ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Agosto 2012

"COME FAI AD ESSERE COSI' BELLA? "

Post n°7392 pubblicato il 14 Agosto 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Una bellezza che è infinitamente superiore a quella di qualsiasi bellissima ragazza che si conosca e che venga celebrata come bellissima. Degli occhi di questa giovane ragazza di Nazaret, in particolare, Jakov dice: “non basta dire che sono azzurri”. Il fatto è che “nei suoi occhi si vede tutta la bellezza che la Madonna può trasmettere...

“Avendo volto lo sguardo verso quel lato, vidi la Santissima Vergine all’altezza del quadro di san Giuseppe. La sua statura era media e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla”. Così suor Caterina Labouré parlando delle apparizioni del 1830. Tutti i veggenti di tutte le apparizioni concordano sulla straordinaria bellezza della giovane Donna che appare loro. Una bellezza che  – dicono – è infinitamente superiore a quella di qualsiasi bellissima ragazza che si conosca e che – pure sui mass media, oggi – venga celebrata come bellissima.

Evidentemente la bellezza della giovane Madre di Gesù (che appare sempre giovane, perché partecipa all’eterna giovinezza di Dio: così saremo anche noi, una volta risorti nell’eternità) deve avere un significato importante e preciso.

Nel libro “Mistero Medjugorije” feci un capitolo con questo titolo:

“Come fai ad essere così bella?”.

Questa era la prima pagina: Ma com’è lei? Che aspetto ha la giovane donna che dal 1981 appare a Medjugorje? E come si comporta, quale temperamento rivela, qual è il suo modo di parlare e di guardare, di pregare e di cantare, di abbracciare e di piangere, di sorridere e (quasi) di danzare per la felicità?

Le descrizioni dei sei veggenti sono univoche. “La Madonna si presenta come una meravigliosa ragazza di circa vent’anni”, alta (attorno a) 1 metro e 70, un fisico slanciato, capelli neri e ondulati, ha occhi spiccatamente azzurri (“di un azzurro straordinario, mai visto prima”), sopracciglia delicate, normali, nere.

Ha il volto regolare, leggermente rosato su zigomi e guance (forse quando sorride appaiono impercettibili fossette ai lati delle labbra), naso piccolo, bello e proporzionato.

Non è sempre sorridente, ma è come se il suo sorriso restasse ogni istante “sotto pelle”, perché traspare continuamente in lei “una beatitudine indescrivibile”. C’è “una luce che l’accompagna sempre”, che la illumina e che emana da lei.

Tutti i sei veggenti concordano su un giudizio: è la creatura più bella che abbiano mai visto. E’ abbacinante (come risulta evidente a chiunque guardi i ragazzi mentre sono incantati di fronte a lei).

La forza di attrazione del suo volto annulla ogni altra cosa, percezione o interesse, cosicché i ragazzi fin dai primi giorni erano preoccupati solo di non poterla vedere più, che non apparisse più; e superavano qualsiasi minaccia o ostacolo pur di rivederla.

“Ci siamo in un certo senso innamorati di lei – racconta Marija -, specialmente all’inizio non dico che eravamo dipendenti, tuttavia, la bellezza del suo viso e la sua voce quando parlava ci attiravano”.

Degli occhi di questa giovane ragazza di Nazaret, in particolare, Jakov dice: “non basta dire che sono azzurri”. Il fatto è che “nei suoi occhi si vede tutta la bellezza che la Madonna può trasmettere, tutta la bontà di una madre, tutto l’amore di una madre, tutto ciò che di bello una madre desidera per suo figlio”.

E’ lo sguardo della ragazza che fu madre di Gesù. Uno splendido endecasillabo di Dante dice che sono “gli occhi da Dio diletti e venerati” (Par. XXXIII, 40).

Gli occhi di cui Dio stesso si è innamorato, gli occhi che Gesù bambino ha guardato, incantato. Ma la bellezza di quegli occhi splende di santità.

Un giorno Jakov gli ha chiesto: “come fai ad essere così bella?”. Lei ha risposto col suo sorriso: “Sono bella perché amo. Anche voi, figli miei, se volete essere belli, amate!”.

Infatti “quando pregate voi siete molto più belli”, perché si diventa colui che si guarda con amore (infatti, dice la Madonna, “la preghiera è ciò che il cuore umano desidera”, 25.11.1994).

