Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi di Dicembre 2015
Post n°7363 pubblicato il 29 Dicembre 2015 da nina.monamour
Il blog chiude le serrande per 10 gg.
Finalmente si parte.. Vado a prendere un pò di sole
E intanto..
Cosa mi auguro? "Che tu sia felice."
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Post n°7362 pubblicato il 29 Dicembre 2015 da nina.monamour
Qualsiasi cosa abbiate deciso di fare a Capodanno, a mezzanotte alzerete i vostri calici per il brindisi benaugurale!
Se non sarete in giro per ristoranti o locali, ma avete deciso di preparare voi stessi una cena o un brindisi per salutare il vecchio anno che se ne va e festeggiare il nuovo anno in arrivo, non potrete non pensare al drink con cui brindare! Preferite andare sul classico e presentare uno champagne o uno spumante secco o dolce, per paura di non riuscire a fare di meglio? Con questi suggerimenti potrete preparare dei cocktail originali e scenografici, che piaceranno ai vostri ospiti e li faranno sentire ancora più a loro agio e pronti alla festa.
Buon anno nuovo!
1 melograno, Tequila Mettete in freezer per almeno 1 ora la bottiglia di tequila e dei bicchierini da grappa (tanti quando sono gli ospiti). Punch all’ananas 2 tazze di limonata, 2 tazze di succo di limone, 3 tazze di succo d’ananas 2 tazza di gingerale, 1 tazza di vodka, ghiaccio Mescolate gli ingredienti in una ciotola capiente e tenete al fresco fino al momento di servire. Presentate in un bicchiere a coppetta, con cubetti di ghiaccio, una fettina di ananas e qualche amarena per dare colore.
fonte: web |
Post n°7361 pubblicato il 28 Dicembre 2015 da nina.monamour
Deliziose tartine danesi farcite con fromaggio spalmabile, maionese e salmone. Una ricetta danese ricca e stuzzicante per i prossimi giorni di festa. Veloci da preparare, sono ottime per l'aperitivo e conquisteranno parenti e amici. Le Smörgåsbord sono deliziose tartine, o canapè se preferite chiamarle così, di origine danese. Sottili fette di pane di segale, oppure ai cereali, spalmate con una sfiziosa crema al formaggio, maionese e per completare del gustoso salmone affumicato con un filo d'olio extravergine e una leggera splverata di pepe. Parenti e amici apprezzeranno queste deliziose tartine danesi che andranno letteralmente a ruba. Lasciatevi tentare e preparate queste semplici ma squisite bontà che saranno protagoniste in tavola tra gli antipasti natalizi. Adatte anche per l'aperitivo, preparandole magari in versione finger food, quindi leggermente. Se i vostri commensali amano il salmone il successo sarà assicurato, un antipasto leggero, semplice e originale per una cucina internazionale da realizzare in pochi minuti. Ingredienti 2 fette di pane di segale o pane ai cereali, 2 cucchiai di formaggio cremoso tipo Philadelhia, 2 cucchiai di maionese, un cucchiaino di succo di limone, salmone affumicato a fette 100 gr circa, un goccio di olio, qualche goccia di limone da mettere sul salmone, sale fino, pepe nero. Per prima cosa prendete le fette di pane ai cereali oppure il pane di segale e tagliatele a metà. Un originale antipasto danese che ben si adatta al menù del cenone, squisito salmone affumicato servito con una crema di formaggio che conquisterà tutti i commensali. Non vi resta che pensare ad un menu' a base di pesce per le feste, oppure proporre queste deliziose tartine danesi anche per l'aperitivo in compagnia degli amici più cari che non possono far altro che gradire quest'antipasto originale e sfizioso. Il salmone poi è il pesce delle feste per eccellenza, ragion per cui non può mancare in tavola! |
Post n°7360 pubblicato il 28 Dicembre 2015 da nina.monamour
