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Colui che finalmente si accorge quanto e quanto a lungo fu preso in giro, abbraccia per dispetto anche la più odiosa delle realtà; cosicché, considerando il corso del mondo nel suo complesso, la realtà ebbe sempre in sorte gli amanti migliori, poiché i migliori furono sempre e più a lungo burlati. (da Il Viandante e la sua ombra-wikiquote)

 

 

 

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Debuttando a Magione part. 3: girare in tondo---superando i piccoli contrattempi

Post n°594 pubblicato il 06 Giugno 2011 da mwinani
 

Continua da qui

Dunque sono dentro, da quando l'omino con la giacchetta arancione ha alzato la mano al cielo per farmi segno di partire, ho messo svelto due marce e mi avvicino in terza al primo tornantone sulla destra. Cerco di capire dove sono e di ricordare i consigli letti sul fascicolo di Masterbike coi "segreti" delle piste italiane. Questa è una curva da terza, fossi per strada non ci penserei nemmeno e cercherei di farla come viene e nel caso, la volta dopo cerco di farla come viene, un po' meglio. Qui devo andare piano, non frenare, devo capire le traiettorie, devo imparare come stare in sella. Devo ricordarmi che se non mi affatico, vuol dire che guido male. Lo sguardo lontano per guardare sempre con largo anticipo il punto in cui dovrò mettere le ruote. Pare facile. Qui la "strada" è larga, i cordoli lontani, i riferimenti quasi invisibili finché non è ormai troppo tardi. Intanto sono seduto male, mi aggiusto. Sono scomodo. Finisce il breve rettilineo di ritorno e un tornante un po' più stretto mi riporta verso la superstrada. Questo è il mio "lato no" da quasi 25 anni. Col ginocchio che ipoflette e la difficoltà a poggiare la punta del piede dull'estremità della pedana. Non importa, tanto ho le gomme fredde. Ho gia fatto 15 km ma non è che si scaldano girando le le zone industriali cercando l'ingresso dell'autodromo. La curva che segue è una di quelle critiche. Subito dopo c'è un tornantino a destra che se non si sta tutti larghi verso sinistra ritardando al massimo la frenata, ti fa praticamente fermare in mezzo alla pista facendoti sentire un cretino perfetto. Ci sto molto attento tanto che anticipo l'ingresso quel tanto che basta da piantarmi in mezzo al tornantino tanto da sentirmi un cretino perfetto (CVD). Nel corso della giornata però riuscirò a fare di meglio. Posso quasi rilassarmi, c'è solo quel curvino stupido a destra e poi il rettilineo "lungo" dove rilassarmi e aspettare qualcuno che va più piano. Intanto sento i primi rombi dietro di me, qualcuno mi ha raggiunto e starà cercando di passarmi, mi volto indietro a metà curva, non c'è nessuno, il rombo viene dal mio CBR. Una roba mai sentita prima e che cesserà solo uscendo dal recinto dell'autodromo. Mi girerò diverse volte durante la giornata per far passare qualcuno, ma di solito non c'era bisogno di sentire il rumore prima perché qualcuno arrivasse e passasse con la velocità della luce.

Sul rettilineo non tiro le marce, non serve a nulla, poi devo aspettare uno tranquillo, mettermi dietro e studiare un po' cosa fa. Tutto con calma. Non faccio a tempo a mettere la terza che passano due missili a fianco a me, uno a destra e uno a sinistra, col motore a 15000 giri e che nei 400 metri che mancano alla prima curva ne guadagnano almeno 200. Non sono quelli giusti da seguire, mi dico, e aspetto fiducioso l'arrivo del curvone. Ai 150 metri inizio a frenare anche se a quella velocità avrei potuto tranquillamente aspettare altri 10 metri(!). Il curvone  a destra in fondo al rettilineo è una serie di 2+1 curve che se percorse alla "giusta" velocità diventano un tutt'uno. Si rimane in piega in 3 marcia per un tempo lunghissimo. 

Arriva l'altro punto cruciale, la prima delle due esse attaccate che ci sono nel tratto lento. La prima è sempre a destra e bisogna ritardare restando sulla stricia di asfalto più scuro, in modo da non penalizzare le due curve a sinistra che seguono. La seconda specialmente che immette sul rettilineo del traguardo.

