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Messaggi del 26/05/2015

Er proggnostico de la sora Tecra

Er proggnostico de la sora Tecra (1)

Lui ggiovene, e llei ggiovene: lui bbello,
e llei bella: lui scàpolo e llei puro: (2)
l’uno e ll’antra de casa mur’a mmuro:
tutt’e ddua un po’ mmatti in ner cervello:

lui cantava jjerzéra un ritornello,
e llei s’affacciò ssubbito a lo scuro...
Via, s’appiccicheranno (3) de sicuro:
io me sce ggiucherebbe (4) er filarello. (5)

Ma co nnoi? Fijja, ne sapémo troppo.
L’omo accant’a la donna è una fornasce
in ner mezzo a la porvere da schioppo.

Ce vò antro a impidì cche mmadr’e ppadri! (6)
Femmine e mmaschi sgrinfieranno (7) in pasce (8)
sin c’a sto monno sce saranno ladri.

Giuseppe Gioachino Belli
5 settembre 1835

Note:
1. Il pronostico della signora Tecla.
2. Pure, ancora.
3. Si attaccheranno.
4. Io mi ci giuocherei.
5. Filarello: macchinetta a ruota per filare.
6. Ci vuole altro che madri e padri per impedire.
7. Amoreggeranno.
8. In pace.

 
 
 

Il Pantheon (De Sade)

Post n°1653 pubblicato il 26 Maggio 2015 da valerio.sampieri
 

Il Pantheon

Ma è qui, signora contessa, è qui che il cuore si spezza; che le lacrime sgorgano nostro malgrado quando si vede quel famoso tempio di tutti gli dèi, quell'ammirevole Pantheon, capolavoro del secolo d'oro di Augusto e contenente le più belle statue del mondo, oggi mutato in una sventurata chiesa nuda e spoglia, nella quale la meschineria della superstizione moderna non compensa, tutt'altro, la magnificenza dell'A.I.D.E.M. Agrippa, che ordinò questo superbo edificio nell'anno 729 di Roma lo volle dedicare ad Augusto suo suocero, mala modestia di questo Imperatore si oppose, e Marco lo offrì allora a Giove Vendicatore, per conservare la memoria della battaglia di Azio. Mise in fondo, nella grande nicchia dove attualmente si trova l'altare maggiore, la statua di Cibele, madre di tutte le divinità. Il portico, che si crede sia stato aggiunto, è sostenuto da sedici belle colonne di granito, che Michelangelo considerava come impossibile di aver potuto elevare così vicine l'una all'altra e che tre uomini possono a stento abbracciare.

A fianco della porta principale vi sono due grandi nicchie, nelle quali Agrippa sistemò la statua di Augusto, entrando a destra, e a sinistra, la sua, entrambe colossali. Quella di Giulio Cesare fu posta nel tempio, come padre dell'Impero.

Questo edificio è di forma rotonda, di altezza pari al diametro,terminante con una cupola estremamente leggera, che lascia sulla superficie una apertura rotonda di grande diametro, praticata espressamente per godere della vista dell'interno di questo tempio, di questo luogo felice dove abitavano tutti gli dèi che si veneravano. Si contano sette nicchie intorno a questo tempio, formato da due pilastri laterali e due colonne, al centro di questi due pilastri, il tutto di ordine corinzio e di antico marmo giallo: ornamenti che non hanno sofferto il minimo danno e che sono assolutamente gli stessi dell'antico tempio degli dèi. Nelle sette nicchie, su altrettanti piedistalli, erano poste le divinità celesti. Le terrestri occupavano tutti i diversi spazi che si trovavano nelle colonne davanti alle nicchie, in numero di tre ogni nicchia; sotto l'edificio vi erano gli dèi infernali. Gli ornamenti della cupola sono certissimamente gli stessi dell'antichità, con la sola eccezione dei bronzi dei quali questi disegni erano rivestiti e che sono stati tolti, così come quelli che rivestivano la cupola all'esterno, in parte dai Goti, e in parte dell'ostrogoto Urbano vili che, più barbaro di questi barbari stessi, ne tolse i resti in tale quantità che le colonne e il pavimento di San Pietro in Vaticano, e quella che viene chiamata la cattedra di San Pietro, ne furono costruiti, e ciononostante ne restò ancora una tale quantità che con essa si riuscì a fondere gran parte dell'artiglieria di Castel Sant'Angelo.