Marilyn Monroe andava a dormire con due gocce di Chanel n.5, oggi Johnny Depp è un pirata del deserto per la nuova fragranza Sauvage di Dior. Ma oggi c’è un nuovo profumo che fa impazzire tutti e la testimonial è la più famosa seduttrice della storia "Cleopatra". Si chiama Afarsemon e non è ancora sul mercato, ma manca veramente poco. Presto le donne di tutto il mondo e di tutte le età potranno avere il potere seduttivo della regina d’Egitto. Il segreto della donna che ha fatto girare la testa a Giulio Cesare e Marcantonio è stato svelato. L’afarsemon è una pianticella con dei graziosi fiorellini gialli che cresceva nelle oasi nei pressi del Mar Morto. Qui Erode aveva allestito un vero e proprio centro benessere dove Cleopatra e Marcantonio passavano dei soggiorni meravigliosamente romantici. Le passeggiatine al chiaro di luna e la passione travolgente erano avvolti dal profumo dell’afarsemon. Che, vista la testimonial d’eccezione, fu prodotto su scala industriale e divenne un must have delle matrone romane. Bene, Aaron Fait, botanico italiano e ricercatore dell’università ebraica del Negev, ha identificato e ripiantato l’afarsemon. Lo sta coltivando nel lussuoso giardino botanico di kibbutz di Ein Gedi. E il suo progetto è quello di portare sul mercato il profumo e una gamma di cosmetici identici ai prodotti di bellezza che erano molto in voga nell’antichità. Insomma, donne di tutto il mondo, dovete pazientare un po’ e quando arriverà probabilmente avrà dei costi elevatissimi. Ma tra non molto avrete tra le mani lo stesso profumo che usò Cleopatra per impregnare le vele della nave (che trasportava fanciulli nudi danzanti) con cui sedusse Marco Antonio. Altro che Chanel n. 5 Un saluto a tutti.. |
Post n°7359 pubblicato il 28 Dicembre 2015 da nina.monamour
Chi crede ancora nella magia del Natale, sa che ogni tanto avvengono dei piccoli miracoli, chiamatele coincidenze se siete più scettici, che fanno bene al cuore. Ebbene è stata da poco ritrovata una letterina indirizzata a Babbo Natale risalente, pensate, ai primi anni del 1900. La toccante storia arriva direttamente da New York, o meglio da un camino che il Signor Peter Mattaliano stava pulendo in vista delle feste, durante le operazioni di pulizia della canna fumaria, ha scoperto i resti di una letterina a Santa Claus datata 1905 o 1906, scritta da due fratellini di 6 e 9 anni, Alfred e Mary McGann. I bimbi erano figli di immigrati irlandesi cattolici, di origini umili, ma ciò nonostante molto generosi anche con chi era meno fortunato di loro. Nella parte finale della missiva, infatti, si legge: "Ti prego non dimenticarti dei poveri", un augurio da parte della piccola Mary che ha iniziato con "Caro Babbo Natale, sono molto contenta che stai arrivando stasera. Mio fratello vorrebbe che tu gli portassi una macchina, ma so che non puoi permetterla quindi portagli quello che credi sia meglio". Alfred, dal canto suo, chiese un tamburo e altri semplici doni. Il signor Mattaliano, anche lui originario di una famiglia di immigrati, è andato in fondo alla storia e con l'aiuto degli archivi e di alcuni ricercatori del New York Times, ha scoperto che i bimbi avevano perso il papà nel 1904, che Mary ha lavorato come stenografa e Alfred in una copisteria e che sono morti negli anni ’80 nel Queens senza figli. L’uomo è uno sceneggiatore e ha tutta l’intenzione di far conoscere al mondo la storia della famiglia McGann; sta infatti cercando finanziatori per promuovere il progetto e al NYT ha dichiarato: "Sarà un messaggio che servirà a infondere generosità e speranza negli altri, una sorta di testamento di umili immigrati di New York”".
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Post n°7358 pubblicato il 27 Dicembre 2015 da nina.monamour
Amo gli uomini.
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Post n°7357 pubblicato il 27 Dicembre 2015 da nina.monamour
Stamattina fa decisamente freddo. Sono semplici le cose che rendono speciale un nuovo giorno, Buona colazione Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito..
