Creato da: zarbok il 16/05/2006
Il mercato. Ma lasciate a casa i soldi, qui non servono.Del resto le idee non si vendono...

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Canzone quasi d'amore

Post n°64 pubblicato il 16 Febbraio 2008 da zarbok

Non starò più a cercare parole che non trovo
per dirti cose vecchie con il vestito nuovo,
per raccontarti il vuoto che, al solito, ho di dentro
e partorire il topo vivendo sui ricordi, giocando coi miei giorni, col tempo...

O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
o che per le mie navi son quasi chiusi i porti;
io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi,
non voglio menar vanto di me o della mia vita costretta come dita dei piedi...

Queste cose le sai perchè siam tutti uguali
e moriamo ogni giorno dei medesimi mali,
perchè siam tutti soli ed è nostro destino
tentare goffi voli d' azione o di parola,
volando come vola il tacchino...

Non posso farci niente e tu puoi fare meno,
sono vecchio d' orgoglio, mi commuove il tuo seno
e di questa parola io quasi mi vergogno,
ma c'è una vita sola, non ne sprechiamo niente in tributi alla gente o al sogno...

Le sere sono uguali, ma ogni sera è diversa
e quasi non ti accorgi dell' energia dispersa
a ricercare i visi che ti han dimenticato
vestendo abiti lisi, buoni ad ogni evenienza, inseguendo la scienza o il peccato...

Tutto questo lo sai e sai dove comincia
la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
perchè siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
e abbiam gli stessi mali, siamo vigliacchi e fieri,
saggi, falsi, sinceri... coglioni...

Ma dove te ne andrai? Ma dove sei già andata?
Ti dono, se vorrai, questa noia già usata:
tienila in mia memoria, ma non è un capitale,
ti accorgerai da sola, nemmeno dopo tanto, che la noia di un altro non vale...

D' altra parte, lo vedi, scrivo ancora canzoni
e pago la mia casa, pago le mie illusioni,
fingo d' aver capito che vivere è incontrarsi,
aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare,
bere, leggere, amare... grattarsi.......................

- Francesco Guccini -

 
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Post N° 63

Post n°63 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da zarbok

"Torna a casa figlio, ed affila il tuo machete"...

Ci risiamo, la bomba africana è di nuovo etnicamente innescata. In Kenia le escalation di violenze che prima sembravano semplici retaggi di brogli politici stanno assumendo nuove connotazioni. Genocidio è il suo nome...
Le ultime notizie parlano di 150 morti in 4 giorni, 800 in totale dall'inizio del nuovo anno.
Alla base degli scontri i risultati delle elezioni presidenziali del 27 dicembre, che il leader dell'opposizione, lo sconfitto Raile Odinga, considera frutto di brogli. 
In un primo tempo vittime sono stati soprattutto i membri dell'etnia Kikuyu, cui appartiene il presidente riconfermato dal voto, Mwai Kibaki. Ma, a quanto riferisce la Bbc, sono ora i Kikuyu a vendicarsi contro i Luo dell'etnia di Odinga e i loro alleati Kalenjin. Al centro delle violenze vi sono Nakuru, capitale della provincia e quarta citta' del Kenya, e la vicina Naivasha. Le prime immagini che arrivano (e come al solito sono davvero poche, vuoi per la studiata disinformazione di cui siamo oggetto vuoi per la crudezza delle stesse) rappresentano bande di uomini armati di machete, bastoni, archi e frecce avvelenate che si accaniscono su chiunque capiti loro sotto tiro, purchè di etnia diversa. E, come nel 94 in Ruanda, a nulla serve cercare riparo in case, istituti municipali o chiese: queste vengono sistematicamente incendiate.

In Ruanda nel 1994 bastarono 100 giorni per assassinare un milione di persone; 7 persone al minuto vennero massacrate a colpi di machete, senza trovare un minimo ostacolo nelle istituzioni internazionali.

"Fino che non ci si occuperà seriamente dei problemi reali che affliggono le nazioni del terzo e quarto mondo, la povertà, la fame, l'istruzione, la rabbia di questi popoli genererà sempre nuove guerre e terrorismi. Prendiamo l'Iraq come esempio: gli Stati Uniti agiscono in quel paese per proteggere interessi strategici, creando con la loro presenza in quella zona una sorta di accerchiamento verso il suo principale competitor: la Cina. Anche il controllo degli immensi giacimenti di petrolio spingono gli americani a mantenere la loro presenza in quella zona. Ma chi si occupa seriamente degli iracheni, chi ha a cuore la dimensione umanitaria?".
-Romeo Dallaire, comandante canadese, nel 1994, della missione ONU in Africa.

E se questo vale per il ricco Iraq, chi si prenderà cura del povero Kenia?
Davvero abbiamo bisogno di nuove scene come queste?


