ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 15/07/2012

ULTIMO GIORNO DELLA NOVENA ALLA MADONNA DEL CARMELO

Post n°7317 pubblicato il 15 Luglio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il punto centrale della devozione allo Scapolare è la consacrazione a Maria, come offerta di sè e della propria vita e come impegno di onorarla rivivendone le virtù. La decisione di consacrarsi a Maria deriva da una scelta di fede e d'amore. È un fatto intimo, che impegna la persona nel più profondo. Tale scelta poi può manifestarsi esternamente per mezzo di segni che cadono sotto l'esperienza sensibile e possono essere percepiti dagli altri. L'uso di essi è pienamente conforme alla natura dell'uomo, che solo attraverso i sensi comunica con il mondo esterno. Anche Gesù, nei Sacrarnenti, si serve di segni sensibili come veicoli di Grazia. Lo Scapolare è un segno sensibile, approvato dalla Chiesa, con il quale evidenziamo la nostra consacrazione alla Madonna e i vincoli di amore che ad essa ci legano. Come l'anello nuziale è una testimonianza della consacrazione matrimoniale di un uomo e una donna, così lo Scapolare dice a tutti che uno è consacrato a Maria. La consacrazione, nel suo significato più ampio e profondo, non si esaurisce in gesti occasionali o nella recita di alcune preghiere: costituisce un orientamento cristiano di fondo dell'intera vita, messa sotto la tutela di Maria per onorarne il Figlio divino. Come offerta totale di sè, della propria persona e della propria attività, la consacrazione vale incomparabilmente di più di qualunque altro ossequio che si possa offrire alla Madre di Dio: costituisce il vertice della devozione mariana. In concreto lo Scapolare è un impegno con Maria di imitare le sue virtù. Santa Teresa d'Avila scrive: "Sforziamoci di imitare almeno in qualche cosa la profonda umiltà della Santissima Vergine, di cui portiamo l'abito" (Cammino 13-3).


15 Luglio - 9° Giorno - Lo scapolare del Carmine segno di Consacrazione a Maria

1. - O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale tributo di gratitudine per le grazie che, attraverso la tua intercessione, ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d'illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell'amore di Dio e nella devozione verso di te.

Ave Maria.

2. - Il santo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa rimanere fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero vivere in unione con il tuo spirito, offrire a Dio per le tue mani, tutto il bene che mi riuscirà di compiere con il tuo aiuto; e la tua bontà mi impetri il perdono dei peccati ed una più sicura fedeltà al Signore.

Ave Maria.

3. - O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso anche a me di mutare il tuo Scapolare con l'eterna veste nuziale e abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del tuo Figlio.

Ave Maria.

 
 
 

UOMINI E/ O NO: IL MONDO PER L'UOMO

Post n°7316 pubblicato il 15 Luglio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

«Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò». (Genesi 1,27)