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Post n°7356 pubblicato il 26 Dicembre 2015 da nina.monamour
Circondati solo di cose belle. Di persone che insegnano. Decidi tu, in silenzio e dolcezza,
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Post n°7355 pubblicato il 26 Dicembre 2015 da nina.monamour
"Ammazzateci tutti musulmani e cristiani, oppure lasciateli andare". Con questo gesto di estremo coraggio e lucida follia un gruppo di kenioti musulmani ha evitato l’ennesima carneficina di civili cristiani ad opera del gruppo jihadista somalo Al Shabaab. La comitiva si trovava a bordo di un autobus nei pressi di El Wak, Nord del Kenya, a pochi chilometri dal confine con la Somalia, quando i guerriglieri hanno assaltato l’automezzo e hanno intimato ai passeggeri di scendere. Cristiani da una parte, musulmani dall’altra, in un rituale diventato ormai tragicamente comune in questa parte d’Africa. Inginocchiati, con un mitra alla nuca e ormai rassegnati alla morte, i kenioti cristiani, che stavano tornando a casa da Nairobi per celebrare il Natale, sono stati miracolosamente graziati dalla reazione inattesa dei connazionali musulmani, che si sono frapposti tra loro e i terroristi come scudi umani. Un gesto che ha messo in fuga i guerriglieri, basiti e frustrati da tanto coraggio. Durante l’assalto, in preda al panico, due kenioti, la cui confessione religiosa è ignota, hanno provato a scappare e sono stati uccisi. L’autista e altri due passeggeri sono stati feriti, ma non sembrano in pericolo di vita. Una reazione estrema che dimostra come la popolazione del Nord del Kenya, prevalentemente musulmana e di origini somale, sia esausta dei ripetuti attacchi delle milizie jihadiste di Al Shabaab che stanno mettendo in fuga cristiani e non dall’arida e povera regione settentrionale del Paese. Nel 2015, proprio a seguito di un’esecuzione a opera del gruppo fondamentalista islamico in cui erano stati divisi i cristiani dai musulmani, più di duemila persone tra maestri di scuola e operatori sanitari, anche occidentali, hanno deciso di abbandonare l’area per motivi di sicurezza. Un episodio identico, e con un finale ben più drammatico, si era verificato un anno fa, quando 36 cristiani kenioti, sempre a bordo di un pullman di ritorno per le festività natalizie, erano stati sequestrati dalle milizie somale. Non essendo in grado di recitare i versetti del Corano furono trucidati sul posto. È di otto mesi fa il dramma del campus dell’Università di Garissa, terroristi somali uccidero 147 ragazzi "colpevoli" di professare una fede differente da quella dei jihadisti. Secondo i servizi di intelligence kenioti, nelle ultime tre settimane almeno 200 terroristi sarebbero entrati nel Paese. Un ulteriore incentivo al progetto del Presidente Kenyatta di realizzare un muro lungo tutto il confine tra Kenya e Somalia per provare ad arginare la minaccia terroristica.
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Post n°7354 pubblicato il 26 Dicembre 2015 da nina.monamour
Non sporcate l'aria al bambino che respira il Natale, non togliere il cielo a chi nelle stelle trova la speranza di una magia nuova. Il Natale è una promessa che non si perde nel vento perché, nel suo piccolo cuore, rimane la certezza più bella. Finché avrai sogni, avrai desideri, finché avrai desideri, avrai fantasia, finché avrai fantasia, avrai sempre l'età giusta per la giovinezza |
Post n°7353 pubblicato il 25 Dicembre 2015 da nina.monamour
Il Natale spesso è una festa rumorosa, ci farà bene stare un po’ in silenzio, per sentire la voce dell’Amore.
E un pensiero speciale ai meno fortunati, a chi soffre, a chi non ha famiglia, a chi non solo non ha un albero addobbato, ma vive a luci spente, non visto, non ascoltato. Per loro la speranza che nella notte dei miracoli, un miracolo accada, che trovino calore, serenità e mani amiche a sostenerli.
Per noi la speranza che i nostri cuori non siano mai "sordi", "ciechi" e "muti" e le nostre mani mai vuote.
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Post n°7352 pubblicato il 25 Dicembre 2015 da nina.monamour
Quando ero bambina mi prendevi per mano ed hai cercato con tutte le tue forze di preservarmi da ogni male, lasciando che nelle notti più buie io potessi sentire il lieto dondolio delle tue braccia, come fossero culla dorata per una figlia amata. Mamma hai scelto un giorno speciale per volare nel regno del Signore. Grazie mamma tenerissima per avermi amata e fatta sempre sentire meravigliosa.
Le persone non si perdono mai se le hai nel cuore.
In questi giorni, se ti manca qualcuno, si sente ancora di più.