Eccomi già passo sul traguardo, il più è fatto mi dico. Nel frattempo altri missili passano da tutte le parti. Riconosco delle Yamaha, R6 o R1 poco importa vanno tutte come dei Pershing. Qualche Honda CBR RR. Ducati 1098, Kawasaki. Hanno tutte delle accelerazioni spaventose e in brevissimo spariscono all'orizzonte. Io imperterrito continuo la mia ricerca di "quello" che va tranquillo, più o meno come me, così lo seguo e imparo. Provo ad accelerare un po' di più, a inclinare un po' di più e frenare un po' più tardi. Non succede nulla di significativo, solo che mi scopro sempre messo male in sella, faccio traiettorie improbabili  e sicuramente infruttuose, e come provo a forzare un pelo di più mi trovo la moto che punta decisa verso il cordolo esterno e l'erba che segue. Ad un certo punto, dopo qualche giro, vedo qualcuno, una sagoma nera giù in fondo che si avvicina. Penso che sia uno con qualche problema, magari un'anima buona che mi aspetta per poi insegnarmi qualche traiettoria. Sento odore di olio da 2T. E' un'aprilia 125. Non mi sta spettando va proprio più piano, anche se sembra impossibile. Mi avevano avvisato che a Magione, specie nel misto i 125 mi avrebbero fatto vedere i sorci verdi. Invece lo sto passando!!. Bella forza con un motore di cilindrata 5 volte superiore! Però lui va tranquillo anche in curva. Bene proprio il più lento non sono. Mi rimetto a cercare uno che vada più o meno come me.

Ma il primo turno è finito già, per uno come me che è entrato a metà. Mi fermo fuori dai box e guardo se c'è l'amico Michele, che a quest'ora dovrebbe essere arrivato. Ci sarà quasi un'ora prima del secondo turno.

Lo troverò dopo un po' mentre ero sul tetto a studiare quelli più bravi per carpirne i segreti. Nella realtà guardavo ma non vedevo nulla intento a cercare di essere neutro per capire cosa veramente provavo. Mi presenta ad un  po' di amici. Gente "tosta" infatti tutti appartengono al gruppo dei rossi. Poi gli impegni di lavoro lo chiamano e ci diamo appuntamento a dopo pranzo.

Nel frattempo è arrivata l'ora di riprendere la pista. Al via del secondo turno sono tra i primi a partire, mi devo rifare del ritardo di prima e cercare di stare in qualche gruppo. Finito il giro di riscaldamento sembra andare benino, mi sento bene e pian piano mollo i freni più tardi e sbaglio qualche traiettoria in meno. Al massimo faccio solo 5-6 errori a giro :-) Per un istante mi sembra quasi di tenere il passo, poi arrivano in gruppo: brummmmm, bruuuuuuuummmmmm, brummmmmmmmmmmm. Ne passano prima uno, poi un'altro e infine un'altro ancora. Tre, cinque sette.... mi passa anche una ninja verde e se ne va seguita da altre due moto. Passano 3, 4,  5, forse 6 curve e sventolano delle bandiere rosse. Il ragazzo col Ninja si è steso. Scoprirò poi al bar che era anche lui alla prima uscita in pista con la moto presa da poco a Roma, bella e veramente ben tenuta, un ottimo affare. Peccato quella bozza al serbatoio. E i dolori che ha provato poi per tutto il giorno tanto da saltare l'ultimo turno per il male a respirare. Con le bandiere rosse si torna i box per qualche istante. Poi si riparte tutti in gruppo. C'è una bella bagarre. Mi passano le solite R6, R1, CBR, un KTM SMT, Ducati 851, 1098 e perdo il conto. Però passo di nuovo l'aprilia 125 e prendo fiducia. Infatti tempo 4-5 giri il freno posteriore mi molla. Lo uso troppo, così come uso troppo l'anteriore fuoristrada. Insomma freno sempre troppo! Anche l'anteriore diverse volte mi darà segno di qualche allungamento ma cerco di non farci troppo caso. Ad un certo punto esco dalla curva a destra che immette nel rettilineo lungo e la moto ondeggia. Ho raggiunto il limite delle gomme, mi dico, le ho scaldate talmente tanto che iniziano a mollare!!! Faccio il rettilineo a velocità moderata, arrivo alla staccata che sarò neanche a 180, provo a impostare la curva e la moto prende un'imbarcata spaventosa. Immediatamente la raddrizzo e cerco di frenare per percorrere la curva a velocità ridottissima. Ci riesco quasi uscendo di poco oltre il cordolo nella via di fuga. Procedo a bassa velocità fino ai box dove trovo la gomma posteriore praticamente a terra. Il solito fortunello io, con le gomme. Già forato, la prima volta in pista dopo due mezzi turni. Con la prospettiva di perdere tutta la giornata e di dover tornare a casa in treno. Chiedo a Paolo, l'amico di Michele cosa potrei fare, io non ho come loro dei cerchi di scorta con le gomme già montate. Mi indica un gommista fuori dall'autodromo e ci vado immediatamente. Non ha tempo per me però mi da una gonfiatina e mi consiglia un meccanico proprio vicino all'ingresso dell'autodromo. Ci vado anche se ispira poca fiducia: un'ape in riparazione tenuta sollevata da un muletto elettrico, vespe, motorini, minimoto. Il tipo indaffarato a parlare con un cliente per problemi di variatore o simili. Per fortuna quando viene il mio turno si riscatta. Troviamo che la gomma posteriore, a causa del cerchio storto era stata montata con la camera d'aria e questa ha ceduto e ha un bel foro. Non mi fido che ci metta una toppa. Dopo sopra a oltre 200 ci devo stare io, quindi montiamo una camera da 18 pollici perché quelle da 17 le ha appena finite. Speriamo che tenga e che la giornata sia salva.

