Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Marzo 2016

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Post n°7497 pubblicato il 31 Marzo 2016 da nina.monamour

Vi siete mai chiesti perché quando ci si bacia in bocca si chiudono gli occhi? È un qualcosa che avviene così, tanto per fare, o c’è un motivo?
Alla domanda hanno risposto gli scienziati


 

 È un qualcosa che diamo per scontato, quando si bacia il partner in bocca si chiudono gli occhi. Ma perché? Forse non ce lo siamo mai domandato, o forse pensiamo che sia perché non vogliamo vedere cosa stiamo facendo. Quale che sia il caso, a rispondere (o almeno a tentare di) ci ha pensato un team di psicologi di Londra.

Ed ecco le conclusioni.


Quello che hanno subito osservato i Ricercatori della Royal Holloway, presso l’Università di Londra, è che quando ci si bacia si chiudono gli occhi per permettere al cervello di concentrarsi in modo adeguato su quanto si sta facendo, anche perché esso non sarebbe in grado di focalizzarsi su due cose insieme. Per cui in questo caso (e per fortuna) niente multitasking come, per esempio, chattare con WhatsApp mentre si sta baciando la propria metà.



Secondo quanto riferito da una Psicologa, sul Journal of Experimental Psychology, è che il cervello fatica a elaborare gli stimoli visivi, specie in presenza di stimoli sensoriali come il tatto. "Il senso del tatto è la consapevolezza che dipende dal livello di carico percettivo in un compito visivo simultaneo", scrivono gli autori dello studio.


Per questo studio, i partecipanti sono stati osservati mentre svolgevano dei compiti visivi, con l’intento di misurare il loro senso tattile. Durante i diversi test, ai volontari è stata misurata la risposta tattile attraverso una stimolazione esterna della pelle delle mani.

I risultati dei test hanno mostrato che alcuni dei partecipanti erano meno sensibili al senso del tatto quando lavoravano in contemporanea anche con gli occhi. Questo spiegherebbe il perché quando si hanno esperienze sensoriali come quelle tattili (per esempio il bacio) si tende a chiudere gli occhi in modo da potersi concentrare meglio sulle sensazioni e il compito.



La stessa cosa avviene in tutte quelle situazioni in cui lo sguardo potrebbe distrarre. Questi risultati spiegano pertanto perché chiudiamo gli occhi quando baciamo. La ricerca si estende anche al senso tattile e ciò è particolarmente importante se si considera il crescente utilizzo delle informazioni tattili nei sistemi di allarme.

Io adoro i baci, specie quelli dati con passione.

Se è dato dalla persona giusta, le emozioni ci sono sicuramente..

E Voi, che ne dite?

 

 


 
 
 

Senza valori..

Post n°7496 pubblicato il 30 Marzo 2016 da nina.monamour

 

 

Gli pseudovalori del successo e del divertimento e del denaro necessario per il successo  e per il divertimento, sono diventati idoli ai quali si sacrifica tutto, tempo, passione, energie e anche gli affetti e la vita stessa.

In questo scenario i giovani sono smarriti, perchè non vedono piu' una segnaletica che indichi la strada del senso della vita, dell'impegno, della dedizione, della fedeltà agli ideali che danno gusto e grandezza all'esistenza umana.

I giovani sono le prime vittime di una generazione di adulti diventati insipidi e senza valori. 

 

http://www.drzap.it   (oltre 109.100 battute e barzellette)http://drzap.tumblr.com/  (oltre 9.400 vignette umoristiche)

 

 
 
 

✿ﻼღ♥

Post n°7495 pubblicato il 29 Marzo 2016 da nina.monamour

Il quoziente intellettivo o QI dei cani è stato scoperto funzionare allo stesso modo di quello degli esseri umani e secondo gli Scienziati, questo può aprire la strada per nuove comprensioni del legame tra intelligenza e salute.

Uomini e cani si somigliano sempre più e non si tratta di una somiglianza dei tratti somatici, come a volte capita di vedere in giro. Ma si tratta di intelligenza, o QI, che pare funzioni allo stesso modo negli amici a quattrozampe e negli esseri umani. In pratica, un cane intelligente lo è allo stesso modo di un umano intelligente e, naturalmente, viceversa. Per cui, i cani che tendono a svolgere bene in determinato compito, faranno bene anche in altri ambiti, così come l’uomo.

 


Basandosi su recenti studi che hanno dimostrato come le persone più intelligenti, o brillanti, tendano a vivere più a lungo, gli Scienziati della London School of Economics e dell'Università di Edibumgo ritengono che potrebbe essere dimostrato che la stessa cosa vale per i cani. In questo modo, si potrebbero utilizzare come modello per studiare i problemi di salute a lungo termine come per esempio la demenza o l'Alzheimer.

La scoperta potrebbe avere "implicazioni di vasta portata per comprendere la salute e le malattie umane e le malattie e la salute dei cani", commenta una Dott.ssa della London School of Economics.

Mi sono posta la domanda, se un cane è bravo in un test, tende a essere migliore rispetto alla media in un altro test?