Bonifacio IV ottenne nel 610 il permesso dall'imperatore Foca di mutare il tempio di tutti gli dèi in quello della Vergine e di tutti i martiri. E dopo il culto di tutti gli dèi venne quello di tutti i Santi, poiché non v'è dubbio che esso fu istituito in questa epoca.

Si vedono in questa chiesa alcuni monumenti di celebri artisti, che ricordano ancora la sua prima istituzione. Vi si notano quelli di Ferino del Vaga, di Annibale Carracci e del grande Raffaello. Carlo Maratta eresse a sue spese questi due ultimi monumenti e secondo me per questo generoso comportamento avrebbe meritato che gli venisse dedicato il tempio. Sotto l'iscrizione di quello di Raffaello, il celebre Cardinale Bembo, gran letterato, pose il seguente distico:

ILLE HIC EST RAPHAEL TIMUIT QUO SOSPITEVINCI RERUM MAGNA PARENS ET MORIENTE MORI

Esaminando questo edificio bisogna guardarsi da cadere nell'errore in cui qualche imbecille a Roma cerca di gettarvi, facendovi osservare le diverse nicchie, o finestre che sono sopra il fregio e che mi assicurano essere quelle che servivano agli dèi venerati in questo tempio. Il fatto è visibilmente falso e queste finestre sono modernissime. Ma ciò che si può considerare come molto antico, assolutamente appartenente alla stessa antichità del tempio, sono le parti rotonde in porfido che compongono un'ala del pavimento. È sicuro che si può dire camminandoci sopra: gli Imperatori furono qui con me!

Qualche altro ignorante della stessa stirpe vi farà cadere ancora in un altro errore facendovi osservare le immense porte di bronzo che servono a questo edificio e vi assicurerà che sono le stesse che pose il genero di Augusto. Anche questo è falso. Le porte attuali non sono affatto di bronzo, ma soltanto rivestite di bronzo. Le prime, che lo erano interamente, ornate di superbi bassorilievi, furono portate via che Genserico, re dei Goti, e si persero in fondo al mare in seguito al naufragio che subì il vascello sul quale questi le trasportava in patria. Quelle che vi si trovano attualmente appartenevano pure ad un tempio, ma si ignora da quale furono asportate. Lo stipite architettonico sul quale sono poste è di marmo africano tutto intero e della stessa antichità del tempio.

Davanti a questa chiesa, perché come chiamarla oggi?, vi è una piazza dove cresce parecchia erba, al centro della quale vi è una fontana su cui è stato posto come ornamento un piccolo obelisco ritrovato sotto il pontificato di Clemente XI e che questo Papa fece erigere qui.

Marchese De Sade (Donatien Alphonse François de Sade)
Tratto da "Viaggio in Italia"

 
 
 

Glossarietto di Picchiabbò 1

Post n°1652 pubblicato il 26 Maggio 2015 da valerio.sampieri
 

Il linguaggio usato da Trilussa è molto simile all'italiano e differisce di parecchio da quello dei suoi predecessori (Belli, Zanazzo, Pascarella). Al tempo di Trilussa non era ancora invalso l'uso di non raddoppiare la lettera erre e difficilmente si trovano termini di ardua comprensione. I termini del presente post sono tratti da: "Picchiabbò", Edizione d'arte Fauno, Roma, 1927, Capitolo 1, pagg. 8-18.