Torno di corsa in pista. Saranno circa 300 metri! Il terzo turno è circa a metà, recupero il tagliando ed entro. Ovviamente sono un po' scombussolato da quel che è successo e ad ogni accenno di ondeggiamento della moto tiro su le orecchie tanto che mi alzano perfino il casco. Le Diablo Supercorsa SC1 infatti fanno un po' ondeggiare la moto sul veloce, non so se è colpa loro o del cerchio stretto su cui sono montate. C'é però da dire che l'effetto è molto gommoso e mai ho avuto un cenno di cedimento  anche quando ho scalato in prima a metà di una curva a destra mollando la frizione di colpo. Questo dà un'idea di quanto fossi vicino al limite(!). In questo scampolo di turno raggiungo subito una vecchia laverda 3 cilindri degli anni 70 e la passo in scioltezza. Almeno tra le moto storiche posso dire la mia!! 

Finisce il turno e mi sento rinfrancato. La giornata sembra salva e alla fine mi sono solo risparmiato un po' di fatica inutile. Chissà se entro sera riuscirò a fare un turno completo. Parcheggio fuori come al solito e dietro di me parcheggia un ragazzo (insomma uno come me, dall'aria giovanile ma che ha raggiunto gli anta anche lui) con un Ninja Blu. Giandomenico mi chiede come mai mi avesse visto sbandare così tanto. Mi vien quasi da dirgli che la mia moto è così potente che il traction control non riesce a tenere a bada la cavalleria. Però temo che sappia che la sua 600 ha il 50% di potenza in più. Così gli racconto della foratura e cerco di rispondere alle sue domande sulle traiettorie. Ormai dopo 3 mezzi turni, ho quasi 40 minuti di pista alle spalle e posso cominciare a dare consigli! Mi dice che si è spaventato perché ha toccato le pedane in terra e secondo lui è frutto di una impostazione sbagliata. Gli dico che qualche problema ce l'ho anche io visto che non ho grattato né saponette né pedane, ma gli slider degli stivali sono quasi finiti(!).

Partiamo per il 4 turno dopo una lunga chiacchierata. Io sono davanti cerco di aspettarlo così facciamo un po' di strada assieme ma non arriva. Gli altri non aspettano così ci do del gran gassssssss. Stavolta sono deciso a stare concentrato. Mi muovo molto sulla sella tanto che mi viene il dubbio di essere una specie di scimmia. Mi piacerebbe vedermi per capire se le sensazioni che ho sono corrette o le avverto amplificate. Stavolta ho talvolta la sensazione che quando sono nel gruppetto, nei tratti guidati o se mi passano solo in fondo al rettilineo riesco quasi a stare vicino a qualcuno o perlomeno a non perdere tanto. Poi mi trovo nel tratto misto convinto di essere quasi al limite e di non aver commesso errori e mi passa un CBR600 rosso all'esterno. E allora capisco che ci sono diversi limiti possibili. Dato  l'impegno stavolta già a metà turno (ovvero dopo aver passato più tempo di fila in pista da quando sono nato), sono già stanco e i miei movimenti si fanno più lenti e goffi. Anche i freni sono un po' stanchi e mollo un po'. Cerco di concentrarmi su guida e posizione, ma sempre con meno efficacia. Così sperimento altri modi in cui non bisogna fare le curve. Alla fine, convinto che insistere sia solo inutile, tiro fuori la gamba per prendere la via dei box. In quel momento vedo la bandiera rossa e si va tutti al pranzo preparato dai ragazzi dell'organizzazione.

