Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
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Post n°8177 pubblicato il 28 Ottobre 2017 da nina.monamour
Avete mai notato che quando William d'Inghilterra e Kate Middleton parlano con i loro bambini, George e Charlotte, si inginocchiano? Lo fanno sempre, in ogni circostanza, e per colpa di questa (buona, poi vedremo perché) abitudine in un'occasione il Principe è stato persino ripreso in mondovisione dalla nonna, la Regina Elisabetta (con un aplomb decisamente british!). Checché ne dica la sovrana che, comprendiamo, giustamente ci tiene all'etichetta e al protocollo, si tratta di un comportamento che tutti i genitori dovrebbero adottare quando si rivolgono ai loro figli, e così dovrebbero fare anche gli altri adulti con cui il piccolo viene in contatto (nonni, zii, amici). Non si tratta di una teoria rivoluzionaria appena ideata, quella dell'ascolto attivo è una tecnica che è stata elaborata per la prima volta nel 1957 da due Psicologi, ed è stata ripresa anche successivamente e adattata a diversi contesti. Quando si parla con un bambino è fondamentale guardarlo sempre in faccia e soprattutto negli occhi, e per questo motivo è molto importante abbassarsi sempre alla sua altezza, in modo che la conversazione possa avvenire in modo paritario e soprattutto empatico: così, con la posizione che assumiamo, possiamo trasmettere la nostra volontà di ascolto ma anche calma e serenità. Per stimolare il dialogo si possono anche porre delle domande semplici, a cui il piccolo possa rispondere. Invece quando combina qualche marachella o fa qualche capriccio è importante non mettersi a urlare ai quattro venti, ma fermarsi, abbassarsi e rimproverare il/la piccolo/a con calma ma fermezza, spiegando anche i motivi della sgridata usando un linguaggio che lui o lei possano comprendere. Questo perché anche se i nostri figli non parlano ancora fanno caso sia alle parole che usiamo, sia al linguaggio corporeo e al tono della nostra voce (a maggior ragione, attenzione ai litigi davanti ai figli!). Per cui possiamo ben dire che quello dei duchi di Cambridge, che sicuramente sono anche stati consigliati dai migliori esperti di pedagogia in circolazione, è decisamente un esempio da seguire! |
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