E si è scoperto che sì, è vero.


Sia gli Etologi che gli Scienziati sono concordi nel ritenere il Border Collie,

 

 

una delle razze di cani più intelligenti. Per questo sono stati scelti 68 di questi cani per i test di intelligenza studiati per lo studio. Nei diversi test per il QI si è scoperto che i cani che ottenevano buoni risultati in uno dei diversi compiti assegnati tendevano a essere superiori alla media degli altri, quanto a intelligenza.


Volendo indagare sulla salute umana, partendo dal concetto che le persone più intelligenti sono anche più sane, non così semplice sottolineano i ricercatori. Questo perché ci sono diversi fattori che incidono sulla salute, come per esempio il vizio del fumo, la dieta corretta o scorretta, l’attività fisica o la sedentarietà e così via. Invece, i cani sono fondamentalmente "astemi", per cui sono più affidabili, dovendoli osservare.

 


I cani sono molto affidabili su questo fronte, per esempio non fumano, non bevono alcol, non si drogano e molte altre cose che invece gli umani fanno.

E, vista in quest'ottica,

 

 

viene spontaneo pensare che alla fine i cani sono anche più intelligenti.

 

 

 
 
 

(。-‿-。)

Post n°7494 pubblicato il 28 Marzo 2016 da nina.monamour

 

 

Una vignetta divertente ha come protagonista un simpatico corriere che deve consegnare un gigantesco uovo di Pasqua variopinto.

Le sue gambe cedono e il cappello gli sta per cadere ma deve portare a termine il suo compito.

Ci riuscirà?

Un pensiero spiritoso per augurare una felice serata pasquale.

 

 

 
 
 

Semplicemente..pace!!

Post n°7493 pubblicato il 28 Marzo 2016 da nina.monamour


La libertà comincia dall'ironia.

(Victor Hugo)




L'Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace, si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame.

Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire.

Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellita sotto nessuna bandiera, semmai vorrei essere ricordata per i miei sogni. Dovessi un giorno morire, fra cent'anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela:

"Un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare"

Ognuno di noi è in guerra con qualcosa..

A volte io sono in guerra col mio cuore..


 
 
 

Un post dentro il post..

Post n°7492 pubblicato il 27 Marzo 2016 da nina.monamour

 


Mai vergognarsi della dolcezza..solo i deboli lo fanno.

La vulnerabilità è la scelta più coraggiosa che un uomo e una donna possano donarsi. Le persone che non si rispettano, che si separano alla velocità della luce perché non sono "capiti" poverini. Pensano che tutti diventiamo vecchi, ed è meglio camminare con i compagni di una vita, o soli come figli di nessuno??

La dolcezza è il proprio biglietto da visita, non può mentire!

Apriamo gli occhi...vediamo piu' luce...

 


Da quando esiste l’ora legale?

L'ora legale altro non è che una convenzione che alcuni paesi adottano al fine di guadagnare ore di luce nel tardo pomeriggio. In termini pratici, l'ora legale consiste nello spostare in avanti di un'ora la lancetta degli orologi in un determinato periodo dell'anno.

L’idea compare per la prima volta nel 1784 con Benjamin Franklin che desiderava trovare un modo per risparmiare energia.

Fu William Willet a riprendere l’idea di Franklin nel 1907, spronato dai sempre crescenti problemi economici causati dalla Prima guerra mondiale propose di adottare convenzionalmente l'ora legale. Ed ecco che nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra definì il British Summer Time, ovvero lo spostamento della lancetta dell’orologio avanti di un’ora nel periodo estivo.

E' solo dal 1996, invece, che tutti i Paesi della Unione Europea hanno lo stesso calendario per l’ora legale, dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre.


 

 

 Ieri notte alle ore 2 bisognava portare avanti di un’ora l’orologio, cioè metterlo alle 3; che è un pò scomodo, se non avete fatto tardi il sabato sera, quindi va bene anche se lo avete fatto prima di andare a letto, oppure stamattina. O servirà il solito immancabile che passa tutta la giornata a ripetere “sono le quattro, ma è come se fossero le tre”?

E avete controllato se il vostro smartphone si aggiorna da solo, che se no fate casino?
Comunque, l’orario noto come “ora legale” si discosta di sessanta minuti dall’ora “solare” o “civile convenzionale” per prolungare il periodo di luce pomeridiano e serale. Vale per sette mesi all’anno, dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre.

Tutta l’Unione Europea (più la Svizzera) ha adottato lo stesso calendario dell’ora legale nel 1996. L’ora legale scatta contemporaneamente in tutta l’Unione, all’una di notte secondo il fuso orario di Londra, alle due di notte a Berlino, alle tre di notte ad Atene.

Negli Stati Uniti è già attiva da due settimane.

 

 

Serena Pasqua..

 
 
 

Augurissimi a tutti Voi..

Post n°7491 pubblicato il 27 Marzo 2016 da nina.monamour

Una tradizione dei paesi anglosassoni racconta che la Domenica di Pasqua il coniglietto pasquale Easter Bunny



visiti le case delle famiglie e nasconda nei giardini delle uova di cioccolato. 