                     

 
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Difficile...

Post n°62 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da zarbok

Ho trovato questo appunto su un mio vecchio diario delle superiori, lasciatomi dalla mia amica C.B. nel giorno del mio compleanno. Avevo completamente scordato questa poesia, ma la ripropongo...Dio mio quanto è difficile svolgere questo compito...

Amare una persona è...

Averla senza possederla.
Dare il meglio di sé
senza pensare di ricevere.
Voler stare spesso con lei,
ma senza essere mossi dal bisogno
di alleviare la propria solitudine.
Temere di perderla,
ma senza essere gelosi.
Aver bisogno di lei,
ma senza dipendere.
Aiutar1a, ma senza aspettarsi gratitudine.
Essere legati a lei,
pur essendo liberi.
Essere un tutt'uno con lei,
pur essendo se stessi.
Ma per riuscire in tutto ciò,
la cosa più importante da fare è...
accettarla così com'è,
senza pretendere che sia come si vorrebbe.

- Omar Falworth

 
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AVVELENAMENTO NATALIZIO...

Post n°61 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da zarbok

Oggi, 3 dicembre...
Sarà la mia noiosa formazione storica, sarà il fastidio che mi porto sempre dentro, saranno i soliti stupidi ed inutili sensi di colpa che mi perseguitano,  però ci sono cose da cui ancora non riesco e non voglio prescindere.
Qualcuno diceva che ogni volta che una persona a cui teniamo se ne va si porta via un pezzo di noi; beh, io tutto questo lo sento, e purtoppo non solo verso le persone che "fisicamente" conosco.

Oggi, 3 dicembre...

In questo momento stanno sparando ed ammazzando in Aceh, Afghanistan, Algeria, Burundi, Cecenia, Colombia, Congo, Costa d'Avorio, Eritrea-Etiopia, Filippine, Haiti, Iraq, Israele-Palestina, Kashmir, Liberia, Nepal, Nigeria, Rep. Centrafricana, Somalia, Sri Lanka, Sudan ed Uganda.

Mentre qui da noi si continua a discutere di quanto saranno ridotti i budget per l'acquisto dei regali di Natale e ci si interroga se sia giusto o no vietare ai nostri adolescenti di portare in classe l'ultimo modello di videofonino, milioni di persone stanno morendo sotto i colpi dei machete e dei bazooka, torturati o decapitati, arsi vivi o gettati da aerei ad alta quota. Un numero ancora centuplicato di persone vede lesi i suoi più basilari diritti e continua ad aver negati la libertà di espressione e di pensiero, l'accesso all'acqua ed alle risorse energetiche, il diritto all'assistenza sanitaria ed al lavoro libero e retribuito, il diritto all'istruzione e più in generale il proseguimento della propria vita.
Ma il Darfur e Mogadiscio sono più vicini di quello che pensate, anche se non li vedete,  anche se nei TG che guardate nessuno ve ne parla mai, anche se all'interno dei vostri quartieri vi sentite tutti sicuri e protetti, nella vostra nicchia sempre più piccola ed instabile.
No, non vi sto dicendo che siete cattivi, semplicemente avete perso la capacità di vedere, vi limitate a guardare, magari a strizzare gli occhi, e forse un po' vi indignate ancora. Nelle orde incitanti alla legalità che reclamano espulsioni di massa degli stranieri dal nostro paese non vi è fascismo o razzismo, solo paura ed ignoranza.
La lotta politica degli anni '70 ha insegnato al Potere a decentrare, oggi il nemico delle masse non è più il Potere stesso, ma in una tremenda concatenazione il nemico del povero è quello più povero, quello del più povero è il poverissimo, e così all'infinito. Si permettono di manipolare l'informazione fino a tacervi l'esistenza di ciò che potrebbe infastidire il vostro modo di consumare...non sia mai che a Natale invece che il nuovo iPod vi venga in mente di regalare un libro, o forse anche di regalarvelo, e, addirittura, di leggerlo. Se si tratta dell'ultimo romanzo semiporno di una ragazzina di 15 anni o del capolavoro di Vespa va benissimo, dai, poi ci facciamo anche un film, ma pensa se si trattasse di testi di informazione, ricerche storiche, geopolitica, etnologia...Mamma mia!!!!
Dei 23 conflitti che ho citato all'inizio di quanti avete notizia?
2?
3?

Non lasciate più che vi tacciano quello che è vostro diritto sapere,
non lasciate più che manipolino quello che vi raccontano,
mettetevi in gioco con la vostra testa...

Per Natale, quest'anno, regalate(vi) qualcosa che non deperisce, regalate(vi) un istantanea di questo vecchio stanco Mondo che vi appartiene, al quale appartenete.
Sapere non risolve i problemi, ma un atteggiamento critico e consapevole aiuta a spezzare l'omertà che contraddistingue il nostro pingue mondo...