Ecco, nella festa dell’Immacolata Concezione, possiamo davvero pensare alle parole di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”.  E noi, mendicanti della bellezza, assetati dei suoi occhi buoni e delle sue consolazioni, abbiamo l’immenso privilegio di essere da lei confortati, abbracciati, carezzati, guariti…

Questo essere suoi figli ci spalanca davanti un grande compito…

Trascrivo qui sotto la “Solenne Consacrazione all’Immacolata” scritta da san Massimiliano Kolbe. E’ suggestivo leggerla oggi, festa dell’Immacolata Concezione, pensando alla vita e alla morte di questo grande innamorato di Maria:

O Immacolata, Regina del cielo e della Terra, rifugio dei peccatori e madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia, io, indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi, supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua e di fare ciò che ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità. Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso, senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di te:”Ella ti schiaccerà il capo” (Gn 3,15)  come pure:”Tu sola hai distrutto tutte le eresie del mondo intero”, affinchè nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere in tal modo, quanto più possibile, il benedetto Regno del ss.Cuore di Gesù. Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e santificazione, poiché ogni grazia scorre, attraverso le tue mani, dal cuore dolcissimo di Gesù fino a noi. CONCEDIMI DI LODARTI, O VERGINE SANTISSIMA. DAMMI FORZA CONTRO I TUOI NEMICI. AMEN

-  Antonio Socci - www.antoniosocci.com - donboscoland.it -

 
 
 

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA: LA DONNA E IL BAMBINO VINCONO IL DRAGONE

Post n°7391 pubblicato il 14 Agosto 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

1Cor 15, 20-27a : “Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita..:prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo”.

Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab : “Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso.. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna, invece, fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo””.

Lc 1,39-56 : “In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?(…) Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore..”.

“Al termine della sua vita terrena, l’Immacolata, Madre di Dio, Madre sempre Vergine, è stata presa in cielo corpo e anima nella gloria celeste”: questi sono i termini concisi della proclamazione dogmatica dell’Assunzione di Maria Santissima al Cielo (Pio XII, “Munificentissimus Dominum”, 1950).

E’ così annunciato dalla Chiesa al mondo intero che, assieme a “Cristo risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti” (1 Cor 15,20), in Paradiso attualmente è già presente in anima e corpo sua Madre Maria, anche se l’ora della seconda venuta di Gesù non è ancora giunta (1 Cor 15,23).


Nel definire il dogma dell’Assunzione, volutamente Pio XII non rispose alle domande concernenti la scomparsa della Madonna: dove, come, quando Ella è morta?

Dal punto di vista storico, possiamo dire solo che ignoriamoquasi tutto, ma il beato Giovanni Paolo II ha insegnato che il fatto costitutivo umano del morire va affermato anche per la Madre di Gesù:

“l’esperienza della morte ha arricchito la persona della Vergine: passando per la comune sorte degli uomini, Ella è in grado di esercitare con più efficacia la sua maternità spirituale verso coloro che giungono all’ora suprema della vita” (Udienza generale, 25 giugno 1997).

Nell’enciclica “Redemptoris Mater” Giovanni Paolo II ha scritto che l’amorosa maternità di Maria abbraccia e difende l’intera umanità, come se fosse un figlio unico: “Maria, infatti, presente nella Chiesa come Madre del Redentore, partecipa maternamente a quella dura lotta contro la potenza delle tenebre che si svolge durante tutta la storia umana” (n. 47).

Alla luce della Parola divina, il Papa mette così in evidenza quella drammatica ed impari lotta tra la prepotenza diabolica del Male e la debolezza del Bene, che sta tutti i giorni anche sotto i nostri occhi.

San Giovanni la descrive oggi nell’Apocalisse (riferendosi storicamente alle persecuzioni anticristiane dell’impero romano), ed ecco il commento di Benedetto XVI ai due segni grandiosi da lui veduti:

“Innanzitutto vi è il dragone rosso fortissimo, con una manifestazione impressionante ed inquietante del potere senza grazia, senza amore, dell’egoismo assoluto, del terrore, della violenza..il potere militare, politico, propagandistico dell’impero romano davanti al quale la fede, la Chiesa, appariva come una donna inerme, senza possibilità di sopravvivere, tanto meno di vincere. E tuttavia sappiamo che alla fine ha vinto la donna inerme, ha vinto non l’egoismo, non l’odio; ha vinto l’amore di Dio e l’impero romano si è aperto alla fede cristiana.