I bambini fanno a gara a scovare le uova



e a raccoglierne il più possibile.



E' arrivato un treno carico
 

E arrivato un treno carico di..
Il quarto vagone è riservato

a un pasticcere rinomato
che prepara, per la Pasqua,

le uova di cioccolato
Al posto del pulcino
c'è la sorpresa.

Campane di zucchero
suoneranno a distesa.

(Poesia di Pasqua di Gianni Rodari)

 

 
Per colpa dellla guerra..


 
 
 

✿ﻼღ♥

Post n°7490 pubblicato il 26 Marzo 2016 da nina.monamour

Sarà che mi sento un pò un maschio mancato, ma fin da bambina ho sempre avuto il mio caratterino. E anche se ho quasi sempre seguito le regole (per rispetto e non per timore, anche se non sempre volentieri), non ho mai sopportato l’omologazione.

Io ero io, e volevo che si capisse, non ho mai seguito i dittami della moda o delle consuetudini, anzi, se era possibile ho sempre cercato il particolare, il diverso.
Ma di gente che segue il gregge ce n’è, eccome.

L'ultima frontiera è il cane, e qui molto viene dettato dal cinema e dalla tv.
Passata la moda dei dalmata nata dopo "La carica dei 101" e ormai esaurita l’onda del pastore tedesco (a proposito, per caso è in via d’estinzione? Dopo Rex non se ne vedono quasi più), è stata la volta del Border Collie.

Erano comunque mode che avevano resistito per decenni, ora invece la moda si è fatta più o meno annuale, un pò come nell’industria dell’abbigliamento ora c'è anche il cane prêt-à-porter.
Esempio, circa tre anni fa per la prima volta vidi un Bovaro del Bernese


bovaro del bernese


il proprietario si stupì che conoscessi quella razza, tanto era inusuale vederne in giro. In capo a due anni, pieno di Bovari del Bernese.
Poi è stata la volta del Cane Lupo Cecoslovacco.


Canelupocecoslovacco


bellissimo animale, fiero come il suo compare selvatico, buon carattere, non adatto proprio a tutti perché deve essere gestito con molta dolcezza ma con determinazione. Nonostante tutto, si sa, la moda va seguita e giù Lupi Cecoslovacchi.

Ora il trend è il Dogo Argentino


dogo argentino


nell’ultimo mese ho già visto in giro tre cuccioli, non passerà molto che ce ne sarà un’invasione.

Normalmente uno dovrebbe scegliere il cane che più si addice alla sua famiglia e al suo stile di vita (vi immaginate un irruento ed energetico border collie con due vecchietti ottantennni?) anche se la cosa migliore in assoluto resta sempre l’adozione

Ricordiamoci che un cane non è un oggetto da sfoggiare ma una creatura sensibile che dà amore e che spera di riceverne, aldilà di razza o pedigree.

Quindi non ci facciamo influenzare più di tanto dall’ondata del momento e in ogni caso ricordate che se questo è il vostro criterio di scelta, col cane di moda quest'anno sarete fuori moda già dall'anno prossimo!


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Il movimento ambientalista..

Post n°7489 pubblicato il 25 Marzo 2016 da nina.monamour

Alla cassa di un supermercato, una anziana Signora sceglie una busta di plastica per metterci i suoi acquisti. 

 

 

 La cassiera le rimprovera di non adeguarsi all'ecologia e le dice: "La sua generazione non comprende semplicemente il movimento ecologico, noi giovani stiamo pagando per la vecchia generazione che ha sprecato tutte le risorse!" La vecchietta si scusa con la cassiera e spiega: " Mi dispiace, non c'era nessun movimento ecologista ai miei tempi".

Mentre lei lascia la cassa affranta, la cassiera aggiunge: "Sono persone come voi che hanno rovinato tutte le risorse a nostre spese. E' vero, non si faceva assolutamente caso alla protezione dell'ambiente ai suoi tempi". Allora, un pò arrabbiata, la Signora fa osservare che all'epoca si restituivano le bottiglie di vetro al negozio.

Il negozio le rimandava in fabbrica per essere lavate, sterilizzate e riutilizzate nuovamente, così si riciclavano. La carta e i sacchetti di carta si usavano piu' volte e quando erano ormai inutilizzabili si usavano per accendere il fuoco. Non c'era il "residuo" e l'umido si dava da mangiare agli animali. Ma noi non conoscevamo il movimento ecologista! E poi aggiunge. "Ai miei tempi salivamo le scale a piedi, non avevamo le scale mobili e pochi ascensori. Non si usava l'auto ogni volta che bisognava muoversi di due strade, camminavamo fino al negozio.

Ma è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista!