'Sto = questo: "voleva combinà 'sto pangrattato reggio"; "E chi è 'sto doppio decimetro d'essere vivente?"; "E da dove sarà entrato 'sto buggero?"
A vedello aritrattato = a vederlo ritratto
Abbito = abito: "tutti vestiti da guerrieri coll'abbito de ferro battuto"
Abbolito = abolito: "Re Pipino, che era un sovrano pacifico, per esse più tranquillo, aveva abbolito la dipromazzia"
Accosto a = vicino a: "accosto a la scanzia de le farfalle"
Accusì = così: "era un ometto accusì piccolo"
Addietro = indietro: "Chi fa un passo lungo un metro quasi sempre torna addietro"
Allapposo = appiccicaticcio: "come se masticasse quarche cosa d'allapposo"
Ambizzione = ambizione: "L'amore, er foco, la tosse, la rogna, l'ambizzione e la puzza de cipolla"
Annà = andare: "Posso annà a cavallo sopra qualunque sella"
Annassene = andarsene: "se n'annava a letto difilato"
Annassero = andassero: "voleva che li sudditi annassero tutti vestiti da guerrieri"
Antro = altro: "Eppoi me pare d'avello visto in un antro posto"
Ar = al: "Oppuro diceva ar Ciambellano"
Arberi = alberi: "Si, perché l'arberi arti pijeno troppo vento e fanno poca ombra"
Aricordete = ricordati: "Aricordete che li cortiggiani deveno esse sordi, muti e cechi"
Arimàne = rimane: "E così er postero arimane contento e cojonato"
Arimanè = rimanere: "Pipino, però, arimaneva duro"
Arisolate = risuolate: "cianno d'avè le scarpe arisolate co' le cocce de cocommero"
Aritrattato (part. Pass.) = ritratto: "un pappafico rosso fatto a tirabucione che faceva ride puro a vedello aritrattato su le carte da mille"
Arivò = arrivò: "se fece strada e arivò fino a la Reggia"
Armeno = almeno:  "Magara! Armeno me faccio una posizzione!"
Arti = alti: "Si, perché l'arberi arti pijeno troppo vento e fanno poca ombra"
Avè = avere: "cianno d'avè le scarpe arisolate co' le cocce de cocommero"
Avello = averlo: "Eppoi me pare d'avello visto in un antro posto"
Bève = bere: "Però era così bono che se poteva beve in un bicchier d'acqua"
Bono = buono: "Ciaveva un nasino profilato che pareva fatto solamente pe' sentì l'odori boni"
Buggerìo = gran quantità: "portava un buggerìo de mijoni de dote"
Buggero = tipo strano: "E da dove sarà entrato 'sto buggero?"
Capì = capire: "faceva le boccacce come volesse fa' capì ar Re"
Capoccia = testa: "per via che essenno la capoccia più grossa der corpo"
Capriolo = capriola: "Quanno camminava faceva tre passi, un zompo, una piroletta e un capriolo"; a forza de caprioli e de piroette"
Ce = ci: "certi occhioni turchini che ce potevi fa' li bagni de mare"; "E dove c'è Eva ce cova er serpente"
Cechi = ciechi: "Aricordete che li cortiggiani deveno esse sordi, muti e cechi"
Cerasa = ciliegia: "sotto spirito come le cerase" = sotto spirito come le ciliege
Che è che nun è = improvvisamente, inaspettatamente: "Ma una notte, che è che nun è, Picchiabbò se mosse"
Ched'è = che è: "Ched'è l'omo politico?"
Chiamà = chiamare: "C'era una vorta un Re che se faceva chiamà Pipino decimosesto"; "Oppuro diceva ar Ciambellano: - Chiamateme er nano Picchiabbò"
Chiamateme = chiamatemi: "Oppuro diceva ar Ciambellano: - Chiamateme er nano Picchiabbò"
Cià = ha: "Qui la storia der nano cià un punto nero"
Ciai = hai: "Questo vò di' che nun ciai gnente da fa'"
Cianno = hanno: "come cianno li pizzicaroli";
Cianno d'avè = devono avere: "cianno d'avè le scarpe arisolate co' le cocce de cocommero"
Ciaveva = aveva: "Come omo era piuttosto bruttarello perché ciaveva un pappafico rosso"; "Teopompo ciaveva er regno accanto a quello de Pipino"
Ciavevo = avevo: "io manco ciavevo fatto caso"
Ciò = ho: "Siccome nun ciò gnente da fa' nemmanco io"; "de tutti li colori che ciò addosso"
Co' = con: "aveva pijato un mezz'impegno co' la principessa Mariantonia"; "co' la scusa che ciaveva li dolori de panza"; E stava pe' pijallo co' du' deta pe' buttallo da la finestra
Cocce = bucce: "cianno d'avè le scarpe arisolate co' le cocce de cocommero"
Cojonato = coglionato, burlato: "E così er postero arimane contento e cojonato"