 
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IL MIO NUOVO STUDIO

Post n°60 pubblicato il 29 Novembre 2007 da zarbok

 
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NON LAVATE QUESTO SANGUE...

Post n°59 pubblicato il 15 Novembre 2007 da zarbok

E ci risiamo, anche quest'anno l'occasione è arrivata ed è stata presa al volo dal circo mediatico...non si smetterà mai di gettare fango negli occhi degli italiani e merda sulla mia città e su quanti, COME ME, quel giorno erano presenti, in piazza, a mani vuote se non per una reflex, e solo per aver tentato di documentare sono stati oggetto di una vera e propria caccia all'uomo...
Oggi, 6 anni dopo, ancora nulla è stato spiegato, l'impunità continua a farla da padrone e quel che è peggio nessuno si indigna, nessuno grida giustizia, si accettano passivamente un golpe similcileno, una continua ed ininterrotta manipolazione di prove e testimonianze, promozioni su promozioni di belve assassine.
Si passa ora a processare 25 manifestanti (per danneggiamenti) mentre tutti i reati contestati a centinaia di uomini in divisa (omicidio volontario, tentato omicidio, tentata strage, lesioni aggravate, tortura, falsa testimonianza) sono ormai destinati  a cadere in prescrizione. 
I colpi dei manganelli a spezzare mani disarmate e tese, i piercing strappati, gli sputi ed i calci in faccia non sono nulla di fronte al dolore che deriva dalla violazione della  libertà. Il dolore fisico pian piano svanisce, le ferite si cicatrizzano, operazioni di plastica facciale sistemano le malformazioni dovute ai colpi ricevuti, le affezioni croniche delle vie respiratorie dovute al gas lacrimogeno CS (messo al bando in tutte le polizie ed eserciti del mondo  a causa dei gravissimi rischi per l'essere umano, usato oggi solo in Perù, Ecuador, Bolivia e Palestina) se ben curate in questi 6 anni cominciano a guarire, ma...
Alcune ferite non rimarginano...
Il dolore delle violazioni umane e degli stupri emotivi e fisici non guarisce, l'odio e la rabbia non passano, mai potranno passare, il gap cresce e non diminuisce, il sangue nella macelleria messicana è ancora fresco...

SABATO TUTTI A GENOVA, LA CITTA' VI ASPETTA

Un grazie a tutti coloro che non hanno dimenticato...


 
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Bi-tri-quadrifronte

Post n°58 pubblicato il 15 Novembre 2007 da zarbok

Perchè spesso mi (ri)trovo ad essere me stesso proprio quando vorrei divenire qualcun altro? Vorrei raggiungere una trasmutazione fisicocerebralemotiva, una mutevolezza cangiante e brillante, asserisco violentemente la necessità di guardare dietro il mio velo...per quanto doloroso sia...senza timore...vorrei...Giano...

 
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Giuda a se stessi

Post n°57 pubblicato il 13 Febbraio 2007 da zarbok

Ho cercato di essere grande per coprirti quando avevi freddo e pativi il vento d'ottobre, ho tentato di essere piccolo per non oscurarti il sole quando desideravi ti battesse in faccia, mi sono sforzato di essere serio quando tutti attorno a noi ridevano, per non lasciarti sola ed isolata nel tuo stato d'animo, e mi sono prodigato nel ridere quando l'amarezza ti stringeva al collo come un nodo, per spezzare una continuità dolorosa. Ho cercato insomma sempre di essere come tu volevi che fossi, ma tutto questo altro non ha fatto  che aumentare il gap tra di noi. Ora cercherò solo di essere me stesso, per non essere mai più come tu mi vuoi...meglio patire freddo, vento, solitudine ed alienazione che svendere la propria anima per trenta denari.

P.S. Ogni riferimento a persone realmente esistenti è puramente casuale, così come appare evidente il metaforismo di ogni riga. E nun me rompete

 
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Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 27 Dicembre 2006 da zarbok
Foto di zarbok

Stamattina mi sono svegliato canticchiando questa canzone, con occhi lucidi e testa dondolante...un pensiero per tutti voi, da un altro tempo...

