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Piccola biblioteca romanesca (I miei libri in dialetto romanesco)
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Centoventi sonetti in dialetto romanesco (di Luigi Ferretti)

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Rime inedite del Cinquecento (di vari autori)
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C’era una vorta... er brigantaggio (di Vincenzo Galli)

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La duttrinella. Cento sonetti in vernacolo romanesco. Roma, Tipografia Barbèra, 1877 (di Luigi Ferretti)

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Adolfo Giaquinto

Adolfo Giaquinto, note biografiche
Nato a Napoli il 25 ottobre 1847. La famiglia si trasferì a Roma dopo soli tre mesi. Fu avviato da giovane all’arte culinaria, di cui divenne un affermato esponente. Inventò l’estratto di carne Excelsior e pubblicò diversi libri di ricette. Contemporaneamente iniziò a dedicarsi alla poesia vernacolare, collaborando a diverse testate romane, firmandosi anche con più di uno pseudonimo (Taglia Cappotto, Er Bocio, Adorfo Già-Sesto, Adorfetto, ecc.): «Il Rugantino», «Il Tribuno», «Ghetanaccio», «Il Mattacchione», «La Tribuna», «Il Messaggero». Insieme a Giggi Zanazzo fondò nel 1897 il «Rugantino de Roma in dialetto romanesco», seguito da «Casandrino»; nel 1898, per risolvere il problema della querela per plagio dell’editore Perino, fondarono il «Rugantino», avvalendosi di molti collaboratori (tra i quali Trilussa e Nino Ilari). Nel 1902 fondò il «Marforio». Nel 1909 pubblicò un volume di versi, Poesie dialettali. Ma il risultato più importate della sua ricerca è stato l’invenzione del "cispatano", un misto di romanesco, napoletano, marchigiano e abruzzese; in questo senso il lavoro migliore fu Mattie Franciscandonie all’Afreca, pubblicato nel 1896, una collana di quattordici sonetti in cui narra l’avventura di un popolano che parte soldato per la spedizione in Africa. Si dedicò anche alla prosa, ma la sua fama fu offuscata da quella di Trilussa. Morì a Roma il 28 giugno 1937 (AA. VV., Dizionario biografico degli italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Catanzaro 2000, vol 54, pp. 560-562; voce curata da Carlo D’Alessio). Il Veo (Roma popolaresca, op. cit. p. 141-142) racconta che Giacquinto iniziò a scrivere in questo dialetto misto, parlato dai poveri immigrati che dal sud e dal centro venivano a lavorare a Roma, trascrivendo alcune espressioni di un oste che illustrava il menu ad un avventore.
Le note sote di Valerio Cruciani, dal cui blog riporto anche le poesie che seguono.

Scienza positiva Tra marito ed un medico

1.

Ah sor dottor mio, me dia un consijo:
Io presi moje se’ o sett’anni fa,
Però siccome nun ciò avuto un fijo
Mi moje me sta sempre a tormentà.

In quanto a me, se sa, nun me ne pijo,
Ma lei nun fa che piagne e sospirà,
J’ha presa ’sta smaniella, ’sto puntijo,
E nun c’è caso che la vo’ piantà!

Stà sempre inviperita nott’e giorno,
E dice sempre, pe’ canzonatura:
Tu sei un marito che nun vali un corno.

Dunque, j’ordini quarche medicina...
Je facci fa li bagni... o quarche cura
Sinnò vado a fenì a la palazzina!

2.

Senta che deve fa caro signore:
La faccia mette a letto immantinente,
Doppo je dia da beve un thè bullente
E j’incominci a favellà d’amore.

Je dica ch’é ben fatta, seducente,
Ch’è la mejio de tutte le signore...
E ’nder mentre che ruzza e che discore
L’accarezzi e la baci de frequente

Ogni tanto je dia quarch’eccitante,
Presempio un cognacchino, ’na sciartrosa,
Oppure una bottija de spumante.

E appena stà eccitata e in allegria
Lei sa che deve fà? - Dica, che cosa?...
... Me telefoni a me giù in farmacia.