Non è questo il mondo che vogliamo. Un mondo in cui, in un giorno di maggio, Antonio Simone così scrive dal carcere: «Oggi vorrei fare un appello a un notaio intelligente, finemente fantasioso. Qui 1.600 persone vorrebbero firmare un atto semplice semplice: dimettersi. Dimettersi dalla infame condizione di esseri umani capitati qui per vari motivi. Noi tutti 1.600 vorremmo dimetterci da questa strana situazione in cui non siamo trattati da uomini (e non per colpa dei secondini) anche se uomini continuiamo a essere. Cosa dovremmo fare per poter vivere dignitosamente? Basterebbe dimetterci da uomini e autonominarci “porci”. In fondo è l’idea che i più hanno di chi sta dietro le sbarre. E cosa ci guadagneremmo? Ci guadagneremmo che, secondo le direttive dell’Europa dei burocrati, un singolo porco ha diritto a 7 metri quadrati per vivere (e noi, qui, in 7 metri quadrati, siamo in sei) Per questo vogliamo diventare porci. Così potremo far intervenire la Asl di Milano e far chiudere San Vittore, un carcere adeguato a contenere uomini, ma inadeguato a ospitare “maiali”.
Un mondo in cui sui social network si leggono, a centinaia, frasi come la seguente: «I cani da vivisezionare andate a prenderli in Parlamento!» (Tra gli slogan che paragonano uomini e animali, garantisco che, questo, è uno dei più soft).
Un mondo in cui ci vogliono convincere che fare l’amore è roba d’altri tempi e che è molto più eccitante fare sesso; ma che è monotono farlo sempre con la stessa persona (specie se è tuo marito e tu sei sua moglie) e così, per provare nuove emozioni, la mentalità dominante ti strizza l’occhiolino e ti suggerisce di cercare la gayezza che c’è in te (?) o esperienze alternative e multiple. Stanchi poi del “tutto” sperimentato in ogni modo tra esseri umani da sobri, da brilli, da drogati, cosa vieta di cimentarsi in performance con gli animali? E’ morta così, in Irlanda, una donna di 43 anni; ne ha dato notizia il The Journal. Aveva incontrato in chat Sean McDonnel e, dopo essere stata con lui ed avergli confidato le ultime fantasie, quando la fantasia è diventata realtà è deceduta a seguito di uno shock anafilattico per allergia allo sperma del cane con cui aveva avuto un rapporto.
Un mondo in cui non scandalizzano quasi più nessuno le teorie del bioeticista e animalista Peter Singer, secondo cui l’uccisione di un embrione, o di un feto, o di un neonato umano è meno grave dell’uccisione di un maiale adulto o di una scimmia, e, nel saggio Scritti su una nuova etica, così si esprime: «Forse una gallina non ha il senso dell’esistenza e del tempo: penso che sia la ragione per cui è peggio, di norma, uccidere un essere umano invece di una gallina. Ma i bambini appena nati non hanno il senso dell’esistenza e del tempo. Così uccidere un bambino appena nato (poco importa se disabile o meno) non equivale mai ad uccidere una persona, vale a dire un essere che vuole continuare a vivere». Chi ha stomaco per leggere le ultime teorie e pratiche borderline di bioetica, o le tesi a sostegno della “morte dignitosa” non faticherà a comprendere come Singer, da un pezzo, non sia più fantascienza.
Un mondo in cui secondo l’oncologo Umberto Veronesi, poiché le scimmie hanno un patrimonio genetico al 99% uguale al nostro, se la sperimentazione di embrioni di scimpanzé è lecita, dev’esserlo anche quella sugli embrioni umani. Senza se e senza ma.
(Stupisce, in verità, che l’“uomo di scienza” Veronesi non arrivi a comprendere che proprio questo dato scientifico conferma che la diversità tra gli esseri umani e le scimmie è data da altro e non dai geni o da un “uno per cento di materia”, a meno che, proprio in quell’“uno per cento” non si celino Dante, Michelangelo, Beethowen…, cosa quantomeno improbabile. Stupisce, ma così è).
«Del resto – ha scritto Francesco Agnoli in un interessante saggio dal titolo Perché non possiamo essere atei – condividiamo il 50% del dna con la banana, abbiamo lo stesso numero di geni di una gallina, e poco più di quelli del caernor habitus elegans, un minuscolo verme di 1 mm di lunghezza, che ne conta 19.000, l’80 % dei quali in comune con l’uomo! Siamo per questo banane Del Monte geneticamente modificate o vermi nani trasformati in uomini-vermi-giganti?»
Non serve certo essere scienziati o premi Nobel per dire che, certissimamente, la risposta – sotto gli occhi di tutti – è no.
E allora, è questo il mondo che vogliamo? Un mondo in cui, in tanti (troppi!) studiosi, prevale il laicista e/o l’ateologo che è in loro, a scapito dello scienziato disponibile ad accogliere l’evidenza dei dati che via via gli si palesano?
Certo, ci sono dei comportamenti animali, dettati dall’istinto, che ci portano a dire che, da loro, noi “umani spesso dis-umani” avremmo molto da imparare. Penso al bellissimo film-documentario La marcia dei pinguini, per fare un esempio. Ma, per i pinguini di cui sopra, di istinto si tratta. L’uomo invece può scegliere, può andare contro tutte le tendenze genetiche e istintive che caratterizzano la sua componente animale: può liberamente sacrificarsi (pensate a padre Massimiliano Kolbe!), può dire no alle proprie pulsioni animali, controllandole con la volontà, grazie all’uso della ragione e alla luce dei valori in cui crede. L’uomo può reprimere la vendetta, può perdonare. Ha vizi e virtù. E’, insieme, il bene e il male. Vaglia e decide.
Ancora Agnoli: «Ulisse contro Circe, contro le sirene, contro i lotofagi, significa l’uomo che dice “io”, che afferma, con libertà e coscienza, “voglio”, “credo”, “amo”, “scelgo”…, che sottopone i sensi alla ragione, la natura inferiore alla natura superiore, costruendo così se stesso, tenendo desta quella grandezza che è in lui, e che mille minacce e ostacoli tendono a scolorire e a far dimenticare… L’uomo moderno deve decidere se cedere a Circe, ed essere trasformato in un porco che tiene sempre basso lo sguardo, verso le ghiande, giustificando ciò in nome di una negazione teorica della sua vera essenza, o se stare con l’Ulisse dei greci e quello di Dante, che ricorda ai suoi compagni “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”!». Questo è il mondo che vogliamo e che, insieme, abbiamo il compito di ri-costruire: un mondo in cui sia ripristinata la gerarchia. Un mondo non di bestie o di esseri umani considerati inferiori alle bestie, ma un mondo in cui nessuno dimentichi più il valore, infinito, della persona. Un mondo dell’uomo e per l’uomo.