Pranzo assieme a Giandomenico che mi racconta un po' di controversie personali che lo angustiano, poi lui ha un appuntamento, e se ne va. Io ho un po' di mal di testa (la stanchezza inizia a farsi sentire), molto caldo e mi sdraierei volentieri su qualche prato all'ombra per passare serenamente un paio d'ore. Però gli skiantati e la loro musica effervescente non sono male... e io mi schianto. Passeggio lungamente per i box e nel parcheggio. Vado a controllare. Nell'ultimo turno oltre agli stivali ho finalmente strisciato le pedane e anche la saponetta destra. Le gomme le ho chiuse di sicuro(pensavo). Infatti(!):

Si avvicina l'ora di entrare in pista. Mi sembra sia passato un tempo infinito. Gironzolo tra i box nella speranza di captare qualche commento interessante, ma a parte i brontolii del mio stomaco intento dell'arduo compito digestivo, non afferro un granché. Ad un certo punto sento il rombo di un Ducatu Hypermotard. E' Michele che avendo terminato anche lui un pranzo laborioso è venuto a vedere come procede la giornata. Mi chiede il telefono e se ha un cronometro incorporato. Lo trovo ma faccio finta di nulla. Non ho mai preso sul serio in considerazione il desiderio di misurarmi in alcun modo. La voglia era solo quella di vedere com'è, di fare bene, di divertirmi e tornare a casa stanco e soddisfatto. La paura che ho, se proprio devo averne una, non è tanto quella di cadere e rompermi una gamba o un braccio. Cadere per terrra non è mai gratis ma non è quello che mi spaventa. Ho sofferto tanto e tante volte in vita mia e una in più o in meno non può fare una grande differenza. Però non voglio e non posso permettermi di fare dei casini. Farmi venire a prendere, caricare la moto su un furgone, dover riparare qualcosa che minimo che sia costerebbe comunque molto di più del valore della mia vecchiettina. Non ci voglio nemmeno pensare.

E' ora di tornare in pista. Sono rilassato come non mai. Mi sento bene e mi voglio divertire. E mi diverto. Stavolta inizio calmo, memore della fatica dell'ultimo turno della mattina. Tiro le marce solo a 11mila, mi ricordo che il meccanico mi ha detto: ma questa poveretta a 24 anni pensava di essere ormai in pensione e invece guarda tu che gli fai fare!. Cerco di ottimizzare le traiettorie e la postura. Finalmente le punte degli stivali non sono più la prima cosa che tocca sotto, forse riesco non consumarli tutti oggi! Ovviamente a sinistra è più difficile, quando stacco il piede dalla pedana per cercare di arretrarlo facendoci poggiare solo la punta, questo invece di sollevarsi si abbassa. Mi verrebbe da tirarlo con la mano sinistra, come faccio talvolta per strada. Però pian piano le posture si fanno più naturali. In certi frangenti mi vien da battagliare con qualcuno che all'ingresso del curvone in fondo al rettilieo entra più piano di me. Poi però appena c'è da aprire un po' il gas se ne va. A volte sono io che sbaglio tutta le serie delle 4 curve delle 2 esse e combino dei gran pasticci. Altre volte mi rendo conto che sono entrato 20 km più piano di quello che sarebbe giusto. Ho una sensazione netta però. Michele mi aveva fatto notare come solo pochi uscissero belli larghi, sfruttando tutta la pista ed il cordolo da certe curve. Ebbene io lo faccio. Mi sento molto bravo(!). Anzi se non limito l'apertura del gas all'uscita dalle curve mi fiondo dritto dritto in mezzo alla ghiaia! Intanto i giri passano. Io preso dalla frenesia comincio a tirare le marce a limitatore. Non serve a nulla, nei rettilinei moto con 30-50-80 cv più della mia mi passano sempre come se fossi un birillo. In qualche frangente vedo da vicino anche un Ducati Multistrada 1200 che fa strane traiettorie durante le quali non si allontana da me, ma fuori dalle curve sembra avere una fionda sotto il sedere e schizza via. Nel rettilineo lungo se non guadagna 200 metri poco ci manca.

Ho anche battagliato con due scooteroni. Un T-Max ed un Burgman preparati. Sono anche riuscito a passarli. Essendo il gruppo dei bianchi aperto ai maxiscooter pensavo ne avrei trovato diversi e li ho cercati fin dal mattino. Invece hanno fatto solo una fugace apparizione negli ultimi giri di questo turno, guidati da due vecchie volpi di Magione.