Non si conoscevano i pannolini usa e getta, si lavavano i pannolini dei neonati!. Facevamo asciugare i vestiti fuori su una corda, avevamo una sveglia che caricavamo la sera e in cucina, ci si attivava per preparare i pasti; non si disponeva di tutti quese diavolerie elettriche specializzati per preparare tutto senza sforzi e che mangiano tutti i watt che l'Enel produce. Quando si imballavano degli elementi fragili da inviare per posta, si usava come imbottitura della carta da giornale o della ovatta, in scatole già usate, non bolle di polistirolo o di plastica; non avevamo i tosaerba a benzina o trattori, si usava l'olio di gomito per falciare il prato. Lavoravamo fisicamente, non avevamo bisogno di andare in palestra per correre sul tapis roulant che funziona con l'elettricità.

Ma è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista!

Si beveva l'acqua alla fontana quando avevamo sete, non avevamo tazze e bottiglie di plastica da gettare, e riempivamo le penne in una bottiglia di inchiostro invece di comprare, ogni volta, una nuova penna. Le persone prendevano il bus, il treno e i bambini si recavano a scuola in bicicletta o a piedi invece di usare la macchina di famiglia con la mamma come un servizio di taxi 24 h su 24. I bambini tenevano lo stesso astuccio per diversi anni, i quaderi continuavano da un anno all'altro, le matite, gomme e temperamatite e altri accessori duravano fintanto che potevano, non un astuccio tutti gli anni o dei quaderni gettati a fine Giugno, nuovi.

Ma è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista!

C'era solo una presa di corente per stanza, e non una serie di multiprese per alimentare tutta la paoplia degli accessori elettrici indispensabili ai giovani d'oggi.

Allora non farmi incazzare col tuo movimento ambientalista!

Tutto quello che si lamenta, è di non aver avuto abbastanza presto la pillola, per evitare di generare giovani idioti come voi, che si immagina di aver inventato tutto, a cominciare dal lavoro, che non sanno scrivere 10 linee senza fare 20 errori di ortografia, che non hanno mai aperto un libro oltre che dei fumetti, che non sanno chi ha scritto il Bolero di Ravel (che pensano sia un grande sarto), che non sanno dove passa il Danubio quando proponi loro la scelta tra Vienna o Atene, ecc..ecc..ma che credono comunque di poter dare lezioni agli altri, dall'alto della loro ignoranza!

...già, ma noi non conoscevamo il movimento ambientalista!!!


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Il dolce "alato"..

Post n°7488 pubblicato il 24 Marzo 2016 da nina.monamour

 
Uno dei principali classici delle feste pasquali è senza ombra di dubbio la colomba!

colomba


La leggenda narra che essa sia legata a un Santo irlandese, Colombano, e alla regina longobarda Teodolinda.

Sembra che intorno all’anno 612 la regina favorì l’opera di evangelizzazione del santo e che, proprio per questo, i sovrani longobardi lo invitarono, insieme ai suoi monaci, a un pranzo veramente sontuoso. In tavola Colombano e i suoi trovarono la migliore selvaggina rosolata: una mensa esagerata per i monaci che, visto anche il periodo di Quaresima, preferirono rifiutare quest’offerta considerata troppo opulenta. Per non offendere la Regina, Colombano decise di consumare le carni solo dopo averle benedette.

Esercitando il rituale alzò la mano destra per fare il segno della croce e subito le pietanze si trasformarono in candide colombe di pane. Un vero e proprio prodigio che impressionò in maniera decisiva la regina Teodolinda, al punto che la sovrana decise di donare all’abate un territorio, Bobbio, nel piacentino, dove sorse appunto l'Abbazia di San Colombano.

La colomba lombarda




Oggi la dolce colomba è un grande classico sulle tavole pasquali. Fuori del mito, per risalire all’origine della colomba ci sono due "strade filologiche", la prima è tipicamente lombarda, secondo il dolce inventato dalla Motta intorno al 1930. Questa varietà del "dolce alato" è ancora oggi la più diffusa, anche grazie alla lunga presenza sul mercato del marchio Motta (oggi detenuto dalla Bauli). Il suo impasto base è composto da uova, burro, farina e buccia d’arancia candita, unita a una glassatura alle mandorle.

La colomba siciliana





Il secondo tipo di colomba è la colomba siciliana, che ha una tradizione decisamente più artigianale, si tratta di un dolce a "pastaforte" realizzato con zucchero, farina 00 e cannella.

Ma a dire il vero sono tante le varianti in cui questo dolce viene pensato, realizzato e presentato, una fra le più gustose è certamente la colomba al pistacchio, meglio se originale di Bronte!

 




 

 
 
 

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Post n°7487 pubblicato il 23 Marzo 2016 da nina.monamour

 

 

In verità sono abituata a dire quello che penso ma mi sono resa conto che non tutti apprezzano e comprendono la sincerità. C'è chi si offende anche di fronte ad una critica costruttiva, allora in questi casi forse è meglio tacere.

Devo confessare che io nel dire ciò che pensavo ero molto diretta ed assai poco diplomatica, ora mi sto impegnando non tanto a tacere, che mi sarebbe impossibile ma ad essere il più gentile e delicata possibile nell'esporre il mio pensiero.