Quando ero triste, mia madre mi diceva di chiudere gli occhi e di pensare ad una cosa bella. Ora ho gli occhi chiusi e penso a lei.. Sempre e per sempre unite, buon Natale Mamma
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Post n°7351 pubblicato il 24 Dicembre 2015 da nina.monamour
La bottarga è un alimento che si ricava dalle uova di tonno o di muggine che vengono salate ed essiccate. I due tipi di bottarga sono molto diversi tra loro per colore e sapore, quella di tonno è più saporita ed ha un colore che varia dal rosa chiaro a quello scuro, mentre quella di muggine è di colore ambrato e ha un sapore meno intenso della bottarga di tonno. È un ingrediente storicamente molto diffuso in Sicilia e in Sardegna, utilizzato come antipasto o come condimento per la pasta, nella maggior parte dei casi semplicemente grattugiata come se fosse formaggio. La bottarga si è poi estesa anche a tutta la zona tirrenica regalando negli anni gustose ricette per arricchire paste e risotti. Tagliatelle bottarga, vongole e limone
Ingredienti: 400 gr di tagliatelle all’uovo, 1 kg di vongole, 40 gr di bottarga di tonno o muggine, 20 ml di succo di limone, 1 spicchio di aglio, 1 ciuffo di prezzemolo, sale q.b.,pepe macinato q.b., olio extra vergine di oliva q.b. Preparazione Cominciate a preparare le tagliatelle con bottarga, vongole e limone, dalla pulizia delle vongole. Assicuratevi che non contengano sabbia all’interno del guscio picchiettandole una ad una su un tagliere dal lato dell’apertura. Se dal guscio esce sabbia scura vuol dire che la vongola è piena di sabbia e quindi non utilizzabile. Ora passate al lavaggio delle vongole, sciacquandole più volte sotto acqua corrente fino a quando non ci sarà più traccia di impurità. A questo punto, mettete un filo d’olio e uno spicchio d’aglio pulito in una padella capiente facendolo rosolare qualche secondo. Versate le vongole nel tegame dopo averle scolate bene, copritele con un coperchio e fatele andare a fuoco vivace fino a quando le valve si apriranno con il calore. Appena i gusci saranno aperti spegnete la fiamma. Togliete le vongole dalla padella conservando il liquido di cottura, poi sgusciatene metà e mettetele con il loro brodo di cottura in una padella dove unirete il succo di limone. Nel frattempo cuocete le tagliatelle in abbondante acqua salata. Una volta pronta, scolate la pasta e unitela in padella con la parte restante delle vongole, il prezzemolo tritato e la bottarga grattugiata. Aggiungete una spolverata di pepe e servite il piatto ben caldo. Quando è servita come antipasto è di solito presentata a fettine con un filo d’olio d’oliva o sotto forma di bruschettine servite su crostini imburrati
Buon cenone..
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Post n°7350 pubblicato il 23 Dicembre 2015 da nina.monamour
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Post n°7349 pubblicato il 23 Dicembre 2015 da nina.monamour
E si tengono tutto dentro. Non guardatele troppo negli occhi, perché non vogliono far vedere a nessuno la loro rabbia, delusione, paura, fragilità. La solitudine le accompagna, anche quando hanno decine di corteggiatori, perché amano ma non dipendono mai dall’amore, da quell’amore che per loro è solo un sogno, e sono dure, prima di tutto con se stesse. Solo chi sa guardare "oltre" il sorriso riesce a vedere il muro impenetrabile che hanno eretto, che difende la loro interiorità ricca ma ferita, spaventata. La loro sensibilità troppe volte ferita. Il difficile vissuto che solo loro conoscono, perché sono donne spigolose, difficili, quasi inaccessibili, quelle con l’anima in fiamme e il sorriso splendente. |
Post n°7348 pubblicato il 22 Dicembre 2015 da nina.monamour
Come promesso, continuiamo il viaggio in Danimarca.. E' razzista solo chi offende e disprezza un altro essere umano per il colore della sua pelle? E' razzista solo chi odia persone di credo religioso o politico diverso dal proprio? E' razzista solo chi crede nella superiorità di un popolo, di un Paese o di una "razza"? Non sarà che esistono altre forme di razzismo, spesso socialmente più accettate, come la seguente?
E ancora..
Purtroppo questo tipo di pregiudizi sulle ragazze nordiche è vivo più che mai e si sta diffondendo sempre più, piuttosto che lentamente scomparire con l'avvento della modernità, anche grazie a tutta una serie di ignobili "personaggi" che, pur di vantarsi di aver trovato la loro "America" nel Nord Europa, diffondono volgari e basse "leggende metropolitane" sui comportamenti sociali e sessuali delle ragazze danesi, norvegesi, svedesi e chi più ne ha, più ne metta. Carissimi Italiani (e non) che pensate che tutte le donne nordiche siano poco più che delle donne da marciapiede, fatevi una domanda, non è anche questa una forma di razzismo becero e ignorante (anche se è decisamente indicativo del vostro livello morale e intellettuale)? Meditate, uomini, meditate..