Combinà = combinare: "voleva combinà 'sto pangrattato reggio"
Confinfera? = Piace l'idea? Gradisci?: "Me devi fa' ride a crepapelle. Te confinfera?"
Conoschi = conosci: "Vedo che conoschi puro er protocollo: bravo!"
Consija = consiglia: "Spesso più che la stima è la prudenza che ce consija a fa' la riverenza"
Cor = col, con il: "je zompaveno certe fotte da tajalle cor cortello"
Cortiggiani = cortigiani: "Aricordete che li cortiggiani deveno esse sordi, muti e cechi"
Cosetto = piccolo affare, piccola persona: "quanno se vidde pe' la prima vorta quer cosetto"
Dà = dare: "senza dà mai segni de vita"; "me potrai dà una mano pe' famme passà er tempo"
Da la = dalla: "E stava pe' pijallo co' du' deta pe' buttallo da la finestra"
De = di: "perché c'ereno stati una quindicina de Pipini prima de lui"; "L'amore, er foco, la tosse, la rogna, l'ambizzione e la puzza de cipolla"
De le = delle: "Che ne dichi de le donne?"
De li = dei: "tutte l'entrate e tutte l'uscite de li secoli"
Der = del: "ossia co' la fija der Re Teopompo"; "per via che essenno la capoccia più grossa der corpo"
Deta = dita: "E stava pe' pijallo co' du' deta pe' buttallo da la finestra"
Deveno = devono: "Aricordete che li cortiggiani deveno esse sordi, muti e cechi"
Dì = dire: "Questo vò di' che nun ciai gnente da fa'"
Dichi = dici: "Che ne dichi de le donne?"
Dimme = dimmi: "E dimme un po': che ne pensi der Progresso?"
Dipromatico = diplomatico: "E l'omo dipromatico?"
Dipromazzia = diplomazia: "Re Pipino, che era un sovrano pacifico, per esse più tranquillo, aveva abbolito la dipromazzia"
Doppo = dopo: "Prima e doppo de lui questo è successo"; Doppo de che, je fece un bell'inchino"
Du' = due: "E stava pe' pijallo co' du' deta pe' buttallo da la finestra"; "faccio du' frittate ne la stessa padella"
Er = il: "Nessuno se spiegava er perché de st'impuntatura"; "Picchiabbò, er buffone de Corte"; "me potrai dà una mano pe' famme passà er tempo"
Ereno = erano: "perché c'ereno stati una quindicina de Pipini prima de lui"
Esse = essere: "Re Pipino, che era un sovrano pacifico, per esse più tranquillo, aveva abbolito la dipromazzia"; Sei contento d'esse così piccolo?"
Essenno = essendo: "per via che essenno la capoccia più grossa der corpo"
Fà = fare: "1 - Dove chi legge vede in che maniera le pirolette fanno fa' cariera."; "Re Teopompo, invece, nun pensava che a fà la guerra";  "ma questo nun ve deve fa' impressione"
Fà foco dall'occhi = adirarsi: "chi faceva foco dall'occhi era er Ministro de le Finanze"
Fabbro-feraro = fabbro, fabbro ferraio: "così, in quer paese, li sartori veri erano li fabbri-ferari e li stagnari"
Faciolo = fagiolo: "però ner caso mio faccio l'inchino perché me va a faciolo er Re Pipino"
Famme = farmi: "me potrai dà una mano pe' famme passà er tempo"
Fermete = fermati: "Fermete! In fonno m'è simpatico"
Fije = figlie: "Le donne so' fije d'Eva"
Fijo = figlio: "Sicome era fijo d'una vivandiera"
Foco = fuoco: "chi faceva foco dall'occhi era er Ministro de le Finanze"; "L'amore, er foco, la tosse, la rogna, l'ambizzione e la puzza de cipolla"
Fonno = fondo: "Fermete! In fonno m'è simpatico"; "come volesse fa' capì ar Re" che in fonno nun diceva gnente de straordinario"
Fotte = voglie?: "je zompaveno certe fotte da tajalle cor cortello"
Fottuto in saccoccia = ladro: "Se er commesso è un fottuto in saccoccia e incassa presempio dieci e settantacinque"
Gnente = niente: "Questo vò di' che nun ciai gnente da fa'"; "Siccome nun ciò gnente da fa' nemmanco io"; "come volesse fa' capì ar Re" che in fonno nun diceva gnente de straordinario"
Guardà co' l'occhiali affumicati = restare abbagliati dalla bellezza: "j'usciveno li razzi de sole da la bocca e abbisognava guardalla co' l'occhiali affumicati"
Guardalla = guardarla: "j'usciveno li razzi de sole da la bocca e abbisognava guardalla co' l'occhiali affumicati"
Istruzzione = istruzione: "come cor Ministro Mardoccheo che lo messi all' Istruzzione"