 


Con certe persone comunque è decisamente meglio tacere perchè dire quello che si pensa potrebbe irritare chi riceve il commento, occorre sempre dire quello che si pensa ma in forma leggera, in forma addolcita non in forma diretta tipo pugno in faccia. 

Penso che in fondo al nostro cuore tutti sappiamo perfettamente come stanno le cose, purtroppo spesso la verità fa male, chissà perchè ci mette davanti la realtà di quello che veramente siamo e che cerchiamo di nascondere.

Quel che si pensa si può dire, ammesso che non sia offensivo, comunque anche ciò che non si può se detto con i dovuti modi è possibile dirlo.
Tutto sta al come ci poniamo e parliamo.smile

 

 


 
 
 

I migliori amici..

Post n°7486 pubblicato il 22 Marzo 2016 da nina.monamour

 

Un vecchio camminava per una strada con il suo cane, si godeva il paesaggio, quando ad un tratto si rese conto di essere morto. Si ricordò quando stava morendo e che il cane che gli camminava al fianco era morto da anni. Si chiese dove li portava quella strada.
Dopo un poco giunsero ad un alto muro bianco che costeggiava la strada e che sembrava di marmo.

In cima a una collina s'interrompeva in un alto arco che brillava alla luce del sole.
Quando vi fu davanti, vide che l'arco era chiuso da un cancello che sembrava di madreperla e che la strada che portava al cancello sembrava di oro puro.
Con il cane s'incamminò verso il cancello, dove ad un lato c'era un uomo seduto a una scrivania. Arrivato davanti a lui, gli chiese:
 Scusi, dove siamo?
 Questo è il Paradiso, signore, rispose l'uomo.
 Wow! E non si potrebbe avere un pò d'acqua?
 Certo, signore. Entri pure, dentro ho dell'acqua ghiacciata.
 L'uomo fece un gesto e il cancello si aprì.
 Non può entrare anche il mio amico?.. disse il viaggiatore indicando il suo cane.
 Mi spiace, signore, ma gli animali non li accettiamo.
 

L'uomo pensò un istante, poi fece dietro front e tornò in strada con il suo cane.
Dopo un'altra lunga camminata, giunse in cima ad un'altra collina in una strada sporca che portava all'ingresso di una fattoria, un cancello che sembrava non essere mai stato chiuso. Non c'erano recinzioni di sorta.

Avvicinandosi all'ingresso, vide un uomo che leggeva un libro seduto contro un albero.
 Mi scusi, chiese, non avrebbe un pò d'acqua?
 Sì, certo, laggiù c'è una pompa, entri pure.
 E il mio amico qui? .. disse lui, indicando il cane.
 Vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola.
Attraversarono l'ingresso ed effettivamente poco più in là c'era un'antiquata pompa a mano, con a fianco una ciotola.

Il viaggiatore riempì la ciotola e diede una lunga sorsata, poi la offrì al cane.
Continuarono così finché non furono sazi, poi tornarono dall'uomo seduto all'albero.
 Come si chiama questo posto? ..chiese il viaggiatore.
Questo è il Paradiso.
 Beh, non è chiaro, laggiù in fondo alla strada un signore mi ha detto che era quello, il Paradiso.
 Ah, vuol dire quel posto con la strada d'oro e la cancellata di madreperla? No, quello è l'Inferno.
 E non vi secca che usino il vostro nome?

No, ci fa comodo che selezionino quelli che per convenienza lasciano perdere i loro migliori amici.

 

 
 
 

Primavere arabe..

Post n°7485 pubblicato il 21 Marzo 2016 da nina.monamour

Oggi è la Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale, istituita dall'ONU nel 1966 in ricordo del Massacro di Sharpeville,  un'occasione per riflettere sulle forme di discriminazione più subdole o strumentali che tutt’oggi sono presenti nei confronti di diversità culturali e religiose.



La manifestazione di Sharpeville era stata organizzata dal Pan Africanist Congress (PAC) per protestare contro il decreto governativo dello Urban Areas Act, informalmente chiamato pass law ("legge del lasciapassare"). Questa legge prevedeva che i cittadini sudafricani neri dovessero esibire uno speciale permesso se fossero stati fermati dalla polizia in un'area riservata ai bianchi; i lasciapassare venivano concessi solo ai neri che avevano un impiego regolare nell'area in questione.


I dimostranti (in numero compreso fra 5000 e 7000) si radunarono verso le 10 del mattino presso la stazione di polizia di Sharpeville, nell'odierno Gauteng; si dichiararono sprovvisti di lasciapassare e chiesero alla polizia di arrestarli. Le autorità usarono diverse forme di intimidazione per disperdere la folla, inclusi caccia militari in volo radente e lo schieramento di veicoli blindati della polizia. Alle 13:15, la polizia aprì il fuoco sulla folla. Secondo i dati ufficiali furono uccise 69 persone (inclusi 8 donne e 10 bambini) e oltre 180 furono ferite.

La notizia del massacro contribuì a creare una escalation della tensione fra i neri e il governo bianco. In risposta al diffondersi della protesta, il 30 marzo il governo dichiarò la legge marziale, seguirono oltre 18.000 arresti.