Saro Luisella - CulturaCattolica.it

 
 
 

PADRE RANIERO CANTALAMESSA: LA CORREZIONE NON SIA UN ATTO DI ACCUSA

Post n°7315 pubblicato il 15 Luglio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nel Vangelo [...] leggiamo: « In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato un fratello ». Gesù parla di ogni colpa; non restringe il campo alla colpa commessa nei nostri confronti. In quest’ultimo caso infatti è praticamente impossibile distinguere se a muoverci è lo zelo per la verità, o se non è invece il nostro amor proprio ferito. In ogni caso, sarebbe più autodifesa che correzione fraterna. Quando la mancanza è nei nostri confronti, il primo dovere non è la correzione ma il perdono.

Perché Gesù dice: « ammoniscilo fra te e lui solo »? Anzitutto per rispetto al buon nome del fratello, alla sua dignità. La cosa peggiore sarebbe voler correggere un marito in presenza della moglie, o una moglie in presenza del marito, un padre davanti ai suoi figli, un maestro davanti agli scolari, o un superiore davanti ai sudditi. Cioè, alla presenza delle persone al cui rispetto e alla cui stima uno tiene di più. La cosa si trasforma immediatamente in un processo pubblico. Sarà ben difficile che la persona accetti di buon grado la correzione. Ne va della sua dignità.

Dice « fra te e lui solo » anche per dare la possibilità alla persona di potersi difendere e spiegare il proprio operato in tutta libertà. Molte volte infatti quello che a un osservatore esterno sembra una colpa, nelle intenzioni di chi l’ha commessa non lo è. Una franca spiegazione dissipa tanti malintesi. Ma questo non è più possibile quando la cosa è portata a conoscenza di molti.
Quando, per qualsiasi motivo, non è possibile correggere fraternamente, da solo a solo, la persona che ha sbagliato, c’è una cosa che bisogna assolutamente evitare di fare al suo posto, ed è di divulgare, senza necessità, la colpa del fratello, sparlare di lui o addirittura calunniarlo, dando per provato quello che non lo è, o esagerando la colpa. « Non sparlate gli uni degli altri », dice la Scrittura (Gc 4,11). Il pettegolezzo non è cosa meno brutta e riprovevole solo perché adesso gli si è cambiato il nome e oggi lo si chiama « gossip ».

Una volta una donna andò a confessarsi da san Filippo Neri, accusandosi di aver sparlato di alcune persone. Il santo l’assolse, ma le diede una strana penitenza. Le disse di andare a casa, di prendere una gallina e di tornare da lui, spiumandola ben bene lungo la strada. Quando fu di nuovo davanti a lui, le disse: « Adesso torna a casa e raccogli una ad una le piume che hai lasciato cadere venendo qui ». La donna gli fece osservare che era impossibile: il vento le aveva certamente disperse dappertutto nel frattempo. Ma qui l’aspettava san Filippo. « Vedi -le disse- come è impossibile raccogliere le piume, una volta sparse al vento, così è impossibile ritirare mormorazioni e calunnie una volta che sono uscite dalla bocca ».

