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Voyager, da quarant'anni in viaggio verso le stelle

Post n°125 pubblicato il 21 Agosto 2017 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Il 20 agosto 1977 veniva lanciata la Voyager 2, quindici giorni dopo la gemella Voyager 1.

Iniziava un'avventura unica, l'eterno sogno di raggiungere le stelle.

Il piano da cui erano nate venne a lungo contestato, troppo ambizioso e complicato ma soprattutto troppo costoso per essere sostenuto, dati i rischi che presentava.

Il sogno fù però più forte e diede il coraggio agli scienziati della Nasa d'intraprendere la spedizione interplanetaria più affascinante e ricca di scienza che l'uomo abbia mai sostenuto e che forse mai sosterrà.

Le due Voyager nascevano come la prosecuzione dell’esplorazione condotta da un’altra celebre coppia interplanetaria, le due sonde Pioneer-10 e 11 che per prime oltrepassarono la temuta fascia degli asteroidi dopo Marte e per prime si avvicinarono a Giove e Saturno.

Voyager 1 approfondì le osservazioni di Giove e Saturno e in particolare Titano, la grande luna di Saturno le cui condizioni assomigliano a quelle della Terra alle sue origini.

Voyager 2, invece, proseguì ben oltre proiettandosi verso Urano e Nettuno sorvolandoli entrambi da vicino.

Su Nettuno arrivò nell’agosto 1989, dodici anni dopo il lancio.

L'avvicinamento si era ottenuto sfruttando l’effetto gravitazionale generato dal pianeta che crea una sorta di effetto fionda che rilancia la sonda verso l'obiettivo successivo.

L’effetto, battezzato Gravity Assist, era stato teorizzato per la prima volta negli anni cinquanta dall’italiano Gaetano Arturo Crocco dell’Università di Roma.

Durante il passaggio ravvicinato le camere della sonda ci mostrarono il volto sconosciuto dei due pianeti più esterni con la grande sorpresa di Nettuno che appariva azzurro come la Terra.

Nel frattempo Voyager 1 era già uscito dal sistema solare aumentando progressivamente la sua velocità e oggi è l’oggetto più veloce costruito dall’uomo raggiungendo i 60 mila chilometri orari.

Anche Voyager 2 usciva dal sistema solare proiettato verso Sud rispetto al piano dell’eclittica dove ruotano tutti i pianeti mentre il gemello era uscito verso Nord.

Voyager 1 ora si trova a quasi 21 miliardi di chilometri dalla Terra e fra 40 mila anni passerà a 1,6 anni luce dalla stella AC+793888 della costellazione Camelopardalis mentre Voyager 2 è a poco più di 17 miliardi di chilometri e sempre fra 40 mila anni transiterà a 1,7 anni luce da Sirio, la stella più brillante del firmamento.

Entrambi sono ancora funzionanti e fanno sentire la loro voce anche se solo cinque strumenti di bordo raccontano le caratteristiche dello spazio attraversato.

E continueremo a sentirli almeno sino al 2020 (ma gli ottimisti dicono 2025), cioè fino a quando i generatori atomici di bordo forniranno l’energia elettrica necessaria.

Entrambi hanno riscritto con le loro scoperte buona parte dei libri dedicati al sistema solare e allo spazio interstellare.

A bordo hanno un disco dorato nel quale sono incise immagini dell’ambiente terrestre, una moltitudine di suoni naturali, come quelli prodotti dalle onde, dal vento, dai tuoni, da animali, come il canto degli uccelli e quello delle balene, i saluti degli abitanti della Terra nelle 55 lingue parlate sul nostro pianeta e musica dalla classica al jazz.

L’idea di una capsula temporale era stata concepita dall’astronomo Carl Sagan per raccontare ad eventuali esseri intelligenti di altri pianeti della galassia il nostro piccolo ma magnifico mondo e i suoi abitanti che avevano concepito lo straordinario robot cosmico.

Le probabilità che venga trovato da qualcuno sono estremamente remote in rapporto alla vastità dello spazio interstellare.

Un suo possibile ritrovamento ad opera di una forma di vita aliena potrà avvenire soltanto in un futuro molto lontano.

Come Sagan scrisse:

"La navicella potrà essere trovata e la registrazone visualizzata solo se esistono civiltà avanzate che viaggiano nello spazio interstellare.

Ma il lancio di questa bottiglia nell'oceano cosmico è un messaggio di grande speranza circa la vita su questo pianeta".

 

E il viaggio continua.

 

 
 
 
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