Note di Valerio Cruciani https://antologiadelmarforio.wordpress.com:
In Marforio I, 28 - 22-23 Agosto 1902. - Coppia di sonetti, schema: ABAB ABAB CDC EDE e ABBA BAAB CDC DED.
Parte I, vs. 1 dia bisillabo. Vs. 13 fa forse refuso per fa (Parte II, vs. 1 e 13).
Parte II, vs. 5 é probabile refuso per è. Vs. 8 non c’è punteggiatura. Vs. 10 sciartrosa, liquore fabbricato dai certosini francesi.

Adolfo Giaquinto


In Tribunale
Interrogatorio di una guardia

Allorquando arrestaste l’imputato
Egli vi minacciò? - Sicuramende.
Che vi disse? - Te piglia n’accedende
A te, e quanta pulenda sei magnato.

Il coltello l’avea sempre impugnato?
E comme lu’mbegnava a quel mumende?
A mezzanotta, signor prisidende,
Lu Monde de Piatà già sta ’nzerrato.

E la pubblica voce che diceva
Addò? - Dove, sul luogo dell’azione!
Lu loche a quella strata nun ce steva.

Ma cosa dite? Cosa affastellate?!
’I nu’ le saccia tanta ’nfurmazzione
Perché nu l’addomande al tillicate?

Note di Valerio Cruciani https://antologiadelmarforio.wordpress.com:
In Marforio I, 10 - 20-21 Giugno 1902. Sonetto, schema: ABBA ABBA CDC EDE. Vs. 8 Monde de Piatà, n.d.a.: "Monte di Pietà". Vs. 11 loche, equivoco comico: in abruzzese loche significa anche cesso (Gennaro Finamore, Vocabolario dell’uso abruzzese, Forni editore, Bologna 1967, prima ed. 1893, pp. 321). Vs. 13 ’I probabile refuso per I’. Vs. 14 tillicate, n.d.a: "Delegato".

Adolfo Giaquinto

   
Tutti candidati!

P’annà su a Campidojo, anticamente,
O bisognava vince ’na battaja,
O èsse un gran scenziato, un gran sapiente,
O un gran poveta celebre d’Itaja.

In oggi invece è tutto diferente,
Adesso ogni somaro appena arraja
Senza che sappi nè capischi gnente
Vo annà lassù de filo... e ce baccaja!

Ce vò annà l’orzarolo, er mercantino,
Er salumaro, l’oste, l’impiegato,
E insino er muratore e ’r vitturino.

Insomma quà, mannaggia er carettino,
’Sto poro Campidojo è diventato
Come la piccionara der Quirino!

Note di Valerio Cruciani: In Marforio I, 8 - 13-14 Giugno 1902. Sonetto, schema: ABAB ABAB CDC CDC. Vs. 3 dialefe tra scenziato, un; scenziato probabile refuso per scienziato [NDR.: non c'è refuso. In romanesco è corretto dire scenza, scenziato]. Vs. 9 orzarolo, inizialmente venditore d’orzo, rappresenta la figura di chi vende un po’ di tutto, generi alimentari e non. Era una professione esercitata da gente proveniente dall’alta Italia e dalla Svizzera (Bernoni, op. cit.); mercantino, merciaio (Chiappini, op. cit.).

Adolfo Giaquinto



Spesa inutile

Tra le spese che fanno le nazzione
Ce n’è una buffa ar Parlamento ingrese
Che cià in bilancio mille scudi ar mese
Solo pe’ spese de ventilazzione.

Va be’ che so’ ricconi a quer paese,
Ma poi, pe’ sventolà quattro persone
Che stanno sempre a sede a le portrone
C’è bisogno de fa’ tutte’ ste spese?

Nojantri, a Roma, semo affortunati
Che nun spennemo tanto come quelli,
Pe’ sventolà li nostri diputati.

Già nun ce stanno mai, ma all’occasione
Da noi c’è un tale che finisce in elli
Che fa li venti drent’ar Baraccone!

Note di Valerio Cruciani https://antologiadelmarforio.wordpress.com:
In Marforio I, 4 - 30-31 Maggio 1902. Sonetto, schema: ABBA BAAB CDC EDE. Vs. 3 la nota dell’autore spiega: "50.000 mila lire all’anno. (Storico!) Vs. 5 paese trisillabo. Vs. 8 tutte’ ste probabile refuso per tutte ’ste.

Adolfo Giaquinto

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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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