J'usciveno = le (gli) uscivano: "Mariantonia era tanto bella che quanno rideva j'usciveno li razzi de sole da la bocca"
J'usciveno li razzi de sole = le uscivano i raggi di sole
Je = gli: "je zompaveno certe fotte da tajalle cor cortello"; Doppo de che, je fece un bell'inchino"
Li = i, gli (articolo): "voleva che li sudditi annassero tutti vestiti da guerrieri"; "li sartori veri erano li fabbri-ferari e li stagnari":  "de tutti li colori che ciò addosso"
Magara = magari: "Magara! Armeno me faccio una posizzione!"
Manco = nemmeno: "io manco ciavevo fatto caso"
Masticà male = prenderla a male: "Er governo ce s'era impensierito e la masticava male"
Me = mi: "Eppoi me pare d'avello visto in un antro posto"; "me potrai dà una mano pe' famme passà er tempo"; "Me devi fa' ride a crepapelle"
Me va a faciolo = mi va a genio: "però ner caso mio faccio l'inchino perché me va a faciolo er Re Pipino"
Me vai a ciccio = mi vai a genio: "E pe' fatte vede che me vai a ciccio"
Messi = misi (verbo): "come cor Ministro Mardoccheo che lo messi all' Istruzzione"
Mette = mettere: "che uno se lo poteva mette in saccoccia come la chiave de casa"
Mijoni = milioni: "portava un buggerìo de mijoni de dote"
Moje = moglie: "Solamente quanno je parlaveno de pijà moje"
Nasconne = nascondere: "Quale so' le cose che nun se ponno nasconne?"
Ne la = nella: "faccio du' frittate ne la stessa padella"
Nemmanco = nemmeno: "Siccome nun ciò gnente da fa' nemmanco io"
Nemmichi = nemici: "ch'aveva tenuto testa a venti sordati nemmichi"
Nemmico = nemico: "ch'aveva tenuto testa a venti sordati nemmichi"
Ner = nel: "l'aveva messo ner Museo Nazionale der Risorgimento"
Nummero = numero: "Ar Museo der Risorgimento nazionale, ner barattolo nummero novanta"
Nun = non: "Re Teopompo, invece, nun pensava che a fà la guerra"; "Questo vò di' che nun ciai gnente da fa'"
Nun t'impiccià = non impicciarti: "Dunque tira a campà e nun t'impiccià"
Ommini = uomini: "questo è successo, der resto, pure a tant'ommini seri"
Omo = uomo: "Come omo era piuttosto bruttarello perché ciaveva un pappafico rosso"
Oppuro = oppure: "Oppuro diceva ar Ciambellano"
Ortre = oltre: "Ma ortre d'esse bella"
Pangrattato = matrimonio: "voleva combinà 'sto pangrattato reggio"
Panza = pancia: "co' la scusa che ciaveva li dolori de panza"
Pappafico = barba, lungo pizzetto: "Come omo era piuttosto bruttarello perché ciaveva un pappafico rosso"
Parlaveno = parlavano: "Solamente quanno je parlaveno de pijà moje"
Passà = passare: "me potrai dà una mano pe' famme passà er tempo"
Paturgne = paturnie: "je pijaveno le paturgne reali"
Pe' = per: "Ciaveva un nasino profilato che pareva fatto solamente pe' sentì l'odori boni"; "quanno se vidde pe' la prima vorta quer cosetto"; "E stava pe' pijallo co' du' deta pe' buttallo da la finestra"
Pèrde = perdere: "ogni tanto je spiommava e je faceva perde l'equilibbrio"
Pijà = prendere: "je pijaveno le paturgne reali"; "Solamente quanno je parlaveno de pijà moje"
Pijallo = prenderlo: "E stava pe' pijallo co' du' deta pe' buttallo da la finestra"
Pijasse = prendersi: "e pe' pijasse, come usava allora, la percentuale su l'affare"
Pijasse le paturgne = innervosirsi: "je pijaveno le paturgne reali"
Pijaveno = prendevano: "je pijaveno le paturgne reali"
Pijeno = prendono: "Si, perché l'arberi arti pijeno troppo vento e fanno poca ombra"
Piroletta = piroetta: "1 - Dove chi legge vede in che maniera le pirolette fanno fa' cariera."; "Quanno camminava faceva tre passi, un zompo, una piroletta e un capriolo"
Pizzicaroli = droghieri: "come cianno li pizzicaroli"
Pizzicheria = drogheria: "Che er padrone de la pizzicheria"
Ponno = possono: "Quale so' le cose che nun se ponno nasconne?"
Portava un buggerìo de mijoni de dote = portava in dote parecchi milioni
Posizzione = posizione:  "Magara! Armeno me faccio una posizzione!"
Postero = successore, discendente: "che sarebbe er postero"; "E così er postero arimane contento e cojonato"
