Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
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Post n°7759 pubblicato il 18 Novembre 2016 da nina.monamour
Le parole sono buone. Le parole sono cattive. Le parole offendono. Le parole chiedono scusa. Le parole bruciano. Le parole accarezzano. Le parole sono date scambiate..offerte.. vendute e inventate. Le parole sono assenti. Alcune parole ci succhiano..non ci mollano..sono come zecche..si annidano nei libri..nei giornali..nelle carte e nei cartelloni. Le parole consigliano..suggeriscono..insinuano..ordinano.. Sono melliflue o aspre. Il mondo gira sulle parole lubrificate con l’olio della pazienza. I cervelli sono pieni di parole che vivono in santa pace con le loro contrarie e nemiche. Per questo le persone fanno il contrario di quel che pensano credendo di pensare quel che fanno.
Splendida giornata e buon lavoro a tutti.. |
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Tralasciando coloro che non dicono quello che pensano e che sono esempi negativi, è frequente il caso che pur usando tutti lo stesso codice, può capitare di non comprendersi perché poi ognuno modella il codice con la sua soggettività, insomma il codice diventa elastico e ognuno lo tira come gli pare.
Siamo del resto nel campo umanistico e non nel campo matemativo dove 2 + 2 fa sempre 4, pertanto qui lo stesso codice può assumere colori diversi a seconda del pregiudizio di chi ascolta o legge, e dell'intento di chi scrive, a seconda quindi dell'umore e del colore che si vuole dare alle parole.
Inoltre è normale che il pensiero originale non possa essere del tutto tradotto in parole, perché pur essendo tante non potranno mai coprire tutte le sfumature del pensiero e tutto il range delle emozioni e dei semntimenti che vi stanno dietro.
Si è bravi quando si riesce a mettere nelle parole almeno il 70% del nostro originale pensiero, ma anche così non è detto che chi legge e ascolta ci interpreti correttamente, così che tra il nostro pensiero e l'interpretazione soggettiva del lettore o dell'ascoltatore ci possono essere disallineamenti tali che rubano almeno il 50% di quello che volevamo effettivamnete comunicare. Un po' meno quando si parla, perché la parola è arricchita dai gesti, dai toni e dagli sguardi, per cui la comunicazione è più completa, anche se non ancora perfetta.
Il codice linguistico è purtroppo un codice flessibile e a volte soggettivo, anche perché le stesse parole ognuno magari le colora in modo leggermente diverso. Non a caso nascono anche qui nei blog molti franintendimenti, ma certamente chi ha una certa cultura e conosce abbastanza bene il linguaggio ha più probabilità di essere capito, specialmente se dialoga con persone che hanno più o meno la stessa conoscenza della lingua.
Il consiglio che si può dare, a meno che non sia un simposio scientifico dove c'è un codice particolare che serve agli addetti ai lavori, è di usare parole semplici, comprensibili a tutti, in modo che chi legge o ascolta abbia meno alibi sull'interpretazione.
Ciao...CARLO.
Buona serata Nina... ciao Renzo