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Post n°7347 pubblicato il 22 Dicembre 2015 da nina.monamour
Il Natale di una volta, sapeva di antico, la casa profumava di legna bruciata nel caminetto e di buccia d’arancia messa sul fuoco, la mamma preparava dei buoni dolcetti natalizi nella stufa che riscaldava la casa piccina. Nella stufa ardeva la legna, tra il tric e trac delle castagne messe sul fuoco e l’odore dei dolcetti messi nel forno. Fuori era freddo e la pioggia batteva sui vetri, mentre la nebbia rivestiva il paesello; tutto era semplice e tutto era bello, poi nella casa piccina, c’era l’alberello e la capanna con le lucette; e la nonna che raccontava le fiabe vicino alla fiamma del caminetto. Come era bello stare accanto al fuoco e sentire le novelle di Natale che raccontava la nonna, tutto era semplice e tutto era bello, quando nella notte della Vigilia, la mamma prima di andare a letto infilava altra legna nella stufa perché diceva che doveva venire la Madonna ad asciugare i pannolini a Gesù Bambino. Ritornare indietro vorrei, per rivivere la magica fiaba, del tempo che fu.
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Post n°7346 pubblicato il 21 Dicembre 2015 da nina.monamour
Ma insomma, arrivati quasi alla fine di questo Calendario dell’Avvento, ci si potrebbe porre la domanda, ma perché la gente si ostina a credere a Babbo Natale? Ve la ricordate la Giornalista di Fox News che, qualche anno fa, aveva negato in diretta televisiva l’esistenza di Babbo Natale, e poi, sotto il fuoco di proteste che ne era derivato, era stata costretta dall’emittente a chiedere scusa per le sue parole, e ad affermare pubblicamente che Babbo Natale esiste davvero? Cerchiamo di essere razionali per un attimo, e rendiamoci conto dell’assurdità, ma in quale altra situazione al mondo, un Giornalista televisivo potrebbe essere costretto a fare pubbliche scuse dopo aver proclamato l’inesistenza di un personaggio di fantasia, che, beh sappiamo tutti che non esiste? Roba dell’altro mondo, che non stanno né in cielo né in terra. I due socio-psico-antropologi si interrogano sulle ragioni che possono spingere gli adulti d’oggi a un comportamento così irrazionale, insomma, che beneficio ne abbiamo, continuando a raccontare ai nostri figli la storiella di Babbo Natale?
Non lo facciamo per ragioni disciplinari, non lo facciamo perché nostro figlio si comporterà come un angioletto per tutto l’anno, solo perché vuole ricevere dei bei regali da Babbo Natale, suvvia. Non lo facciamo per questioni pedagogiche, non lo facciamo perché ci piace l’idea di raccontar frottole ai bambini, anzi, in linea di massima siamo proprio dell'idea opposta nei limiti del possibile, ai bambini deve sempre esser raccontata l’assoluta verità, su tutto. Soprattutto dal ’68 in poi, siamo tutti concordi nell’affermare che il rapporto con i propri figli dovrebbe esser improntato alla sincerità assoluta, niente frottole, niente bugie, niente storielle inventate ad hoc per evitar le domande scomode. Non parliamo di Babbo Natale perché ci tiri fuori dagli impicci, mentre noi ci arrabattiamo nel tentativo di spiegare un argomento tabù. La cicogna che porta i bimbi toglieva i genitori dall’imbarazzo di rispondere all’annosa domanda "come nascono i bambini?”. Gli angioletti che hanno preso il nonno e l’hanno portato con loro su nel cielo è un escamotage che ho sentito usare personalmente, non più di qualche mese fa, da parte di persone che assolutamente non sono credenti, ma che non sanno come altro spiegare ai figli piccoli il mistero della morte. Ma un cavallo a dondolo sotto l’albero di Natale ha poco a vedere con il sesso, con la caducità dei corpi, o con qualsiasi altro elemento scabroso che mi possa venire in mente.
