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Er barone

Post n°4265 pubblicato il 23 Ottobre 2017 da valerio.sampieri
 

Er barone

Er barone Scaduto
credo che fosse de Caltaggirone;
è più che un vero nobbile,
un vero decaduto;
ma è un galantomone.
Cià la faccia severa,
le spalle curve e la barbetta nera:
arto, piuttosto secco, stremenzito,
cià l'espressione, in fonno,
d'un omo ch'à patito
e resta solo ar monno.

Er vestito che porta estate e inverno
è tutto un gran rennaccio
più antico che moderno,
è 'no straccio sbiadito de colore!
Però t'accorgi subbito ch'er tajo
l'ha fatto un gran sartore!
Legata a un cordoncino
pel difetto d'un occhio, tutto er giorno
porta la caramella;
la porta da quann'era regazzino;
credo sia sempre quella!
Manca er cerchietto d'oro
che je girava attorno.
E porta un bastoncino
forse de cannadindia fino, fino
dove, in fonno, à piantato
'na spilla pe' traverso - Come gnente ...
(nessuno se ne avvede)
Lo vedi indifferente,
vicino a un marciapiede,
dà' un corpo secco, e non fallisce mica:
ogni botta 'na cica!
Fa conto un giocoliere
che ha preso tanta pratica
a esercità, er mestiere
che manco se ne accorge.
Lui che nun cià più rendite
mo s'è ridotto a questo!
Mestiere come tanti, in fonno, onesto
esercitato quasi d' anniscosto
ma co' prudenza e signorilità.
Sì, c'è l'inconveniente
che lo vede la gente
e questo je dispiace,
ma pèrdece la pace
doppo tutto ... perchè?
Piazza de Spagna, Du' Macelli, er Tùnnele,
Corso, Via Nazzionale
so' strade che je frùtteno
è tanto naturale!
da Aragno a San Silvestro
la zinna se fa bona;
c'è troppa robba: è un guajo ...
ce vorebbe un canestro.
È un gettito continuo; 'na fiumana
de Macedonia extra e de Serajo
mozze de marca ingrese e americana.
Lo fregheno però le conoscenze ...
Quarcuno lo saluta: «Addio Barone!»
«Se vedemo, Scaduto!»
Lui risponne educato
ma, in fonno, un po' seccato
che l'abbino veduto.
Un giorno 'na straniera
che fumava, fumava ...
come 'na ciminiera,
seduta ar tavolino d'un caffè,
paga er conto: com'è come nun'è
je casca da la borsa
'na cartuccella de cinquanta lire.
Lui che la vede, subbito, per crilla,
ce mette sopra er piede,
l'agguanta co' la spilla
poi corre come un furmine
appresso a la signora:
- Guardi si ch'à perduto!
- Nun ho perduto gnente, - dice quella.
- Perde cinquanta lire - fa Scaduto -
je so' cascate mo', da la borsetta -.
Lei pe' guardà', butta la sigaretta
poi, presi li bajocchi,
va via de corsa pe' l' affari sui.
- Grazie - dice er barone -
che raccoje la mozza, contentone.
E ... chi ringrazia è lui!

Augusto Jandolo
Da Strenna dei Romanisti, 1948, pag. 30

Commenti al Post:
molto.personale
molto.personale il 23/10/17 alle 15:30 via WEB
Chi nasce galantuomo lo resta per sempre fino in fondo anche quando la vita gli rema ormai contro..buona serata caro Valerio ^_^
 
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