A CIMMA

Ti t'adesciâe 'nsce l'èndegu du matin
ch'à luxe a l'à 'n pé 'n tèra e l'atru in mà 
ti t'ammiâe a ou spegiu de 'n tianin
ou çé ou s'ammià a ou spegiu dâ ruzà
Ti mettiâe ou brûgu rèddenu'nte 'n cantún
che se d'â cappa a sgûggia 'n cuxin-a à stria
a xeûa de cuntâ 'e págge che ghe sún
'a çimma a l'è za pinn-a a l'è za cûxia
Çè serén tèra scûa
carne ténia nu fate néigra
nu turnâ dûa.
Bell'oueggé strapunta de tûttu bun
prime de battezalu 'ntou prebuggiun
cun dui aguggiuin dritu 'n punta de pé
da sùrvia 'n zû fitu ti 'a punziggé
àia de lûn-a végia de ciaeu de négia
ch'ou cégu ou pèrde 'a tèsta l'âse ou senté
ondù de mâ misciòu de pèrsa légia
cos'âtru fa cos'âtru dàghe a ou çé.
Çè serén tèra scûa
carne ténia nu fate néigra
nu turnâ dûa.
e'nt'ou nùme de Maria
tûtti diài da sta pûgnatta
anène via.
Poi vegnan a pigiàtela i câmé
te lascian tûttu ou fûmmu d'ou toeu mesté
tucca a ou fantin à prima coutelà
mangé mangé nu séi chi ve mangià
Çè serén tèra scûa
carne ténia nu fate néigra
nu turnâ dûa.
e'nt'ou nùme de Maria
tûtti diài da sta pûgnatta
anène via.

 
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La Spuma

Post n°55 pubblicato il 23 Dicembre 2006 da zarbok

Due giovani, una Facoltà, un incontro magnetico, e poi un blocco di contesto, due persone in più che ormai sono nulla, ed una passione che sale, monta e spuma, ed un onda non si può trattenere, se non per un momento...
immagineUna sera sul far dell’inverno il pretesto, qualora realmente fosse stato necessario per scrivere pagine su una storia che il Destino ha già letto; una festa, questa volta sì una vera festa, un compleanno, il SUO compleanno, e molta gente, universitari ed amici nella città vecchia, ed un luogo, uno preciso. Lei è bellissima, belle così lui non ne ha viste mai, e lei, lei sorride a tutti, come spaesata, felice all’estremo per essere riuscita quella sera per la prima volta a sottrarsi al controllo dell’uomo che ormai non ama più, diventato ormai l’Altro...
I due si guardano, si guardano e capiscono, non c’è dialogo su questo ma ci sono gli sguardi, dio che sguardi, entrambi lo sanno, entrambi sanno che dopo non si potrà più tornare indietro, ed entrambi sperano che indietro non si debba tornare mai più.
Quella notte volò via come polvere soffiata da un vecchio armadio, ed il mattino colse i due giovani abbracciati, i corpi stanchi dal loro primo magico contatto, E che Dio provi ora a separare quello che il Destino ha unito se gli riesce,  e l’eternità è in mano loro, la sentono, la respirano e la vogliono vivere, ad ogni costo, con tutti gli strascichi di dolore e sofferenza che potrà portare, che rispetto all’Amore nulla importa, Che a paragone con i suoi occhi mentre mi guarda ed al suo respiro sul mio petto tutto svanisce, come sogno del mattino, come nebbia di primavera, come lacrime nella pioggia, Vorrei che questo momento durasse per sempre, pensa lui carezzandole i capelli, con occhi umidi di rugiada, Ed io lo renderò eterno, Ed anche se io non so amare imparerò, E sbaglierò, Molte volte, E molte altre ancora, Ma con lei vicina ogni errore sarà superato, E renderò questo sogno Carne e Vita, e lei, lei ha gli occhi chiusi e sorride, non lo guarda perché lo ha negli occhi e nel cuore, è invasa da lui la sua mente ed il suo corpo, stringe forte le sue mani e trema, quasi a voler trattenere vicino al suo cuore la luce viva di una stella, per paura che se ne voli via, che si affievolisca, ed ancora non ha capito che ormai la Luce è entrata in loro, che non sono più lui e lei, ma sono una cosa sola, e la vera lotta comincia adesso per entrambi, che assestare due anime in una sola non è impresa da niente, che ci sono i vissuti di entrambi da accordare, che bisogna sbiancare l’anima ed il cuore, ma c’è l’Amore e c’è la Volontà, e c’è il marchio del Destino su tutto, e tutto ora avrà un altro nome, ed ogni cosa vissuta assieme brillerà in modo diverso da prima, perché l’Amore è questo, è reinventare quotidianamente la propria vita in funzione dell’altro. Ti ho cercata tanto, E finalmente ti ho trovata, Io sono sempre stata qui, Per te, Sapevo che saresti arrivato un giorno, Voglio camminare con te ora, E se resterai indietro ti aspetterò, Che è quello che voglio, Che è quello che vogliamo; Ah, quasi dimenticavo, auguri per i tuoi 24 anni...

