Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

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La resistenza antifrancese..

Post n°6734 pubblicato il 07 Novembre 2014 da nina.monamour

Ciao a tutti, finalmente ieri sera, tra tanta fatica e sonno arretrato ho finito di leggere un racconto che ho trovato in casa di mio nonno che stiamo ristrutturando! Mi ha talmente affascinato che sono riuscita a leggerlo tutto d'un fiato! Un racconto che mi ha fatto pensare tantissimo.

Si parla delle Brigantesse, le prime brigantesse!

Ecco la storia di Francesca...

Le donne del Sud, costrette alla sofferenza e agli stenti da un cinico destino di povertà e dominazioni; madri, mogli, sorelle piegate da una sorte che le ha inseguite lungo lo scorrere  dei secoli. Donne, però, capaci d'una tenacia che le ha poste, a volte, al centro di vicende storiche tormentate.


Il passato ci consegna personaggi dalle esistenze leggendarie che hanno combattuto oppressori e padroni con il piglio degli eroi immortali raccontati dalla mitologia classica.

Donne descritte da Giordano Bruno, Raffaele Nigro, Antonio Ciano, Lorenzo Del Boca, ecc..ecc..nei volumi dedicati ai periodi del brigantaggio anti-francese e anti-unitario. Tra le figure maggiormente significative compare una filandiera di Palmi, Francesca La Gamba, passata alla storia come la "Capitanessa dei Piani della Corona", dal nome della località posta a ridosso del monte Sant'Elia, tra Palmi e Seminara, dove operava con la sua "banda" di ribelli.


La "Capitanessa" può essere considerata, infatti, come una delle prime accertate "resistenti" calabresi alle sopercherie maschili ; Francesca  La Gamba,  nata nel 1768 nella città del celebre musicista Nicola Antonio Manfroce, madre e sposa felice respinse le volgari  avances di un Ufficiale "collaborazionista" dell'esercito francese che aveva occupato la nostra Regione.

L'uomo tentò piu' volte di farla soggiacere alle sue "voglie", dapprima con proposte esplicite ma almeno formalmente eleganti, poi con il ricatto e la violenza psicologica.


La donna, tuttavia, resistette alle pressioni accompagnate inizialmente anche da vantaggiose proposte economiche mostrando una dignità e una morale che mandarono in bestia il mancato profittatore.. Il militare pensò perciò di costringerla a cedere incarcerandole prima il marito e poi i figli.

Lo stratagemma usato dal filo francese fu banale come solo il Male può essere, fece affliggere nottetempo dei manifesti inneggianti alla rivolta contro il governo di stampo napoleonico e incolpò dell'iniziativa i congiunti della futura "Capitanessa" .

Dopo che li ebbe fatti rinchiudere in prigione, l'uomo tornò alla carica sperando di ottenere finalmente il ristoro delle sue brame sessuali. Ma non fu così, la donna lo respinse e lo insultò, accusandolo pubblicamente di essere il fautore di una grave ingiustizia.

Per tutta risposta l'Ufficiale fece sottoporre i figli della Francesca ad un processo sommario e li mandò davanti al plotone di esecuzione. Il dolore sconvolgente cagionato dalla perdita dei congiunti spinse La Gamba a prendere le armi! Lasciò la casa ormai vuota e si unì agli sbandati che resistevano alle truppe francesi sulle colline di Palmi.

Per l'esuberanza e il coraggio straordinario mostrato durante gli scontri avuti con i plotoni dell'esecito invasore che controllavano la zona, la donna divenne in breve tempo il "Capo" di un gruppo di oltre cento briganti, e dopo piu' di un anno il destino le offrì l'occasione di vendicarsi dei delitti subiti.

La banda della "Capitanessa" assalì infatti un convoglio scortato dai militari francesi che erano comandati dall'Ufficiale che le aveva rovinato la vita.

Dopo aver ucciso tutti i nemici, la donna chiese ai suoi briganti di lasciare in vita l'Ufficiale, avrebbe pensato lei a spedirlo all'altro mondo!

E così fece, gli piantò un coltello nel petto, gli strappò il cuore e lo prese a morsi davanti a tutti, come in una tragedia greca!

Finalmente era stata fatta ..giustizia!!!!