Presempio = per esempio: "Se er commesso è un fottuto in saccoccia e incassa presempio dieci e settantacinque"
Procureno = procurano: "Le persone che strafanno nun procureno che danno"
Puro = pure, anche: "un pappafico rosso fatto a tirabucione che faceva ride puro a vedello aritrattato su le carte da mille"; Bravo! - disse er Sovrano. - Sei puro poeta!
Quale = quali: "Quale so' le cose che nun se ponno nasconne?"
Quanno = quando: "Mariantonia era tanto bella che quanno rideva j'usciveno li razzi de sole da la bocca"; "Solamente quanno je parlaveno de pijà moje"; "Quanno camminava faceva tre passi, un zompo, una piroletta e un capriolo"; "quanno se vidde pe' la prima vorta quer cosetto"
Quarche = qualche: "come se masticasse quarche cosa d'allapposo"
Quer = quel: "così, in quer paese, li sartori veri erano li fabbri-ferari e li stagnari"; "quer cosetto così buffo che s'era messo a sede su li scalini der trono
Razzo = raggio (raggio di sole): Mariantonia era tanto bella che quanno rideva j'usciveno li razzi de sole da la bocca
Reggio = regio: "voleva combinà 'sto pangrattato reggio"
Reggistratore= registratore: "co' la precisione d'un reggistratore automatico"; "Ma cor reggistratore che succede?"
Riarzà = rialzare: "voleva combinà 'sto pangrattato reggio pe' riarzà le sorti der Paese"
Ride = ridere: "arivò fino a la Reggia, pe' fa ride er Re"; "un pappafico rosso fatto a tirabucione che faceva ride puro a vedello aritrattato su le carte da mille"
Risponneva = rispondeva: "Ogni vorta che Picchiabbò risponneva a tono"
Risponni = rispondi: "Risponni, dunque, e occhio a la penna"
Sartapicchio = saltapicchio: "e uscì de forza arzillo e contento come un sartapicchio"
Sartore = sarto: "così, in quer paese, li sartori veri erano li fabbri-ferari e li stagnari"
Scanzia = scansia: "accosto a la scanzia de le farfalle"
Se = si: "C'era una vorta un Re che se faceva chiamà Pipino decimosesto"; "Quale so' le cose che nun se ponno nasconne?"
Se n'annava = se  ne andava: "se n'annava a letto difilato"
Séde = sedere (verbo): "quer cosetto così buffo che s'era messo a sede su li scalini der trono"
Sentì = sentire: "Ciaveva un nasino profilato che pareva fatto solamente pe' sentì l'odori boni"
Sformava (ce sformava) = restava contrariato, irritato: ""er Ciambellano ce sformava""
So' = sono: "so' cane e lepre e faccio du' frittate"; "Le donne so' fije d'Eva"
Sordato = soldato: "ch'aveva tenuto testa a venti sordati nemmichi"
Spigne = spinge, spingere: "se fida de quello che spigne li tasti"; "incassa presempio dieci e settantacinque e spigne quattro e cinquanta"; "poi, co' la capoccia cominciò a spigne er coperchio der barattolo"
Spiommà = spiombare, uscire dal baricentro: "ogni tanto je spiommava e je faceva perde l'equilibbrio"
Spiommava = spiombava, usciva dal baricentro: "ogni tanto je spiommava e je faceva perde l'equilibbrio"
Su li = sugli: "quer cosetto così buffo che s'era messo a sede su li scalini der trono"
Succede = succedere: "Sennò me potrebbe succede"
Tajà = tagliare: "je zompaveno certe fotte da tajalle cor cortello"
Tajalle = tagliarle: "je zompaveno certe fotte da tajalle cor cortello"
Te = ti: "Te nomino buffone ufficiale"
Tira a campà = vai avanti per la tua strada: "Dunque tira a campà e nun t'impiccià"
Tirabucione = cavatappi: "perché ciaveva un pappafico rosso fatto a tirabucione che faceva ride"
Toccaveno = toccavano: "quanno lo toccaveno su quer tasto cambiava discorso"
Vedéllo = vederlo: "un pappafico rosso fatto a tirabucione che faceva ride puro a vedello aritrattato su le carte da mille"
Vò = vuole, vuol: "Questo vò di' che nun ciai gnente da fa'"
Vòi = vuoi: "Vòi un postarello a Corte?"
Vorta = volta (tempo): "C'era una vorta un Re"; "Ogni vorta che Picchiabbò risponneva a tono"
Zompà = saltare: "je zompaveno certe fotte da tajalle cor cortello"
Zompaveno = saltavano: "je zompaveno certe fotte da tajalle cor cortello"
Zompo = salto: "Quanno camminava faceva tre passi, un zompo, una piroletta e un capriolo"