Il 1º aprile, le Nazioni Unite condannarono ufficialmente l'operato del governo sudafricano con la Risoluzione 134. Il massacro divenne un punto di svolta nella storia sudafricana, dando inizio al progressivo isolamento internazionale del governo del National Party. Il massacro di Sharpeville fu anche uno dei motivi che convinsero il Commonwealth a estromettere il Sudafrica.



Sembra distante il concetto di discriminazione razziale dalla nostra attuale società occidentale e teoricamente "tollerante" delle diversità.

Eppure, se non esplicitamente in nome di un desueto concetto di "razza", ma sotto altri pretesti, come quello dell’appartenenza religiosa, oggi sono forti i fenomeni di discriminazione contro le minoranze, specie quando le comunità islamiche, o i migranti che fuggono da scenari di guerra e sbarcano sulle nostre coste, vengono visti come il "nemico" che ci minaccia.

Tutte le rivoluzioni, le proteste e le rivolte in nome di principi, diritti umani civili e politici che vogliono cambiare un sistema in una direzione più giusta e tollerante sono delle "primavere", delle lotte per un cambiamento, una rinascita. E chissà perchè il 21 di Marzo è sempre il mese delle..rinascite!!

E non soltanto le proteste contro le discriminazioni razziali, ma contro ogni forma di discriminazione o repressione delle libertà individuali e collettive. Basti pensare alle rivolte passate ormai alla storia con il nome di "primavere arabe" che forse troppo presto sono state dimenticate, troppo poco sono state ascoltate, ora che il vuoto lasciato dai regimi contro cui quelle proteste si levavano teme il sopravvento di minacce ben peggiori.

Eppure, nonostante il fondamentalismo Islamico stia disseminando terrore e morte anzitutto nella popolazione e nella cultura araba (basti pensare alla distruzione di biblioteche, siti archeologici e musei), nel nostro Paese assistiamo a preoccupanti quanto mai paradossali fenomeni xenfobi contro migranti e concittadini musulmani agendo una discriminazione razziale mascherata.


 

Tutto ciò è giusto? A Voi la parola..

Ascoltate il video..


 

 
 
 

Salutiamo la Primavera..

Post n°7484 pubblicato il 21 Marzo 2016 da nina.monamour

È arrivata la primavera





e in Giappone tutto si riveste di rosa chiaro, ovvero il colore che contraddistingue il meraviglioso albero di ciliegio.

Nel periodo che va da fine marzo alla metà di maggio, i giapponesi celebrano la stagione Hanami, che significa proprio fiori da guardare, con l'Hanami festival (dal 15 marzo al 29 aprile), festa molto sentita dalla popolazione nipponica, che quest'anno è iniziata il 15 marzo e terminerà il 29 aprile.

Anche le città più importanti, ricche di cemento, si riempiono di colore, quello tipico del ciliegi in fiore, i Sakura, uno dei simboli più importanti del Giappone.





Questo è il periodo in cui i giapponesi amano fare i classici pic nic nei prati, e infatti non è raro vedere gente vestita in abito da lavoro che, durante la pausa pranzo, esce dagli uffici e si siede ai piedi degli alberi per consumare il pasto.

Tanti coloro che amano festeggiare bevendo il sakè, la loro tradizionale bevanda alcolica.




L'Hanami ha origine molte antiche che risalgono al VII° secolo quando era un vero e proprio rito religioso durante i quali si stimava il futuro raccolto in base alla fioritura dei ciliegi, se in abbondanza il raccolto era ottimo, viceversa per il contrario.


 

Buon inizio di settimana

 

 
 
 

Giornata internazionale..

Post n°7483 pubblicato il 20 Marzo 2016 da nina.monamour


La felicità è..






Oggi è la giornata internazionale della felicità.
Lo ha deciso l'Onu.
Per me la felicità è la "possibilità che diamo a noi stessi di essere ciò che siamo veramente".

 
E per voi?




 
 
 

°ღ•©

Post n°7482 pubblicato il 20 Marzo 2016 da nina.monamour

 

 

"L'amore angelico si esprime attraverso le vie della tenerezza più assidua e più trepidante; è ammonimento, prossimità, incoraggiamento, attesa silenziosa e fiduciosa"

 

 

Quanto sarebbe bello che tutti mettessero la mano sulla coscienza e mettessero in pratica cosa insegna il Vangelo.

La pace che tutti noi aspettiamo penso che sia ancora molto lontana.
Ma come si dice, la speranza è sempre l'ultima a morire.

Buona Domenica delle Palme a tutti, lo dico con tutto il cuore.

 

 
 
 

✿ﻼღ♥

Post n°7481 pubblicato il 19 Marzo 2016 da nina.monamour


Che bello essere innamorati, condividere con qualcuno emozioni, gioie, dispiaceri e sapere che su questa persona puoi sempre contare, è meraviglioso, è una grande gioia.

Auguro a tutti di trovare l'anima gemella e di svegliarsi ogni mattina felici di condividere la propria vita con qualcuno che ci ami davvero.