La storia di Francesca La Gamba è organicamente raccontata in un vecchio volume (ormai introvabile) scritto da Attilio Foti, già responsabile delle pagine culturali de "Il Tempo" di Roma per le edizioni Pellegrini. Foti, scomparso da tempo, era originario di Palmi e dedicò una parte della sua vita a compiere ricerche su questa donna trasformata dal dolore in una feroce vendicatrice.

Fu proprio il Giornalista calabrese a consegnarla definitivamente alla storia come la "Capitanessa dei Piani della Corona". La Gamba ci offre l'occasione di riesaminare il difficile periodo della resistenza anti-francese recentemente investigato, con un volume edito per la Rubbettino, dallo storico Enzo Ciconte.

I Calabresi diedero filo da torcere ai transalpini molto di piu' di quanto si immagini!


Commenti al Post:
omerostd
omerostd il 07/11/14 alle 18:13 via WEB
Ciao Nina. Interessante il tuo racconto che mi impone una considerazione. Perchè gli insorti del sud che si ribellano all'invasore sono chiamati "briganti " mentre quelli del nord " partigiani "? Quanto sopra vale anche per coloro che contrastarono l' invasione dei Savoia nelle terre del sud che tutti i libri di storia considera " briganti ". Buon fine settimana, Omero
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 19:02 via WEB
Ma quale partigiani Omero? Sai chi erano i Partigiani? E chi erano i Briganti? I briganti erano coloro che si ribellavano alle truppe perchè li uccidevano, li depredavano di ogni risorsa! Se non ti piegavi ai loro "voleri" ti mettevano alla fucilazione, cagionavano la morte dei figli, ti violentavano!
 
leopoldoruberti
leopoldoruberti il 07/11/14 alle 18:17 via WEB
E'una storia molto toccante...Complimenti Anna sei stupenda,e come sempre molto creativa....Un abbraccio e un bacione grande....dino....
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 19:04 via WEB
Nell'orrore di questa vicenda, pure caricata di colore dal mito, possono leggersi le ragioni che hanno spesso indotto tranquille popolane meridionali a trasformarsi in donne vendicatrici e la prevaricazione degli occupanti, il loro disprezzo per gli affetti feriti, l'irrefrenabile ansia di vendetta suscitata nei popoli conquistati. Ciao Dino, grazie e buona serata, ops, buon fine settimana.
 
depascapaolo
depascapaolo il 07/11/14 alle 18:20 via WEB
buon fine settimana NINA bella storia ma triste nello stesso tempo ma la donna molto combattiva.ma penso anche se abbiamo adesso un Italia Unita.LO DOBBIAMO PURE A QUESTE DONNE CORAGGIOSE .BUONA SERATA PAOLO
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 19:14 via WEB
Ciao Paolo, la ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia è stata l’occasione per una riconsiderazione del ruolo che le donne hanno avuto e del contributo che hanno apportato alla costruzione dello Stato nazionale italiano. E così, dopo le omissioni e il silenzio di decenni, sono stati pubblicati studi e organizzate mostre che hanno evidenziato la funzione che le donne di diversa estrazione sociale hanno ricoperto nel processo risorgimentale con le loro idee, i loro progetti, il loro impegno, talvolta diretto, nelle cospirazioni e, persino, nelle lotte vere e proprie, generalmente con funzioni di organizzatrici. Queste donne, spesso eroine invisibili, dopo l’unificazione, passarono a ruoli di impegno sociale a bene ficio di altre donne e dell’infanzia, per il riscatto sociale delle classi disagiate, per l’organizzazione e la promozione dell’educazione. Buona serata caro.
 
riccardo20_04
riccardo20_04 il 07/11/14 alle 18:30 via WEB
Ciao piccola, mia moglie non mi ha mai parlato di questa Francesca, mi documenterò e ti farò sapere, buon fine settimana Riccardo.
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 19:44 via WEB
La presenza femminile nelle vicende del brigantaggio fu di parecchio superiore a quella dell’intera vicenda risorgimentale. Negli eventi briganteschi le protagoniste furono molto di più. Nelle guerre risorgimentali combattevano gli eserciti formati da soldati professionisti o dalle guardie nazionali, nel brigantaggio gli attori erano i popolani, le famiglie. In ogni caso ci rileggeremo, quando sarai pronto, visto che te sei fiorentino Riccardo, grazie della tua visita, un abbraccio.
 
