BINARI ALTER(N)ATI
le avventure di una "quasi donna" per bene....
KUNDERA, L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE
........dal caos confuso di queste idee, sorge davanti a Tereza un pensiero blasfemo del quale non riesce a sbarazzarsi: l'amore che la lega a Karenin è migliore di quello che esiste tra lei e Tomàs. Migliore, non più grande. Tereza non vuole incolpare nè Tomàs nè sè stessa, non vuole sostenere che si sarebbero potuti volere bene di più. Le sembra piuttosto che la coppia umana sia creata in modo tale che l'amore dell'uomo e della donna è a priori di natura inferiore a quello che può essere (almeno nei casi migliori) l'amore tra l'uomo e il cane, questa bizzarria nella storia dell'uomo probabilmente non prevista dal creatore. E' un amore disinteressato: Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l'amore. Non si è mai posta quelle domande che torturano le coppie umane: mi ama? ha mai amato qualcuna più di me? mi ama più di quanto lo ami io? Forse tutte queste domande rivolte all'amore, che lo misurano, lo indagano, lo esaminano, lo sottopongono a interrogatorio, riescono anche a distruggerlo sul nascere. Forse non siamo capaci di amare proprio perchè desideriamo essere amati vale a dire vogliamo qualcosa (l'amore) dall'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza. E ancora una cosa: Tereza ha accettato Karenin così com'è, non ha voluto cambiarlo a propria immagine e somiglianza, ha accettato in partenza il suo universo di cane, non ha voluto sottrarglielo, non è stata gelosa dei suoi intrighi segreti.
Lo ha allevato non per trasformarlo (come un uomo vuole trasformare la sua donna e la donna il suo uomo), ma solo per insegnargli una lingua elementare che avrebbe permesso loro di capirsi e vivere insieme.
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IL PRECARIATO
Post n°257 pubblicato il 06 Settembre 2007 da rayondusoleil
Il precariato comporta, involontariamente, due fattori di incertezza per il lavoratore o per meglio dire… per l'individuo. Essi riguardano innanzitutto la partecipazione al mercato del lavoro in modo discontinuo ma anche e soprattutto la mancanza di un reddito adeguato. Da questo consegue l'impossibilità di pianificare la propria vita presente e futura, con tutte le implicazioni psicologiche del caso. Per distinguere precariato da flessibilità ci sono alcuni fattori discriminanti: Nel campo della SICUREZZA SOCIALE per i lavoratori precari non è possibile, come avviene in altri paesi europei, accumulare sufficienti risorse per affrontare i periodi di disoccupazione e ricerca di nuovo lavoro successivi ad un mancato rinnovo del contratto, in quanto sia la durata dei contratti che l'importo della retribuzione non sono sufficientemente ampi. Questo comporta quindi l'accettazione di lavori ancora più flessibili e meno remunerativi, creando quindi una spirale al ribasso, che accentua ulteriormente l'insicurezza e gli altri problemi derivanti dalla precarietà. I diritti vengono meno, a partire dalla copertura assicurativa per arrivare ai meccanismi di anzianità e di Tfr (che adesso è ancora più complicato), per non parlare degli ammortizzatori sociali, che per i precari non funzionano per niente (basti pensare alla mia esperienza personale nella richiesta dell'assegno di disoccupazione…). Il precariato è costituito da una serie di contratti a termine che non cumulano nel tempo vantaggi economici o professionali perché non consentono al lavoratore di progredire nel proprio cammino professionale. E' questo l'aspetto più devastante, sia da un punto di vista lavorativo che psicologico. Raramente vi è una adeguata remunerazione, la professionalità viene mano mano erosa , il futuro diventa incerto, non si possono offrire garanzie di sicurezza economica, non si possono fare progetti a lungo termine e in realtà nemmeno a breve termine. Ti ritrovi con un curriculum lunghissimo e colmo di esperienze insignificanti, che non ti fanno crescere e che anzi rendono quello che hai fatto precedentemente con un significato minore. Con il tempo, più si è precari, più il proprio VALORE come RISORSA viene meno, un po' perché effettivamente accumuli esperienze che come dicevo non ti arricchiscono più di tanto e secondariamente perché perdi lo slancio che avevi all'inizio, appare l'ombra della sfiducia e anche un certo senso di inadeguatezza che inizia a farsi strada tra le pieghe dei pensieri. Il precariato, con la scarsa stabilità che ne consegue, crea una schiera di giovani che pensano di essere senza futuro, che non sanno progettare cosa faranno da qui a 5 anni, che prolungano uno stato di adolescenza forzata. Non sempre un periodo di lavoro flessibile diviene l'anticamera a forme contrattuali più stabili, anzi, "il tasso di conversione di occupazioni precarie verso lavori stabili è sempre più basso e il momento della trasformazione del contratto sempre più posticipato nel tempo". Ma cosa spinge un'azienda ad assumere con contratti a progetto piuttosto che con contratti a tempo indeterminato? Spesso viene rinnovato il contratto a progetto per anni alla stessa persona…. Perché? Lo stipendio rimane lo stesso e non si hanno scatti di anzianità….oltre alla parte contributiva che è certamente una bella discriminante. Questa consapevolezza, da parte di giovani precari, li fa sentire ancora più incerti e sfiduciati. Esiste poi il mondo del lavoro interinale (Legge Treu), lavoro temporaneo che viene rinnovato più volte, fino a 4, e fornisce a un'azienda un valido pretesto per mascherare una posizione lavorativa subordinata e legata ad un fabbisogno non di carattere temporaneo ma stabile, creando altre situazioni di precarietà. E i cosiddetti Tirocini formativi o stage in azienda non retribuiti… che dovrebbero fornirti uno strumento maggiore nel difficile passaggio dal mondo dei libri a quello del lavoro, ma che si rivelano sistematicamente strumenti per farti lavorare gratis. Io ho avuto la fortuna di provare tutte queste forme di lavoro MODERNO, ho avuto la fortuna di fare cose GRATIFICANTI solo quando non ero retribuita, ho avuto la fortuna di lavorare in un call center dove guadagnavo bene e con un clima buono….e oggi come oggi devo dire che è stata l'esperienza che mi ha dato maggiori garanzie… CONSIGLIO UNA LETTURA: Gallino, Il costo Umano della Flessibilità SERENA |
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