 
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Saliscendi

Post n°54 pubblicato il 19 Dicembre 2006 da zarbok

Perchè si sale sempre? Ad un certo punto della propria vita capita di trovarsi di fronte a più sentieri, alcuni che si srotolano in discesa, giù per verdi valli ricoperti da fiumi e dolci colline, altri che si inerpicano invece su per ghiaiose e torride pietraie. Anche se per arrivare a questo bivio si è molto faticato, anche se si è stanchi ormai, si decide di non immaginescegliere la frescura ombrata, di continuare ad arrampicarsi, a buttare sudore, a ferirsi su sassi aguzzi e ad inoltrarsi su mulattiere mal segnalate, per poi sbagliare strada e procedere ad azimuth fino al sentiero successivo, che inesorabilmente si presenta più ripido di quello prima. Ma non ci si vuole fermare, si vuole arrivare in cima, pur sapendo che da qui non si sceglieranno comunque i lievi declivi che portano ai prati in fiore ma si deciderà di arrancare fino alla vetta successiva...ma alla ricerca di cosa? Quale zahir spinge certe anime al continuo movimento? Il solo deisderio di non farsi crescere il muschio addosso? Per questo basterebbe anche un continuo movimento discensionale...ma la salita? E il sudore? E le lacrime versate?

 
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Ora basta...basta uccidere i bambini...

Post n°53 pubblicato il 09 Novembre 2006 da zarbok

29 NOVEMBRE 1947

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva un piano di spartizione della Palestina con una maggioranza di 33 voti contro 13, con 10 astensioni: la nascita dello Stato d'Israele assume contorni giuridici e politici concreti. Il voto è un evento storico per tutti gli ebrei: dopo duemila anni finalmente al popolo ebraico viene ridata la sua terra, la diaspora è finita. Ma il territorio su cui verrà creato lo Stato d'Israele viene sottratto agli arabi palestinesi.

Si volle dare una sorta di risarcimento a tutti coloro che uscivano da anni di sopraffazioni e pogrom, dalla shoa e dall'atroce sterminio che spazzò via la popolazione ebraica dall'Europa. Un solo problema: tra il 1945 e il 1948, finita la guerra, nessun paese occidentale, Gran Bretagna e Stati Uniti in testa, volle accogliere neanche uno di quel mezzo milione di ebrei scampati alla tragedia europea. L'unica speranza, legata al sogno, all'utopia sionista, divenne quindi quella del "ritorno" a una patria, all'antica patria. Il sogno sionista di una Palestina israeliana. E la diaspora si ripropose, nei confronti di coloro che con la shoa nulla avevano a che fare.

Espropiazioni di case e terreni, ulivi sradicati, bombardamenti e raid punitivi, la legge dell'1 a 100, carri armati contro pietre, un milione di profughi sistemati in strutture riconducibili al Gulag ed ai Lager nazisti, e poi incursioni in quegli stessi campi, e Sabra e Chatila, 2750 morti accertati, donne e bambini, e l'odio che monta e monta, come la spuma di un onda, ed una girandola inarrestabile, e 72 risoluzioni ONU ignorate, e nessuna sanzione (ricordiamo Paesi invasi per una sola risoluzione ignorata), e le frasi dell'ex ministro della difesa israeliano Moshe Dayan "Israele deve essere come un cane rabbioso, troppo pericoloso da importunare", e ancora "Le nostre forze armate sono la seconda o terza potenza al mondo. Abbiamo la  capacità di portare il pianeta alla distruzione insieme a noi, e vi garantisco che è quello che succederà prima che Israele sparisca".

Basta parole...piccola galleria della vergogna...

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Post N° 52

Post n°52 pubblicato il 01 Novembre 2006 da zarbok


Pensieroso si alzò, prese in mano il suo violino, estrasse immaginedall'astuccio l'archetto e cominciò a suonare. Note altalenanti presero a scivolare fuori dalle sue mani, dalla dolce curvatura della cassa dello strumento parvero scaturire fili invisibili ed invisibili richiami, notturne esalazioni di spirito e corpo andarono a ricomporre il suo endoscheletro emotivo, e più suonava più chiaramente comprendeva l'armonia tanto agognata, e più comprendeva più domande nuove presero ad affollargli la mente. Ed infine comprese. Steccò un bemolle, ripose archetto e violino, si sciacquò faccia e mani ed uscì di casa, andando incontro senza più indugi al suo destino.

Che coss'è l'amor? Chiedilo al vento...

 
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Album sonoro 1

Post n°51 pubblicato il 17 Ottobre 2006 da zarbok

Se solo fosse tutto davvero così semplice...ricordo questa canzone in un freddo pomeriggio piovoso, Torino, live dei Faith e brividi che scorrono sottopelle, sempre più grossi e profondi, persistenti ma accecanti, rapidi come flash ad un matrimonio vip...

Plage du Saleccia, una chitarra tra le mie mani, dieci e più voci che si alzano assieme, questa canzone, voci stonate e bellissime, nessuno guarda nessuno, gli occhi al cielo, la vigilia della  Notte di San Lorenzo, e le prime avvisaglie delle lacrime del Santo...e un fuoco...