saverio.ancona
saverio.ancona il 07/11/14 alle 18:37 via WEB
Avvenimenti storici, legati alle donne guerriere del Sud, dalla Sicilia, alla Campania, dalla Puglia alla Basilicata, dalla Calabria al Molise, tante figure, spesso legate all'amore per la loro terra, altre all'odio, altre contro violenze dei conquistatori ma... tutte eroine. Buona serata
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 18:54 via WEB
Ciao Saverio, il fenomeno del brigantaggio approda nel Parlamento che, lungi dal preoccuparsi di tentare, con una saggia politica di riforme sociali, di rimuoverne le cause, sceglie la via della repressione, adottando una legislazione speciale, la legge Pica, che instaura il terrore nei territori occupati, la fucilazione sul campo, lo stupro delle donne dei ribelli. In questo contesto matura il dramma delle "brigantesse", che è dramma della rottura dell'equilibrio familiare, dramma di madri senza più figli, di ragazze orfane dei genitori, di vedove, E' il dramma di donne disperate che, ribaltando un ruolo stereotipo di rassegnazione e sudditanza, si dimostrano capaci di affiancare con coraggio i propri uomini e partecipare attivamente alla rivolta contadina. E noi, donne del Sud, sai bene che non ci pieghiamo alle angherie, ai sorprusi, specie a quelli del nemico!!
 
brizolatcarlodri0902
brizolatcarlodri0902 il 07/11/14 alle 19:05 via WEB
Nina con dei soprusi cosi è il minimo che poteva fare. Adesso so il perché le Calabresi sono famose per la loro tempra...Nina buona serata, C.
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 19:49 via WEB
Alle rivolte legittimiste, che si svilupparono in tutto il Mezzogiorno tra la seconda metà del 1860 e la fine del 1861, (e sono ben documentata caro Carlo) il periodo del cosiddetto "grande brigantaggio", partecipò un numero relativamente alto di donne, oltre che contadini, braccianti, pastori e artigiani del Centro e del Sud. Tante donne che trovarono il coraggio di alzare il pugno contro l'Esercito che avrebbe dovuto presentarsi come garante di una rivoluzione sociale e invece si mostrò garante di una rivoluzione borghese..
 
Glaudio43
Glaudio43 il 07/11/14 alle 19:14 via WEB
splendida serata per te nina....ti abbraccio dolcemente....Claudio
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 19:50 via WEB
Una splendida serata anche a te Claudio e buon fine settimana.
 
cardiavincenzo
cardiavincenzo il 07/11/14 alle 19:41 via WEB
Buonasera Nina cara, credo che sia oggetto di riflessione, la tua storia...Ti auguro di trascorre un felicissimo fine di settimana....Vincenzo.
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 20:14 via WEB
Ciao Vincenzo, non è la mia storia, o forse un pò mi appartiene essendo una donna del Sud, bensì la storia di Francesca La Gamba!
 
ravanar
ravanar il 07/11/14 alle 19:57 via WEB
Ho letto molto anch'io sul brigantaggio meridionale in generale e su quello calabrese in particolare (anche su testi editi proprio da Rubettino di Soveria Mannelli-CZ) E' vero, molti uomini ed alcune donne si diedero al brigantaggio, prima contro i francesi e poi contro i piemontesi, oltre che per l'estrema miseria in cui versavano anche per le angherie degli occupanti... Riguardo alla prima delle foto che hai pubblicato, la brigantessa raffigurata non è calabrese ma è Michelina De Cesare, campana della provincia di Caserta, che fu catturata e uccisa dalle truppe piemontesi, mi sembra nel 1868...!!! Rudy
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 20:17 via WEB
Caro Rudy, so benissimo che quella è Michelina De Cesare, campana, catturata dai bastardi delle truppe piemontesi!! (Che non me ne vogliano i Piemontesi) codardi e fascistoni!!!
 
   
ravanar
ravanar il 07/11/14 alle 21:47 via WEB
Hullalaàààà..Ninaaaa..se ti sentisse quella "buonanima" del Gen. Cialdini, si solleverebbe tutto incaxxato dal suo sepolcro e ordinerebbe seduta stante un plotone di esecuzione di baldi bersaglieri... per fucilarti come "manutengola"..;))) Rudy
 