Tornando al tema della correzione, dobbiamo dire che non sempre dipende da noi il buon esito nel fare una correzione (nonostante le nostre migliori disposizioni, l’altro può non accettarla, irrigidirsi); in compenso dipende sempre ed esclusivamente da noi il buon esito nel… ricevere una correzione. Infatti la persona che « ha commesso una colpa » potrei benissimo essere io e il « correttore » essere l’altro: il marito, la moglie, l’amico, il confratello o il padre superiore.

Insomma, non esiste solo la correzione attiva, ma anche quella passiva; non solo il dovere di correggere, ma anche il dovere di lasciarsi correggere. Ed è qui anzi che si vede se uno è maturo abbastanza per correggere gli altri. Chi vuole correggere qualcuno deve anche essere pronto a farsi, a sua volta, correggere. Quando vedete una persona ricevere un’osservazione e la sentite rispondere con semplicità: « Hai ragione, grazie per avermelo fatto notare! », levatevi tanto di cappello: siete davanti a un vero uomo o a una vera donna.

L’insegnamento di Cristo sulla correzione fraterna dovrebbe sempre essere letto unitamente a ciò che egli dice in un’altra occasione: « Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? » (Lc 6, 41 s.).

Quello che Gesù ci ha insegnato circa la correzione può essere molto utile anche nell’educazione dei figli. La correzione è uno dei doveri fondamentali del genitore. « Qual è il figlio che non è corretto dal padre? », dice la Scrittura (Eb 12,7); e ancora: « Raddrizza la pianticella finché è tenera, se non vuoi che cresca irrimediabilmente storta ». La rinuncia totale a ogni forma di correzione è uno dei peggiori servizi che si possano rendere ai figli e purtroppo oggi è frequentissima.

Solo bisogna evitare che la correzione stessa si trasformi in un atto di accusa o in una critica. Nel correggere bisogna piuttosto circoscrivere la riprovazione all’errore commesso, non generalizzarla, riprovando in blocco tutta la persona e la sua condotta. Anzi, approfittare della correzione per mettere prima in luce tutto il bene che si riconosce nel ragazzo e come ci si aspetta da lui molto. In modo che la correzione appaia più un incoraggiamento che una squalifica. Era questo il metodo usato da S. Giovanni Bosco con i ragazzi.

Non è facile, nei singoli casi, capire se è meglio correggere o lasciar correre, parlare o tacere. Per questo è importante tener conto della regola d’oro, valida per tutti i casi, che l’Apostolo dà nella seconda lettura: »Non abbiate nessun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole… L’amore non fa nessun male al prossimo ». Agostino ha sintetizzato tutto ciò nella massima « Ama e fa’ ciò che vuoi ». Bisogna assicurarsi anzitutto che ci sia nel cuore una fondamentale disposizione di accoglienza verso la persona. Dopo, qualsiasi cosa si deciderà di fare, sia correggere che tacere, sarà bene, perché l’amore « non fa mai male a nessuno ».

di Padre Raniero Cantalamessa - Posté par atempodiblog -

 
 
 

MA SIAMO SOLI NELL'UNIVERSO?

Post n°7314 pubblicato il 15 Luglio 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Il prof. Elio Sindoni spiega come e perché la vita sulla Terra e l'improbabilità che esistano extraterrestri

Perché esistono le stelle? Perché sono miliardi? E la Terra cosa c’entra con l’universo? Perchè c’è la vita? Perché esiste l’umanità? Gli uomini sono gli unici esseri intelligenti a capire come funziona l’universo? Esiste solo la nostra civiltà? Ci sono altri pianeti con la vita? E se si, ci sono altre civiltà anche più avanzate della nostra? E dove sono?

Saranno fatti come noi? Oppure hanno forme diverse? Sono alieni? Saranno pacifici? Hanno poteri straordinari? E se fosse che siamo soli nell’universo? Siamo gli unici? E qual è la ragione della nostra esistenza?

A queste e altre domande sul tema ha cercato di rispondere il professor Elio Sindoni con un libro Siamo soli nell’universo? (Editrice San Raffaele), un saggio tanto esile quanto interessante..

