persone?
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In genere, s'imputano a mille fattori esterni e si campano miriadi di scusanti per la mancata raccolta dei frutti di una annosa ricerca interiore. E' raro che si riconosca la tiepidezza del nostro intento, la dispersività del nostro comportamento e la vaghezza del nostro interesse per tale ricerca.
Forse manca il sacro anelito, un genuino ardore nel cuore, il fuoco della passione.
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E' bello avere la libertà di essere amico di chi si vuole, anche di chi è antipatico ad un altro nostro amico. La loro temporanea disconnessione riguarda loro, non me. Oltretutto sapendo che poi tutto passa, cambia...
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La forza interiore, il magnetismo spirituale, si accresce nella misura in cui si sta sempre bene con te stessi e con chiunque, pur vedendo però che più di tanto non si può essere compresi, pur se in grado di comprendere le situazioni e istanze altrui. Questa inevitabile solitudine metafisica, questo tacere di un oltre o di altro con chi non è preparato a sentire o è assente, è il laboratorio alchemico in cui si formano aperture intuitive che preparano agli incontri più significativi per il nostro cammino esistenziale.
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Non possiamo imporci di amare, nonostante tendiamo a disciplinarci in tal senso. Non riusciremo ad amare veramente anche se ci affidiamo volenterosamente a ideologie che ci spiegano come si dovrebbe e potrebbe amare...
In realtà non possiamo amare niente che consideriamo separato da noi, perchè fondamentalmente ne abbiamo paura. Più ci proviamo più diventa improbabile. In fondo in fondo temiamo il presunto altro, seppure in apparenza possa apparire il contrario. E' una contraddizione dire che dobbiamo amare, perchè l'Amore nel senso più nobile del termine, per definizione, non può essere un dovere. Tradirebbe la sua stessa essenza, qualità intrinseca.
Ciò vuol dire anche che un semplice atto di fede non è sufficiente, in quanto l'amore che viene offerto non può soltanto apparire come tale, ma deve essere un amore reale, genuino. Un individuo può comportarsi come se amasse, ma come può essere sicuro di amare veramente? Come può essere sicuro di essere spontaneo? Con questo voglio dire che senza la piena realizzazione del Divino, che é in ognuno di noi, nessuna virtù amorevole è autentica. E' solo una imitazione di un sentimento, un condizionamento etico, una recita affettiva inconsapevole.
Solo quando giungiamo alla profonda consapevolezza che la stessa vita scorre in tutto ciò che è, e che noi siamo quella stessa vita, cominciamo ad amare tutti e tutto in modo spontaneo. E' una naturale conseguenza. Questa è una Consapevolezza che non rivendica per sè una capacità, un valore, un merito. Quest'Amore è delicato e ha pudore nel definirsi tale.
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Anche se ci venisse rivelata la più profonda delle saggezze, se il nostro cuore non è aperto e fiducioso nel modo giusto ed il nostro spirito non è pronto ad accogliere la scintilla che incendia le nostre illusioni, non potremo svegliarci dal sonno sognante della mente che oscilla sempre tra lo ieri ed il domani.
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C'è chi ha una particolare attitudine a scavare in dimensioni della conoscenza interiore laddove altri le danno per scontate, acquisite. L'eretico psicologico è l'anticonformista non formale per eccellenza. Non segue dogmi e convenzioni
o capi, supinamente. Non si accontenta di seguire, ma ama esplorare anche dove il gruppo o le masse non osano inoltrarsi. Spesso fa tutto ciò in solitudine. Vuole vivere attraverso l'esperienza diretta ciò di cui parla: al contrario del credente, del fideista. L'eretico non si occupa di ribellioni esteriori, ma piuttosto di libertà, fatte di nuovi e non convenzionali cammini e spazi interiori. Non è detto però che tutti gli eretici abbiano il coraggio di manifestarlo e coltivare questa particolare disposizione dell'animo pubblicamente. Le tentazioni verso il riflusso della propria natura sono tante e seducenti. Eretici forse si nasce o forse si diventa. L'importante che in qualche misura tutti lo siano, almeno un po', per non vivere totalmente appiattiti mentalmente e spiritualmente, in un mondo che ci vuole omologati.