Sarebbe anche più gratificante per gli adulti, voglio dire, io spendo tempo, soldi e fatica per trovare il regalo perfetto per mio figlio, e poi gli vado a raccontare che no, non deve ringraziare me, ma un panzone inesistente che gli ha portato i doni perché è buono? A quanto pare, una certa Cindy Dell Clark, Psicologa, ha raccolto una serie di interviste ai genitori, domandando loro per quale motivo raccontassero ai figli la storia di Babbo Natale. Le risposte fanno tutte leva su una generica gioia che i bambini dovrebbero provare al pensiero dell’omone panzuto che lascia i regali sotto l’albero, "mi piace vederli emozionati, e la gioia nei loro occhi, la meraviglia, l’eccitazione". "Lasciamogli credere che c’è qualcosa di magico nel mondo”. "È sempre stato magico, per me, da bambina. Credo che sia questo che cerco di far vedere ai miei figli, la magia. I genitori, sembrano rimpiangere il tempo dell’illusione, prima dell’incontro con la "dura" realtà, idealizzando l’infanzia come una magica età dell’oro, di cui Babbo Natale costituisce una parte essenziale. Boh, non so, genitori, voi condividete? Io non idealizzo l’infanzia proprio per niente, non me la ricordo come una "età dell’oro", particolarmente più fulgida rispetto a quelle (in effetti ancora poche) che son arrivate dopo. Eppure, una qualche ragione ancestrale che ci spinge ad amare Babbo Natale ci deve pur essere, visto che il primo che prova a negare la sua esistenza rischia di essere scannato vivo.
Insistiamo così tanto su Babbo Natale “perché lo fanno tutti, e non c’è niente di male”? Mi sembrerebbe già di per sé una motivazione ragionevole (nessuno vuole crescere un figlio disadattato e fuori dal mondo); ma sarà davvero l’unica ragione?
O non sarà che forse siamo noi adulti a insistere tanto su Babbo Natale, perché siamo noi adulti che abbiamo bisogno di ricorrere a lui, perché infonda un po’ di magia in queste nostre vite che ormai percepiamo troppo tristi e spente? Non lo so, eh.
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Post n°7345 pubblicato il 21 Dicembre 2015 da nina.monamour
Lo definirei.. vitale, sensuale, solare e caldo. Sì, hai capito bene, caldo. Aggiungerei forte, misterioso, gustoso e deciso e poi è eccitante, avvolgente e penetrante, insomma davvero un tipo unico. E tu, non pensare male, perché non sto parlando del tipo appena conosciuto, ma dell'unico compagno che non tradisce mai, il caffè. Buongiorno!
Sono tante le cose che nella vita cambiano, ma il fedele compagno di ogni giorno no, lui non cambia, ci aspetta ogni mattina per darci il suo profumato buongiorno. Buongiorno al profumo del caffè.
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Post n°7343 pubblicato il 20 Dicembre 2015 da nina.monamour
Oggi riflettevo.. Il Preside che vieta i canti natalizi nella sua scuola, e prima ancora i Professori che annullano la gita a Firenze per vedere la mostra "Bellezza divina" a palazzo Strozzi dove è esposto la crocifissione di Chagall, perchè qualche studente musulmano può turbarsi.
Meglio forse i video che circolano su You Tuve con i criminali dell'Isis che crocifiggono i cristiani. C'è in giro un'aria che è difficile dire se sia di stupidità o di vigliaccheria, come se ci si vergognasse di ciò che siamo, della nostra storia, delle nostre radici, scambiando la solidarietà e l'apertura a chi ha bisogno con il rinnegamento della propria identità. Forse perchè noi stessi non ci crediamo piu', e facciamo finta di crederci solo quando ci colpiscono con brutalità, senza pietà, e allora via con la retorica, le bandiere, gli inni, salvo poi, il giorno dopo, tornare nella nostra ignavia, nella nostra indifferenza. Qualche tempo fa, ad una Maestra che andò a spiegare ai genitori di uno studente musulmano perchè avesse deciso di fare il presepe, il padre rispose: "Lei fa bene, siamo noi che veniamo a casa vostra e dobbiamo adattarci a voi". Ecco, quel padre ha capito ciò che tanti idioti non riescono a comprendere, il rspetto degli altri non vuol dire il tradimento di se stessi. Va bene aprire le porte di casa, ma non c'è bisogno di distruggerla, perchè altrimenti sulle macerie di casa nostra qualcuno costruirà la sua di casa, e state sicuri che ci caccerà via e non ci chiederà mai il permesso. Svegliamoci dal nostro sonno prima che sia troppo tardi. |
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