L'ammiraglio mozzo sono io. Il candidato Consigliere Comunale alle prossime elezioni per il Comune di Venezia del 2010. Ho scelto termini da mare per questo viaggio, perchè Venezia è una città di mare e da amare e perchè desidero dare leggerezza ad un mio impegno che vorrà essere determinato e rigoroso. Ammiraglio, perchè intendo prendermi responsabilità con passione e onestà come è doveroso per chi intende condurre, allo stesso tempo vorrò essere mozzo, perchè intendo ascoltare tutti e lavorare cercando di risolvere i problemi più vicini a noi, che però fanno migliorare la qualità della vita di ognuno. Ho la fortuna che avrò dalla mia la Prodiera che mi aiuterà in questa esperienza nei rapporti con tutti quelli che vorranno far parte di questo viaggio. Il contatto periodico con i Fari, amici fidati, mi permetterà di avere nuove conoscenze nel territorio e illuminarmi sulle questioni che mi sarebbero potute rimanere oscure nel mio percorso. I Velieri saranno tutti coloro che mi vorranno stare a fianco, cercando di far conoscere le mie idee e troveranno altri velieri con i quali far sentire le nostre voci per migliorare la nostra calle, le nostre vie e i nostri quartieri senza pensare di dover cambiare il mondo.
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Post n°3 pubblicato il 07 Febbraio 2010 da DavideLivieriScuola
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Grazie, mia cara prodiera, ma sul mio impegno politico sulla scuola preferisco raccontare personalmente i fatti, perché la scuola è un argomento a me particolarmente caro e che, secondo il mio punto di vista, prioritario per quanto riguarda un programma politico locale. Una classe politica che intende investire sulla scuola è quella che non teme che cresca il senso critico dei propri cittadini, che non teme di essere giudicata, perché sa che se sbaglia farà di tutto per rimediare, perché il suo errore non sarà dovuto all'aver pensato ad un interesse personale. Erano i primi giorni di febbraio del 2006 e iniziava a sentirsi negli Asili Nido comunali l'effetto di uno "sciagurato" accordo tra sindacato e amministrazione comunale firmato nel novembre del 2005. Il rapporto numerico tra educatrici e bambini e bambine penalizzava gravemente i bambini in termini di: cura della persona, bisogni psicologici (tempo dedicato, coccole, attenzioni particolari...), obiettivi educativo-pedagogici, minor garanzia in fatto di sicurezza (quotidiana e nelle emergenze quali piani di evacuazione o di contenimento) e salute (difficoltà nel garantire una adeguata prontezza di intervento, anche nel caso di somministrazione di farmaci salvavita). Affrontai la questione, con la dovuta determinazione, per risolverla confrontandomi con l'Assessora Miraglia e con la Commissione della Municipalità di Venezia, Murano e Burano, che presiedevo. Il mio impegno venne "premiato" da numerosi genitori che mi chiesero di fondare e presiedere l'Associazione Ve. Ni. Qua. L'Associazione è nata per essere l'anello mancante tra istituzioni e cittadini. Un luogo dove elaborare strategie e proposte per mantenere alta la qualità del servizio pubblico. Le domande che si pone l'Associazione sono le stesse del professore Franco Frabboni: "Asilo nido, quindi, parcheggio per piccolissimi - le cui mamme, sfortunatamente, lavorano - o asilo nido 'prima scuola' del bambino? E, ancora: servizio pubblico, 'diritto 'che lo stato ha il 'dovere' di garantire, o servizio a domanda individuale? 'Istituzione' rigida o laboratorio di una cultura della prima infanzia in cui operatori e genitori interagiscono per crescere insieme ai loro bambini; nella socializzazione feconda di esperienze e di competenze?"Lo smantellamento in atto dello stato sociale con i tagli alla spesa pubblica sui servizi per l'infanzia introduce il principio di un nido a domanda individuale, se si lesinano fondi e organici, si mortifica la professionalità degli operatori. E, soprattutto, si rimandano le madri a casa. Per opporsi a questa tendenza, che rischia di privare l'infanzia del suo primo ambito formativo e socializzante, la strategia più efficace è quella di palesare in concreto l'insostituibilità del nido dotandolo di una organica programmazione, del patrimonio di esperienze maturate in anni di sperimentazione 'sul campo'. (continua...)
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