Le parole della Scrittura trascendono sempre il momento storico” (Omelia per l’Assunta, 2007).

Quest’ultima affermazione di Benedetto sul valore metastorico della Scrittura, non significa certo l’inesistenza di un legame profondo e significativo tra la Parola e la vita attuale. Infatti egli aggiunge subito: “Vediamo che anche oggi il dragone vuol divorare il Dio fattosi bambino”.

Qui il drago che minaccia la donna e il bambino, che minaccia la Chiesa, minaccia Dio stesso. Minaccia Dio perché minaccia l’uomo. Sì, perché da quando Dio si è fatto uno di noi, il destino di ognuno di noi è anche la sorte di Dio.

Lo insegna esplicitamente l’enciclica “Evangelium vitae” (25 marzo1995): “Proprio nella ‘carne’ di ogni uomo, Cristo continua a rivelarsi e ad entrare in comunione con noi, così che il rifiuto della vita dell’uomo, nelle sue diverse forme, è realmente rifiuto di Cristo” (n. 104).

Il simbolo del dragone infernale fa così pensare alle molte forme di disumana violenza dell’uomo sull’uomo.

Tra queste è emblematico quanto da decenni accade in Cina con l’imposizione criminosa degli aborti forzati a milioni di donne.

Immagini agghiaccianti di tale furore omicida mostrano il cadavere del figlio ucciso posto a lato della mamma: una mostruosità che i media mondiali denunciano sia pure timidamente da decenni, e che porta il nome strategico di “politica del figlio unico”.

Ma tale denuncia, per non essere parziale e menzognera, non può non riconoscere che l’“enorme drago rosso” continua a divorare milioni di bambini anche nella maggioranza delle nazioni del mondo, complice l’indifferenza pressoché generale dei media e di chi sta al potere politico.

In Italia, in particolare, non esiste ufficialmente la ‘politica del figlio unico’, ma ne esiste la perversa cultura, fatalmente accompagnata dalla ‘politica’ della libera scelta di uccidere i figli concepiti ed indesiderati: sia direttamente (Legge 194: “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”), sia indirettamente (Legge 40: “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”).

Circa la 194 qualcuno forse pensa che quando è volontariamente scelto l’aborto non è violenza anche sulla stessa donna? Falso!

E’ proprio quando è volontario che l’aborto, oltre al figlio, distrugge moralmente anche la persona della madre. Ella infatti, per il solo fatto di voler sopprimere il frutto del grembo rinnega se stessa, la propria coscienza e il proprio essere materno, come la ben nota “sindrome del post-aborto” dimostra in tutto il mondo, e sempre dimostrerà.

Se poi consideriamo il versante opposto, quello del preteso diritto ad avere un figlio, vediamo che la donna sottoposta alla FIVET, dando l’assenso all’uccisione “tecnica” di una decina di piccolissimi suoi figli (pur di averne ‘uno in braccio’), oggettivamente si lascia coinvolgere in un percorso morale ancor più mostruoso di quello cinese.

Cosa dire, allora, a conclusione di tutto ciò e nella luce del segno luminoso dell’Assunta?

Lascio ancora la parola a Benedetto XVI: “Non temete per questo Dio apparentemente debole. La lotta è già cosa superata. Anche oggi questo Dio debole è forte: è la vera forza. E così la festa dell’Assunta è l’invito ad avere fiducia in Dio. Guardiamo Maria, l’Assunta. Lasciamoci incoraggiare alla fede e alla festa della gioia: Dio vince. La fede apparentemente debole è la vera forza del mondo. L’amore è più forte dell’odio” (Omelia per l’Assunta).