 
 
 

Glossarietto romanesco 2

Post n°1651 pubblicato il 26 Maggio 2015 da valerio.sampieri
 

In primi = innanzi
Inciafrujasse = ingarbugliarsi
Indisponibbile = a disposizione (furbesco)
Lattarino = latino (furbesco)
Lesto = immediato
Manco = meno
Marróne = errore
Médema = stessa
Mettere alla sediola = «porre i bambini al comodo»: lo che dalle madri non si fa sempre per occorrenza, ma spesso per essere più libere nelle loro faccende, ecc.
Minénti = popolani
Miòdine = io
Monnézza = pattume
Nostròdine = noi
Ogni botta ’na tacchia = proverbio denotante la efficacia de’ colpi. Nel sonetto 336, Belli usa "tacchiarella" per allusione ai bambini (ché li sbirri d’Erode a l’improviso / escheno a imminestrà bbotte, e ’gni bbotta / vola ’na tacchiarella in paradiso.).
Omàccio = omaggio
Ora cèrta = certamente
Passà = sembrare
Patto-fatto = accordo
Pèggio = più
Pifera = naso
Primaròlo = primizia, ortaggio. (Qui inteso per i poeti prima di G.G. Belli)
Proferì = pronunciare
Punti = questioni
Ràncica = antica
Raschià = radere
Restante = resto
Riverèa = livrea, detto per servi
Saviézza = sapienza
Scenufreggio = scempio
Sciarmanti = appariscenti, interessanti
Sellero = sedano
Sfoconato = indebolito
Socchì = tale
Sôno = suono
Ssediola = Così è chiamato il mobile che serve di uso necessario ai bambini: e così è chiamato il luogo da sedersi in tutte le panche di Tordinona, e in alcune privilegiate di Valle. (Belli, sonetto 793).
Strammo = strambo, strano
Sùbbito che = poiché
Suppósto = presupposto
Tacchia = scheggia
Tantinèllo = pochetti, pochi
Tata = padre, padri
Tavolòzza = tabella
Tignóne = crocchia, gruppo
Tónni = precisi
Tónno = esatto
Turutùf = eccoti
Uffizzio = dovére
Trusco = etrusco, quindi toscano
Voja = voglia
Vèrzo = modo
Vicecristo = Papa
Vostròdine = voi

 
 
 
 
 

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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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