Malaga, 1999, odori luci e suoni, dio quanti suoni, e colori su colori, una tavolozza impazzita, timbri e cromature degne di Frida Khalo, e poi improvvisamente una canzone, di recente, un viaggio a ritroso, questo...

Krakow, sempre 1999, gennaio, due amici, un registratore da viaggio (album sonoro) e solo due sfigati nastri preincisi, uno, questo, poi passato in tutti i locali frequentati nottetempo, e copie su copie, donate con gioia...complicità...movimento...

Per molto tempo ancora lo ringrazierò delle vibrazioni...uniche per chi le sa comprendere...questa tra quelle...

Pericolosi da ascoltare in cuffia, deambulando tra la gente...movimenti sconsiderati d'arti, ipnosi, semitrance, una voce splendida...

Splendido live in Milano, fortunatissimo d'averlo incrociato...ancora sorrido...e mi lustro...

Anacronistici, plastici, tipici, non certo unici, ma adoro tutto quello che mi provoca contrazioni muscolari involontarie...muovere le gambe...ritmo...

Una scossa inesauribile, testa gambe cuore, defribillatore...mai anacronistico, mai plastico, certo unico...l'uragano...chiosa perfetta...

 
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Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 15 Ottobre 2006 da zarbok
Foto di zarbok

Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.

Ho visto dalla mia finestra
la festa del tramonto sui monti lontani.

A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.

Io ti ricordavo con l'anima oppressa
da quella tristezza che tu mi conosci.

Dove eri allora?
Tra quali genti?
Dicendo quali parole?
Perchè mi investirà tutto l'amore di colpo
quando mi sento triste e ti sento lontana?

E' caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.

Sempre, sempre ti allontani la sera
e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.

                                       - Pablo -

 
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VERBA MANENT?

Post n°49 pubblicato il 26 Settembre 2006 da zarbok

Ogni volta che impatto con la comunicazione mediatica (intesa in senso lato) mi coglie una sgradevole sensazione. La mattina, nel semplice gesto di scorrere i titoli di testa di qualsiasi quotidiano di qualsivoglia colore politico;  ogni volta che metto la radio su on; tutte quelle (rarissime) volte che mi appropinquo a quella multiforme e nullapensante scatola radioattiva che è la televisione. La sensazione è quella del mezzo che supera (e pregiudica) il fine, quella di un Frankestein che si ribella al suo padrone. Quanto i media rappresentino nel mantenimento dell'ordine e della disciplina, con il loro totale asservimento ed il loro mostrare sempre e solo la faccia "buona" del potere è risaputo; tra i grandi studiosi di comunicazione e sociologia mediatica fu Goebbels, più di sessantanni fa, colui che proclamava che "qualsiasi bugia, se ripetuta frequentemente, diverrà gradualmente verità"; ma ovviamente, grazie al nostro vantato pro-re-gresso, siamo andati ben oltre. Dalle radio del popolo naziste collocate in luoghi di pubblica frequentazione atte a produrre discussione ed aiutare così anche ad identificare i nemici dell'ordine siamo passati ai box interattivi del popolo, ai programmi del popolo (con tanto di trenino e torte in faccia), al gossip del popolo, alle storie d'amore del popolo,  il tutto fruito, (mal)digerito e consumato nella quiete delle proprie mura domestiche. Ed eremiticamente metabolizzato. Senza alcuna via di evacuazione corporea. Nanoparticelle tumorali si addentrano nella nostra corteccia. E lì si fermano, ristagnano, si riproducono.
La parola. La parola. La parola. La parola. La parola. La parola.
IL concetto di società dell'immagine è ormai desueto, l'Uomo Moderno non chiede tracce per il proprio passare, vuole tutto e lo vuole subito, vuole impressionare, colpire il centro, impattare alla grande, e poi eventualmente essere dimenticato, stella cadente in un cielo brillante, e del resto verba volant, scripta (et imago) manent. Imporre questo ritmo alla carta stampata deve essere stato per l'Uomo Moderno il compito più difficile; ma nulla è impossibile per l'Uomo Volente e Volenteroso. E così ti capita di assistere ad un intervista e trovare poi virgolettata su un giornale una frase mai detta, o tagliata e ricomposta come un involtino mal riuscito. Ma non importa. All'ascoltatore-lettore-osservatore moderno non importa. Puoi farti narrare dal TG (il  numero non lo metto, scegliete voi) dell'incontro del Papa con gli inviati dei 22 Paesi a maggioranza musulmana e trovarvi descritto, dopo i rituali accenni ai doverosi scappellamenti e proskynesis varie, un "clamoroso e fragoroso applauso di accoglienza a Sua Eminenza", e vedere poi un filmato dello stesso ingresso dello stesso  Pontefice dove un applausino stonatino fa capolino tra freddezze diplomatiche ed imbarazzi vari. Verba volant, scripta (et imago) manent. E laddove l'imago resta e stona con lo scopo, tagliacopiaeincolla, semplice come un foglio elettronico. Il frastuono di uno stadio in un giorno di derby.
Puoi portare in televisione ergastolani, sequestratori, assassini, pluri-peripatetiche multi-raccomandate, pregiudicati collusi con la mafia, con la camorra, con l'ndrangheta, veterofascisti, neofascisti, veteronazisti, neonazisti, ma non importa, all'ascoltatore-lettore-osservatore moderno basta essere colpito dritto al centro, basta veder brillare, veder splendere, ed essere abbagliato, così da non potersi guardare attorno, stelline e stellone, veline e velone, culo di marmo, tette di gomma e cervello di  cotone, da inzuppare, l'Uomo Moderno è quellochedice, non quellochefa, e poi la sua proposta è troppo allettante per non essere colta, un biglietto prima classe solo andata dalla tua coscienza.
Ma l'Uomo moderno non si accontenta delle sue parole, anche se molte e sparate da un mortaio grosso calibro.  No, l'Uomo moderno è verbofago, si nutre di aria vocale, le vuole tutte per se'. Anche le tue. E così ti intercetta. Non per motivi di Pubblica Sicurezza (anche se io rappresento un grosso pericolo per l'ordine cittadino e nazionale, come chi mi conosce sa bene),  ma lui vuole la quotidianità, ciao amore come stai, a che ora ci vediamo, una birra da te?, va bene, alle 11, e ancora, stasera si gioca? manca il portiere?, ok, ci penso io, chiamo Marco...
Ma l'Uomo Moderno è irreprensibile, lui è la parte lesa, lui non sapeva, e parla, e parla, e ti abbaglia, e poi, all'improviso, nessuno parla più, lui sparisce e ne arriva un'altro, nell'intervallo un trenino, due chiappe di marmo  e nuovi liquidi ad inzupparti il cerebro.
Reclàme.