- padre Angelo del Favero - ZENIT -

 
 
 

L'ANNO E IL GIORNO CHE SAN MASSIMILIANO KOLBE FECE FESTA CON MARIA IN CIELO

Post n°7390 pubblicato il 14 Agosto 2012 da diglilaverita
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«La tomba e la morte non ebbero forza sufficiente per trattenerti. Tu sei passata alla vita, essendo madre della vita». Sono le parole di un antico inno bizantino utilizzato per la solenne liturgia dell’Assunta. Esse rivelano uno dei misteri principali della dottrina cristiana legati alla Madonna. La morte (protagonista nel dramma del peccato) non poteva riguardare la giovane Vergine Maria, colei che – per una libera e personale azione preventiva da parte di Dio – è stata concepita senza peccato. Al termine della seconda guerra mondiale, Papa Pio XII chiedeva ufficialmente ai vescovi di tutto il mondo di esprimersi circa l’opportunità di definire, attraverso un dogma di fede, l’assunzione corporea di Maria in cielo. La risposta, quasi unanime, fu affermativa.

Nel novembre del 1950, così, Pio XII proclamò solennemente, con la costituzione apostolica “Munificentissimus Deus”, l’ultimo dei quattro dogmi mariani (Verginità perpetua, Maternità divina, Immacolata concezione e Assunzione) con le seguenti parole: «Pronunciamo, dichiariamo e definiamo che l’Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, è stata assunta in corpo e anima alla gloria celeste». La possibilità che la Vergine Maria potesse essere stata “assunta” in cielo non è una prospettiva nuova, nata tra gli archivi della teologia moderna. Nessuno trovò mai il corpo, privo di vita, di Maria, ed è difficile immaginare che i primi cristiani – dalle cui testimonianze si potè risalire persino alle tombe di alcuni Apostoli – ne avessero trascurato il culto. Maria, già liberata preventivamente dal peccato originale per accogliere nel suo grembo il Figlio di Dio, adesso è compresa nella resurezione di Cristo attraverso l’Assunzione in cielo con la sua anima e il suo corpo. In Oriente a tale solennità mariana veniva dato il nome di “Dormitio Virginis”.

La morte di Maria, infatti, secondo il racconto leggendario, avvenne come un addormentarsi. Gli Apostoli, sparsi ad annunciare il Vangelo per il mondo, avvisati dagli Angeli si recarono al capezzale di Maria. Ancora una volta, come nel giorno della Pentecoste, gli Apostoli si ritrovarono riuniti attorno alla Madre di Dio la quale si addormentò sotto i loro occhi. L’icona che da questo episodio ne è scaturita rappresenta la Vergine Maria distesa in un lettino, circondata dagli apostoli e dalla Chiesa tutta; accanto al letto della vergine è posta l’immagine di Cristo Gesù con in braccio una “bambina” che rappresenta Maria diventata “piccola” per entrare nel regno dei cieli. La festa dell’Assunta – sottolinea mons. Angelo Comastri – “è un invito a guardare lontano e a guardare in alto: la vita umana non si esaurisce quaggiù, ma ha uno sviluppo e un completamento meraviglioso al di là dello scenario fragile dell’esperienza quotidiana”.

Si racconta che il 14 agosto del 1941 ad Auschwitz San Massimiliano Kolbe alcuni istanti prima di morire, col braccio teso verso il carnefice che gli avrebbe iniettato il veleno mortale, chiese: “Che giorno è?”. E il soldato rispose: “E’ il 14 agosto”. E San Massimiliano replicò: “Bello! E’ la vigilia dell’Assunta: domani farò festa con Lei in Cielo”.

-  Michelangelo Nasca -  korazym.org - 

 
 
 

DALLE COPPIE AI POLIAMORE DI FATTO

Post n°7389 pubblicato il 14 Agosto 2012 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Si danno un tono da rivoluzionari e per questo piacciono alla stampa che piace. Hanno ideologi, siti e lobby di riferimento. Sono i fan delle unioni a geometria variabile. E sfrutteranno le vittorie degli attivisti gay per reclamare i loro “diritti”.