     
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 22:18 via WEB
Che facesse pure! Sono pronta!! Non ho paura di messuno e di nulla e di niente, appartengo ad una famiglia di....meglio non dirlo, per evitare di suscitare colpi al cuore!!! Buona serata Rudy, donna del Sud sono, cocciuta!!
 
tanmik
tanmik il 07/11/14 alle 20:01 via WEB
Ciao NINA, un squarcio del cielo mostra la luna e con i suoi raggi ti invio un sorriso ,un abbraccio e tanti baci. Non preoccuparti, un semplice mal di denti, ma passerà presto. Buon WEEK END anche a te. MIK
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 20:18 via WEB
Grazie Mik, buona serata e buon fine settimana..
 
nagi51
nagi51 il 07/11/14 alle 21:05 via WEB
Donne d'altri tempi ..a loro modo eroine ..capitane ..a capo di bande e poi partigiane ..bel post stasera ...buon fine settimana Nina ..:-)
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 21:18 via WEB
C’è differenza di ruolo Nagi e di comportamento tra le donne del "grande brigantaggio" e quelle della seconda fase. Nel primo caso erano tutte popolane che partecipavano direttamente agli assalti e alle depredazioni, pagando direttamente in prima persona; nel secondo caso erano per lo più delle subalterne, che avevano rotto ogni vincolo familiare e affrontavano il loro viaggio verso la libertà. Ma sempre eroine della resistenza! Pensa che tra i rivoltosi che furono sottoposti a processo e condannati alla Gran Corte Criminale di Lucera, risultavano tra gli altri Giovanna di Maggio fu Michele, che subì una condanna pesantissima (trenta anni di ferri), e Anna Maria Petracca fu Nunzio, condannata insieme ad altri venti elementi "per reati di eccitamento a mano armata alla guerra civile fra gli abitanti di una stessa popolazione, armandoli e inducendoli ad armarsi gli uni contro gli altri nel fine di abbattere il governo, di devastazione, di incendio di casa abitata, di strage di saccheggio, di omicidio consumato, accompagnato da violenza politica"..Ti ho detto tutto!!! Buona serata, grazie della tua partecipazione alla discussione, buon fine settimana.
 
angelheart_2014
angelheart_2014 il 07/11/14 alle 21:06 via WEB
Buona serata Nina , leggendo tuo racconto ho imparato un altro pezzo della storia italiana , le donne sempre hanno dimostrato un carattere delle guerriere e sopratutto con le idee chiare ...dolce serata e un dolce weekend Nina ...Un caldo abbraccio della Farfalla
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 21:24 via WEB
Ciao Monika, chi può, legittimamente sostenere che in una banda di briganti, numerosa e perfettamente organizzata (come tante nel periodo che tratto in questo post), si potesse fare a meno della presenza delle donne per motivi logistici, di collegamento, di approvvigionamento e, perché no, anche per motivi affettivi? La donna, per diritto naturale, era considerata dominio dell’uomo, esclusiva proprietà privata. C'è da aggiungere che in una società contadina, nella quale l’uomo nasceva, in profonda miseria e abiezione, senza diritti e senza proprietà, l’unico diritto che poteva esercitare e l’unica proprietà che poteva rivendicare erano quelli ricadenti sulle proprie donne. Buona serata..
 
tos.luigi
tos.luigi il 07/11/14 alle 21:29 via WEB
Ciao Nina , buona serata e grazie per avermi portato a conoscere una bella ma dolorosa pagina di storia Italiana
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 21:37 via WEB
Grazie a te Luigi e colgo l'occasione per dirti che qualche ragazza insofferente e coraggiosa vide nella vita con le bande un’occasione per sfuggire ad un destino segnato dalla miseria e dalla subordinazione, ma la stragrande maggioranza di esse spariva nei boschi per sfuggire all’arresto e sottrarsi alle rappresaglie delle autorità militari. Infatti tra le misure che tendevano a fare il vuoto attorno ai briganti era previsto l’arresto dei familiari, e le donne, le madri, le mogli, le figlie, le sorelle e le amanti, non sfuggivano a questa regola. Anzi, la parentela con i briganti costituiva di per sé, in un sistema parentale fitto, cementato da solidi legami materiali e morali (una morale diversa e primitiva, ma non per questo meno sentita), un indizio di reato! Buon fine settimana caro..
 