Le foto d'altri tempi regalano sempre quel non so che di romantica nostalgia del tempo passato!!



a te...mio padre

 


....tanti e tanti auguri Babbo..


 
 
 

I maestri cosmici..

Post n°7480 pubblicato il 19 Marzo 2016 da nina.monamour

 È possibile che là, tra le stelle, vi sia una specie progredita che sa che esistiamo, ma ci lascia cuocere nel nostro brodo primitivo?

Però è difficile che abbia tanti riguardi verso una forma di vita inferiore, forse che noi ci preoccupiamo di quanti insetti o lombrichi schiacciamo sotto i piedi?

Una spiegazione più plausibile è che vi siano scarsissime probabilità che la vita si sviluppi su altri pianeti o che, sviluppatasi, diventi intelligente.



Poiché ci definiamo intelligenti, anche se forse con motivi poco fondati, noi tentiamo di considerare l'intelligenza una conseguenza inevitabile dell'evoluzione, invece è discutibile che sia così. I batteri se la cavano benissimo senza e ci sopravviveranno se la nostra cosiddetta intelligenza ci indurrà ad autodistruggerci in una guerra nucleare.

Lo scenario futuro non somiglierà a quello consolante definito da Star Trek,



di un universo popolato da molte specie di umanoidi, con una scienza e una tecnologia avanzate ma fondamentalmente statiche.

Credo che invece saremo soli e che incrementeremo molto, e molto in fretta, la complessità biologica ed elettronica.

Perché gli extraterrestri non si manifestano in modo esplicito agli occhi del mondo? L'unica acquisizione certa è che gli ipotetici passeggeri dei veicoli spaziali fanno di tutto per evitare un contatto pubblico e definitivo.
Perchè avverrebbe questo?

Io mi chiedo se forse queste creature stiano evitando di contattare ufficialmente l'umanità per timore di essere attaccati? E di conseguenza, se e quando qualcuno li abbia mai attaccati.


 

Si è ipotizzato il cosiddetto shock culturale, gli alieni non vogliono creare un trauma troppo violento mostrandosi pubblicamente, e quindi adottino una tecnica "colpisci e fuggi" per abituarci gradatamente al loro passaggio.

Margareth Mead, Antropologa americana, studiosa delle civiltà primitive casserisce che "gli schedari antropologici contengono numerosi esempi di società, sicure nel loro posto nell'universo, che si sono disintegrate quando hanno dovuto associarsi con società che prima ignoravano, abbracciando idee differenti e diversi modi di vita; le civiltà sopravvissute a questa esperienza normalmente ne hanno pagato il prezzo sacrificando valori, atteggiamenti e comportamenti validi fino allora..."

Guardando ad alcune antiche civiltà come l'egizia, l'inca, e l'indiana e agli ipotetici "contatti" nel passato remoto con entità spaziali, l'ipotesi della Mead sarebbe confermata in pieno, al confronto con i visitatori dalle stelle i membri dei gruppi etnici sopra citati si sono immobilizzati, hanno cessato qualsiasi forma di ricerca scientifica per abbandonarsi alla spiritualità ed al fideismo fino alla più passiva arrestando o addirittura rallentando la propria evoluzione storica.

Secondo l'Ufologo-Sociologo italiano Roberto Pinotti, in queste società contattate si verificherebbe un'anomia, ovvero una perdita di valori e sicurezze che metterebbero in crisi la società (o quanto meno le istituzioni politiche, religiose e militari).
Si potrebbero poi proporre anche altre spiegazioni, che cosa hanno di effettivamente interessante, per una civiltà piu' evoluta, gli abitanti di questo pianeta?

 

 

Ben poco da offrire, diremmo, a meno che eventuali visitatori spaziali siano interessati alla nostra psiche o al nostro corpo per compiere esperimenti.

In tal caso, se l'uomo fosse considerato semplicemente una cavia da laboratorio su cui sperimentare a piacimento, è ovvio che simili test verrebbero condotti in gran segreto, senza mettersi troppo in evidenza.

Di diverso parere i contattisti, che considerano gli alieni "Maestri cosmici" cioè guide spirituali che non appaiono a tutti non per traumatizzarci e perchè selezionerebbero solo le persone spiritualmente più elevate attraverso le quali comunicare al resto dell'umanità messaggi sull'ecologia, la morale, il progetto cosmico di fratellanza.

Sia come sia, il vero motivo per cui gli alieni non si mostrano è ben lungi dall'essere chiarito. Resta solo la certezza che essi, gli alieni, non si vogliono mostrare in modo esplicito all'umanità."

 

 

 
 
 

Il silenzio inquieto..

Post n°7479 pubblicato il 18 Marzo 2016 da nina.monamour

"Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati.
Dove andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare".




Il 12 marzo 1922 nasce a Lowell, Massachusetts, lo scrittore americano di origini franco-canadesi, Jack Kerouac.
Basta pronunciare il suo nome e l'associazione con quei ragazzi irrequieti della "Beat Generation", che nell'immaginario dei perbenisti rappresentano la generazione perduta che brucia deliberatamente la propria gioventù, risulta inevitabile.