Magistrale la stoccata con cui il Servizio per la famiglia dell’arcidiocesi  di Milano ha infilzato il Registro delle unioni civili che il sindaco Pisapia e  la sua maggioranza stavano per regalare a Milano: la proposta di delibera, ha  spiegato il responsabile Alfonso Colzani, parlava di unioni fra persone e non di coppie, quindi apriva la porta al riconoscimento delle famiglie poligamiche.  Arcigay e presidente della Commissione affari istituzionali del Comune hanno  balbettato che la critica era sbagliata perché c’è una legge nazionale che  proibisce la poligamia. Ma chi avrebbe potuto impedire a un immigrato che ha  contratto matrimoni poligamici nel suo paese di origine di registrare a Milano  il suo presepe familiare come unione civile da «promuovere e tutelare» (così  recita la delibera) allo stesso titolo delle altre unioni? Anzi, il registro  milanese sarebbe stato esattamente l’escamotage che gli avrebbe permesso di  aggirare la legge italiana che riconosce solo la sua prima moglie, e di ottenere  tutele e provvidenze per tutto il gruppo. Il Consiglio comunale, nella seduta  del 27 luglio scorso, ha dovuto infine riconoscere la fondatezza dei rilievi, e  modificare il testo. Ma ad essere legittimata dall’amministrazione milanese non  sarebbe stata solo la poligamia d’importazione. Per scoprirlo bastava  collegarsi, il lunedì della settimana precendente il voto, al sito  poliamore.tumblr.com. Il primo messaggio della giornata recitava: «È di nuovo  lunedì. Sarà colpa degli anarco-insurrezionalisti. O delle unioni civili che  incitano alla poligamia gay. Stiamo diventando in quanto poli il nuovo male  assoluto?». Poco sotto, la notizia ripresa da Repubblica della posizione assunta  dalla Chiesa milanese contro il registro di Pisapia, ma solo nella parte  dell’articolo in cui viene denunciato il rischio poligamia. Non certo per caso. “Poli”, infatti, sta per poliamorosi, cioè adepti del poliamore. Cioè persone  che vivono un’intimità sessuale durevole di gruppo. Quelli italiani hanno un  sito internet ufficiale (Poliamore.org) e una pagina di Facebook (Poliamore  Italia). Non vanno confusi con gli scambisti, né identificati con le più banali  e datate “coppie aperte”. Le relazioni poliamorose sono strutturate e si  prolungano nel tempo.

Cinque cuori e una capanna

Quando nel luglio 2009  Newsweek dedicò un lungo e celebrato articolo al fenomeno, descrisse una  combinazione di cinque persone, tre uomini e due donne, che si era formata  nell’arco di dodici anni: dopo due anni di convivenza, Terisa e Scott avevano  lasciato entrare nella loro vita Larry, che da quel momento aveva condiviso con  Scott le grazie di Terisa; la quale poi aveva deciso di trasformare il triangolo  in un quadrilatero aggiungendo Matt, un uomo sposato; la cui moglie Vera non si  era persa d’animo e aveva intrecciato una relazione con Larry (che nel frattempo  aveva legalmente sposato Terisa); i momenti di noia del geometrico connubio  erano vivacizzati da rapporti con partner occasionali intrattenuti da tutti e  cinque i componenti del pentagono, sempre dichiarati apertamente e approvati dai  rispettivi coniugi/amanti. Non tutte le relazioni poliamorose sono così aperte:  alcune praticano la polifedeltà, cioè ammettono i rapporti sessuali solo  all’interno del gruppo. E non tutte sono eterosessuali, anzi: le relazioni  poliamorose sono molto diffuse nel mondo gay e dei bisessuali. Un articolo  intitolato “Una relazione stabile a tre? Ecco come può funzionare” su  onlinegay.it racconta: «Franco DiLuzio e Mark Lander si sono conosciuti mentre  lavoravano al G-Lounge, un locale nel quartiere Chelsea di New York. Dopo cinque  anni di relazione si sono sposati. Le cose, però, sono cambiate molto prima di  quanto ci si potesse aspettare. Appena due mesi dopo le nozze, infatti, tramite  un sito di incontri online Franco conosce Vinny Vega, un fotografo di moda  24enne, e quello che era cominciato come un diversivo si è trasformato presto in  qualcosa di serio. Tra Vinny, Franco (45 anni) e Mark (41) adesso c’è quella che  si definisce una relazione poliamorosa chiusa».