Mi servirebbero dei rapporti più corti, così da mettere la 6 nel rettilieno avendo il motore più in tiro all'uscita delle curve, un ammortizzatore posteriore che abbia meno di 80mila km e una molla molto più robusta per reggere il mio dolce peso(!),

in modo da non allargare in uscita facendomi chiudere il gas, dei freni più resistenti e soprattutto revisionati per pensare di poter frenare senza che all'improvviso la leva, quando la tiro, arrivi a toccare la manopola del gas senza che la moto accenni a fermarsi, come mi sembra che possa accadere da un momento all'altro (memore di filmati che amici hanno da poco pubblicato su internet ---grazie!). Ma oggi, qui in questo posto, servirebbe veramente a qualcosa?

Mi fermo il turno è finito. Sono stato un po' più fermo sulla sella e le ginocchia non mi fanno male per nulla a differenza dell'altro turno che quasi mi veniva da piangere.

Michele mi incoraggia. Dai per essere la prima volta non sei proprio negato, poi, per la moto che hai.... si ma quanto ho fatto? Nella mia testa favoleggiavo qualcosa meglio del 1:30. Ma lui mi dice 1:35, 1:36. Si però costanti, di passo. Ti assicuro che non è niente male per uno che viene qui per la prima volta. Certo lui fa 15 secondi meno. Mi doppia dopo 5-6 giri.

Michele se ne va richiamato dai doveri professionali e familiari. Faccio passare gli ultimi minuti prima dell'ultimo turno. Prendo il via puntuale, solo 2 volte ci sono riuscito ma già nel giro di riscaldamento la moto perde dei colpi. Un attimo di panico per poi accorgermi che il pieno fatto al mattino se n'è andato del tutto. Faccio due conti. Nonostante i 3 mezzi turni saltati mi sono ciucciato 15 litri di benzina. Circa 10 km a litro. Poco male, mi dico faccio qualche giro tranquillo, poi esco, vado a fare benzina subito qui fuori e forse riesco a fare gli ultimi 4-5 giri prima della fine. Stavolta nei rettilinei vado pianissimo 8-9000 giri. Mi impegno al massimo a gustarmi le curve. Consumo quasi totalmente le viti sotto le pedane (Michele mi aveva avvisato di toglierle, ma non gli volevo credere) e finalmente riesco a fare una strisciata di saponetta lunga 30-40 metri, come si vede fare in tv ai piloti veri(!). Costringendomi a dei contorsionismi tanto da farmi quasi male alla caviglia, incredibile ma vero, riesco a toccare anche con il sinistro. Questa era una soddisfazione che mi volevo togliere dal 1986 quando nel pieno della mia vitalità si è spenta la luce e si è riaccesa dopo qualche giorno e con un piccolo regalo, sottoforma di menomazione da portarmi dietro per il resto della mia vita. Sono soddisfatto. Prima che la moto mi molli lungo il circuito vado a fare benzina. Il benzinaio non è proprio vicino, tanto che arrivo fin quasi a Magione paese (quello vicino ovviamente era dall'altra parte!). Quando torno i gialli sono già dentro.

Game Over

Faccio un po' di foto a quelli bravi:

Qui c'è anche Paolo, l'amico di Michele assieme al Lanzetta: "una carriera buttata per magnà":

E Paolo In azione nella curva che immette nel rettilineo dei box:

In ogni caso, andata come è andata, questo l'ho messo dietro (e scusate se è poco!!):

Dalla fine dell'ultimo turno alla parata finale con tutti in pista il tempo è breve ma in meno di un quarto d'ora il cielo si è tutto coperto ha iniziato a piovere fortissimamente e poi a grandinare. Corriamo tutti di corsa al riparo del box aperto dell'organizzazione e dopo 20 minuti quando riapriamo la serranda lo spettacolo che si vede è questo.

Faccio passare un altro po' di tempo mettendomi un giubbottino impermeabile addosso e rimontando gli specchietti (per le frecce c'è troppo lavoro, ci penserò domani). E con la strada così (quasi asciutta), alle 18,30 parto per casa (la macchina fotogtrafica era 35 minuti avanti).

Nel frattempo con i ragazzi dell'organizzazione che festeggiavano a spumante ed erano belli allegri, sapendo che dovevo arrivare fino a "Fano" in moto con quel diluvio sono diventato il beniamino del gruppo. Mi hanno pure infilato a forza una bottiglia di Ceres nella borsa da serbatoio, mentre altri si offrivano di accompagnarmi col furgone (ma era meno pericoloso venire in moto sotto l'acqua senza freni).

 

La pioggia debolina mi accompagna per 10 km, ma gia a Umbertide l'asfalto è completamente asciutto da qualche km. Arrivo a casa che sta cominciando Blob su Rai 3. Mentre mi faccio la doccia penso che non c'ho ancora capito niente ma mi sento di ringraziare il mondo per regalarmi delle giornate così!

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