mariogrosso4
mariogrosso4 il 07/11/14 alle 21:53 via WEB
ciao dolcezza un bacione buona serata.
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 22:20 via WEB
Buona serata anche a te dolcezza, spero tutto bene. Notte e sogni tranquilli!!
 
carlingher
carlingher il 07/11/14 alle 21:55 via WEB
UN BACIO PER UN FRIZZANTE FINE SETTIMANA.. CARLO...
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 07/11/14 alle 22:20 via WEB
Grazie Carlo, ricambio.
 
tanmik
tanmik il 08/11/14 alle 05:45 via WEB
Buon WEEK END a te NINA, Mik ti augura giorni belli e felici. Un abbraccio MIK
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 08/11/14 alle 10:32 via WEB
Buon fine settimana anche a te Mik.
 
brave.hearts
brave.hearts il 08/11/14 alle 14:16 via WEB
riesci ancora a stupirmi.."brigantessa" e mi fai tornar in mente quanto mi raccontava il mi Babbo che era in sicilia nei carabinieri al tempo di Salvatore Giuliano. ^_*
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 08/11/14 alle 14:48 via WEB
Ciao Ste, la vera storia di Salvatore Giuliano non è quella che noi abbiamo sempre letto o sentito dire. C'è un testimone che oggi ha 88anni che allora era la "piccola vedetta della banda". Giuliano era una specie di difensore dei poveri e asseriva sempre che bisognava finirla di “calare” sempre la testa, non sopportava di vedere la gente scalza e morta di fame e così cominciò a usare i soldi che gli arrivavano dai suoi "colpi" per comprare il pane e distribuirlo a chi non aveva niente. Dava dei soldi perché ordinasse al mastro, artigiano calzolaio, una certa quantità di scarpe da dare a chi aveva bisogno. Giuliano andava in giro con le tasche piene di fichi secchi e li offriva a grandi e bambini che non avevano da mangiare. Il ritratto di Giuliano-Robin Hood coincide con una certa tradizione popolare, almeno per quel che riguarda l’inizio della sua storia. Bandito sì, ma amato, persino dalle suore dell’Ospedale Gesù Bambino di Palermo, che furono ospiti, sfollate a Palazzo Ramo per quasi due anni, fra il '42 e il '44, lontano dai bombardamenti palermitani. Fu tradito dai suoi stessi uomini. Giuliano fu addormentato con un potente sonnifero datogli da un certo Pisciotta che lo aveva avuto dai Carabinieri, durante una sosta nella caserma di corso Calatafimi, a Palermo. Il resto è più o meno noto.
 
il_parresiasta
il_parresiasta il 08/11/14 alle 22:14 via WEB
Secondo un acuto aforisma, "gli uomini fanno la storia, ma le donne fanno gli uomini". A volte, ci sono donne vanno in prima linea e la soria la fanno pure loro. Era la fine del 2011 quando qui abbiamo fatto un convegno sul Risorgimento e in una delle tre serate si è parlato delle Donne Salentine che hanno rivestito ruoli di primo piano, in qualche caso proprio come la tua "Capitanessa".
 
 
nina.monamour
nina.monamour il 09/11/14 alle 10:20 via WEB
Buongiorno Luigi, l’inizio del Risorgimento come movimento è stato collocato dalla storia subito dopo la fine del dominio napoleonico e il Congresso di Vienna del 1815, mentre il suo compimento effettivo viene fatto risalire all’annessione dello Stato Pontificio e allo spostamento della capitale a Roma nel 1871. Un contributo importante nel processo di riunificazione territoriale e ideologica è stato riconosciuto a una donna salentina, Antonietta De Pace, la quale collabora attivamente con il comitato napoletano della Giovine Italia e nel 1849 fonda un Circolo Femminile composto per la maggior parte da donne nobili o alto-borghese i cui parenti erano stati rinchiusi nelle carceri borboniche. La sua vita eroica, vissuta nel fervore del Risorgimento, è stata l’esempio più concreto alla nascita dell’Italia unita e unica. Buona Domenica caro.
 
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