La più famosa triade a maggioranza bisessuale è quella formalizzata nel  settembre 2005 in Olanda da Victor de Bruijn (46 anni all’epoca), Bianca (31) e  Mirjam (35). I primi due erano sposati da due anni e mezzo quando conobbero in  una chat Mirjam, a quel tempo coniugata. Otto settimane dopo quest’ultima lasciò  il marito e andò a vivere con la coppia. Nel triangolo le due donne facevano  sesso sia fra loro che con l’uomo. Ottenuto il divorzio, Mirjam organizzò coi  due nuovi compagni una vera e propria cerimonia nuziale, con scambio di anelli e  abiti bianchi. Victor dichiarò che la loro era la prima unione civile a tre  della storia olandese. Non era vero, ma molta stampa abboccò e presentò come un  matrimonio a tre quello che era in realtà un “samenlevingscontract”, cioè un  contratto di coabitazione: la legge olandese restringe infatti le unioni civili  riconosciute alle coppie, dello stesso o di opposto sesso. Tuttavia il caso del  signor Victor e delle sue due “mogli” costituisce un precedente storico, perché  per la prima volta i partecipanti a una relazione poliamorosa chiedevano che il  loro rapporto fosse riconosciuto legalmente come unione civile o come  matrimonio. Con loro cominciava la militanza per il riconoscimento dei “diritti  civili” poliamorosi.

E la gauche dà man forte

Negli ultimi mesi i poliamorosi  hanno reso esplicite le loro richieste in tutto il mondo. In Australia hanno  tentato senza successo di fare inserire nelle proposte di legge di laburisti e  Verdi per il riconoscimento dei matrimoni fra persone dello stesso sesso anche  le relazioni poliamorose, ma la loro battaglia è comunque approdata sui  principali giornali. In Francia da due anni ferve il dibattito su  polyamour.info, il sito di riferimento dei poliamorosi d’oltralpe. C’è chi  propone la creazione di PoliPacs (i Pacs sono unioni civili introdotte nella  legislazione nel 1999), chi vuole il riconoscimento del matrimonio poligamico  come parte della nuova legge sui matrimoni fra persone dello stesso sesso che il  presidente Hollande vuole introdurre, e chi teorizza una “famiglia associativa  scelta” a partire nientemeno che dalla legge sulle associazioni del 1901. C’è  chi chiede che sia possibile riconoscere la genitorialità di un figlio a più di  due persone, e chi propone come calcolare la pensione di reversibilità ai “coniugi” superstiti di una relazione poliamorosa sulla base del diverso numero  di anni trascorsi insieme. In Canada i poliamorosi sono riusciti a farsi  rappresentare legalmente in un giudizio di costituzionalità sulla legge che  proibisce la poligamia. Il presidente della Corte ha sentenziato che le unioni  poliamorose non ricadono sotto i rigori della legge, purché restino informali e  non pretendano l’ufficialità. Ha commentato John Ince, l’avvocato che ha  rappresentato i poliamorosi in giudizio: «Le leggi garantiscono privilegi a  quanti sono legalmente sposati, e molti poliamorosi vorrebbero avere gli stessi  diritti. Il problema è che la coabitazione poliamorosa è così nuova che non è  stato ancora elaborato un modo per applicare i diritti di cui godono le coppie  monogame alle coabitazioni multiple. Saranno elaborati caso per caso nel corso  del tempo. Le coppie gay hanno vinto le loro battaglie in questo modo. In un  arco di tempo pari a due decenni hanno intentato cause per custodie di figli,  diritti pensionistici, questioni fiscali, eccetera. Solo dopo che sono stati  stabiliti diritti e doveri in queste materie le coppie gay hanno infine ottenuto  il privilegio di partecipare al matrimonio istituzionale monogamo».

I poliamorosi partecipano con proprie rappresentanze riconoscibili ai Gay Pride in tutto il mondo (nel giugno scorso gli italiani a quello di Roma) e  normalmente sono ospitati in strutture riferibili al movimento Lgbt, ma nei  paesi dove unioni o matrimoni fra persone dello stesso sesso non sono ancora  riconosciute non sono molto ben visti dagli attivisti gay: si teme – non certo a  torto – che le loro pretese diventino un’arma propagandistica nelle mani di chi  respinge le nuove leggi “progressiste”.

Stanno invece molto simpatici, almeno in  Europa, all’estrema sinistra. Perché i loro esponenti più acculturati si  dichiarano fieramente anticapitalisti e criticano la monogamia con toni da  materialismo dialettico. È il caso di Françoise Simpère, autrice di Amare più  uomini e di Guida agli amori plurali per un’ecologia amorosa. Un altro  personaggio pubblico francese prima di lei, l’economista consigliere di  Mitterrand Jacques Attali, cinque anni fa aveva preconizzato che il XXI secolo  sarebbe stato quello «dell’amore multiplo». Ma la Simpère, autrice anche di  romanzi erotici, va oltre: «Vorrei che i valori veicolati dai poliamorosi, cioè  l’ascolto, lo scambio, la tolleranza, sostituissero quelli di questa società  capitalista dura e possessiva», ha dichiarato in un’intervista. «Il pluriamore è  libertario, anarchico e rivoluzionario. Ho incontrato qualche “poli” fra gli  Indignati, e questa è la prova che siamo accomunati dalla contestazione al mondo  attuale».