 
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E SE...

Post n°48 pubblicato il 15 Settembre 2006 da zarbok

"Ma soltanto molto lentamente cominciò a capire che nella sua immagine dell'universo c'era qualcosa che probabilmente non c'era nell'immagine dell'universo di tutte le persone che gli stavano intorno. Nel complesso l'universo che esse gli fornivano aveva l'aria di essere reale e vero. Proprio così: non c'era altro. Esistevano, dichiaravano, cose buone che erano solamente buone, e cose cattive che erano tremende e grossolane, alle quali non si doveva mai e poi mai neppure pensare. Esistevano persone buone, persone cattive e persone addirittura meravigliose, persone che si doveva amare, ammirare e obbedire, e persone cui si era ostili, persone che erano ricche e in caso di trasgressione ti perseguitavano, e persone che erano povere e che, per piccole somme, ti facevano dei servizi. Tutto ciò era corretto, chiaro e preciso, e tu andavi per la tua strada in mezzo a tutto questo, guardingo e beato, ridendo abbastanza spesso. Solamente di tanto in tanto aveva l'impressione come se questo sicuro ed infallibile mondo stabilito fosse proprio in qualche modo ambiguo e traslucido in questo o quel punto, traslucido e un po' logoro, come se dietro ad esso ci fosse qualcosa di assolutamente diverso. Non era mai chiaro. Era in genere un universo perfetto e completo nove giorni su dieci; poi, per un istante, per un periodo, per un intervallo imbarazzante, sembrava essere uno schermo che nascondeva...che cosa nascondeva?"

 
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OGGI, ovvero 10 settembre 1823: Simon Bolivar   viene nominato Presidente del Perù