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Uscire e rientrare nei socialnetwork, cambiare nick, cambiare maschera... fa parte di un gioco in cui si manifesta la superficie del nostro carattere e dei suoi bisogni... La sostanza del nostro essere invece rimane sempre la stessa. Pause e ritorni, chiusure e abbandoni, sono venticelli emotivi che increspano innocuamente il mare della mente che ricerca attenzione, ma non intaccano Chi li osserva, imperturbabile e distaccato questo via vai, questo apparire e scomparire, che lascia quasi sempre il tempo che trova. Niente di rilevante.
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Dopo aver detto ciò che pensi, con franchezza e gentilezza, e ascoltato le altrui ragioni, lascia le discussioni se i toni si fanno troppo accesi e si scivola nella provocazione personale. Hai tutto da guadagnare nel non farti coinvolgere nella spirale energetica discendente. In quel momento non serve insistere e controbattere, anche perché i muri diventano sempre più gommosi.
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C'era una volta un cercatore di verità, eccezionalmente risoluto e fiero, di nome Suthra. Un amico un giorno andò a trovarlo e gli disse: «C’è in città un famoso guru, molto venerato da tutti nel vicinato. Andiamo a fargli qualche domanda». Suthra acconsentì e insieme si recarono alla capanna del guru, rendendogli omaggio con un inchino e con la formula di rito «Sia lode al Signore misericordioso». Il guru ricambiò il saluto e invitò entrambi a sedersi.
Dopo qualche minuto di silenzio, Suthra chiese al guru: «Avreste del fuoco? Ne avrei bisogno». «No, non ne ho al momento», rispose il guru. E seguì un altro lungo silenzio, che fu di nuovo rotto da Suthra che chiese ancora: «Sadhu, non avete del fuoco?». «Vi ho già detto che non ne ho» rispose il guru, leggermente infastidito. Ma la risposta non parve soddisfare Suthra perché chiese subito, di nuovo, per la terza volta: «Sadhu, ho un gran bisogno di fuoco. Per favore, datemene un po’». A questo punto il guru si arrabbiò e rispose con asprezza: «Stupido! Smettila di chiedermi del fuoco, non riesci a capire quel che dico? Ti ho detto tre volte che non ho fuoco. Non ti basta? O vuoi continuare a ripetere la stessa domanda idiota in continuazione?». Suthra rimase in silenzio, imperturbabile per tutto il tempo che durò la filippica. Quando il guru alla fine tacque, disse: «Fratello, davvero ho bisogno del fuoco. Sei sicuro di non averne?». Ora, letteralmente imbufalito, il guru raccolse un bastone e si mosse verso Suthra e lo percosse fino a romperlo. Suthra allora sorrise e disse: «Pace, fratello. Hai risposto alla mia domanda. Entrando qui dentro ho visto e fiutato del fumo, perciò sapevo che c’era del fuoco. Ora, come tutti possono vedere, il fuoco è divampato e sta bruciando con fiamme rabbiose. Eppure, stranamente, tu continui a sostenere di non averne».
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Non si può imbottigliare la verità nei concetti: è ancora più difficile che cercare di afferrare l'acqua che fluisce, il fiume che scorre.
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Se sono definiti, non sono Zen.
(detto Zen)
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Ai satsang (incontri con la verità?!) dove si afferma che tutto è falso, sogno, illusione, ecc, si dovrebbe quantomeno anche accettare come pagamento, da chi è interessato ad ascoltare queste cose, questi discorsi risveglianti, anche i soldi del monòpoli.
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Un giorno Chao-chou trovò un discepolo inchinato davanti ad una statua del Buddha e lo colpì con un bastone.
Il monaco protestò: "Non è un atto meritorio adorare il Buddha?".
"Sì", rispose il maestro ", ma è ancora più meritorio lasciar perdere gli atti meritori".
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Se non intuisci che ad una risposta filosofico concettuale la mente si farà un'altra domanda, all'infinito, sei perso in un loop tormentoso da quale non puoi uscire. Togli le pile a quel meccanismo infernale. Goditi e riposa in quell'ignoranza mistica che risponde a tutto nel Silenzio, semplicemente.
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Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:33
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:31
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:28
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:24