Il sentimento proletario

«La monogamia istituzionalizzata  come la pratica la nostra civiltà da più di duemila anni è la chiave di volta  del sistema imperialista nel quale viviamo, quello del capitalismo che è  sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo», scrive un utente del sito  Polyamour.info. «La monogamia istituzionalizzata rappresenta  l’istituzionalizzazione di una società della proprietà privata a danno della  vera solidarietà e della condivisione, a cominciare dall’aspetto proprietario  dell’amore e dei sentimenti, con il quale si sancisce una restrizione in materia  e in cambio si riceve il diritto di possesso sul proprio coniuge».

E ancora vi meravigliate se il Registro delle unioni di Pisapia, ex di Democrazia  Proletaria, ha tentato di lasciare la porta aperta a questi araldi del  progresso?

di Rodolfo Casadei - Tempi -  libertaepersona.org -

 
 
 

LA SUBDOLA PROPAGANDA ESTIVA DELL’ANIMALISMO

Post n°7388 pubblicato il 14 Agosto 2012 da diglilaverita
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Quello estivo è il periodo migliore per la propaganda animalista e ciò per due ragioni fondamentali: la prima, riguarda l’aumento del (deprecabile) fenomeno dell’abbandono degli animali domestici che costituisce un formidabile pretesto per seminare odio nei confronti del genere umano; la seconda, concerne l’acutizzarsi del sentimento della solitudine che colpisce le persone prive di rapporti sociali e/o famigliari stabili e soddisfacenti, in un periodo dove il piacere dell’agognato riposo estivo si coniuga con la ricerca della compagnia ed il rafforzamento dei legami affettivi.

D’altra parte, in una società dove il sentimento religioso è sempre più ai margini del vivere individuale e sociale e dove l’uomo, di conseguenza, sperimenta con sempre minor frequenza la vicinanza e l’amore di Dio, la qualità del legame affettivo con l’altro rappresenta una delle poche cose che danno valore all’esistenza. Pertanto, non desta sorpresa il fatto che proprio in tale periodo l’offensiva dell’ideologia animalista si faccia più insistente e tenda ad affinare le armi in vista di una sua maggiore presa sul cittadino medio.

Il messaggio pubblicitario è una delle tecniche maggiormente utilizzate per influenzare l’opinione pubblica: si spazia dall’ormai nota campagna diretta e aggressiva contro gli abbandoni che recita così: «Se lo abbandoni il bastardo sei tu», fino ad arrivare a quelle più subdole che fanno leva su sentimenti ed affetti. A tal riguardo, è recentemente apparsa su alcuni cartelloni pubblicitari sparsi per le strade della capitale, una campagna a favore dell’adozione degli animali che ritrae una donna, all’apparenza di mezza età, che abbraccia un cane, con su scritto il seguente messaggio: «La felicità … la puoi abbracciare. Adotta un cane e la tua vita sarà più completa».

Le parole felicità, cane e completa sono rimarcate in rosso in modo da mettere bene in evidenza il fulcro del messaggio che consiste, evidentemente, nell’incoraggiare le persone sole o segnate da esperienze fallimentari (non a caso l’espressione della donna non è gaia e spensierata come nella maggior parte delle immagini pubblicitarie) a riversare il loro affetto sull’animale domestico. In questo caso, si vuole far passare il concetto che il rapporto con l’animale non rappresenti semplicemente il riempitivo di una vita priva di soddisfazioni ma, al contrario, costituisca addirittura il naturale completamento dell’esistenza!

Come tutte le ideologie antiumane anche quella animalista non fa eccezione sfruttando un proposito buono (la difesa degli animali) al fine di raggiungere obiettivi perversi: il sovvertimento dell’ordine naturale e la destabilizzazione della società.

- Alfredo De Matteo - fonte: Corrispondenza Romana -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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