Post n°47 pubblicato il 10 Settembre 2006 da zarbok

Nel 1872 un trattato mise fine alla guerra tra la Gran Bretagna e le sue colonie della costa atlantica nordamericana. Nasceva così una repubblica indipendente popolata da europei nel nuovo mondo strappato agli indigeni. Si sarebbero separate dai loro dominatori anche le colonie americane della Spagna e del Portogallo? Nei vicereami iberici niente sembrava presagire tale separazione...durante il XVIII secolo, i tentativi di modernizzare l'amministrazione e, soprattutto, di sfruttare le risorse economiche, avevano peggiorato il contrasto tra gli europei nati in America, i creoli, e la minoranza di spagnoli e portoghesi. Ma i compromessi tra le elite dominanti erano sempre possibili, soprattutto in società basate sullo sfruttamento, dove si temevano in modo particolare, le rivolte razziali. Tuttavia, le colonie spagnole e portoghesi si resero indipendenti, agli inizi del XIX secolo, approfittando dello scenario politico internazionale.
In questo contesto si inserisce il venezuelano Simón José Antonio de la Santísima Trinidad Bolívar y Ponte Palacios y Blanco (più semplicemente Simon Bolivar, oppure El Libertador).
Bolívar nacque a Caracas (Venezuela) da una famiglia aristrocratica, ed in seguito alla morte dei genitori si trasferì nel 1799 in Spagna per completare gli studi. In Spagna sposò María Teresa Rodríguez del Toro y Alaysa nel 1802 ma, in occasione di un breve ritorno in Venezuela nel 1803, Maria si ammalò di febbre gialla e morì. Bolívar ritornò allora in Europa nel 1804 e per un periodo fece parte della scorta di Napoleone
.
Bolívar ritornò in Venezuela nel 1807 e, quando Napoleone incoronò Giuseppe Bonaparte re di Spagna e delle sue colonie nel 1808, egli partecipò alla giunta per la resistenza in America. La Giunta di Caracas dichiarò l'indipendenza nel 1810, rifiutando l’autorità del Consiglio di Reggenza spagnolo e Bolívar fu inviato in Inghilterra in missione diplomatica.
Nel 1811 era di nuovo in Venezuela, e nel luglio del 1812, il comandante della Giunta, Francisco de Miranda, si arrese e Bolívar dovette fuggire a Cartagena de Indias in Colombia. Da lì, Bolívar scrisse il Manifesto di Cartagena. Nel 1813 guidò l'invasione del Venezuela. Entrò a Merida il 23 maggio e fu proclamato El Libertador ("il liberatore"). Caracas fu ripresa il 6 agosto e venne proclamata la Seconda Repubblica Venezuelana. Bolívar allora prese il comando di una formazione nazionalista, la "Armada Nacional de Colombia" e, nel 1814 conquistò Bogotà. Comunque, dopo qualche rovescio militare, Bolívar fuggì in Giamaica nel 1815 dove chiese aiuto ad Haiti ed al suo leader  Alexander Petion. Nel 1816, con l'aiuto di Haiti, Bolívar ritornò a combattere, conquistando Angostura (adesso Ciudad Bolivar).
La vittoria di Boyacá nel 1819 liberò la Colombia dal dominio spagnolo e, in dicembre, Bolívar creò la Gran Colombia (una federazione che si estendeva sulla maggior parte dei territori di Venezuela, Colombia, Panama ed Ecuador) e se ne proclamò il presidente. Le ulteriori vittorie a Carabobo nel 1821 a Pichincha nel 1822 consolidarono il suo ruolo. Nel 1822 conquistò il Perù, che era stato in parte liberato dalla Spagna dal generale argentino Josè de San Martin nel luglio 1821. Bolívar fu nominato presidente il 10 settembre. Bolívar, con l'aiuto di  Antonio Josè de Sucre sconfisse definitivamente gli spagnoli nell'agosto del 1824 a Junín. Sucre distrusse il resto delle forze spagnole ad Ayacucho in dicembre.
Nell'agosto del 1825, la Repubblica di Bolivia fu creata in onore di Bolívar. Ma nel 1827, le divisioni interne provocarono dei conflitti e la fragile coalizione Sud Americana si ruppe. Bolívar si dimise dalla presidenza nel 1828 e morì di tubercolosi il 17 dicembre 1830.

 

 

 
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ANACRONISMI VERBALI

Post n°46 pubblicato il 19 Agosto 2006 da zarbok

Curiosamente all'Università mi è spesso capitato (più nella produzione di tesi, tesine ed altro materiale scritto che durante gli esami) che il mio linguaggio fosse dai docenti definito come "troppo anni 70",  troppo fornito di evo-involuzioni verbali e quindi in qualche modo anacronistico per i tempi nostri. Tutto questo mi ha sempre lasciato alquanto perplesso. Gli anni '70 non li ho vissuti, non vanto particolari ricordi di familiari o amici, ne' sono addestrato da alcuna militanza politica pregressa che possa giustificare l'acquisizione di un qualche  speciale vocabolario di contesto. E allora?

E meno male che non ho mai scritto di nomadismo schizoide, dittatura del significato, proletariato in precarizzazione, tempo liberato dal lavoro, temporalità proletaria sottrattiva, sottrazione sociale generalizzata, manifestazione non violenta, difesa con armi leggere, creativismo isterico, poetica sessualironica, deterritorializzazione,riterritorializzazione,soggettivismo isterico, femminilizzazione generalizzata, sovversione creativista, maodadaismo, rimozione del soggetto...

LA FELICITA' E' SOVVERSIVA QUANDO SI COLLETTIVIZZA

 
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Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 17 Agosto 2006 da zarbok

              C'è sempre il sole, anche quando non lo vedi,
              anche se coperto da fitte coltri di nubi.
                            Percepirlo è vivere...

 
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