E in quell’immaginario appare evidente il ben poco celato disprezzo verso quel movimento culturale americano sorto nel periodo degli anni '50, legato agli anarchici di origine dadaista-espressionista, e che vede tra i suoi massimi esponenti, oltre a Kerouac, William Burroughs e Allen Ginsbrg.





I giovani artisti di quel periodo sfogano la loro avidità di vita accumulando esperienze rischiose e sempre nuove rigettando con disprezzo ogni sistema morale e sociale precostituito.
La beat generation si ribella al conformismo puritano e lascia ai posteri i più interessanti classici della narrativa moderna.

Vivono in un mondo in cui sembra che ogni battaglia sia stata già vinta e i vari idoli letterari del passato vengono ormai letti e commentati insieme a professori emeriti che si limitano a sterili analisi testuali senza riuscire a dare delle risposte al tumulto che si agita nei loro animi.




Sembra non vi sia più nulla da dire o da fare, eppure in quell’iniziale silenzio e nel ripiegarsi in se stessi di quei giovani intellettuali emerge improvvisamente l’esigenza di raccontare il proprio drammatico malessere in una società carica di violenza psicologica che tende ad annientare l'individuo.

E dal loro silenzio inquieto, carico di rancore nei confronti di una società sempre più anonima e impersonale e che lascia solo intravedere un futuro di lotta per il potere, uno stipendio e una routine soffocante di una vita crudele nella sua aberrante monotonia, si sprigiona una potente energia creativa.
I vagabondaggi, le esaltazioni mistiche, il guidare a folle velocità e l’ubriacarsi rappresentano una ricerca di quell’innocenza perduta che si ribella alle opprimenti sovrastrutture che annientano nel conformismo l’istinto creativo dell’uomo.

"Beat, è il beat da tenere, è il beat del cuore, è l’essere beat e malmessi al mondo e come l’essere a terra ai vecchi tempi e come nelle antiche civiltà gli schiavi ai remi che spingevano le galere a un beat e i servi che facevano vasi a un beat"

In questo pensiero di Jack Kerouac sembra essere condensato il manifesto della beat generation, beatitudine derivante dalla salvezza mistica dello spiritualismo Zen, ma anche dall'estasi prodotta dalle droghe, dall’alcool, dal sesso, dal parlare per esternare liberamente tutto ciò che è dentro di noi. E nello stesso tempo beat si può interpretare come un ineluttabile annientamento che la società reca all’individuo e a cui si può reagire solamente conducendo una vita libera che ne divori ogni istante.

Dunque il termine Beat assume due significati che si dimenano tra il battuto e beatificato in cui solo attraverso un’ostinata resistenza alle convenzioni borghesi e attuando un’esistenza attiva si può raggiungere la luce della verità.

 
 
 

Oggi andiamo in Finlandia..

Post n°7478 pubblicato il 17 Marzo 2016 da nina.monamour

In Lapponia c’è la possibilità di assistere all’aurora boreale, uno degli spettacoli più sorprendenti che la natura possa offrire, particolarmente suggestivo se osservato nel corso dell’inverno finlandese, quando le vivaci sfumature verdi e gialle, a volte attraversate da intense scie rosse, azzurre e violette, diventano particolarmente visibili durante la buia notte polare.


 

L’aurora boreale è dovuta all’attività solare che dà vita a fasci di luce colorata, attraversando il cielo per migliaia di chilometri. Si crea quando i fotoni, particelle di energia provenienti dal sole, investono la terra che attraverso il suo campo magnetico, le devia rimandandole ai poli.

Qui i fotoni si scontrano con lo strato più esterno dell’atmosfera, provocando l’urto tra gli elettroni dalla carica elevata con particelle di idrogeno ed ossigeno. La potente energia che si libera in seguito a questa collisione genera questi suggestivi fenomeni di luce.

L’aurora boreale, visibile nei territori che si trovano al di sopra del circolo Polare Artico, all’incirca in corrispondenza del 66° parallelo, può essere osservata in qualsiasi zona della Lapponia e anche più sud, compresa occasionalmente la zona di Helsinki, purché le condizioni atmosferiche lo consentono (cielo terso e sereno).

Tuttavia il periodo migliore rimane quello compreso tra Febbraio e Marzo e tra Settembre e Ottobre (in coincidenza con gli equinozi) ed in particolare nella zona di Kilpisjarvi, nell’estremo nord del Paese. Le aurore polari sono state osservate anche dai popoli più antichi che attribuivano loro significati e spiegazioni spesso fantastiche.

 


I Greci le definivano come "pioggia di sangue", gli Inuit ne attribuivano la causa agli "abitanti del cielo", mentre gli antichi abitanti della Lapponia credevano che a provocare l’aurora fosse una enorme volpe che con la sua coda spazzava la volta celeste, specialmente quella sovrastante la tundra.

In realtà questa credenza è stata conservata nel significato del termine finlandese che designa il fenomeno che è detto revontulet ossia, letteralmente, fuochi della volpe.

 

 
 
 

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