Centoquarantaquattro pagine in cui l’ordinario di fisica generale all’Università Bicocca di Milano, spiega con linguaggio chiaro e comprensibile come e perché è comparsa la vita sulla terra. Ripercorre la storia e le ragioni di chi ha cercato e cerca ancora gli extraterrestri.

In uno dei capitoli il prof. Sindoni racconta del dibattito tra autori di fantascienza e scienziati. Dopodiché spiega e confronta il principio antropico che fa della Terra unico pianeta che può ospitare la vita e dell’altissima improbabilità che possano esistere  extraterrestri.

La Via Lattea contiene circa cento miliardi di stelle, una di esse è il Sole, stella di media grandezza, media temperatura e media massa.

Si calcola che esistano almeno cento miliardi di galassie, il che fa pensare che, per il calcolo delle probabilità, in qualche parte dell’universo ci sia un pianeta simile alla Terra.

Nei capitoli centrali il professore cerca di trovare le ragioni del perché la vita, come è nata e come si è sviluppata. Sindoni parla di autentico miracolo, nessun calcolo probabilistico può spiegare come e perchè è nata la vita sulla Terra.

I vulcani, la magnetosfera, l’atmosfera, l’anidride carbonica e l’ossigeno, la deriva dei continenti e il sistema solare, l’acqua liquida e l’effetto serra, tutto sembra essere fatto in una maniera per permettere e favorire la nascita e la crescita della vita.

Spiega Sindoni che tutto è fatto in maniera mirabile. Giove per esempio, con la sua enorme forza di gravità riesce a intercettare il flusso di asteroidi e di comete che altrimenti colpirebbero la Terra.

Si calcola che senza la presenza di Giove la Terra sarebbe bombardata da asteroidi di 10 chilometri di diametro almeno una volta ogni diecimila anni, con eventi catastrofici che avrebbero impedito la vita.

A causa della gravitazione della Luna la durata del giorno terrestre è aumentato sempre più. Si ipotizza che al tempo della formazione della Terra, in assenza della Luna, il giorno durasse solo sei ore. Una situazione con campo magnetico più intenso e fortissimi venti. Condizione che non avrebbero permesso al crescita della vita.  

Grazie all’emissione di anidride carbonica dei vulcani e al cuore caldo del pianeta, si è verificato l’effetto serra che ha permesso all’acqua di rimanere liquida e di mantenere la temperatura media della terra a +15 gradi centigradi. Senza effetto serra la temperatura della terra sarebbe di -18 gradi.

La Terra possiede inoltre un campo magnetico che la Luna, Venere e Marte non hanno.

La magnetosfera che si estende per decine di migliaia di chilometri nello spazio circostante, difende la vita sul pianeta deviando e impedendo il bombardamento dei raggi cosmici generato dal Sole. 

Mistero ancora più difficile da svelare è quello che riguarda la nascita e il senso dell’homo sapiens sapiens. Quell’essere che ha cominciato a dipingere, seppellire e ricordare i morti, comprendere e riprodurre le leggi dell’universo, inventare e costruire civiltà, prendersi cura dell’anima e cercare Dio.

Sindoni conclude precisando che le condizioni in cui si è sviluppata la vita della Terra sono troppo uniche, nessun calcolo statistico potrebbe ripeterle.

E in ogni caso tutte le ricerche fatte finora sull’esistenza della vita extraterrestre hanno dati un esito negativo.

Tra i cinquecento pianeti extrasolari sino ad ora individuati non se ne è trovato uno simile alla Terra.

L’autore sposa la tesi di Enrico Fermi, il quale alla domanda sull’esistenza degli extraterresti rispondeva “dove sono?”.

Sindoni racconta che Fermi quando era con Leo Szilard e altri scienziati a Los Alamos nel 1940, suggerì che se altre forma di vita intelligente fossero diffuse nell’Universo, la Terra sarebbe già stata colonizzata dagli alieni.

L’universo infatti, esiste da molto tempo prima della Terra, quindi se fossero possibili altre forme di civiltà, molte di esse si sarebbero sviluppate miliardi di anni fa e avrebbero avuto tutto il tempo di arrivare da noi.

di Antonio Gaspari - ZENIT -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 26
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2012 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 31          
 
 
 

ARTICOLI DI FEDE MOLTO BELLI

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963